domenica 29 novembre 2020

QUANDO SI TRATTA DI DEPREDARE I CITTADINI DEL SUD L'ACCORDO E' SEMPRE TRASVERSALE...

Di Natale Cuccurese

La vicenda degli articoli 150 e 151 della bozza della Legge Bilancio 2021, in discussione in questi giorni, mostrano come il Sud venga considerato sempre e solo come una colonia estrattiva e i suoi abitanti trattati da cittadini di serie B.

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Visto il disastro umano e finanziario che, anno dopo anno, aumenta sempre di più nel Mezzogiorno e viste le evidenze delle problematiche sorte in campo sanitario nell’affrontare la pandemia si riteneva possibile bloccare il processo di avanzamento dell’autonomia differenziata, per un auspicabile ripensamento sulle modalità di applicazione della stessa, dato che favorisce inammissibili differenziazioni all’interno del sistema delle regioni, che non farebbero altro che minare alle basi quella unità che è a fondamento del sistema Costituzionale e dei rapporti Stato-Regioni.
Gli articoli più “caldi” per il Sud della bozza del collegato alla Legge di Bilancio sono due, il 150 e il 151.
Il 150 dove viene definito il “Fondo per la perequazione infrastrutturale”, un provvedimento sacrosanto da lungo tempo atteso per adeguare ai tempi la rete di infrastrutture del Sud.
In questo articolo è previsto lo stanziamento di 4,6 miliardi di € diluiti nel tempo. Inizialmente si stabilisce una ricognizione per valutare la necessità infrastrutturale nel Mezzogiorno, cosa comunque già prevista da una legge del 2009 ma mai realizzata, con termine il 30 giugno 2021. In realtà la cifra che si dovrà stanziare per iniziare a colmare il gap infrastrutturale al Sud è già nota pur se per approssimazione e ammonta a parecchie decine di miliardi, anche se l’importo preciso si scoprirà al termine della ricognizione, ma è già certo che 4,6 Miliardi non saranno minimamente sufficienti.
Interessante notare che per il 2021 i soldi stanziati sono zero, 100 milioni di euro per il 2022, 300 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2023-2027, 500 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2028-2033.
Quindi nel 2021, non essendoci nessuna copertura, non si potrà aprire nessun cantiere, anche nel 2022 con solo 100 milioni di euro disponibili non si potranno aprire cantieri utili a colmare nessun gap infrastrutturale, ma soprattutto c’è sempre il rischio che già dal 2022 i fondi possano essere rimodulati dalle successive Leggi di Bilancio.
In altre parole per il Sud al momento non è stanziato 1 euro, mentre indiscrezioni giornalistiche tratteggiano uno scenario dove gli ipotetici stanziamenti di (solo) 4,6 Miliardi di euro sarebbero usati come merce di scambio per ottenere il via libera all'Autonomia differenziata.
La preoccupazione poi aumenta ulteriormente se si analizza cosa sta accadendo in queste ore con l’art. 151.
L’art. 151 tratta, o per meglio dire trattava, del “Rinvio del federalismo fiscale” così come sempre è accaduto ogni anno dal 2011 a oggi per questo articolo che è sempre stato inserito nella legge di bilancio perché non si può consentire alle Regioni “secessioniste” di mettere le mani sull’Irpef e sull’Iva sottraendo risorse al bilancio pubblico nazionale, correndo il rischio di innescare la balcanizzazione del Paese prima di aver definito almeno i Lep così come si attende dal 2001.
Purtroppo la Lega in accordo col Pd (così come informa il Quotidiano del Sud") che presiede la Commissione Bilancio della Camera, ha trasformato il rinvio obbligatorio dell’entrata in vigore del federalismo fiscale in un provvedimento di carattere ordinamentale per cui non può essere inserito nella legge di bilancio. L’articolo 151, stralciato da pochi giorni con bizantinismi degni di miglior causa, era frutto del lavoro rigoroso della Ragioneria Generale dello Stato, secondo il cui parere la proroga in questa legge di Bilancio doveva essere quest'anno addirittura di due e non di un anno, così come infatti era in bozza prima che questa fosse cestinata.
Fortunatamente il blitz leghista e protoleghista, segnalato con forza dal “Quotidiano del Sud”, ha suscitato indignazione e proteste, e il viceministro per l’economia del Pd, Antonio Misiani, si è impegnato in questi giorni a recuperare l’articolo stralciato dalla legge di stabilità inserendolo all’interno del decreto Ristori quater in approvazione entro questa sera.
Purtroppo bisogna sottolineare che oltre a Misiani solo una piccola pattuglia di deputati del M5s si è attivata per opporsi al tentativo di cancellazione dell’articolo e per tentare di recuperare l’articolo cancellato, per il resto silenzio. E sarà un caso, ma proprio durante lo svolgimento di questi avvenimenti i parlamentari della Lega, così come quelli del centrodestra, han votato compatti lo sforamento di bilancio, presentandosi come "opposizione consapevole e responsabile".
A questo punto il "do ut des" pare evidente e sarà anche vero che "a pensar male si fa peccato (ma spesso ci si prende"), ma quando si tratta di depredare i cittadini del Sud l'accordo è sempre trasversale.



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Di Natale Cuccurese

La vicenda degli articoli 150 e 151 della bozza della Legge Bilancio 2021, in discussione in questi giorni, mostrano come il Sud venga considerato sempre e solo come una colonia estrattiva e i suoi abitanti trattati da cittadini di serie B.

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Visto il disastro umano e finanziario che, anno dopo anno, aumenta sempre di più nel Mezzogiorno e viste le evidenze delle problematiche sorte in campo sanitario nell’affrontare la pandemia si riteneva possibile bloccare il processo di avanzamento dell’autonomia differenziata, per un auspicabile ripensamento sulle modalità di applicazione della stessa, dato che favorisce inammissibili differenziazioni all’interno del sistema delle regioni, che non farebbero altro che minare alle basi quella unità che è a fondamento del sistema Costituzionale e dei rapporti Stato-Regioni.
Gli articoli più “caldi” per il Sud della bozza del collegato alla Legge di Bilancio sono due, il 150 e il 151.
Il 150 dove viene definito il “Fondo per la perequazione infrastrutturale”, un provvedimento sacrosanto da lungo tempo atteso per adeguare ai tempi la rete di infrastrutture del Sud.
In questo articolo è previsto lo stanziamento di 4,6 miliardi di € diluiti nel tempo. Inizialmente si stabilisce una ricognizione per valutare la necessità infrastrutturale nel Mezzogiorno, cosa comunque già prevista da una legge del 2009 ma mai realizzata, con termine il 30 giugno 2021. In realtà la cifra che si dovrà stanziare per iniziare a colmare il gap infrastrutturale al Sud è già nota pur se per approssimazione e ammonta a parecchie decine di miliardi, anche se l’importo preciso si scoprirà al termine della ricognizione, ma è già certo che 4,6 Miliardi non saranno minimamente sufficienti.
Interessante notare che per il 2021 i soldi stanziati sono zero, 100 milioni di euro per il 2022, 300 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2023-2027, 500 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2028-2033.
Quindi nel 2021, non essendoci nessuna copertura, non si potrà aprire nessun cantiere, anche nel 2022 con solo 100 milioni di euro disponibili non si potranno aprire cantieri utili a colmare nessun gap infrastrutturale, ma soprattutto c’è sempre il rischio che già dal 2022 i fondi possano essere rimodulati dalle successive Leggi di Bilancio.
In altre parole per il Sud al momento non è stanziato 1 euro, mentre indiscrezioni giornalistiche tratteggiano uno scenario dove gli ipotetici stanziamenti di (solo) 4,6 Miliardi di euro sarebbero usati come merce di scambio per ottenere il via libera all'Autonomia differenziata.
La preoccupazione poi aumenta ulteriormente se si analizza cosa sta accadendo in queste ore con l’art. 151.
L’art. 151 tratta, o per meglio dire trattava, del “Rinvio del federalismo fiscale” così come sempre è accaduto ogni anno dal 2011 a oggi per questo articolo che è sempre stato inserito nella legge di bilancio perché non si può consentire alle Regioni “secessioniste” di mettere le mani sull’Irpef e sull’Iva sottraendo risorse al bilancio pubblico nazionale, correndo il rischio di innescare la balcanizzazione del Paese prima di aver definito almeno i Lep così come si attende dal 2001.
Purtroppo la Lega in accordo col Pd (così come informa il Quotidiano del Sud") che presiede la Commissione Bilancio della Camera, ha trasformato il rinvio obbligatorio dell’entrata in vigore del federalismo fiscale in un provvedimento di carattere ordinamentale per cui non può essere inserito nella legge di bilancio. L’articolo 151, stralciato da pochi giorni con bizantinismi degni di miglior causa, era frutto del lavoro rigoroso della Ragioneria Generale dello Stato, secondo il cui parere la proroga in questa legge di Bilancio doveva essere quest'anno addirittura di due e non di un anno, così come infatti era in bozza prima che questa fosse cestinata.
Fortunatamente il blitz leghista e protoleghista, segnalato con forza dal “Quotidiano del Sud”, ha suscitato indignazione e proteste, e il viceministro per l’economia del Pd, Antonio Misiani, si è impegnato in questi giorni a recuperare l’articolo stralciato dalla legge di stabilità inserendolo all’interno del decreto Ristori quater in approvazione entro questa sera.
Purtroppo bisogna sottolineare che oltre a Misiani solo una piccola pattuglia di deputati del M5s si è attivata per opporsi al tentativo di cancellazione dell’articolo e per tentare di recuperare l’articolo cancellato, per il resto silenzio. E sarà un caso, ma proprio durante lo svolgimento di questi avvenimenti i parlamentari della Lega, così come quelli del centrodestra, han votato compatti lo sforamento di bilancio, presentandosi come "opposizione consapevole e responsabile".
A questo punto il "do ut des" pare evidente e sarà anche vero che "a pensar male si fa peccato (ma spesso ci si prende"), ma quando si tratta di depredare i cittadini del Sud l'accordo è sempre trasversale.



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