sabato 27 giugno 2020

Regionali campane, ecologisti in campo Appello alla sinistra da Stop biocidio. Ma Potere al popolo ha già avviato da gennaio un percorso autonomo con assemblee per le liste e il candidato governatore

Di Adriana Pollice
Il Manifesto del 25.06.2020

«La terra sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia»: gli attivisti di Stop biocidio hanno scelto le parole di papa Francesco per convocare l’assemblea del 4 luglio a Taverna del Re (Giugliano) per verificare la possibilità di siglare un patto che porti alle regionali campane, un’alternativa ecologista e di sinistra al governatore dem Vincenzo De Luca.
A settembre si fronteggeranno gli stessi candidati di 5 anni fa: Valeria Ciarambino per i 5S; Stefano Caldoro per il centrodestra; l’uscente De Luca con una decina di liste che andranno dai fuoriusciti di Forza Italia ad Art1 (passando per Clemente Mastella e Ciriaco De Mita). Caldoro e De Luca si erano già sfidati nel 2010 con la vittoria del primo. La pandemia, invece di cambiare il panorama politico, ha innescato l’ennesimo déjà vu ma stravolgendo gli equilibri. Se a febbraio De Luca era dato perdente, adesso veleggia con 12 punti di vantaggio attirando candidati dalla destra e dalla galassia Dema, il movimento del sindaco Luigi de Magistris, che ieri ha chiarito: «Un progetto nazionale, dopo il comune di Napoli, è quello che più mi interessa».
Stop biocidio è una sigla nata con la crisi campana dei rifiuti e i comitati della Terra dei fuochi, dentro ha componenti che fanno parte dell’esperienza arancione (come l’assessora alla Cultura Eleonora de Majo e il presidente di municipalità Ivo Poggiani) ma che stanno provando a costruire un percorso autonomo, anche in vista delle comunali partenopee del 2021. «In Campania manca una forza che rappresenti la tutela della salute e dell’ambiente – spiega Enzo Tosti -, l’invito è rivolto a tutte le forze che vogliono deporre vecchi simboli e accettare la sfida ambientalista a cominciare da una parte dei 5S, Potere al popolo, forze cattoliche, associazioni».
«Partire dalle piramidi di ecoballe di Taverna del Re è giusto» il commento di Tonino Scala, coordinatore regionale di Sinistra italiana, che ha deciso di non correre sotto le insegne di De Luca. Non l’aveva appoggiato neppure 5 anni fa. Il giudizio non è cambiato al punto da bocciare l’offerta di dare vita in Campania a un’esperienza simile alla lista Coraggiosa, su modello emiliano.
Interessati all’appello anche il Partito del Sud, Altra Europa, Cobas, il Partito comunista italiano e Rifondazione comunista che avevano già siglato un documento comune: «Vediamo segnali di resistenza a sinistra rispetto alla coalizione De Luca. Non tutti chiudono gli occhi sul suo modo di gestire la cosa pubblica, sulle idee che coltiva e sulle sue frequentazioni politiche. L’attuale governatore parla un linguaggio di destra, ossequia i potentati economici e persegue unicamente il potere. Sarebbe una iattura se le elezioni divenissero un’avvilente “lite a due” tra i seguaci di Salvini, Meloni e Berlusconi e i seguaci di De Luca, Mastella e Cirino Pomicino». Altra Europa ha dato l’adesione: «È necessaria l’accoglienza dei migranti e la ferma condanna di ogni lavoro senza diritti. Al centro di ogni programma deve esserci la difesa dei beni comuni, primo tra tutti l’acqua pubblica».
Potere al popolo è più avanti nel percorso verso le urne. Lo scorso gennaio sono cominciate le assemblee per discutere programma e lista. In Pap ci saranno gli iscritti ma anche candidature indipendenti: «Persone che partecipano a un processo democratico, dal basso. Siamo stanchi dei soliti cartelli elettorali che spuntano un mese prima delle elezioni. La nostra sfida è costruire un progetto politico coerente, che duri nel tempo». L’assemblea di Napoli ha proposto come candidato governatore Giuliano Granato, «lavoratore e sindacalista Usb». A giorni la scelta definitiva con il voto sui territori.


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Di Adriana Pollice
Il Manifesto del 25.06.2020

«La terra sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia»: gli attivisti di Stop biocidio hanno scelto le parole di papa Francesco per convocare l’assemblea del 4 luglio a Taverna del Re (Giugliano) per verificare la possibilità di siglare un patto che porti alle regionali campane, un’alternativa ecologista e di sinistra al governatore dem Vincenzo De Luca.
A settembre si fronteggeranno gli stessi candidati di 5 anni fa: Valeria Ciarambino per i 5S; Stefano Caldoro per il centrodestra; l’uscente De Luca con una decina di liste che andranno dai fuoriusciti di Forza Italia ad Art1 (passando per Clemente Mastella e Ciriaco De Mita). Caldoro e De Luca si erano già sfidati nel 2010 con la vittoria del primo. La pandemia, invece di cambiare il panorama politico, ha innescato l’ennesimo déjà vu ma stravolgendo gli equilibri. Se a febbraio De Luca era dato perdente, adesso veleggia con 12 punti di vantaggio attirando candidati dalla destra e dalla galassia Dema, il movimento del sindaco Luigi de Magistris, che ieri ha chiarito: «Un progetto nazionale, dopo il comune di Napoli, è quello che più mi interessa».
Stop biocidio è una sigla nata con la crisi campana dei rifiuti e i comitati della Terra dei fuochi, dentro ha componenti che fanno parte dell’esperienza arancione (come l’assessora alla Cultura Eleonora de Majo e il presidente di municipalità Ivo Poggiani) ma che stanno provando a costruire un percorso autonomo, anche in vista delle comunali partenopee del 2021. «In Campania manca una forza che rappresenti la tutela della salute e dell’ambiente – spiega Enzo Tosti -, l’invito è rivolto a tutte le forze che vogliono deporre vecchi simboli e accettare la sfida ambientalista a cominciare da una parte dei 5S, Potere al popolo, forze cattoliche, associazioni».
«Partire dalle piramidi di ecoballe di Taverna del Re è giusto» il commento di Tonino Scala, coordinatore regionale di Sinistra italiana, che ha deciso di non correre sotto le insegne di De Luca. Non l’aveva appoggiato neppure 5 anni fa. Il giudizio non è cambiato al punto da bocciare l’offerta di dare vita in Campania a un’esperienza simile alla lista Coraggiosa, su modello emiliano.
Interessati all’appello anche il Partito del Sud, Altra Europa, Cobas, il Partito comunista italiano e Rifondazione comunista che avevano già siglato un documento comune: «Vediamo segnali di resistenza a sinistra rispetto alla coalizione De Luca. Non tutti chiudono gli occhi sul suo modo di gestire la cosa pubblica, sulle idee che coltiva e sulle sue frequentazioni politiche. L’attuale governatore parla un linguaggio di destra, ossequia i potentati economici e persegue unicamente il potere. Sarebbe una iattura se le elezioni divenissero un’avvilente “lite a due” tra i seguaci di Salvini, Meloni e Berlusconi e i seguaci di De Luca, Mastella e Cirino Pomicino». Altra Europa ha dato l’adesione: «È necessaria l’accoglienza dei migranti e la ferma condanna di ogni lavoro senza diritti. Al centro di ogni programma deve esserci la difesa dei beni comuni, primo tra tutti l’acqua pubblica».
Potere al popolo è più avanti nel percorso verso le urne. Lo scorso gennaio sono cominciate le assemblee per discutere programma e lista. In Pap ci saranno gli iscritti ma anche candidature indipendenti: «Persone che partecipano a un processo democratico, dal basso. Siamo stanchi dei soliti cartelli elettorali che spuntano un mese prima delle elezioni. La nostra sfida è costruire un progetto politico coerente, che duri nel tempo». L’assemblea di Napoli ha proposto come candidato governatore Giuliano Granato, «lavoratore e sindacalista Usb». A giorni la scelta definitiva con il voto sui territori.


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