sabato 8 dicembre 2018

SCIOGLIEREMO I NOSTRI NODI E I VOSTRI CAPESTRI-RISPOSTA ALL'EDITORIALE DI ANGELO PANEBIANCO SUL CORRIERE DELLA SERA

Ieri sera ho inviato una e-mail alla Redazione del Corriere della Sera.
Era comparso, il 04.12.2018 un editoriale di Angelo Panebianco che titolava: “Crescita negata: sciogliere i nodi del Sud”. (https://www.corriere.it/…/sciogliere-nodi-sud-a131ab3a-f800…)
Ho ritenuto inviare una risposta-replica a quell’articolo in quanto m’era parso che l’autore, si muovesse, con la sua raffinata accortezza di linguaggio, nel mare magnum degli stereotipi, …ma non è il solo. 
Pareva definire per noi un destino infausto, prefigurava uno sciagurato futuro al Sud. …insomma pareva non sottintendere solo disgrazie ma,… sottacere altro (?)
Ho avvertito l’obbligo di fornire alcune precisazioni.

M’auguro che venga pubblicata, autenticando che il chiaro confronto porta sempre il bene a chi ne fa uso quando franco e civile é la dialettica
Ecco il mio testo:

SCIOGLIEREMO I NOSTRI NODI E I VOSTRI CAPESTRI
Bruno Pappalardo – 07.12,2018

Sul Corriere della Sera, qualche giorno fa, un articolo di Angelo Panebianco, titolato “ Crescita negata: sciogliere i nodi del Sud”.
Bisogna dire che la premessa segnalata nel primo capoverso: “È solo dalla società meridionale che un giorno potrebbe partire un movimento capace di rimettere in moto lo sviluppo”, non è un brutto inizio.
Non è affatto spiacevole per un meridionalista questa prolusione, perché concettualmente, lascia presumere che chiunque desideri per sé un vantaggio o miglioramento (o per gli altri o per la propria comunità ) ebbene, debba essere artefice della propria provvidenza, protagonista del proprio giovamento e senza cercare soccorso alieno.
Se questo poi, si esplicita nelle forme tradizionali e abituali per il Sud, di elemosine evangelistiche dall’acre sapore ”assistenziale ” ( come il “reddito di cittadinanza” dei 5S) ebbene, allora ricadiamo tutti nel più melmoso immobilismo.
Questo obolo dei 5S, da un buon pretesto al Panebianco di allestire una kermesse di luoghi comuni, di stereotipi secolari. 

Si accetta, dunque, volentieri il preambolo, anche per lo scrivente e per tutti gli altri testardi inguaribili meridionalisti come quelli del PARTITO DEL SUD, compagine progressista che, …ma guardi un pò la coincidenza, dottor Panebianco, questo, scrisse ed editò, nel 2015, un libro titolato “ CON IL SUD SI RIPARTE”, - sottotitolo: idee, progetti, programmi per il rilancio del Paese –
In effetti il sottotitolo esprime/va lo stesso concetto del Suo preambolo.
E’ la dimostrazione che Panebianco, non conosce affatto le realtà sociali e politiche del Meridione e neppure quelle nazionali come, per l’appunto il Partito del Sud, sempre scevro dallo stereotipato vittimismo, in se lamentoso, o da nostalgici richiami al pur glorioso passato, strumentalmente taciuto all’intera Italia per oltre un secolo ma, al contrario, da circa dieci anni, questi progressisti, sono stati presenti in ogni agone elettorale, con liste singole e con altri del fronte progressista. Sono stati, ovviamente, presenti nel 2011 e nel 2016, convinti dei programmi e della coerenza etica, accanto al sindaco Luigi de Magistris.
Se fa caso, nella sottotitolazione rende manifesta la convinzione che possa essere il Sud a far ripartire il Paese.

Credo che, Panebianco non sapesse neppure della sua esistenza! ( prefazione di Luigi de Magistris e introduzione di Michele Emiliano)
Or dunque, di che si parla?

Per cancellare anche quell’ infida locuzione che fa cenno alla richiesta di “risarcimenti” che il Sud intero vorrebbe sempre chiedere, ebbene,… il vero Sud non chiede nulla che non sia il giusto! Chiede, per equità, quello che viene dato, oggi, con generosità agli altri.
No ai “risarcimenti “, no affatto, ma cito da “ La parola di un settentrionale; in Il buongoverno, di Luigi Einaudi :

“ È vero che noi settentrionali abbiamo contribuito qualcosa di meno ed abbiamo profittato qualcosa di più delle spese fatte dallo Stato italiano dopo la conquista dell'unità e dell'indipendenza nazionale, peccammo di egoismo quando il settentrione riuscì a cingere di una forte barriera doganale il territorio ed ad assicurare così alle proprie industrie il monopolio del mercato meridionale, con la conseguenza di impoverire l'agricoltura, unica industria del Sud; è vero che abbiamo spostato molta ricchezza dal Sud al Nord con la vendita dell'asse ecclesiastico e del demanio e coi prestiti pubblici”.
Ecco, questo è il concetto di “Passato” di “Storia” di noi meridionalisti.
Ecco, questo é quel punto dell’editoriale, in cui si sostiene che: “possiamo solo constatare che il più antico e persistente dei problemi italiani”. 

Esiste ancora e si chiama “spending review” dei poveri.
Le città, i comuni del Sud sono sotto la pressa dei bilanci.
E’ come dire che “ chi non può pagare l’affitto, è , in effetti, colui che paga l’affitto”!
Ecco la difficoltà di rialzare la testa quando qualcuno intenzionalmente aspetta pronto per mozzartela. Sono troppo evidenti le ragioni ma troppo lungo spiegarsi.
Sono troppi evidenti i vantaggi che ha, una parte del Paese se al Sud persiste e cresce la disoccupazione, 

l’emigrazione di giovani laureati e non, il turismo della Sanità, gli esodi nelle università del Nord. Troppo evidente e chiaro perché non arrivano investimenti quando da Roma al Nord barcolla e chiede soldi.
Gramsci sosteneva che era inutile piantare semi in un deserto se manca l’acqua.
Credo che si debba cercare per il Sud un’autonomia fiscale e che non passi più sotto la tagliola del “Federalismo solidale” ( modifica al titolo V della Costituzione)
Uno sciagurato scippo alle poche risorse che restavano al Sud, compromesse per una “Utopia” di solidarietà ancora una volta imboccata, come narcosi.
L’articolo termina con un pessimistico futuro,…anzi pressappoco una condanna: “ il Sud mai riuscirà a rialzarsi e riscattarsi” .

Certo non siamo neppure nell’agenda dell’attuale incesto governativo! ( salvo a credere che il “reddito” sia solo del Sud) Riusciremo a lottare con le armi giuste la criminalità organizzata con l’attuale DL. Salvini sull’Insicurezza? 

Il Sud ha energie. Vere energie purtroppo inespresse perché mancava il tornio.
Riuscirà a ricostruirlo. Purché solo, saprà riconnettersi al proprio forte impianto di conoscenze, scienze e sapere delle grandi filosofie del mondo occidentale. Saprà, certo, riordinare le tessere per il nuovo mosaico e chiedere alle proprie città, autonomia credibile ed eticamente libere.
Libere dal gabbio di ingiustificati e mancati finanziamenti ordinari ai nostri Comuni, dalla pressione criminale e fiscale dello Stato e di una storia, oggi, ancora avversa, per riacciuffare la reputazione internazionale e approdare su ogni spiaggia di vergini mercati del nostro mediterraneo.
Cordiali Saluti
BRUNO PAPPALARDO
Componente CDN del PARTITO DEL SUD







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Ieri sera ho inviato una e-mail alla Redazione del Corriere della Sera.
Era comparso, il 04.12.2018 un editoriale di Angelo Panebianco che titolava: “Crescita negata: sciogliere i nodi del Sud”. (https://www.corriere.it/…/sciogliere-nodi-sud-a131ab3a-f800…)
Ho ritenuto inviare una risposta-replica a quell’articolo in quanto m’era parso che l’autore, si muovesse, con la sua raffinata accortezza di linguaggio, nel mare magnum degli stereotipi, …ma non è il solo. 
Pareva definire per noi un destino infausto, prefigurava uno sciagurato futuro al Sud. …insomma pareva non sottintendere solo disgrazie ma,… sottacere altro (?)
Ho avvertito l’obbligo di fornire alcune precisazioni.

M’auguro che venga pubblicata, autenticando che il chiaro confronto porta sempre il bene a chi ne fa uso quando franco e civile é la dialettica
Ecco il mio testo:

SCIOGLIEREMO I NOSTRI NODI E I VOSTRI CAPESTRI
Bruno Pappalardo – 07.12,2018

Sul Corriere della Sera, qualche giorno fa, un articolo di Angelo Panebianco, titolato “ Crescita negata: sciogliere i nodi del Sud”.
Bisogna dire che la premessa segnalata nel primo capoverso: “È solo dalla società meridionale che un giorno potrebbe partire un movimento capace di rimettere in moto lo sviluppo”, non è un brutto inizio.
Non è affatto spiacevole per un meridionalista questa prolusione, perché concettualmente, lascia presumere che chiunque desideri per sé un vantaggio o miglioramento (o per gli altri o per la propria comunità ) ebbene, debba essere artefice della propria provvidenza, protagonista del proprio giovamento e senza cercare soccorso alieno.
Se questo poi, si esplicita nelle forme tradizionali e abituali per il Sud, di elemosine evangelistiche dall’acre sapore ”assistenziale ” ( come il “reddito di cittadinanza” dei 5S) ebbene, allora ricadiamo tutti nel più melmoso immobilismo.
Questo obolo dei 5S, da un buon pretesto al Panebianco di allestire una kermesse di luoghi comuni, di stereotipi secolari. 

Si accetta, dunque, volentieri il preambolo, anche per lo scrivente e per tutti gli altri testardi inguaribili meridionalisti come quelli del PARTITO DEL SUD, compagine progressista che, …ma guardi un pò la coincidenza, dottor Panebianco, questo, scrisse ed editò, nel 2015, un libro titolato “ CON IL SUD SI RIPARTE”, - sottotitolo: idee, progetti, programmi per il rilancio del Paese –
In effetti il sottotitolo esprime/va lo stesso concetto del Suo preambolo.
E’ la dimostrazione che Panebianco, non conosce affatto le realtà sociali e politiche del Meridione e neppure quelle nazionali come, per l’appunto il Partito del Sud, sempre scevro dallo stereotipato vittimismo, in se lamentoso, o da nostalgici richiami al pur glorioso passato, strumentalmente taciuto all’intera Italia per oltre un secolo ma, al contrario, da circa dieci anni, questi progressisti, sono stati presenti in ogni agone elettorale, con liste singole e con altri del fronte progressista. Sono stati, ovviamente, presenti nel 2011 e nel 2016, convinti dei programmi e della coerenza etica, accanto al sindaco Luigi de Magistris.
Se fa caso, nella sottotitolazione rende manifesta la convinzione che possa essere il Sud a far ripartire il Paese.

Credo che, Panebianco non sapesse neppure della sua esistenza! ( prefazione di Luigi de Magistris e introduzione di Michele Emiliano)
Or dunque, di che si parla?

Per cancellare anche quell’ infida locuzione che fa cenno alla richiesta di “risarcimenti” che il Sud intero vorrebbe sempre chiedere, ebbene,… il vero Sud non chiede nulla che non sia il giusto! Chiede, per equità, quello che viene dato, oggi, con generosità agli altri.
No ai “risarcimenti “, no affatto, ma cito da “ La parola di un settentrionale; in Il buongoverno, di Luigi Einaudi :

“ È vero che noi settentrionali abbiamo contribuito qualcosa di meno ed abbiamo profittato qualcosa di più delle spese fatte dallo Stato italiano dopo la conquista dell'unità e dell'indipendenza nazionale, peccammo di egoismo quando il settentrione riuscì a cingere di una forte barriera doganale il territorio ed ad assicurare così alle proprie industrie il monopolio del mercato meridionale, con la conseguenza di impoverire l'agricoltura, unica industria del Sud; è vero che abbiamo spostato molta ricchezza dal Sud al Nord con la vendita dell'asse ecclesiastico e del demanio e coi prestiti pubblici”.
Ecco, questo è il concetto di “Passato” di “Storia” di noi meridionalisti.
Ecco, questo é quel punto dell’editoriale, in cui si sostiene che: “possiamo solo constatare che il più antico e persistente dei problemi italiani”. 

Esiste ancora e si chiama “spending review” dei poveri.
Le città, i comuni del Sud sono sotto la pressa dei bilanci.
E’ come dire che “ chi non può pagare l’affitto, è , in effetti, colui che paga l’affitto”!
Ecco la difficoltà di rialzare la testa quando qualcuno intenzionalmente aspetta pronto per mozzartela. Sono troppo evidenti le ragioni ma troppo lungo spiegarsi.
Sono troppi evidenti i vantaggi che ha, una parte del Paese se al Sud persiste e cresce la disoccupazione, 

l’emigrazione di giovani laureati e non, il turismo della Sanità, gli esodi nelle università del Nord. Troppo evidente e chiaro perché non arrivano investimenti quando da Roma al Nord barcolla e chiede soldi.
Gramsci sosteneva che era inutile piantare semi in un deserto se manca l’acqua.
Credo che si debba cercare per il Sud un’autonomia fiscale e che non passi più sotto la tagliola del “Federalismo solidale” ( modifica al titolo V della Costituzione)
Uno sciagurato scippo alle poche risorse che restavano al Sud, compromesse per una “Utopia” di solidarietà ancora una volta imboccata, come narcosi.
L’articolo termina con un pessimistico futuro,…anzi pressappoco una condanna: “ il Sud mai riuscirà a rialzarsi e riscattarsi” .

Certo non siamo neppure nell’agenda dell’attuale incesto governativo! ( salvo a credere che il “reddito” sia solo del Sud) Riusciremo a lottare con le armi giuste la criminalità organizzata con l’attuale DL. Salvini sull’Insicurezza? 

Il Sud ha energie. Vere energie purtroppo inespresse perché mancava il tornio.
Riuscirà a ricostruirlo. Purché solo, saprà riconnettersi al proprio forte impianto di conoscenze, scienze e sapere delle grandi filosofie del mondo occidentale. Saprà, certo, riordinare le tessere per il nuovo mosaico e chiedere alle proprie città, autonomia credibile ed eticamente libere.
Libere dal gabbio di ingiustificati e mancati finanziamenti ordinari ai nostri Comuni, dalla pressione criminale e fiscale dello Stato e di una storia, oggi, ancora avversa, per riacciuffare la reputazione internazionale e approdare su ogni spiaggia di vergini mercati del nostro mediterraneo.
Cordiali Saluti
BRUNO PAPPALARDO
Componente CDN del PARTITO DEL SUD







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