Il Partito del Sud, dopo aver partecipato già nel 2013 alla manifestazione di Roma a difesa della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, ha da tempo aderito al “Coordinamento Democrazia Costituzionale” costituito da decine di singoli cittadini, Comitati, Movimenti e Partiti schierati a difesa del dettato costituzionale.
Da sempre affermiamo come Partito del Sud che la Costituzione non va modificata ma solo e finalmente applicata, soprattutto nei suoi principi di uguaglianza. Se così fosse avvenuto non si sarebbero materializzate quelle storture e discriminazioni, anche territoriali, che fanno del Sud Italia la Macroregione con il PIL più basso d’Europa. Ora, di fronte al risvegliarsi delle coscienze dei popoli del nostro Sud, favorito anche da una più attenta analisi storiografica risorgimentale, il potere politico e finanziario tenta di soggiogare ancora una volta la nostra voglia di democrazia, riscatto e libertà modificando impropriamente la Costituzione ad opera di un Parlamento di nominati ad opera di una legge già da tempo dichiarata incostituzionale della Consulta.
Sicuramente spregiudicato e abile, Renzi prosegue nel tentativo di instaurare in Italia un regime caratterizzato dalla sostanziale negazione di alcuni principi costituzionali, a partire dal fondamentale diritto all’uguaglianza.
Un punto particolarmente sensibile del disegno renziano è costituito dal rifacimento delle istituzioni repubblicane, liquidando il Senato, trasformato in un’accolita di amministratori locali che potranno giovarsi dell’immunità penale nel caso di eventuali malefatte ed una nuova legge elettorale anch’essa gravata da evidenti tratti di incostituzionalità.
Scrive al riguardo il Coordinamento per la democrazia costituzionale: “È grave che si arrivi a una legge elettorale che non cancella le storture del Porcellum, e non tiene conto dei chiari principi posti dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 1 del 2014, sulla rappresentanza e sul voto libero ed uguale come pietre angolari del sistema democratico. Principi che vengono ulteriormente lesi dalla riforma costituzionale, contestualmente in discussione, che da un lato addirittura elimina il diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti in Senato – in chiara violazione dell’art. 1 della Costituzione – e, dall’altro, determina una abnorme concentrazione di poteri in favore dell’esecutivo e in particolare del Presidente del Consiglio”.
E’ grave che ciò avvenga, prosegue il Comitato “attraverso ripetute forzature e violazioni di prassi, regolamenti, e persino della stessa Costituzione”. Ancora più grave “che tutto ciò venga compiuto approfittando dei numerosi parlamentari dichiarati illegittimi dalla sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale, ma mantenuti arbitrariamente nelle loro funzioni al fine, non consentito ad un Parlamento delegittimato, di rivedere la forma di governo e la forma di Stato previste dalla Costituzione”.
Per denunciare questo stato di cose l’11 gennaio 2016 alle ore 15 alla Camera dei Deputati, Piazza Montecitorio – Roma nella Sala della Regina si andrà a costituire il COMITATO PER IL NO NEL REFERENDUM COSTITUZIONALE SULLA LEGGE RENZI-BOSCHI.
Presiederanno Alfiero Grandi e Domenico Gallo del Coordinamento Democrazia Costituzionale. Introdurra' i lavori il prof. Alessandro Pace
Interverranno:prof. Gaetano Azzariti, avv. Felice Besostri, prof. Lorenza Carlassare,prof. Gianni Ferrara,
prof. Stefano Rodota',prof. Massimo Villone Intervento conclusivo prof. Gustavo Zagrebelsky.
A sostegno dell'iniziativa saranno presenti in aula alcuni componenti del Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud capitanati dal Vice Presidente Nazionale Michele Dell’Edera.
Il Partito del Sud continua così concretamente e coerentemente la sua opera a favore dei diritti di tutti i cittadini, unica strada democratica e non violenta per l’affermarsi di una nuova alba di riscatto per i nostri territori.
Segreteria Politica Nazionale Partito del Sud
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lunedì 4 gennaio 2016
COMITATO PER IL NO NEL REFERENDUM COSTITUZIONALE SULLA LEGGE RENZI-BOSCHI: l' 11 Gennaio 2016 in Aula dei Deputati presenti anche membri del Partito del Sud a difesa della Costituzione.
Il Partito del Sud, dopo aver partecipato già nel 2013 alla manifestazione di Roma a difesa della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, ha da tempo aderito al “Coordinamento Democrazia Costituzionale” costituito da decine di singoli cittadini, Comitati, Movimenti e Partiti schierati a difesa del dettato costituzionale.
Da sempre affermiamo come Partito del Sud che la Costituzione non va modificata ma solo e finalmente applicata, soprattutto nei suoi principi di uguaglianza. Se così fosse avvenuto non si sarebbero materializzate quelle storture e discriminazioni, anche territoriali, che fanno del Sud Italia la Macroregione con il PIL più basso d’Europa. Ora, di fronte al risvegliarsi delle coscienze dei popoli del nostro Sud, favorito anche da una più attenta analisi storiografica risorgimentale, il potere politico e finanziario tenta di soggiogare ancora una volta la nostra voglia di democrazia, riscatto e libertà modificando impropriamente la Costituzione ad opera di un Parlamento di nominati ad opera di una legge già da tempo dichiarata incostituzionale della Consulta.
Sicuramente spregiudicato e abile, Renzi prosegue nel tentativo di instaurare in Italia un regime caratterizzato dalla sostanziale negazione di alcuni principi costituzionali, a partire dal fondamentale diritto all’uguaglianza. Un punto particolarmente sensibile del disegno renziano è costituito dal rifacimento delle istituzioni repubblicane, liquidando il Senato, trasformato in un’accolita di amministratori locali che potranno giovarsi dell’immunità penale nel caso di eventuali malefatte ed una nuova legge elettorale anch’essa gravata da evidenti tratti di incostituzionalità.
Scrive al riguardo il Coordinamento per la democrazia costituzionale: “È grave che si arrivi a una legge elettorale che non cancella le storture del Porcellum, e non tiene conto dei chiari principi posti dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 1 del 2014, sulla rappresentanza e sul voto libero ed uguale come pietre angolari del sistema democratico. Principi che vengono ulteriormente lesi dalla riforma costituzionale, contestualmente in discussione, che da un lato addirittura elimina il diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti in Senato – in chiara violazione dell’art. 1 della Costituzione – e, dall’altro, determina una abnorme concentrazione di poteri in favore dell’esecutivo e in particolare del Presidente del Consiglio”.
E’ grave che ciò avvenga, prosegue il Comitato “attraverso ripetute forzature e violazioni di prassi, regolamenti, e persino della stessa Costituzione”. Ancora più grave “che tutto ciò venga compiuto approfittando dei numerosi parlamentari dichiarati illegittimi dalla sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale, ma mantenuti arbitrariamente nelle loro funzioni al fine, non consentito ad un Parlamento delegittimato, di rivedere la forma di governo e la forma di Stato previste dalla Costituzione”.
Per denunciare questo stato di cose l’11 gennaio 2016 alle ore 15 alla Camera dei Deputati, Piazza Montecitorio – Roma nella Sala della Regina si andrà a costituire il COMITATO PER IL NO NEL REFERENDUM COSTITUZIONALE SULLA LEGGE RENZI-BOSCHI.
Presiederanno Alfiero Grandi e Domenico Gallo del Coordinamento Democrazia Costituzionale. Introdurra' i lavori il prof. Alessandro Pace Interverranno:prof. Gaetano Azzariti, avv. Felice Besostri, prof. Lorenza Carlassare,prof. Gianni Ferrara, prof. Stefano Rodota',prof. Massimo Villone Intervento conclusivo prof. Gustavo Zagrebelsky.
A sostegno dell'iniziativa saranno presenti in aula alcuni componenti del Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud capitanati dal Vice Presidente Nazionale Michele Dell’Edera.
Il Partito del Sud continua così concretamente e coerentemente la sua opera a favore dei diritti di tutti i cittadini, unica strada democratica e non violenta per l’affermarsi di una nuova alba di riscatto per i nostri territori.
Segreteria Politica Nazionale Partito del Sud
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Da sempre affermiamo come Partito del Sud che la Costituzione non va modificata ma solo e finalmente applicata, soprattutto nei suoi principi di uguaglianza. Se così fosse avvenuto non si sarebbero materializzate quelle storture e discriminazioni, anche territoriali, che fanno del Sud Italia la Macroregione con il PIL più basso d’Europa. Ora, di fronte al risvegliarsi delle coscienze dei popoli del nostro Sud, favorito anche da una più attenta analisi storiografica risorgimentale, il potere politico e finanziario tenta di soggiogare ancora una volta la nostra voglia di democrazia, riscatto e libertà modificando impropriamente la Costituzione ad opera di un Parlamento di nominati ad opera di una legge già da tempo dichiarata incostituzionale della Consulta.
Sicuramente spregiudicato e abile, Renzi prosegue nel tentativo di instaurare in Italia un regime caratterizzato dalla sostanziale negazione di alcuni principi costituzionali, a partire dal fondamentale diritto all’uguaglianza. Un punto particolarmente sensibile del disegno renziano è costituito dal rifacimento delle istituzioni repubblicane, liquidando il Senato, trasformato in un’accolita di amministratori locali che potranno giovarsi dell’immunità penale nel caso di eventuali malefatte ed una nuova legge elettorale anch’essa gravata da evidenti tratti di incostituzionalità.
Scrive al riguardo il Coordinamento per la democrazia costituzionale: “È grave che si arrivi a una legge elettorale che non cancella le storture del Porcellum, e non tiene conto dei chiari principi posti dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 1 del 2014, sulla rappresentanza e sul voto libero ed uguale come pietre angolari del sistema democratico. Principi che vengono ulteriormente lesi dalla riforma costituzionale, contestualmente in discussione, che da un lato addirittura elimina il diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti in Senato – in chiara violazione dell’art. 1 della Costituzione – e, dall’altro, determina una abnorme concentrazione di poteri in favore dell’esecutivo e in particolare del Presidente del Consiglio”.
E’ grave che ciò avvenga, prosegue il Comitato “attraverso ripetute forzature e violazioni di prassi, regolamenti, e persino della stessa Costituzione”. Ancora più grave “che tutto ciò venga compiuto approfittando dei numerosi parlamentari dichiarati illegittimi dalla sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale, ma mantenuti arbitrariamente nelle loro funzioni al fine, non consentito ad un Parlamento delegittimato, di rivedere la forma di governo e la forma di Stato previste dalla Costituzione”.
Per denunciare questo stato di cose l’11 gennaio 2016 alle ore 15 alla Camera dei Deputati, Piazza Montecitorio – Roma nella Sala della Regina si andrà a costituire il COMITATO PER IL NO NEL REFERENDUM COSTITUZIONALE SULLA LEGGE RENZI-BOSCHI.
Presiederanno Alfiero Grandi e Domenico Gallo del Coordinamento Democrazia Costituzionale. Introdurra' i lavori il prof. Alessandro Pace Interverranno:prof. Gaetano Azzariti, avv. Felice Besostri, prof. Lorenza Carlassare,prof. Gianni Ferrara, prof. Stefano Rodota',prof. Massimo Villone Intervento conclusivo prof. Gustavo Zagrebelsky.
A sostegno dell'iniziativa saranno presenti in aula alcuni componenti del Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud capitanati dal Vice Presidente Nazionale Michele Dell’Edera.
Il Partito del Sud continua così concretamente e coerentemente la sua opera a favore dei diritti di tutti i cittadini, unica strada democratica e non violenta per l’affermarsi di una nuova alba di riscatto per i nostri territori.
Segreteria Politica Nazionale Partito del Sud
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