lunedì 26 ottobre 2015

DISCORSO DI APERTURA DEL V° CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO DEL SUD DA PARTE DEL PRESIDENTE NAZIONALE NATALE CUCCURESE.

IL MOMENTO E'ADESSO!
Manifesto politico

Da anni discutiamo della situazione del Mezzogiorno, sempre più “Sud” d’Europa e della stessa Italia, anch’essa volente o nolente, nella sua interezza, “Sud” del vecchio continente. Antichi e recenti governi hanno portato le regioni del Meridione verso la desertificazione imprenditoriale, economica e la fuga inarrestabile di menti e braccia.
Nel contempo, negli ultimi 30 anni, si è assistito a una crisi politica, culturale, morale ed economica che ha investito il Paese e che ne sta rendendo sempre più incerto il suo cammino democratico.
Le parole magiche “crescita” e “sviluppo”, sbandierate entrambe per forzare la mano ed affrettare qualsiasi decisione, hanno fuorviato l’azione dei Governi e bloccato qualsiasi capacità progettuale, innovativa e sostenibile, conducendo il cittadino in un percorso ad ostacoli che lo ha visto, nella voce dei media, prima venir ridotto al ruolo di consumatore ed ultimamente di contribuente, marcando così sempre più distintamente la sua conversione da cittadino a suddito.
Siamo convinti che il Sud Italia e il Sud Europa possano dare un loro contributo a una rinascita civile, sociale ed economica partendo proprio da quella visione di sviluppo e crescita legata non tanto a modelli finanziari e speculativi quanto a modelli legati alla valorizzazione delle terre, dei popoli, delle persone, della capacità aperta, accogliente e tutta mediterranea di gestire le relazioni.
Vogliamo erigere, su solide fondamenta, una rinascita identitaria, lenta e inarrestabile, che, basandosi su antichi e non dimenticati valori, possa permettere di rivoluzionare in modo democratico questo paese nella sua interezza.
Una rinascita che, partendo da Sud, abbia respiro nazionale ed internazionale, riportando l’intero Paese a quel ruolo di faro della cultura, dell’economia, e delle coscienze nel Mediterraneo e in Europa.
Vogliamo ripartire dagli antichi valori della tradizione democratica e repubblicana per ridare slancio a una Carta Costituzionale, la nostra, mai applicata fino in fondo in tutte le aree di un Paese che spesso vede, nei fatti, una classificazione dei suoi cittadini per censo, condizione sociale, provenienza geografica, colore della pelle, affettività, marcandone così sempre più distintamente le diversità che appestano da sempre questo Paese impedendone il progresso.
Vogliamo, insieme a tutti coloro che lo vorranno, concorrere a costruire una prassi politica aperta e partecipata, portando, dal basso, nelle istituzioni le esperienze nate nel volontariato, nella società civile, nel precariato, nei movimenti, nei luoghi di lavoro, nelle scuole.
Siamo a favore di una “Rivoluzione Meridionale” pacifica e foriera di progresso e sviluppo per il Mezzogiorno e quindi per l’intero Paese. Con il Sud si riparte non è uno slogan, ma una convinzione. Siamo certi che le politiche liberiste e contigue alla finanza che hanno visto pensare il nostro Paese diviso in un grande area produttiva, il nord, e un altrettanto grande area di mercato il sud abbiano portato guasti inimmaginabili, specialmente ora che il potere d’acquisto delle famiglie e dei cittadini italiani si è ridotto ai minimi termini. Il tutto unito ad un’emergenza democratica, fra Governi tecnici italiani e decisioni di organi sovranazionali, in larga parte nominati e non legittimati da votazioni democratiche, che dirigono e controllano in modo asfissiante ogni aspetto della nostra vita.
I servizi, il modello di sviluppo applicato nel corso dei decenni e ancor più tra la fine del secolo scorso e questo inizio di terzo millennio al nostro Paese, se non nelle intenzioni, nei fatti, fanno pensare ad un Sud come colonia da utilizzare come luogo di approvvigionamento per le risorse energetiche di cui tutto il Paese beneficia, come immensa pattumiera di rifiuti speciali e pericolosi, come serbatoio di voti per questo o quel potentato, come area nella quale fare accordi con le mafie piuttosto che essere al servizio dei cittadini, dei ceti produttivi e del suo sviluppo
Crediamo che la Costituzione e la sua completa applicazione sia una delle armi che abbiamo per emanciparci e liberarci da lacci e lacciuoli che ci opprimono. L’uguaglianza fortemente voluta dai padri costituenti come pilastri a sostegno della Repubblica nata dalla Resistenza, non solo prevedeva e prevede un intervento dello Stato uguale per tutti i cittadini (peraltro fin qui poco o per nulla attuato), ma anche una giustizia sociale che impone il supporto e l’aiuto per chi ha bisogno.
Riscopriamo, qui ed oggi, da Sud e non solo da questo sud, l'entusiasmo, la passione, e la fiducia nel futuro. Diciamo basta con la rassegnazione! Partecipiamo attivamente alla vita sociale e politica di questa Terra!
Pensiamo che l’indifferenza non paghi ed anzi lasci il campo ai peggiori istinti di uomini e partiti che stanno riducendo a brandelli gli ultimi spazi democratici del paese.
Non possiamo stare alla finestra per vedere come va a finire: bisogna tornare ad essere Partigiani, ad essere cittadini attivi!
Vogliamo liberare il Paese dall'egoismo, dal malaffare e dal compromesso, dalla mala politica, dalle mafie, apriamo le porte dei palazzi del potere ai tanti italiani onesti che vogliono progettare con noi un futuro diverso per il Paese e per i propri figli. Facciamo uscire da quei grigi palazzi il puzzo del compromesso morale, per far entrare il profumo della libertà.
Siamo convinti, pertanto, che la Costituzione, non a caso oggi sotto attacco, non vada modificata nei suoi principi fondanti, ma finalmente e solo applicata.
Non avremmo avuto situazioni abominevoli come l’Ilva di Taranto, dove i cittadini devono scegliere tra lavoro o salute, o come la “Terra dei Fuochi” dove gli interessi di un capitalismo italiano (e non solo) becero e senza scrupoli, quasi sempre proveniente da nord e quasi sempre colluso con mafie e consorterie, predominano sul diritto alla salute di popolazioni avvilite da un’emergenza sanitaria unica al mondo.
Siamo contro il segreto di Stato quando questo significhi accomodamento con le mafie, o peggio ancora, occultamento delle collusioni di pezzi di Stato e ampie parti della criminalità organizzata.
In nessuno di questi casi ci possono essere prerogative istituzionali che favoriscano omertà e occultamento delle verità. Siamo per uno Stato che volti per sempre pagina e cancelli tutti i lati oscuri della sua storia partendo dalle stragi dimenticate o nascoste dal risorgimento in poi, per restituire onore a tutti coloro che hanno combattuto per difendere la propria terra e i propri diritti, fino ad arrivare alle stragi degli anni di piombo, agli attentati di mafia, agli ecoreati contro i territori che avvelenano le popolazioni che in questi territori abitano.
Vogliamo uno Stato che si faccia carico delle bonifiche necessarie, non limitandosi alle sole promesse. Vogliamo uno Stato che garantisca Lavoro e Salute come diritti costituzionali inalienabili. Vogliamo uno Stato ed una politica che non pensi solo al reperimento di risorse e all’imposizione delle tasse quali amministratori delegati di potentati finanziari sovranazionali. Che la politica riprenda il primato che le spetta ridimensionando questi potentati, privilegiando la risposta ai bisogni reali del popolo. Libera economia di mercato, non privatizzazioni a favore di amici degli amici a cui svendere il patrimonio pubblico, sempre pronti a statalizzare le perdite e privatizzare gli utili, libera economia unita però ad un deciso intervento pubblico per rilanciare l’occupazione, redditi, consumi. Creazione di una rete di protezione sociale, sulla falsariga di quelle scandinave, a beneficio e protezione delle classi lavoratrici e dei più deboli.
La Costituzione della Repubblica Italiana dice al suo primo articolo che "L'Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro... " e nell'articolo 32 dice: "... La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività..." non si può ignorare – che riconoscendo nel lavoro il fondamento della Repubblica la Costituzione pone un limite alla proprietà, sottoposta al vincolo della «funzione sociale» e della «utilità generale». Senza di che non avrebbe senso l’affermazione secondo cui «la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo tale diritto» (Art. 4). Nella nostra Costituzione è il lavoro, e non il capitale, il fondamento che tiene insieme i principi di libertà e di uguaglianza ridisegnando in termini moderni i diritti che ne derivano. La conseguenza è che si sta dalla parte del capitale i diritti di libertà e di uguaglianza si indeboliscono e vengono attaccati. È precisamente questa la fase che stiamo vivendo. Dove è finito il diritto «a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro» sufficiente ad assicurare «una esistenza libera e dignitosa», insieme al diritto al riposo settimanale e alle ferie retribuite? (Art.36). E il diritto alla parità di retribuzione per pari lavoro tra uomini e donne? (Art. 37). E quello alla pensione e all’assistenza sociale? (Art. 38). In discussione è anche il diritto per «i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi» «di raggiungere i gradi più alti degli studi» (Art. 34), lo sviluppo della cultura e della ricerca, nonché la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico (Art. 9). Ecco perché chiediamo per il Sud e per tutto il Paese semplicemente l'applicazione della Costituzione, senza se e senza ma, pensiamo di averne diritto.
Siamo quindi contro qualsiasi modifica in senso repressivo e verticistico dei principi e dei valori contenuti nella Carta Costituzionale specialmente se con essa si vuole rendere non possibili o meno facili le proteste popolari, le manifestazioni in genere, i diritti sindacali, la presentazione di giuste istanze dai territori e ogni forma di censura.
Abbiamo profonda fiducia nelle genti del Sud, nella loro e nostra caparbietà, vogliamo essere quel Partito del Sud, meridionalista e progressista, in grado di incarnare le istanze di questa terra tenendo conto delle giuste considerazioni meridionaliste da Gramsci a Dorso senza populismi e unanimismi da sempre inutili e pericolosi con le loro derive per la democrazia e la crescita dei popoli.
Secondo la nostra Costituzione, l’Italia è una Repubblica unita ed indivisibile i cui cittadini possono e devono accedere a tutti i diritti e sono obbligati ad adempiere a tutti i doveri. Ecco è a questa parità a cui aspiriamo; parità non formale, ma di sostanza, suffragata da politiche in grado di rendere concreti quelli che sono principi sacrosanti e inconfutabili.
Il Sud è in grado di contribuire alla crescita e al rilancio di questo Paese e già lo sta facendo con le sue risorse, i suoi uomini migliori, i servitori di uno Stato che da sempre hanno donato anche la vita affinché i diritti e le libertà di tutti fossero garantiti.
Siamo perciò per garantire, a tutela della democrazia, il diritto alla libera espressione, alla pacifica protesta, all’assoluta uguaglianza, al lavoro, alla salute.
Pensiamo che i ragazzi e le ragazze del Sud abbiano il sacrosanto diritto di poter studiare e lavorare nella loro terra e di prevedere in essa un futuro per sé e per i propri figli. Immaginiamo che, per i nostri ragazzi, la possibilità di partire per studiare, lavorare e formarsi una famiglia fuori dal proprio contesto d’origine, debba essere una scelta e non un obbligo. Il diritto di intraprendere a pari condizioni con il resto del paese, anche nei servizi e nelle infrastrutture.
E’ necessario attraverso lo strumento del Partito del Sud favorire il passaggio dalla fase di protesta alla fase progettuale per ricostruire questo nostro Paese tirando fuori dalle tasche le nostre mani pulite, per costruire quelle fondamenta che permettano di presentare al mondo un paese realmente unito che non sia più zavorra, ma motore di iniziative concrete.
Abbiamo bisogno di lavorare a nuove forme di economia che partano dalla bellezza della natura, delle opere d’arte e delle vestigia di un glorioso e ricco passato, dalla ricchezza delle sue tradizioni, dalla capacità di utilizzare la terra in modo innovativo, dall’utilizzo intelligente e innovativo delle nuove tecnologie e della ricerca, dalla valorizzazione delle nostre istituzioni universitarie di antichissima e illustre tradizione, dalle nostre città che sono state crocevia, nella storia, di popoli e culture fin dalla notte dei tempi.
Abbiamo bisogno di restituire al Sud la sua capacità produttiva, ma anche la sua capacità impositiva nella sua ritrovata autonomia non consentendo “l’emigrazione delle sedi sociali” delle grandi multinazionali che continuano a produrre ed inquinare a sud e a versare tasse e contributi al nord. Abbiamo bisogno di investire in settori strategici e in infrastrutture altrettanto strategiche.
Abbiamo bisogno di un modello di economia rispettoso dell’ambiente ed alternativo all’attuale, fondato su di un uso collettivo della terra. Abbiamo bisogno di non consumare più e distruggere, ma preservare, valorizzare per far conoscere.
Siamo per dare in adozione e far fruttare i terreni e gli stabili abbandonati, così come quelli confiscati alle mafie. Abbiamo bisogno di dare valore alle biodiversità e alle antiche arti e mestieri.
Abbiamo bisogno di rendere fruibili alla collettività le risorse dei territori, di proteggere le specificità, le produzioni.
Pensiamo sia fondamentale rilanciare il ruolo centrale e trainante della scuola, che sia una buona scuola nei fatti e non negli slogan.
Pensiamo a un modello di economia sociale che punti al bene comune e preveda una più stretta collaborazione fra istituzioni cittadine e privati.
Pensiamo a uno Stato Federale che dia ampio spazio alle autonomie di Regioni, Macroregioni e Città, specialmente metropolitane, in grado di disegnare e progettare il proprio futuro andando ad arricchire e sostenere la crescita dell’intero Paese valorizzandone peculiarità e differenze, non soffocandole. Ci vogliamo battere, in primo luogo, per riappropriarci di quella democrazia oggi commissariata, da governi e parlamentari eletti con legge incostituzionale e che in aggiunta vogliono anche stravolgere la Costituzione, da istituzioni finanziarie sovranazionali che poco hanno di democratico e che privano ogni giorno di più i cittadini di opportunità di sviluppo e di spazi di libertà, lasciando in luogo della democrazia partecipata solo vuoti simulacri. Noi diciamo che c’è bisogno di più Europa, non certo di questa Europa tecnocratica, ma quell’Europa del “Manifesto di Ventotene”, progressista e rispettosa delle autonomie dei territori e dei loro cittadini.
E’ libero un uomo che ha fame, ha necessità, non ha lavoro, non può nutrire e vestire decentemente sé stesso e la propria famiglia? Diceva il Presidente Pertini. Che dignità ci aspettiamo che possa avere ancora un uomo ridotto in queste condizioni? Che tipo di pensiero ed autonomia di scelta politica può esercitare? Che tipo di istruzione può dare ai propri figli? E’ un Paese realmente democratico e libero un paese che riduce così propri cittadini? La libertà senza giustizia sociale è solo una vuota parola!
È giunta l’ora di mettersi in movimento per riconquistare una nuova centralità nella vita del Paese.
Su queste basi vogliamo predisporre un cammino comune che preveda la partecipazione di tutti quei liberi cittadini del sud, e non solo del sud, stanchi di subire e chinare la testa!
Per questo, abbiamo deciso di sottoscrivere questo manifesto, per raccogliere e discutere le proposte che verranno dai cittadini, comitati, movimenti, per allargare quella che è oggi la base del nostro Partito, riscriverne, se servirà, il programma allargandolo nel caso ad altre tematiche condivise.
Ripartire, si, ma questa volta da Sud, in un percorso che unisca realmente il paese, rendendo realmente fratelli fra loro tutti gli abitanti della penisola, con un ventata di libertà e d’aria pulita che spazzi una volta e per sempre le incrostazioni che ci hanno portato a sprofondare nell’attuale abisso!
Discuteremo di tutto partendo dai valori irrinunciabili e fondamentali attorno ai quali questo appello è nato: Costituzione, democrazia, giustizia sociale, legalità, pace, solidarietà, lavoro, laicità, protezione dell'ambiente, economia dei beni comuni, diritti, doveri, lotta alle mafie e alla corruzione, discriminazioni razziali e di genere, impegno per i diritti universali alla libertà e contro ogni tipo di sfruttamento.
Per far questo dichiariamo di proseguire il cammino intrapreso da anni anche con la collaborazione con quei politici amici che hanno dato ampia prova in passato di coerenza e affidabilità, sempre muovendosi all’interno di quell’area progressista che maggiormente rispecchia i nostri valori gramsciani.
Qualche mese fa, non a caso, abbiamo dato alle stampe il libro “Con il Sud si Riparte” . Un libro scritto a più mani che rappresenta un primo progetto, uno strumento di confronto tra quanti hanno a cuore le sorti del nostro Sud. Per capire la nuova geografia del potere, le disgregazioni, le menzogne, le nuove colonizzazioni, gli sfruttamenti da fronteggiare e le nuove speranze, i sogni e i bisogni da organizzare. Occorre mobilitarsi per battere antiche e nuove umiliazioni, i saccheggi e la fine del lavoro, le disoccupazioni e le miserie della precarietà che si profilano all’orizzonte.
Significativo a tal proposito che la prefazione del libro sia stata scritta dal Sindaco di Napoli De Magistris, mentre l’introduzione dal “Sindaco di Puglia” Emiliano, due persone che, pur operando in ambiti diversi, già danno voce politica, anche con la loro storia personale e con il loro sentire, alla necessità, ormai ineludibile, di trovare soluzione concreta e percorribile alle tante problematiche che attanagliano da troppo tempo il Sud.
Unire le tante voci di resistenza democratica sinergiche negli obbiettivi,nelle strategie e condivisione dei valori per modificare lo status quo, non in modo velleitario ma fornendo soluzioni percorribili, è un’esigenza e diventa una missione del nostro Partito. Il motto più bello della scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani era: "Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l'avarizia". Questa frase lancia un messaggio esplicito di impegno politico; solo unendo le varie voci dei senza potere, alternative all'attuale sistema, possiamo cambiare il nostro destino ed il nostro Paese, per prendere parte a quella rivoluzione permanente, pacifica e democratica, che sola può cambiare il destino del Sud, dell’Italia e dell’Europa.
Il momento è adesso!

Natale Cuccurese
Presidente Nazionale Partito del Sud





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IL MOMENTO E'ADESSO!
Manifesto politico

Da anni discutiamo della situazione del Mezzogiorno, sempre più “Sud” d’Europa e della stessa Italia, anch’essa volente o nolente, nella sua interezza, “Sud” del vecchio continente. Antichi e recenti governi hanno portato le regioni del Meridione verso la desertificazione imprenditoriale, economica e la fuga inarrestabile di menti e braccia.
Nel contempo, negli ultimi 30 anni, si è assistito a una crisi politica, culturale, morale ed economica che ha investito il Paese e che ne sta rendendo sempre più incerto il suo cammino democratico.
Le parole magiche “crescita” e “sviluppo”, sbandierate entrambe per forzare la mano ed affrettare qualsiasi decisione, hanno fuorviato l’azione dei Governi e bloccato qualsiasi capacità progettuale, innovativa e sostenibile, conducendo il cittadino in un percorso ad ostacoli che lo ha visto, nella voce dei media, prima venir ridotto al ruolo di consumatore ed ultimamente di contribuente, marcando così sempre più distintamente la sua conversione da cittadino a suddito.
Siamo convinti che il Sud Italia e il Sud Europa possano dare un loro contributo a una rinascita civile, sociale ed economica partendo proprio da quella visione di sviluppo e crescita legata non tanto a modelli finanziari e speculativi quanto a modelli legati alla valorizzazione delle terre, dei popoli, delle persone, della capacità aperta, accogliente e tutta mediterranea di gestire le relazioni.
Vogliamo erigere, su solide fondamenta, una rinascita identitaria, lenta e inarrestabile, che, basandosi su antichi e non dimenticati valori, possa permettere di rivoluzionare in modo democratico questo paese nella sua interezza.
Una rinascita che, partendo da Sud, abbia respiro nazionale ed internazionale, riportando l’intero Paese a quel ruolo di faro della cultura, dell’economia, e delle coscienze nel Mediterraneo e in Europa.
Vogliamo ripartire dagli antichi valori della tradizione democratica e repubblicana per ridare slancio a una Carta Costituzionale, la nostra, mai applicata fino in fondo in tutte le aree di un Paese che spesso vede, nei fatti, una classificazione dei suoi cittadini per censo, condizione sociale, provenienza geografica, colore della pelle, affettività, marcandone così sempre più distintamente le diversità che appestano da sempre questo Paese impedendone il progresso.
Vogliamo, insieme a tutti coloro che lo vorranno, concorrere a costruire una prassi politica aperta e partecipata, portando, dal basso, nelle istituzioni le esperienze nate nel volontariato, nella società civile, nel precariato, nei movimenti, nei luoghi di lavoro, nelle scuole.
Siamo a favore di una “Rivoluzione Meridionale” pacifica e foriera di progresso e sviluppo per il Mezzogiorno e quindi per l’intero Paese. Con il Sud si riparte non è uno slogan, ma una convinzione. Siamo certi che le politiche liberiste e contigue alla finanza che hanno visto pensare il nostro Paese diviso in un grande area produttiva, il nord, e un altrettanto grande area di mercato il sud abbiano portato guasti inimmaginabili, specialmente ora che il potere d’acquisto delle famiglie e dei cittadini italiani si è ridotto ai minimi termini. Il tutto unito ad un’emergenza democratica, fra Governi tecnici italiani e decisioni di organi sovranazionali, in larga parte nominati e non legittimati da votazioni democratiche, che dirigono e controllano in modo asfissiante ogni aspetto della nostra vita.
I servizi, il modello di sviluppo applicato nel corso dei decenni e ancor più tra la fine del secolo scorso e questo inizio di terzo millennio al nostro Paese, se non nelle intenzioni, nei fatti, fanno pensare ad un Sud come colonia da utilizzare come luogo di approvvigionamento per le risorse energetiche di cui tutto il Paese beneficia, come immensa pattumiera di rifiuti speciali e pericolosi, come serbatoio di voti per questo o quel potentato, come area nella quale fare accordi con le mafie piuttosto che essere al servizio dei cittadini, dei ceti produttivi e del suo sviluppo
Crediamo che la Costituzione e la sua completa applicazione sia una delle armi che abbiamo per emanciparci e liberarci da lacci e lacciuoli che ci opprimono. L’uguaglianza fortemente voluta dai padri costituenti come pilastri a sostegno della Repubblica nata dalla Resistenza, non solo prevedeva e prevede un intervento dello Stato uguale per tutti i cittadini (peraltro fin qui poco o per nulla attuato), ma anche una giustizia sociale che impone il supporto e l’aiuto per chi ha bisogno.
Riscopriamo, qui ed oggi, da Sud e non solo da questo sud, l'entusiasmo, la passione, e la fiducia nel futuro. Diciamo basta con la rassegnazione! Partecipiamo attivamente alla vita sociale e politica di questa Terra!
Pensiamo che l’indifferenza non paghi ed anzi lasci il campo ai peggiori istinti di uomini e partiti che stanno riducendo a brandelli gli ultimi spazi democratici del paese.
Non possiamo stare alla finestra per vedere come va a finire: bisogna tornare ad essere Partigiani, ad essere cittadini attivi!
Vogliamo liberare il Paese dall'egoismo, dal malaffare e dal compromesso, dalla mala politica, dalle mafie, apriamo le porte dei palazzi del potere ai tanti italiani onesti che vogliono progettare con noi un futuro diverso per il Paese e per i propri figli. Facciamo uscire da quei grigi palazzi il puzzo del compromesso morale, per far entrare il profumo della libertà.
Siamo convinti, pertanto, che la Costituzione, non a caso oggi sotto attacco, non vada modificata nei suoi principi fondanti, ma finalmente e solo applicata.
Non avremmo avuto situazioni abominevoli come l’Ilva di Taranto, dove i cittadini devono scegliere tra lavoro o salute, o come la “Terra dei Fuochi” dove gli interessi di un capitalismo italiano (e non solo) becero e senza scrupoli, quasi sempre proveniente da nord e quasi sempre colluso con mafie e consorterie, predominano sul diritto alla salute di popolazioni avvilite da un’emergenza sanitaria unica al mondo.
Siamo contro il segreto di Stato quando questo significhi accomodamento con le mafie, o peggio ancora, occultamento delle collusioni di pezzi di Stato e ampie parti della criminalità organizzata.
In nessuno di questi casi ci possono essere prerogative istituzionali che favoriscano omertà e occultamento delle verità. Siamo per uno Stato che volti per sempre pagina e cancelli tutti i lati oscuri della sua storia partendo dalle stragi dimenticate o nascoste dal risorgimento in poi, per restituire onore a tutti coloro che hanno combattuto per difendere la propria terra e i propri diritti, fino ad arrivare alle stragi degli anni di piombo, agli attentati di mafia, agli ecoreati contro i territori che avvelenano le popolazioni che in questi territori abitano.
Vogliamo uno Stato che si faccia carico delle bonifiche necessarie, non limitandosi alle sole promesse. Vogliamo uno Stato che garantisca Lavoro e Salute come diritti costituzionali inalienabili. Vogliamo uno Stato ed una politica che non pensi solo al reperimento di risorse e all’imposizione delle tasse quali amministratori delegati di potentati finanziari sovranazionali. Che la politica riprenda il primato che le spetta ridimensionando questi potentati, privilegiando la risposta ai bisogni reali del popolo. Libera economia di mercato, non privatizzazioni a favore di amici degli amici a cui svendere il patrimonio pubblico, sempre pronti a statalizzare le perdite e privatizzare gli utili, libera economia unita però ad un deciso intervento pubblico per rilanciare l’occupazione, redditi, consumi. Creazione di una rete di protezione sociale, sulla falsariga di quelle scandinave, a beneficio e protezione delle classi lavoratrici e dei più deboli.
La Costituzione della Repubblica Italiana dice al suo primo articolo che "L'Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro... " e nell'articolo 32 dice: "... La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività..." non si può ignorare – che riconoscendo nel lavoro il fondamento della Repubblica la Costituzione pone un limite alla proprietà, sottoposta al vincolo della «funzione sociale» e della «utilità generale». Senza di che non avrebbe senso l’affermazione secondo cui «la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo tale diritto» (Art. 4). Nella nostra Costituzione è il lavoro, e non il capitale, il fondamento che tiene insieme i principi di libertà e di uguaglianza ridisegnando in termini moderni i diritti che ne derivano. La conseguenza è che si sta dalla parte del capitale i diritti di libertà e di uguaglianza si indeboliscono e vengono attaccati. È precisamente questa la fase che stiamo vivendo. Dove è finito il diritto «a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro» sufficiente ad assicurare «una esistenza libera e dignitosa», insieme al diritto al riposo settimanale e alle ferie retribuite? (Art.36). E il diritto alla parità di retribuzione per pari lavoro tra uomini e donne? (Art. 37). E quello alla pensione e all’assistenza sociale? (Art. 38). In discussione è anche il diritto per «i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi» «di raggiungere i gradi più alti degli studi» (Art. 34), lo sviluppo della cultura e della ricerca, nonché la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico (Art. 9). Ecco perché chiediamo per il Sud e per tutto il Paese semplicemente l'applicazione della Costituzione, senza se e senza ma, pensiamo di averne diritto.
Siamo quindi contro qualsiasi modifica in senso repressivo e verticistico dei principi e dei valori contenuti nella Carta Costituzionale specialmente se con essa si vuole rendere non possibili o meno facili le proteste popolari, le manifestazioni in genere, i diritti sindacali, la presentazione di giuste istanze dai territori e ogni forma di censura.
Abbiamo profonda fiducia nelle genti del Sud, nella loro e nostra caparbietà, vogliamo essere quel Partito del Sud, meridionalista e progressista, in grado di incarnare le istanze di questa terra tenendo conto delle giuste considerazioni meridionaliste da Gramsci a Dorso senza populismi e unanimismi da sempre inutili e pericolosi con le loro derive per la democrazia e la crescita dei popoli.
Secondo la nostra Costituzione, l’Italia è una Repubblica unita ed indivisibile i cui cittadini possono e devono accedere a tutti i diritti e sono obbligati ad adempiere a tutti i doveri. Ecco è a questa parità a cui aspiriamo; parità non formale, ma di sostanza, suffragata da politiche in grado di rendere concreti quelli che sono principi sacrosanti e inconfutabili.
Il Sud è in grado di contribuire alla crescita e al rilancio di questo Paese e già lo sta facendo con le sue risorse, i suoi uomini migliori, i servitori di uno Stato che da sempre hanno donato anche la vita affinché i diritti e le libertà di tutti fossero garantiti.
Siamo perciò per garantire, a tutela della democrazia, il diritto alla libera espressione, alla pacifica protesta, all’assoluta uguaglianza, al lavoro, alla salute.
Pensiamo che i ragazzi e le ragazze del Sud abbiano il sacrosanto diritto di poter studiare e lavorare nella loro terra e di prevedere in essa un futuro per sé e per i propri figli. Immaginiamo che, per i nostri ragazzi, la possibilità di partire per studiare, lavorare e formarsi una famiglia fuori dal proprio contesto d’origine, debba essere una scelta e non un obbligo. Il diritto di intraprendere a pari condizioni con il resto del paese, anche nei servizi e nelle infrastrutture.
E’ necessario attraverso lo strumento del Partito del Sud favorire il passaggio dalla fase di protesta alla fase progettuale per ricostruire questo nostro Paese tirando fuori dalle tasche le nostre mani pulite, per costruire quelle fondamenta che permettano di presentare al mondo un paese realmente unito che non sia più zavorra, ma motore di iniziative concrete.
Abbiamo bisogno di lavorare a nuove forme di economia che partano dalla bellezza della natura, delle opere d’arte e delle vestigia di un glorioso e ricco passato, dalla ricchezza delle sue tradizioni, dalla capacità di utilizzare la terra in modo innovativo, dall’utilizzo intelligente e innovativo delle nuove tecnologie e della ricerca, dalla valorizzazione delle nostre istituzioni universitarie di antichissima e illustre tradizione, dalle nostre città che sono state crocevia, nella storia, di popoli e culture fin dalla notte dei tempi.
Abbiamo bisogno di restituire al Sud la sua capacità produttiva, ma anche la sua capacità impositiva nella sua ritrovata autonomia non consentendo “l’emigrazione delle sedi sociali” delle grandi multinazionali che continuano a produrre ed inquinare a sud e a versare tasse e contributi al nord. Abbiamo bisogno di investire in settori strategici e in infrastrutture altrettanto strategiche.
Abbiamo bisogno di un modello di economia rispettoso dell’ambiente ed alternativo all’attuale, fondato su di un uso collettivo della terra. Abbiamo bisogno di non consumare più e distruggere, ma preservare, valorizzare per far conoscere.
Siamo per dare in adozione e far fruttare i terreni e gli stabili abbandonati, così come quelli confiscati alle mafie. Abbiamo bisogno di dare valore alle biodiversità e alle antiche arti e mestieri.
Abbiamo bisogno di rendere fruibili alla collettività le risorse dei territori, di proteggere le specificità, le produzioni.
Pensiamo sia fondamentale rilanciare il ruolo centrale e trainante della scuola, che sia una buona scuola nei fatti e non negli slogan.
Pensiamo a un modello di economia sociale che punti al bene comune e preveda una più stretta collaborazione fra istituzioni cittadine e privati.
Pensiamo a uno Stato Federale che dia ampio spazio alle autonomie di Regioni, Macroregioni e Città, specialmente metropolitane, in grado di disegnare e progettare il proprio futuro andando ad arricchire e sostenere la crescita dell’intero Paese valorizzandone peculiarità e differenze, non soffocandole. Ci vogliamo battere, in primo luogo, per riappropriarci di quella democrazia oggi commissariata, da governi e parlamentari eletti con legge incostituzionale e che in aggiunta vogliono anche stravolgere la Costituzione, da istituzioni finanziarie sovranazionali che poco hanno di democratico e che privano ogni giorno di più i cittadini di opportunità di sviluppo e di spazi di libertà, lasciando in luogo della democrazia partecipata solo vuoti simulacri. Noi diciamo che c’è bisogno di più Europa, non certo di questa Europa tecnocratica, ma quell’Europa del “Manifesto di Ventotene”, progressista e rispettosa delle autonomie dei territori e dei loro cittadini.
E’ libero un uomo che ha fame, ha necessità, non ha lavoro, non può nutrire e vestire decentemente sé stesso e la propria famiglia? Diceva il Presidente Pertini. Che dignità ci aspettiamo che possa avere ancora un uomo ridotto in queste condizioni? Che tipo di pensiero ed autonomia di scelta politica può esercitare? Che tipo di istruzione può dare ai propri figli? E’ un Paese realmente democratico e libero un paese che riduce così propri cittadini? La libertà senza giustizia sociale è solo una vuota parola!
È giunta l’ora di mettersi in movimento per riconquistare una nuova centralità nella vita del Paese.
Su queste basi vogliamo predisporre un cammino comune che preveda la partecipazione di tutti quei liberi cittadini del sud, e non solo del sud, stanchi di subire e chinare la testa!
Per questo, abbiamo deciso di sottoscrivere questo manifesto, per raccogliere e discutere le proposte che verranno dai cittadini, comitati, movimenti, per allargare quella che è oggi la base del nostro Partito, riscriverne, se servirà, il programma allargandolo nel caso ad altre tematiche condivise.
Ripartire, si, ma questa volta da Sud, in un percorso che unisca realmente il paese, rendendo realmente fratelli fra loro tutti gli abitanti della penisola, con un ventata di libertà e d’aria pulita che spazzi una volta e per sempre le incrostazioni che ci hanno portato a sprofondare nell’attuale abisso!
Discuteremo di tutto partendo dai valori irrinunciabili e fondamentali attorno ai quali questo appello è nato: Costituzione, democrazia, giustizia sociale, legalità, pace, solidarietà, lavoro, laicità, protezione dell'ambiente, economia dei beni comuni, diritti, doveri, lotta alle mafie e alla corruzione, discriminazioni razziali e di genere, impegno per i diritti universali alla libertà e contro ogni tipo di sfruttamento.
Per far questo dichiariamo di proseguire il cammino intrapreso da anni anche con la collaborazione con quei politici amici che hanno dato ampia prova in passato di coerenza e affidabilità, sempre muovendosi all’interno di quell’area progressista che maggiormente rispecchia i nostri valori gramsciani.
Qualche mese fa, non a caso, abbiamo dato alle stampe il libro “Con il Sud si Riparte” . Un libro scritto a più mani che rappresenta un primo progetto, uno strumento di confronto tra quanti hanno a cuore le sorti del nostro Sud. Per capire la nuova geografia del potere, le disgregazioni, le menzogne, le nuove colonizzazioni, gli sfruttamenti da fronteggiare e le nuove speranze, i sogni e i bisogni da organizzare. Occorre mobilitarsi per battere antiche e nuove umiliazioni, i saccheggi e la fine del lavoro, le disoccupazioni e le miserie della precarietà che si profilano all’orizzonte.
Significativo a tal proposito che la prefazione del libro sia stata scritta dal Sindaco di Napoli De Magistris, mentre l’introduzione dal “Sindaco di Puglia” Emiliano, due persone che, pur operando in ambiti diversi, già danno voce politica, anche con la loro storia personale e con il loro sentire, alla necessità, ormai ineludibile, di trovare soluzione concreta e percorribile alle tante problematiche che attanagliano da troppo tempo il Sud.
Unire le tante voci di resistenza democratica sinergiche negli obbiettivi,nelle strategie e condivisione dei valori per modificare lo status quo, non in modo velleitario ma fornendo soluzioni percorribili, è un’esigenza e diventa una missione del nostro Partito. Il motto più bello della scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani era: "Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l'avarizia". Questa frase lancia un messaggio esplicito di impegno politico; solo unendo le varie voci dei senza potere, alternative all'attuale sistema, possiamo cambiare il nostro destino ed il nostro Paese, per prendere parte a quella rivoluzione permanente, pacifica e democratica, che sola può cambiare il destino del Sud, dell’Italia e dell’Europa.
Il momento è adesso!

Natale Cuccurese
Presidente Nazionale Partito del Sud





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