lunedì 24 agosto 2015

CASO MARKOV, ANCORA UN CASO DI DIPLOMAZIA FALLIMENTARE?

Di Antonio Rosato


Di casi diplomatici imbarazzanti in Italia se ne contano oramai troppi. Mi chiedo se sia il caso di riorganizzare tutto dalle fondamenta. Potremmo citarne davvero a decine, ma sarebbe davvero un dilungarsi spropositato e anche insolente verso il popolo italiano che merita sicuramente una diplomazia diversa e aggiungo sovrana. 
Tuttavia non possiamo far finta che il caso Ochalan non sia mai esistito, oppure le continue figuracce con il recente caso Marò che hanno ridicolizzato l’Italia. 
O ancora, per restare nel recente, il caso Shalabayeva, ricordate? La compagna del dissidente Kazako Mukhatar Ablyazov che venne fermata assieme alla figlia di 6 anni in una villa di Casalpalocco alle porte di Roma ed estradate, non si sa come e non si sa perché, con urgenza in Kazakistan? Ci sarebbero poi da approfondire casi come il Cermis, o il caso Callipari. 

Si potrebbe andare avanti a lungo. 
Casi risolti con successo poi sono stati quasi esclusivamente quelli dove è stato pagato un generoso riscatto, cosa che in realtà ha addirittura in prospettiva messo ancora più in pericolo nostri connazionali presenti in alcune parti del mondo. Come detto si potrebbe saturare la capienza di un pc su figuracce diplomatiche continue e fallimenti di una politica estera pressoché inesistente. E su ogni caso ci sarebbe da parlare e scrivere per giorni forse. Questo veloce sorvolo su alcuni casi, e ognuno di voi potrebbe ricordarne altri ancora, serve solo per arrivare all'ultimo caso avvenuto alla vigilia di ferragosto 2015.

Pochi giorni fa, poche ore dopo il suo arrivo a Malpensa, è stato fermato Igor MARKOV. Non tutti possono sapere chi è questo signore ovviamente e non tutti conoscono cosa è successo. Nome è cognome ci portano d’istinto nell’est europeo, e fin qua ci siamo, non è particolarmente difficile. Markov è un dissidente politico ucraino con doppio passaporto diplomatico ospitato in esilio in Russia. E qui si capisce subito che la faccenda si fa più delicata e che forse un’altra figuraccia imbarazzante è alle porte. Ma facciamo un pò di ordine cercando di sintetizzare quanto più possibile. 

Dopo il vero e proprio rovesciamento del Governo democratico in Ucraina, con la formazione di un governo con personaggi sostenuti da Europa e U.S.A., abbiamo assistito alla sospensione di parecchie forme di democrazia politica a Kiev. Tralasciando il problema della guerra nel Donbass e nel sud est del paese, dobbiamo per prima cosa cercare di capire quali garanzie, in termini di diritti umani, possono esserci in questo momento in Ucraina, paese in forte difficoltà politica ed economica, che recentemente ha dato in appalto il suo sistema di sicurezza ai leader di Settore Destro, assembramento dichiaratamente neonazista. E' un paese che per l'Europa dà le necessarie garanzie democratiche? Markov infatti dopo l'arresto a Sanremo ha più volte dichiarato che, se estradato, rischierebbe la morte.

La sua colpa? Fatta la tara sulla frequentazioni con uomini d'affari nel suo viaggio in Italia, opzione comunque tutti da verificare, pare siano solo reati d'opinione e di una zuffa che risale al 2007 quando si oppose in patria ad una manifestazione neonazista. Markov è da sempre oppositore, già incarcerato in passato,  degli attuali politici al potere a Kiev. Diamo giustamente asilo politico in Italia a migliaia di rifugiati che scappano dalla guerra o da paesi dove la libertà di parola ed espressione è vietata, e per Markov?

Noi siamo per la libertà di espressione, di parola e libero scambio commerciale e culturale. Per la pacifica convivenza tra popoli e culture. Condanniamo la tortura ed ogni forma di violenza e bandiamo la guerra.  Non possiamo permettere che la sua stessa vita possa essere messa in pericolo. Diciamo perciò a voce alta “NO ALL’ESTRADIZIONE DI MARKOV”, già in passato incarcerato in Ucraina come oppositore politico. Questo considerando anche che, come notorio, l'Ucraina non ha certo brillato per il suo stato di diritto negli ultimi tempi, dimostrando di non essere in grado di svolgere inchieste indipendenti su fatti coinvolgenti le opposizioni, come dimostra la Strage di Odessa...

Non possiamo ancora una volta fare meschine figure diplomatiche mondiali e non vogliamo macchiarci o renderci complici di eventuali ingiustizie. Cogliamo l’occasione per invitare e sollecitare il Premier Renzi a fare ogni sforzo possibile perché la miserabile guerra fratricida in Ucraina abbia presto una fine. Invitiamo Renzi a rivedere anche la posizione italiana in merito alle sanzioni alla Russia, che a noi non ha fatto nessun torto e il cui popolo è stato sempre amico del nostro Paese. Lo stesso invito va all’Unione Europea, ricordando che l’Ucraina è EUROPA, e non possiamo permetterci di avere una guerra in Europa. Non vogliamo questo e soprattutto vogliamo che Italia ed Europa cessino immediatamente di dare aiuti economici e soprattutto militari a Kiev. Condanniamo ogni forma di violenza e difendiamo la libertà di espressione, di stampa e politica ovunque questa venga messa alla prova. Chiediamo e che a Igor Markov venga dato lo status di rifugiato politico e che l’Italia e la sua diplomazia inizino a dimostrare la propria indipendenza in campo internazionale.


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Di Antonio Rosato


Di casi diplomatici imbarazzanti in Italia se ne contano oramai troppi. Mi chiedo se sia il caso di riorganizzare tutto dalle fondamenta. Potremmo citarne davvero a decine, ma sarebbe davvero un dilungarsi spropositato e anche insolente verso il popolo italiano che merita sicuramente una diplomazia diversa e aggiungo sovrana. 
Tuttavia non possiamo far finta che il caso Ochalan non sia mai esistito, oppure le continue figuracce con il recente caso Marò che hanno ridicolizzato l’Italia. 
O ancora, per restare nel recente, il caso Shalabayeva, ricordate? La compagna del dissidente Kazako Mukhatar Ablyazov che venne fermata assieme alla figlia di 6 anni in una villa di Casalpalocco alle porte di Roma ed estradate, non si sa come e non si sa perché, con urgenza in Kazakistan? Ci sarebbero poi da approfondire casi come il Cermis, o il caso Callipari. 

Si potrebbe andare avanti a lungo. 
Casi risolti con successo poi sono stati quasi esclusivamente quelli dove è stato pagato un generoso riscatto, cosa che in realtà ha addirittura in prospettiva messo ancora più in pericolo nostri connazionali presenti in alcune parti del mondo. Come detto si potrebbe saturare la capienza di un pc su figuracce diplomatiche continue e fallimenti di una politica estera pressoché inesistente. E su ogni caso ci sarebbe da parlare e scrivere per giorni forse. Questo veloce sorvolo su alcuni casi, e ognuno di voi potrebbe ricordarne altri ancora, serve solo per arrivare all'ultimo caso avvenuto alla vigilia di ferragosto 2015.

Pochi giorni fa, poche ore dopo il suo arrivo a Malpensa, è stato fermato Igor MARKOV. Non tutti possono sapere chi è questo signore ovviamente e non tutti conoscono cosa è successo. Nome è cognome ci portano d’istinto nell’est europeo, e fin qua ci siamo, non è particolarmente difficile. Markov è un dissidente politico ucraino con doppio passaporto diplomatico ospitato in esilio in Russia. E qui si capisce subito che la faccenda si fa più delicata e che forse un’altra figuraccia imbarazzante è alle porte. Ma facciamo un pò di ordine cercando di sintetizzare quanto più possibile. 

Dopo il vero e proprio rovesciamento del Governo democratico in Ucraina, con la formazione di un governo con personaggi sostenuti da Europa e U.S.A., abbiamo assistito alla sospensione di parecchie forme di democrazia politica a Kiev. Tralasciando il problema della guerra nel Donbass e nel sud est del paese, dobbiamo per prima cosa cercare di capire quali garanzie, in termini di diritti umani, possono esserci in questo momento in Ucraina, paese in forte difficoltà politica ed economica, che recentemente ha dato in appalto il suo sistema di sicurezza ai leader di Settore Destro, assembramento dichiaratamente neonazista. E' un paese che per l'Europa dà le necessarie garanzie democratiche? Markov infatti dopo l'arresto a Sanremo ha più volte dichiarato che, se estradato, rischierebbe la morte.

La sua colpa? Fatta la tara sulla frequentazioni con uomini d'affari nel suo viaggio in Italia, opzione comunque tutti da verificare, pare siano solo reati d'opinione e di una zuffa che risale al 2007 quando si oppose in patria ad una manifestazione neonazista. Markov è da sempre oppositore, già incarcerato in passato,  degli attuali politici al potere a Kiev. Diamo giustamente asilo politico in Italia a migliaia di rifugiati che scappano dalla guerra o da paesi dove la libertà di parola ed espressione è vietata, e per Markov?

Noi siamo per la libertà di espressione, di parola e libero scambio commerciale e culturale. Per la pacifica convivenza tra popoli e culture. Condanniamo la tortura ed ogni forma di violenza e bandiamo la guerra.  Non possiamo permettere che la sua stessa vita possa essere messa in pericolo. Diciamo perciò a voce alta “NO ALL’ESTRADIZIONE DI MARKOV”, già in passato incarcerato in Ucraina come oppositore politico. Questo considerando anche che, come notorio, l'Ucraina non ha certo brillato per il suo stato di diritto negli ultimi tempi, dimostrando di non essere in grado di svolgere inchieste indipendenti su fatti coinvolgenti le opposizioni, come dimostra la Strage di Odessa...

Non possiamo ancora una volta fare meschine figure diplomatiche mondiali e non vogliamo macchiarci o renderci complici di eventuali ingiustizie. Cogliamo l’occasione per invitare e sollecitare il Premier Renzi a fare ogni sforzo possibile perché la miserabile guerra fratricida in Ucraina abbia presto una fine. Invitiamo Renzi a rivedere anche la posizione italiana in merito alle sanzioni alla Russia, che a noi non ha fatto nessun torto e il cui popolo è stato sempre amico del nostro Paese. Lo stesso invito va all’Unione Europea, ricordando che l’Ucraina è EUROPA, e non possiamo permetterci di avere una guerra in Europa. Non vogliamo questo e soprattutto vogliamo che Italia ed Europa cessino immediatamente di dare aiuti economici e soprattutto militari a Kiev. Condanniamo ogni forma di violenza e difendiamo la libertà di espressione, di stampa e politica ovunque questa venga messa alla prova. Chiediamo e che a Igor Markov venga dato lo status di rifugiato politico e che l’Italia e la sua diplomazia inizino a dimostrare la propria indipendenza in campo internazionale.


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