sabato 2 agosto 2014

Maledetto quel giornalaio, ma dove cavolo….( i giornali dimenticano, le coscienze mai)

Di Bruno Pappalardo

Che maledetta confusione, sempre così!
Accidenti ma dove hanno ficcato il cartellone degli orari.
E’ nero ma non lo vedo. Come al solito ogni stazione ferroviaria, di qualsiasi città di questo accidenti di paese, fa a gara con le altre per nasconderli.
Ah, ecco è lì,…dunque ,…’mbè lo sapevo è col solito ritardo!
Che leggo? Binario 23? Ma non doveva essere il 15. Ora non son più sicuro,…mannaggia.
Vabbè, Intanto vado in bagno e poi prendo un caffè!
Per ritornare a casa, nella mia bella casetta bianca sul mare a Maruggio, occorrerà una intera giornata, …maledetti questi treni verso il sud.
Ah, finalmente eccolo, son le 10 e sono anche fortunato, …solo 15 minuti di ritardo.
Dunque, dunque, ecco, …no, ma? Si,Si, è questo il mio posto. Oh bene, proprio vicino al finestrino.
Scusi che dicono all’altoparlante?,
Pare che dicano, appunto che mancano altri dieci minuti per la partenza.
Ah ecco, …beh, allora scendo un attimo a comprare i giornali.
Ma dovìè questìaltro? Ma non dovrebbero stare al solito in posto fisso. Ho visto ch’era un trabiccolo con delle grosse ruote, si sarà mosso, …’ma addò se ‘cchiute ‘a nasconnere’?
? Ma.
…dove sono,…perché quà?
Signore c’è stato un piccolo incidente. Un piccolo incidente? Caro signore, i giornali parlano di 23Kg di esplosivo,… c’è chi dice di mille morti!
23? …ma quello era il mio binario, …o no?
Ma cosa? Ma che giorno è?
E’ qui da due, il fatto è successo Sabato alle 10,25 del 2 Agosto. I giornali titolano “ la Strage di Bologna,  strategia della tensione, i fascisti” insomma un’altra di quelle e, scapezzando il capo e gli occhi verso il cielo, alzò il dito per dire qualcuno in alto, qualcuno che conta.

L'esplosivo, di fabbricazione militare, era in una valigia, sistemata a circa 50 centimetri d'altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala ovest, allo scopo di aumentarne l'effetto

Mi chiesi perché io, perché sono vivo? Perché non tanti di quei giovani che ho visto salire sul treno?
decine di uomini e donne continuano a farsi quella stessa tormentosa domanda che non ha risposta, la domanda del sopravvissuto, la domanda che nutre ferocemente il suo inevitabile, ingiusto, insuperabile senso di colpa: perché non io?
Non è comprensibile che il giovane nipote che accompagna la madre e l’anziana nonna, ebbene restino vive  e il giovanotto di 20 anni, abbia lasciato sui fili calati tra due pali, la sua scarpa penzoloni in un equilibrio innaturale.
Non è il solito destino ma un preciso disegno che ogni giorno s’aspettava di esserne vittima per mano di giovani estremisti.   
Fu la mano fascista? Forse, Certo? Pare di Si!
I meridionali/sti onesti, sani quelli per la legalità e giustizia oggi salutano con un fazzoletto d’oro le 80 vittime innocenti di quell’agghiacciante  crimine.
Un crimine neppure pari alla determinazione scellerata de missili lanciati su Gaza, premeditato e freddo e con una precisa volontà di uccidere molto di più di quanto sia veramente stato.
Il dolore e i  valori non hanno confini, non si fermano a Gaeta
Ogni uomo o donna è mio fratello, ogni morto è uguale all’altro, un amico vivo nella mia infinita stagione di testimone di inumana Storia che resta nelle nostre coscienze collettive macchia infame priva di sogni e futuro
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Di Bruno Pappalardo

Che maledetta confusione, sempre così!
Accidenti ma dove hanno ficcato il cartellone degli orari.
E’ nero ma non lo vedo. Come al solito ogni stazione ferroviaria, di qualsiasi città di questo accidenti di paese, fa a gara con le altre per nasconderli.
Ah, ecco è lì,…dunque ,…’mbè lo sapevo è col solito ritardo!
Che leggo? Binario 23? Ma non doveva essere il 15. Ora non son più sicuro,…mannaggia.
Vabbè, Intanto vado in bagno e poi prendo un caffè!
Per ritornare a casa, nella mia bella casetta bianca sul mare a Maruggio, occorrerà una intera giornata, …maledetti questi treni verso il sud.
Ah, finalmente eccolo, son le 10 e sono anche fortunato, …solo 15 minuti di ritardo.
Dunque, dunque, ecco, …no, ma? Si,Si, è questo il mio posto. Oh bene, proprio vicino al finestrino.
Scusi che dicono all’altoparlante?,
Pare che dicano, appunto che mancano altri dieci minuti per la partenza.
Ah ecco, …beh, allora scendo un attimo a comprare i giornali.
Ma dovìè questìaltro? Ma non dovrebbero stare al solito in posto fisso. Ho visto ch’era un trabiccolo con delle grosse ruote, si sarà mosso, …’ma addò se ‘cchiute ‘a nasconnere’?
? Ma.
…dove sono,…perché quà?
Signore c’è stato un piccolo incidente. Un piccolo incidente? Caro signore, i giornali parlano di 23Kg di esplosivo,… c’è chi dice di mille morti!
23? …ma quello era il mio binario, …o no?
Ma cosa? Ma che giorno è?
E’ qui da due, il fatto è successo Sabato alle 10,25 del 2 Agosto. I giornali titolano “ la Strage di Bologna,  strategia della tensione, i fascisti” insomma un’altra di quelle e, scapezzando il capo e gli occhi verso il cielo, alzò il dito per dire qualcuno in alto, qualcuno che conta.

L'esplosivo, di fabbricazione militare, era in una valigia, sistemata a circa 50 centimetri d'altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala ovest, allo scopo di aumentarne l'effetto

Mi chiesi perché io, perché sono vivo? Perché non tanti di quei giovani che ho visto salire sul treno?
decine di uomini e donne continuano a farsi quella stessa tormentosa domanda che non ha risposta, la domanda del sopravvissuto, la domanda che nutre ferocemente il suo inevitabile, ingiusto, insuperabile senso di colpa: perché non io?
Non è comprensibile che il giovane nipote che accompagna la madre e l’anziana nonna, ebbene restino vive  e il giovanotto di 20 anni, abbia lasciato sui fili calati tra due pali, la sua scarpa penzoloni in un equilibrio innaturale.
Non è il solito destino ma un preciso disegno che ogni giorno s’aspettava di esserne vittima per mano di giovani estremisti.   
Fu la mano fascista? Forse, Certo? Pare di Si!
I meridionali/sti onesti, sani quelli per la legalità e giustizia oggi salutano con un fazzoletto d’oro le 80 vittime innocenti di quell’agghiacciante  crimine.
Un crimine neppure pari alla determinazione scellerata de missili lanciati su Gaza, premeditato e freddo e con una precisa volontà di uccidere molto di più di quanto sia veramente stato.
Il dolore e i  valori non hanno confini, non si fermano a Gaeta
Ogni uomo o donna è mio fratello, ogni morto è uguale all’altro, un amico vivo nella mia infinita stagione di testimone di inumana Storia che resta nelle nostre coscienze collettive macchia infame priva di sogni e futuro

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