martedì 7 gennaio 2014

Sei borghese se non appartieni alla mia parrocchia, se no….non mi ricordo!


Brutta bestia l’invidia! Se poi il nemico (perché tale lo si ritiene, altro che avversario…) dice cose che s’avvicinano alle idee del mondo meridionalista, allora apriti cielo! E come si permette? Oltre che ad essere su un carro che non è il mio ora annuncia idee e soluzioni che dovrebbero inorgoglirmi se solo facesse parte della mia parrocchia? E ora che faccio? Che dico? C’è il rischio di restare spiazzati…. leggo commenti interlocutori, d’attesa, di condivisione parziale…. può essere pericoloso….. Qualcuno sospetta “chi sa cosa ci sarà dietro… ma è credibile?” Già, ma non basta…. meglio andar giù duro e costruire, con un tempismo che va riconosciuto, un teorema su provenienze e appartenenze che ristabilisca le distanze! Meglio premunirsi… il terreno è il mio e non si desiderano intrusioni… Questa insomma è la pochezza che rivela le posizioni strumentali dei duri e puri dell’universo meridionalista, più vicino a un piccolo mondo antico che ad un’auspicabile onestà intellettuale. Innanzitutto andrebbe una volta e per sempre chiarito l’improprio uso ed abuso del termine “meridionalista”. Basta parlare di Sud, risvegliare la memoria storica, adagiarsi in nostalgie e propugnare fantomatiche restaurazioni monarchiche, strumentalizzare case regnanti attualmente in stand by, rifarsi a posizioni ultracattoliche e addirittura vandeane, favoleggiare su indipendenze (ma solo e rigorosamente da dietro un pc o a propugnarle in convegni che vanno dai 10 ai 20 partecipanti) per fregiarsi impropriamente della casacca e l’appellativo di meridionalista! E no! Il meridionalismo è un’idea legalitaria di difesa delle ragioni e del riscatto del Sud nata in un’Italia unita male e che partendo da grandi personaggi come Gramsci si riaffaccia nel dopoguerra in un’Italia repubblicana con altre figure come Dorso. S’addormenta dagli anni del boom economico fino a circa una ventina d’anni fa e riprende vigore da qualche anno fino ai nostri giorni. Piaccia o meno parla e richiede dignità perché il Sud sia a pari condizioni e titoli delle altre zone e territori della penisola italica. Tutto quello sopra citato c’entra come il cosiddetto “fico secco” con ciò, ovvero con il meridionalismo. E’altra roba…. è un’altra parrocchia.

E a tal proposito verrebbe da chiedersi : ma se sindaci o qualsivoglia figura istituzionale e/o politica vengono, a mò d’attacco strumentale con l’obiettivo di screditare in assenza d’argomentazioni serie, tacciate d’appartenere ad una borghesia vomerese e/o posillipina (visto che è Napoli il luogo del contendere) ….i Lettieri, o ad esempio i Di Monda, a cosa appartenevano? Erano anche loro borghesi o appartenevano e provenivano dalle suore di Maria?

Andrea Balìa


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Brutta bestia l’invidia! Se poi il nemico (perché tale lo si ritiene, altro che avversario…) dice cose che s’avvicinano alle idee del mondo meridionalista, allora apriti cielo! E come si permette? Oltre che ad essere su un carro che non è il mio ora annuncia idee e soluzioni che dovrebbero inorgoglirmi se solo facesse parte della mia parrocchia? E ora che faccio? Che dico? C’è il rischio di restare spiazzati…. leggo commenti interlocutori, d’attesa, di condivisione parziale…. può essere pericoloso….. Qualcuno sospetta “chi sa cosa ci sarà dietro… ma è credibile?” Già, ma non basta…. meglio andar giù duro e costruire, con un tempismo che va riconosciuto, un teorema su provenienze e appartenenze che ristabilisca le distanze! Meglio premunirsi… il terreno è il mio e non si desiderano intrusioni… Questa insomma è la pochezza che rivela le posizioni strumentali dei duri e puri dell’universo meridionalista, più vicino a un piccolo mondo antico che ad un’auspicabile onestà intellettuale. Innanzitutto andrebbe una volta e per sempre chiarito l’improprio uso ed abuso del termine “meridionalista”. Basta parlare di Sud, risvegliare la memoria storica, adagiarsi in nostalgie e propugnare fantomatiche restaurazioni monarchiche, strumentalizzare case regnanti attualmente in stand by, rifarsi a posizioni ultracattoliche e addirittura vandeane, favoleggiare su indipendenze (ma solo e rigorosamente da dietro un pc o a propugnarle in convegni che vanno dai 10 ai 20 partecipanti) per fregiarsi impropriamente della casacca e l’appellativo di meridionalista! E no! Il meridionalismo è un’idea legalitaria di difesa delle ragioni e del riscatto del Sud nata in un’Italia unita male e che partendo da grandi personaggi come Gramsci si riaffaccia nel dopoguerra in un’Italia repubblicana con altre figure come Dorso. S’addormenta dagli anni del boom economico fino a circa una ventina d’anni fa e riprende vigore da qualche anno fino ai nostri giorni. Piaccia o meno parla e richiede dignità perché il Sud sia a pari condizioni e titoli delle altre zone e territori della penisola italica. Tutto quello sopra citato c’entra come il cosiddetto “fico secco” con ciò, ovvero con il meridionalismo. E’altra roba…. è un’altra parrocchia.

E a tal proposito verrebbe da chiedersi : ma se sindaci o qualsivoglia figura istituzionale e/o politica vengono, a mò d’attacco strumentale con l’obiettivo di screditare in assenza d’argomentazioni serie, tacciate d’appartenere ad una borghesia vomerese e/o posillipina (visto che è Napoli il luogo del contendere) ….i Lettieri, o ad esempio i Di Monda, a cosa appartenevano? Erano anche loro borghesi o appartenevano e provenivano dalle suore di Maria?

Andrea Balìa


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