mercoledì 7 agosto 2013

I Briganti del Sud, per la prima volta, hanno una loro strada. Che tutti i sindaci facciano altrettanto

DSCF5514DSCF5515Sabato scorso, in un piccolo paesino della costa cosentina, Longobardi, è avvenuta una cosa che è di portata storica per il sud e non solo per il sud.
Per la prima volta in Italia, un’amministrazione comunale ha dedicato ai “Briganti” un piazzale della città. Il piazzale si intitola “Largo dei Briganti – (patrioti calabresi)”. In pratica si accoglie a livello istituzionale, e per la prima volta, la tesi che non fossero delinquenti, ma persone, cittadini, che combattevano per la propria terra e per quei diritti che ben presto i piemontesi e il loro esercito calpestarono innescando stragi dappertutto.
Si riconosce dignità e cittadinanza anche a quei cittadini che combatterono ancora per 10 anni dopo il 1860 difendendo con i denti e con la propria vita una libertà e uno stile di vita, un’economia distrutta dalle nuove leggi.
Non ci fu un solo esercito (quello piemontese) con delle vittime, ma gli eserciti furono almeno due. Quello vittorioso, i piemontesi, che scrisse la storia a suo uso e consumo e quello sconfitto, i briganti, che furono per sempre descritti come spietati delinquenti.
Da sabato, grazie al coraggio di un consigliere comunale, Franco Gaudio del Partito del Sud, e di un intero Consiglio Comunale, quello di Longobardi, con il Sindaco in testa, un nostro comune, un comune italiano, un comune della Calabria ha un Largo intitolato a questi nostri avi, per i quali, a scuola, ci avevano insegnato ad avere solo odio e disprezzo.
Adesso non è più così. Di loro, di quelli che hanno combattuto per un ideale e per la propria terra e i propri figli dobbiamo essere orgogliosi, anzi dobbiamo invitare i sindaci delle nostre città, di tutte le città a rivedere una toponomastica che vede assurti ad eroi dei veri e propri delinquenti e criminali di guerra e dimenticati uomini che fino al 1860 erano stati cittadini, sudditi, di un regno florido di questa nostra europa, un regno che da sempre non aveva amato la violenza e la guerra come strumento di crescita, ma l’innovazione e lo sviluppo industriale.
Come non dimenticare, proprio oggi, quello che è avvenuto anche a Napoli, nei mesi scorsi, dove il Consiglio Comunale ha deliberato, su proposta di Andrea Balia presidente della Commissione toponomastica della città e sempre del Partito del Sud, la cancellazione di una strada dedicata a Liborio Romano, collaborazionista e colluso con la Camorra post unitaria, e la dedicazione di una strada ai Martiri di Pietrarsa. I primi operai a cedere nello stato unitario per la semplice difesa dei propri diritti.
Quello che sta nascendo è un sud più consapevole, un sud che riscoprendo le proprie origini comincia ad acquistare consapevolezza della propria storia e dei propri mezzi.
Da sabato 3 agosto, l’Italia comincia, grazie a questo piccolo e coraggioso comune, Longobardi (CS), a saldare il suo debito con questi uomini e queste donne che hanno pagato con la vita, la sete di conquista e il dispregio per i diritti dei singoli, di pochi oligarghi piemontesi.
L’Unità d’Italia, per quanto valore acquisito, si è costruita nell’omicidio e nell’inganno, in dispregio delle volontà dei popoli e legittimata con falsi plebisciti e accordi con la criminalità dell’epoca.
Sarebbe ora che in tutte le città del sud e non solo del sud si avesse il coraggio di dedicare una strada, una piazza, un parco a questi nostri coraggiosi avi. Negli Stati Uniti, dove le guerre di secessione e di conquista del West sono state altrettanto violente  e spietate non si negano le strade agli eroi del sud e agli indiani d’America veri proprietari di quelle terre.
Per l’Italia c’è sempre una ragion di Stato che blocca le cose più semplici e pacifiche, c’è sempre un qualcosa da nascondere. Quando finirà ?
I Sindaci, gli amministratori locali possono tanto, a loro va il nostro appello.

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DSCF5514DSCF5515Sabato scorso, in un piccolo paesino della costa cosentina, Longobardi, è avvenuta una cosa che è di portata storica per il sud e non solo per il sud.
Per la prima volta in Italia, un’amministrazione comunale ha dedicato ai “Briganti” un piazzale della città. Il piazzale si intitola “Largo dei Briganti – (patrioti calabresi)”. In pratica si accoglie a livello istituzionale, e per la prima volta, la tesi che non fossero delinquenti, ma persone, cittadini, che combattevano per la propria terra e per quei diritti che ben presto i piemontesi e il loro esercito calpestarono innescando stragi dappertutto.
Si riconosce dignità e cittadinanza anche a quei cittadini che combatterono ancora per 10 anni dopo il 1860 difendendo con i denti e con la propria vita una libertà e uno stile di vita, un’economia distrutta dalle nuove leggi.
Non ci fu un solo esercito (quello piemontese) con delle vittime, ma gli eserciti furono almeno due. Quello vittorioso, i piemontesi, che scrisse la storia a suo uso e consumo e quello sconfitto, i briganti, che furono per sempre descritti come spietati delinquenti.
Da sabato, grazie al coraggio di un consigliere comunale, Franco Gaudio del Partito del Sud, e di un intero Consiglio Comunale, quello di Longobardi, con il Sindaco in testa, un nostro comune, un comune italiano, un comune della Calabria ha un Largo intitolato a questi nostri avi, per i quali, a scuola, ci avevano insegnato ad avere solo odio e disprezzo.
Adesso non è più così. Di loro, di quelli che hanno combattuto per un ideale e per la propria terra e i propri figli dobbiamo essere orgogliosi, anzi dobbiamo invitare i sindaci delle nostre città, di tutte le città a rivedere una toponomastica che vede assurti ad eroi dei veri e propri delinquenti e criminali di guerra e dimenticati uomini che fino al 1860 erano stati cittadini, sudditi, di un regno florido di questa nostra europa, un regno che da sempre non aveva amato la violenza e la guerra come strumento di crescita, ma l’innovazione e lo sviluppo industriale.
Come non dimenticare, proprio oggi, quello che è avvenuto anche a Napoli, nei mesi scorsi, dove il Consiglio Comunale ha deliberato, su proposta di Andrea Balia presidente della Commissione toponomastica della città e sempre del Partito del Sud, la cancellazione di una strada dedicata a Liborio Romano, collaborazionista e colluso con la Camorra post unitaria, e la dedicazione di una strada ai Martiri di Pietrarsa. I primi operai a cedere nello stato unitario per la semplice difesa dei propri diritti.
Quello che sta nascendo è un sud più consapevole, un sud che riscoprendo le proprie origini comincia ad acquistare consapevolezza della propria storia e dei propri mezzi.
Da sabato 3 agosto, l’Italia comincia, grazie a questo piccolo e coraggioso comune, Longobardi (CS), a saldare il suo debito con questi uomini e queste donne che hanno pagato con la vita, la sete di conquista e il dispregio per i diritti dei singoli, di pochi oligarghi piemontesi.
L’Unità d’Italia, per quanto valore acquisito, si è costruita nell’omicidio e nell’inganno, in dispregio delle volontà dei popoli e legittimata con falsi plebisciti e accordi con la criminalità dell’epoca.
Sarebbe ora che in tutte le città del sud e non solo del sud si avesse il coraggio di dedicare una strada, una piazza, un parco a questi nostri coraggiosi avi. Negli Stati Uniti, dove le guerre di secessione e di conquista del West sono state altrettanto violente  e spietate non si negano le strade agli eroi del sud e agli indiani d’America veri proprietari di quelle terre.
Per l’Italia c’è sempre una ragion di Stato che blocca le cose più semplici e pacifiche, c’è sempre un qualcosa da nascondere. Quando finirà ?
I Sindaci, gli amministratori locali possono tanto, a loro va il nostro appello.

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