domenica 10 febbraio 2013

La favola del voto utile


Riceviamo e postiamo:




Di Lucio Garofalo

C’era una volta un principe azzurro, era un tipo affascinante ma un po’ spocchioso, che non si degnava mai di partecipare alla vita del popolo, di scendere dal castello dorato in cui risiedeva per mescolarsi in mezzo ai sudditi. Egli preferiva il lusso, la sontuosa vita di corte, i ricevimenti solenni, le feste con le tavole ricche e imbandite di cibi succulenti, i pranzi luculliani, i divertimenti e i balli in compagnia di dame eleganti, avvenenti e condiscendenti, e via discorrendo. Ebbene, tutti abbiamo letto la fiaba dei fratelli Grimm da piccoli, per cui sappiamo come è andata a finire: il principe azzurro baciò la bellissima Biancaneve, apparentemente morta, distesa in una bara di cristallo nascosta nella foresta dai sette nani, lei si risvegliò, poi si sposarono e vissero felici e contenti.
Ora, uscendo fuor di metafora, si sa che la vita reale non è esattamente una favola e che la realtà non è certo di origine onirica. Ma la vera favola, purtroppo, intesa nel senso di chimera, è esattamente quella di chi si illude di poter cambiare lo stato di cose presenti attraverso il voto. C’è una cricca di politici corrotti da mandare a casa? E’ vero.
Ma pensiamo di poterlo farlo con l’esercizio del voto? Delegando qualcuno a salire in Parlamento, nel “castello dorato”, nel favoloso regno della Casta a fare “piazza pulita”? Io temo che chiunque dovesse ricevere un simile mandato finirà (inevitabilmente) per cedere alle lusinghe del potere e della ricchezza, come d’altronde si è verificato finora.
O credete davvero che qualcuno sia riuscito a difendere e a conservare a lungo, con tenacia e coerenza, le proprie posizioni “dure e pure”, come una “pecorella tra i lupi”? Beato chi ci crede! Ma se costoro, in gran parte (non proprio tutti, è vero, ma serve il lanternino per scoprire le eccezioni) non sanno nemmeno cosa significhi guadagnarsi da vivere con un lavoro vero, faticoso ma dignitoso. Sono tutti milionari (anzi, quasi tutti, i distinguo sono opportuni e doverosi, ancorché difficili), senza dubbio sono privilegiati.
Pertanto, cosa volete che sappiano della gente in carne ed ossa che lavora e soffre.
Ormai questi privilegiati formano una casta autoreferenziale che è soggetta e devota ad un’altra casta, molto più potente, corrotta e parassitaria: l’alta finanza internazionale.
Questo mondo privilegiato e parassitario è, metaforicamente parlando, un po’ come il “castello dorato” nella fiaba di Biancaneve. Invece, il “popolo bue” come se la passa?
Vediamo alcuni dati concreti e drammatici. Circa 20 milioni di famiglie, ma il dato è ufficiale, quindi è truccato al ribasso, sono già oltre la soglia dell’indigenza, 7 milioni di giovani sono senza lavoro e senza futuro, 14 milioni di pensionati sono già nella triste condizione di dover contare euro e centesimi per sapere se mangeranno il giorno dopo.
Ma tutto ciò non “commuove” affatto il potere dell’alta finanza e dei suoi politici servili.
Il prossimo attacco programmato è in direzione dell’esproprio della piccola proprietà immobiliare individuale; nessuno lo dice, ma l’offensiva portata avanti dall’agenzia Equitalia supportata dal potere statale, è già in atto, è già abbastanza avanzata. Sono ormai circa 400 mila le piccole proprietà espropriate per debiti insolventi, per tasse non pagate, per mutui non onorati. L’estensione media di queste proprietà non supera gli 80 metri quadri, si tratta di povera gente che credeva di essersi costruita un minimo di sicurezza faticando per anni e anni per pagarle. Il colpo di maglio deve aspettare, però, il dopo-elezioni. E c’è chi è talmente ingenuo da illudersi che basti un voto per delegare qualcuno a “mandare a casa” questi servili e devoti funzionari del capitale finanziario?
Allora preferisco credere veramente alla fiaba di Biancaneve e del principe azzurro.

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Riceviamo e postiamo:




Di Lucio Garofalo

C’era una volta un principe azzurro, era un tipo affascinante ma un po’ spocchioso, che non si degnava mai di partecipare alla vita del popolo, di scendere dal castello dorato in cui risiedeva per mescolarsi in mezzo ai sudditi. Egli preferiva il lusso, la sontuosa vita di corte, i ricevimenti solenni, le feste con le tavole ricche e imbandite di cibi succulenti, i pranzi luculliani, i divertimenti e i balli in compagnia di dame eleganti, avvenenti e condiscendenti, e via discorrendo. Ebbene, tutti abbiamo letto la fiaba dei fratelli Grimm da piccoli, per cui sappiamo come è andata a finire: il principe azzurro baciò la bellissima Biancaneve, apparentemente morta, distesa in una bara di cristallo nascosta nella foresta dai sette nani, lei si risvegliò, poi si sposarono e vissero felici e contenti.
Ora, uscendo fuor di metafora, si sa che la vita reale non è esattamente una favola e che la realtà non è certo di origine onirica. Ma la vera favola, purtroppo, intesa nel senso di chimera, è esattamente quella di chi si illude di poter cambiare lo stato di cose presenti attraverso il voto. C’è una cricca di politici corrotti da mandare a casa? E’ vero.
Ma pensiamo di poterlo farlo con l’esercizio del voto? Delegando qualcuno a salire in Parlamento, nel “castello dorato”, nel favoloso regno della Casta a fare “piazza pulita”? Io temo che chiunque dovesse ricevere un simile mandato finirà (inevitabilmente) per cedere alle lusinghe del potere e della ricchezza, come d’altronde si è verificato finora.
O credete davvero che qualcuno sia riuscito a difendere e a conservare a lungo, con tenacia e coerenza, le proprie posizioni “dure e pure”, come una “pecorella tra i lupi”? Beato chi ci crede! Ma se costoro, in gran parte (non proprio tutti, è vero, ma serve il lanternino per scoprire le eccezioni) non sanno nemmeno cosa significhi guadagnarsi da vivere con un lavoro vero, faticoso ma dignitoso. Sono tutti milionari (anzi, quasi tutti, i distinguo sono opportuni e doverosi, ancorché difficili), senza dubbio sono privilegiati.
Pertanto, cosa volete che sappiano della gente in carne ed ossa che lavora e soffre.
Ormai questi privilegiati formano una casta autoreferenziale che è soggetta e devota ad un’altra casta, molto più potente, corrotta e parassitaria: l’alta finanza internazionale.
Questo mondo privilegiato e parassitario è, metaforicamente parlando, un po’ come il “castello dorato” nella fiaba di Biancaneve. Invece, il “popolo bue” come se la passa?
Vediamo alcuni dati concreti e drammatici. Circa 20 milioni di famiglie, ma il dato è ufficiale, quindi è truccato al ribasso, sono già oltre la soglia dell’indigenza, 7 milioni di giovani sono senza lavoro e senza futuro, 14 milioni di pensionati sono già nella triste condizione di dover contare euro e centesimi per sapere se mangeranno il giorno dopo.
Ma tutto ciò non “commuove” affatto il potere dell’alta finanza e dei suoi politici servili.
Il prossimo attacco programmato è in direzione dell’esproprio della piccola proprietà immobiliare individuale; nessuno lo dice, ma l’offensiva portata avanti dall’agenzia Equitalia supportata dal potere statale, è già in atto, è già abbastanza avanzata. Sono ormai circa 400 mila le piccole proprietà espropriate per debiti insolventi, per tasse non pagate, per mutui non onorati. L’estensione media di queste proprietà non supera gli 80 metri quadri, si tratta di povera gente che credeva di essersi costruita un minimo di sicurezza faticando per anni e anni per pagarle. Il colpo di maglio deve aspettare, però, il dopo-elezioni. E c’è chi è talmente ingenuo da illudersi che basti un voto per delegare qualcuno a “mandare a casa” questi servili e devoti funzionari del capitale finanziario?
Allora preferisco credere veramente alla fiaba di Biancaneve e del principe azzurro.

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