martedì 25 settembre 2012

Laura Russo: “Una webradio per vincere il silenzio di Scampia”

È iniziato tutto per caso. Partecipando ad un bando per l’apertura di 20 nuove imprese al femminile a Scampia. Era il 2007.

Di webradio, qui, se ne sentiva parlare davvero poco. Almeno a Napoli, soprattutto a Scampia. Ma noi che eravamo – e siamo – appassionate di musica e giornalismo volevamo provarci. L’idea di una Radio a Scampia è nata in un pomeriggio d’inverno mentre, insieme alle mie amiche, accompagnavo mio figlio a scuola. Mentre chiacchieravamo, camminando, ci accorgemmo che i bambini, quasi per gioco, contavano i tossici sulla strada durante il percorso. Allora ci venne in mente che in un quartiere come questo, dove i giovani prima della droga, li ammazza la disperazione e il cinismo, ci voleva uno spazio capace di coinvolgere i ragazzi ma soprattutto di promuovere, amplificare e valorizzare le cose belle, la musica e la speranza.

 L’idea della webradio piacque alla commissione tecnica e così il nostro progetto di dare vita a uno strumento di informazione e comunicazione sul territorio entrò in graduatoria. Poi le diatribe con chi gestiva i fondi comunitari e le sedi territoriali. E il tempo è passato. E non è stato facile.

Ma adesso ci siamo: eccoci qua. RadioSca, che trasmette oramai da più di un anno dalla periferia a Nord di Napoli, non è una radio comune. È una radio commerciale, certo. Trasmette musica e fa intrattenimento. Offre servizi per la comunicazione Web accessibili anche alle piccolissime imprese e ai commercianti del posto. Ed è una voce per parlare della nostra periferia, e speriamo anche di tutte le periferie. Perché, alla fine, le periferie si assomigliano tutte. Anche se dirlo da Scampia può suonare paradossale. Ma soprattutto, RadioSca prova a essere una speranza. Un posto dove provare a instillare semi di ottimismo e di fiducia nel futuro, anche se spesso ci sembra un’operazione titanica. È un invito a tutti, soprattutto ai ragazzi, di prendere seriamente in considerazione che questa è la loro casa, e può assomigliare a un posto migliore se insieme ne faremo un luogo migliore.

È questo il cambiamento. La rete, Internet, ha tutte le caratteristiche per aiutarci a sconfiggere i mali che attanagliano il nostro quartiere e che mortificano noi che ci viviamo. È una finestra sul mondo e un modo per imparare che un altro modo di vivere è possibile. È anche il nostro megafono per raccontare le esperienze positive, quelle coraggiose, che esistono anche qui. Come quei cittadini che, rastrelli e palette alla mano, si sono messi a sistemare i giardini delle case popolari, o come quei commercianti che ci chiedono di aprirgli un sito Internet, o come le artigiane che insieme a noi alla Casa della Socialità provano ad avviare una piccola impresa.

La radio attraverso Internet, può spegnere quel maledetto silenzio che per anni ha favorito il degrado e la rassegnazione, e il conseguente aumento della criminalità. Soprattutto quella organizzata. I social network sono luoghi di scambio di informazione e opinione. E chi vive qui ha un disperato bisogno di scambiare le proprie esperienze e conoscere quelle degli altri. Chiunque può condividere un link e nel caso anche denunciare attraverso i forum, i blog, i gruppi su Facebook. E poi c’è Twitter. Che abbatte le barriere dei superpoteri dell’informazione. Dove si leggono ancora ragionamenti e giudizi che si prendono gioco della gente e della loro realtà.

Per questo è importante essere presenti e provarci. Per questo vogliamo essere “evangeliste” della rete qui a Scampia. E vogliamo portare chi lavora qui, e sono tanti, gli artigiani, i negozi, le attività di servizi su Internet. Perché dipende da noi dare un’opportunità diversa al nostro quartiere. E così Scampia, magari, può diventare un simbolo per tutte quelle periferie che hanno sete di riscatto, che non vogliono essere solo notizie in cronaca nera, che meritano di diventare parti integranti delle città. Basta al degrado e alla rinuncia. I giovani di oggi sono il senso critico del nostro tempo. Viaggiano, sperimentano e riportano a casa e fanno rete. E attenzione: non solo a Scampia.

Scampia, 25 settembre 2012
LAURA RUSSO
Fonte: CheFuturo
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È iniziato tutto per caso. Partecipando ad un bando per l’apertura di 20 nuove imprese al femminile a Scampia. Era il 2007.

Di webradio, qui, se ne sentiva parlare davvero poco. Almeno a Napoli, soprattutto a Scampia. Ma noi che eravamo – e siamo – appassionate di musica e giornalismo volevamo provarci. L’idea di una Radio a Scampia è nata in un pomeriggio d’inverno mentre, insieme alle mie amiche, accompagnavo mio figlio a scuola. Mentre chiacchieravamo, camminando, ci accorgemmo che i bambini, quasi per gioco, contavano i tossici sulla strada durante il percorso. Allora ci venne in mente che in un quartiere come questo, dove i giovani prima della droga, li ammazza la disperazione e il cinismo, ci voleva uno spazio capace di coinvolgere i ragazzi ma soprattutto di promuovere, amplificare e valorizzare le cose belle, la musica e la speranza.

 L’idea della webradio piacque alla commissione tecnica e così il nostro progetto di dare vita a uno strumento di informazione e comunicazione sul territorio entrò in graduatoria. Poi le diatribe con chi gestiva i fondi comunitari e le sedi territoriali. E il tempo è passato. E non è stato facile.

Ma adesso ci siamo: eccoci qua. RadioSca, che trasmette oramai da più di un anno dalla periferia a Nord di Napoli, non è una radio comune. È una radio commerciale, certo. Trasmette musica e fa intrattenimento. Offre servizi per la comunicazione Web accessibili anche alle piccolissime imprese e ai commercianti del posto. Ed è una voce per parlare della nostra periferia, e speriamo anche di tutte le periferie. Perché, alla fine, le periferie si assomigliano tutte. Anche se dirlo da Scampia può suonare paradossale. Ma soprattutto, RadioSca prova a essere una speranza. Un posto dove provare a instillare semi di ottimismo e di fiducia nel futuro, anche se spesso ci sembra un’operazione titanica. È un invito a tutti, soprattutto ai ragazzi, di prendere seriamente in considerazione che questa è la loro casa, e può assomigliare a un posto migliore se insieme ne faremo un luogo migliore.

È questo il cambiamento. La rete, Internet, ha tutte le caratteristiche per aiutarci a sconfiggere i mali che attanagliano il nostro quartiere e che mortificano noi che ci viviamo. È una finestra sul mondo e un modo per imparare che un altro modo di vivere è possibile. È anche il nostro megafono per raccontare le esperienze positive, quelle coraggiose, che esistono anche qui. Come quei cittadini che, rastrelli e palette alla mano, si sono messi a sistemare i giardini delle case popolari, o come quei commercianti che ci chiedono di aprirgli un sito Internet, o come le artigiane che insieme a noi alla Casa della Socialità provano ad avviare una piccola impresa.

La radio attraverso Internet, può spegnere quel maledetto silenzio che per anni ha favorito il degrado e la rassegnazione, e il conseguente aumento della criminalità. Soprattutto quella organizzata. I social network sono luoghi di scambio di informazione e opinione. E chi vive qui ha un disperato bisogno di scambiare le proprie esperienze e conoscere quelle degli altri. Chiunque può condividere un link e nel caso anche denunciare attraverso i forum, i blog, i gruppi su Facebook. E poi c’è Twitter. Che abbatte le barriere dei superpoteri dell’informazione. Dove si leggono ancora ragionamenti e giudizi che si prendono gioco della gente e della loro realtà.

Per questo è importante essere presenti e provarci. Per questo vogliamo essere “evangeliste” della rete qui a Scampia. E vogliamo portare chi lavora qui, e sono tanti, gli artigiani, i negozi, le attività di servizi su Internet. Perché dipende da noi dare un’opportunità diversa al nostro quartiere. E così Scampia, magari, può diventare un simbolo per tutte quelle periferie che hanno sete di riscatto, che non vogliono essere solo notizie in cronaca nera, che meritano di diventare parti integranti delle città. Basta al degrado e alla rinuncia. I giovani di oggi sono il senso critico del nostro tempo. Viaggiano, sperimentano e riportano a casa e fanno rete. E attenzione: non solo a Scampia.

Scampia, 25 settembre 2012
LAURA RUSSO
Fonte: CheFuturo

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