domenica 6 novembre 2011

Le regioni del nord regine dell'export europeo ma è il sud Italia a crescere più velocemente

Uno studio di Intesa Sanpaolo e di Smr-Studi e ricerche meridionali sfata alcuni luoghi comuni sulla scarsa proiezione internazionale delle aree meridionali del paese. Sicilia, Lazio e Campania, negli ultimi cinque anni, sono quelle che hanno guadagnato più posizioni

di LUCA PAGNI
MILANO - La si potrebbe intendere come la rivincita economica delle regioni del centro-sud su quelle del "ricco" settentrione. Non ancora dal punto di vista dei numeri: in termini assoluti sono ancora dalla parte delle imprese del nord. Stiamo invece parlando di dinamismo e di tendenza alla crescita in campo internazionale: a sorpresa, si scopre che sono le regioni del dell'Italia centrale e meridionale quelle che - negli ultimi cinque anni - hanno mostrato un maggiore vivacità. Mentre le regioni settentrionali, pur rimanendo ai vertici delle posizioni in campo europeo, sono rimaste statische sulle loro posizioni.

E' uno degli spunti più interessanti del documento frutto del lavoro congiunto dell'ufficio studi di Intesa Sanpaolo e da Srm -Studi e ricerche per il mezzogiorno che ha come tema "L'apertura internazionale delle regioni italiane". In cui si trova conferma della vocazione delle regioni del nord all'ettività di esportazione. Nella classifica delle aree dell'Europa occidentale per la propensione all'expor, le regioni settentrionali rimangono ai vertici: se primi sono i tedeschi del Baden-Wuttemberg, subito dopo viene il Friuli-Venezia Giulia. E se al terzo posto troviamo la Baviera, subito dopo abbiamo Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.

Ancora meglio se consideriamo la classifica per la presenza sui nuovi mercati sul totale delle esportazioni. In questo caso, in testa c'è il Friuli, che si lascia alle spalle la Baviera e poi Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
Ma queste, tutto sommato, sono solo conferme di quanto accaduto nei primi sette mesi dell'anno, che hanno visto l'export dell'Italia aumentato del 14% contro il +13,8% della Germania e il +7,6% della Francia. Non a caso, nei primi sei mesi del 2001, ben undici regioni italiane (nelle esportazioni manifatturiere) hanno fatto meglio della Germania, salendo oltre il 13,8%.

Ma oltre alle conferme ci sono le sorprese. Lo studio ha individuato un indice di internazionalizzazione delle regioni italiane, in base al quale dal 2006 al 2010 a essere cresciute di più non sono le regioni del Nord, ma Sicilia, Lazio, Campania e Calabria. "E' vero che partivano da livelli più bassi - ha spiegato Gregorio De Felice, capo ufficio studi di Intesa - ma il passo avanti è significativo".

In altri termini, il nord si conferma per il maggior peso, ma è il sud a prendersi tutti i primi posti per maggior dinamismo. Il centro Italia è la macro-area che presenta la maggior crescita sullo scenario internazionale (+15,9%), la Sicilia dimostra la miglior prestazione nell'indicatore economico di "apertura internazionale" negli ultimi cinque anni e la Campania la migliore dinamica dell'indicatore di apertura commerciale, calcolato come rapporto tra interscambio commerciale e Pil (+13,8%), in un contesto economico non certo positivo".

La ricerca 1

Fonte: La Repubblica

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Uno studio di Intesa Sanpaolo e di Smr-Studi e ricerche meridionali sfata alcuni luoghi comuni sulla scarsa proiezione internazionale delle aree meridionali del paese. Sicilia, Lazio e Campania, negli ultimi cinque anni, sono quelle che hanno guadagnato più posizioni

di LUCA PAGNI
MILANO - La si potrebbe intendere come la rivincita economica delle regioni del centro-sud su quelle del "ricco" settentrione. Non ancora dal punto di vista dei numeri: in termini assoluti sono ancora dalla parte delle imprese del nord. Stiamo invece parlando di dinamismo e di tendenza alla crescita in campo internazionale: a sorpresa, si scopre che sono le regioni del dell'Italia centrale e meridionale quelle che - negli ultimi cinque anni - hanno mostrato un maggiore vivacità. Mentre le regioni settentrionali, pur rimanendo ai vertici delle posizioni in campo europeo, sono rimaste statische sulle loro posizioni.

E' uno degli spunti più interessanti del documento frutto del lavoro congiunto dell'ufficio studi di Intesa Sanpaolo e da Srm -Studi e ricerche per il mezzogiorno che ha come tema "L'apertura internazionale delle regioni italiane". In cui si trova conferma della vocazione delle regioni del nord all'ettività di esportazione. Nella classifica delle aree dell'Europa occidentale per la propensione all'expor, le regioni settentrionali rimangono ai vertici: se primi sono i tedeschi del Baden-Wuttemberg, subito dopo viene il Friuli-Venezia Giulia. E se al terzo posto troviamo la Baviera, subito dopo abbiamo Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.

Ancora meglio se consideriamo la classifica per la presenza sui nuovi mercati sul totale delle esportazioni. In questo caso, in testa c'è il Friuli, che si lascia alle spalle la Baviera e poi Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
Ma queste, tutto sommato, sono solo conferme di quanto accaduto nei primi sette mesi dell'anno, che hanno visto l'export dell'Italia aumentato del 14% contro il +13,8% della Germania e il +7,6% della Francia. Non a caso, nei primi sei mesi del 2001, ben undici regioni italiane (nelle esportazioni manifatturiere) hanno fatto meglio della Germania, salendo oltre il 13,8%.

Ma oltre alle conferme ci sono le sorprese. Lo studio ha individuato un indice di internazionalizzazione delle regioni italiane, in base al quale dal 2006 al 2010 a essere cresciute di più non sono le regioni del Nord, ma Sicilia, Lazio, Campania e Calabria. "E' vero che partivano da livelli più bassi - ha spiegato Gregorio De Felice, capo ufficio studi di Intesa - ma il passo avanti è significativo".

In altri termini, il nord si conferma per il maggior peso, ma è il sud a prendersi tutti i primi posti per maggior dinamismo. Il centro Italia è la macro-area che presenta la maggior crescita sullo scenario internazionale (+15,9%), la Sicilia dimostra la miglior prestazione nell'indicatore economico di "apertura internazionale" negli ultimi cinque anni e la Campania la migliore dinamica dell'indicatore di apertura commerciale, calcolato come rapporto tra interscambio commerciale e Pil (+13,8%), in un contesto economico non certo positivo".

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Fonte: La Repubblica

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