giovedì 7 luglio 2011

Manovra, stangata sui risparmi. La tassa su titoli e bot passa da 34 a 120 euro

Imposta di bollo quadruplicata nella manovra. Chi ha risparmi di poche migliaia di euro e vede così drasticamente ridotti gli interessi maturati. E la patrimoniale salva-ricchi di Tremonti premia chi offre conti di deposito come quello di Mediolanum

I vostri sudati risparmi ammontano a poche decine di migliaia di euro o magari anche meno? Non siete speculatori, la Borsa vi mette ansia e l’investimento più rischioso che riuscite a tollerare è quello nei vecchi Bot, Cct o Btp? Bene, cioè male. Perché se avete risposto sì a queste domande dovete sapere che il ministro Giulio Tremonti si è appena inventato un’imposta su misura per voi. Un’imposta che premia i ricchi e gli speculatori e punisce i piccoli risparmiatori, ovvero, nella gran parte dei casi, lavoratori dipendenti o famiglie a reddito medio basso. Sono loro, infatti, i cittadini più colpiti dall’aumento dell’imposta di bollo sul deposito titoli.
Il provvedimento inserito nella manovra appena varata dal governo prevede che questa particolare gabella passi dagli attuali 34,20 euro all’anno fino a 120 euro. È solo un primo passo: dal 2013 l’imposta diventerà di 150 euro per i depositi fino a 50 mila euro e di 380 per i dossier con titoli di valore superiore. È una novità di carattere regressivo, concludono gli esperti. Nel senso che il peso del prelievo diminuisce man mano che aumenta la consistenza del patrimonio gestito. Più chiaro ancora: si tratta di una patrimoniale, ma al contrario: chi più ha meno paga. Nell’ipotesi estrema, ma neppure troppo, che un risparmiatore abbia un deposito titoli del valore di 10 mila euro tutti investiti in Bot a un anno, buona parte del rendimento dei titoli verrebbe assorbito dalla nuova maxi-imposta di bollo.

I Bot annuali infatti fruttano (al netto di tasse e oneri di collocamento) l’1,57 per cento, cioè 157 euro su 10 mila investiti. Questo gruzzolo verrebbe però falcidiato dai 120 euro del bollo. Al nostro ipotetico investitore resterebbero 37 euro. Con l’imposta annuale di 34,20 euro in vigore fino ad oggi il guadagno effettivo ammonta invece a 122,8 euro. Per il piccolo risparmiatore l’effetto Tremonti si traduce in una perdita secca del 70 per cento, pari a 85,5 euro.
Ben diversa la situazione di chi può disporre di un ingente patrimonio. Dai 500 mila euro in su il peso dell’imposta di bollo maggiorata si rivela infatti ben poca cosa. Per chi guadagna migliaia di euro all’anno grazie ai rendimenti dei propri titoli tutto sommato non c’è gran differenza se l’imposta è di 34,20 euro oppure di 120.

Fin qui gli effetti della manovra sui risparmiatori. La stangata del bollo sul deposito titoli avrà però con ogni probabilità effetti concreti anche nei conti delle banche. Alla fine verranno favoriti soprattutto gli istituti che offrono conti di deposito vincolati, tipo Conto Arancio o Che Banca. Sarà un caso, ma tra i gruppi finanziari che di recente hanno puntato alla grande su questo tipo di prodotti c’è anche Mediolanum che proprio poche settimane fa ha aggiornato il suo conto Freedom trasformandolo in un vero e proprio conto di deposito con rendimento garantito per un anno. Assieme al presidente Ennio Doris, il maggiore azionista di Mediolanum altri non è che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. È un caso classico, l’ennesimo, di conflitto d’interessi. Una norma varata dal governo finisce per favorire un’azienda che fa capo al premier. Mediolanum infatti, così come Mediobanca, padrona di Che Banca, e il gruppo olandese Ing (Conto Arancio), ha tutto da guadagnare dall’inasprimento dell’imposta di bollo.

Infatti, i piccoli risparmiatori saranno incentivati a chiudere il loro dossier titoli in banca per puntare tutto sui conti di deposito. Questi ultimi infatti già adesso offrono rendimenti più che concorrenziali rispetto ai titoli di stato. Se poi il magro guadagno garantito dai Bot annuali viene taglieggiato dal nuovo bollo formato XXL, allora è facile immaginare che gli investitori andranno alla ricerca di prodotti più convenienti e relativamente sicuri. Proprio come i conti di deposito. Insomma grandi affari in vista per la coppia Berlusconi-Doris. Grazie a Tremonti, il Robin Hood che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

da Il Fatto Quotidiano del 6 luglio 2011

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Imposta di bollo quadruplicata nella manovra. Chi ha risparmi di poche migliaia di euro e vede così drasticamente ridotti gli interessi maturati. E la patrimoniale salva-ricchi di Tremonti premia chi offre conti di deposito come quello di Mediolanum

I vostri sudati risparmi ammontano a poche decine di migliaia di euro o magari anche meno? Non siete speculatori, la Borsa vi mette ansia e l’investimento più rischioso che riuscite a tollerare è quello nei vecchi Bot, Cct o Btp? Bene, cioè male. Perché se avete risposto sì a queste domande dovete sapere che il ministro Giulio Tremonti si è appena inventato un’imposta su misura per voi. Un’imposta che premia i ricchi e gli speculatori e punisce i piccoli risparmiatori, ovvero, nella gran parte dei casi, lavoratori dipendenti o famiglie a reddito medio basso. Sono loro, infatti, i cittadini più colpiti dall’aumento dell’imposta di bollo sul deposito titoli.
Il provvedimento inserito nella manovra appena varata dal governo prevede che questa particolare gabella passi dagli attuali 34,20 euro all’anno fino a 120 euro. È solo un primo passo: dal 2013 l’imposta diventerà di 150 euro per i depositi fino a 50 mila euro e di 380 per i dossier con titoli di valore superiore. È una novità di carattere regressivo, concludono gli esperti. Nel senso che il peso del prelievo diminuisce man mano che aumenta la consistenza del patrimonio gestito. Più chiaro ancora: si tratta di una patrimoniale, ma al contrario: chi più ha meno paga. Nell’ipotesi estrema, ma neppure troppo, che un risparmiatore abbia un deposito titoli del valore di 10 mila euro tutti investiti in Bot a un anno, buona parte del rendimento dei titoli verrebbe assorbito dalla nuova maxi-imposta di bollo.

I Bot annuali infatti fruttano (al netto di tasse e oneri di collocamento) l’1,57 per cento, cioè 157 euro su 10 mila investiti. Questo gruzzolo verrebbe però falcidiato dai 120 euro del bollo. Al nostro ipotetico investitore resterebbero 37 euro. Con l’imposta annuale di 34,20 euro in vigore fino ad oggi il guadagno effettivo ammonta invece a 122,8 euro. Per il piccolo risparmiatore l’effetto Tremonti si traduce in una perdita secca del 70 per cento, pari a 85,5 euro.
Ben diversa la situazione di chi può disporre di un ingente patrimonio. Dai 500 mila euro in su il peso dell’imposta di bollo maggiorata si rivela infatti ben poca cosa. Per chi guadagna migliaia di euro all’anno grazie ai rendimenti dei propri titoli tutto sommato non c’è gran differenza se l’imposta è di 34,20 euro oppure di 120.

Fin qui gli effetti della manovra sui risparmiatori. La stangata del bollo sul deposito titoli avrà però con ogni probabilità effetti concreti anche nei conti delle banche. Alla fine verranno favoriti soprattutto gli istituti che offrono conti di deposito vincolati, tipo Conto Arancio o Che Banca. Sarà un caso, ma tra i gruppi finanziari che di recente hanno puntato alla grande su questo tipo di prodotti c’è anche Mediolanum che proprio poche settimane fa ha aggiornato il suo conto Freedom trasformandolo in un vero e proprio conto di deposito con rendimento garantito per un anno. Assieme al presidente Ennio Doris, il maggiore azionista di Mediolanum altri non è che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. È un caso classico, l’ennesimo, di conflitto d’interessi. Una norma varata dal governo finisce per favorire un’azienda che fa capo al premier. Mediolanum infatti, così come Mediobanca, padrona di Che Banca, e il gruppo olandese Ing (Conto Arancio), ha tutto da guadagnare dall’inasprimento dell’imposta di bollo.

Infatti, i piccoli risparmiatori saranno incentivati a chiudere il loro dossier titoli in banca per puntare tutto sui conti di deposito. Questi ultimi infatti già adesso offrono rendimenti più che concorrenziali rispetto ai titoli di stato. Se poi il magro guadagno garantito dai Bot annuali viene taglieggiato dal nuovo bollo formato XXL, allora è facile immaginare che gli investitori andranno alla ricerca di prodotti più convenienti e relativamente sicuri. Proprio come i conti di deposito. Insomma grandi affari in vista per la coppia Berlusconi-Doris. Grazie a Tremonti, il Robin Hood che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

da Il Fatto Quotidiano del 6 luglio 2011

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