Per tamponare la sentenza della Consulta prevista una modifica alle norme sulle graduatorie che di fatto impedisce ogni movimento da una regione all'altra: solo al sud riguarderà 20mila persone. E il Codacons apre il capitolo risarcimenti
di SALVO INTRAVAIA
Ancora pochi mesi di lavoro al Nord e poi migliaia di supplenti meridionali saranno costretti a tornarsene nelle regioni di origine. E sulla scia del megarisarcimento accordato dal Giudice del lavoro di Genova a 15 precari della scuola liguri, parte la più grande class-action mai avviata contro la pubblica amministrazione. A presentarla è il Codacons e ad avvantaggiarsene saranno 40 mila i precari di scuola e università. Nel corso dell'incontro con i sindacati, i tecnici di viale Trastevere hanno comunicato che, per applicare la sentenza della Corte costituzionale - che a febbraio ha dichiarato illegittime le graduatorie "di coda" - emanerà un decreto che darà la possibilità ai supplenti di aggiornare soltanto il punteggio nella graduatoria di merito in cui si trovano inseriti attualmente.
Le liste di "serie B", quelle "di coda", istituite dalla Gelmini saranno cancellate e per i prossimi due anni non sarà possibile spostarsi da una provincia all'altra, come i precari delle regioni meridionali speravano. La notizia non mancherà di avere strascichi polemici. "Il ministero dell'Istruzione ha prospettato l'intenzione di aggiornare per il prossimo biennio, come previsto dalla legge istitutiva delle graduatorie 'a esaurimento', i punteggi dei docenti nella provincia in cui sono inclusi e per cui costoro avevano dato l'opzione. Tale ipotesi è subordinata unicamente alla risposta dell'Avvocatura generale dello stato cui è stata inoltrata la richiesta di parere a riguardo", dichiara il segretario dello Snals, Marco Paolo Nigi.
Così, quella che sembrava una sentenza a favore dei precari della scuola sta per trasformarsi in un gigantesco boomerang, perché sbarrerà la strada verso la supplenza in una regione settentrionale a migliaia di supplenti del Sud. Nel 2007, con l'intento di eliminare il precariato della scuola, l'allora ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni trasformò le graduatorie "permanenti" in graduatorie "ad esaurimento", bloccando i trasferimenti di provincia e, al contempo, varando un megapiano di 150 mila assunzioni in tre anni. Quando a Palazzo della Minerva arrivò la Gelmini e in via XX settembre Tremonti, il piano di stabilizzazione dei precari venne cancellato, mentre il blocco dei trasferimenti di provincia restò in vigore.
Per addolcire la pillola alle migliaia di precari meridionali alla disperata ricerca di una cattedra e uno stipendio, la ministra di Leno inventò le graduatorie "di coda": una specie di lista secondaria, che seguiva la cosiddetta graduatoria di merito. Due anni fa i precari della scuola ebbero la possibilità di aggiornare il punteggio - per il biennio 2009/2010 e 2010/2011 - nella provincia in cui si trovavano inseriti ai tempi di Fioroni e, in più, poterono scegliere altre tre province in cui inserirsi in "coda". La trovata consentì a migliaia di insegnanti delle regioni del Sud di lavorare al Nord. Ma il mese scorso i giudici della Consulta hanno dichiarato illegittime "le code".
Sono almeno 20 mila i precari meridionali iscritti "in coda" al Nord. Parecchi di loro, nonostante vengano chiamati dopo l'ultimo della graduatoria di merito, a prescindere dal punteggio, riescono a lavorare perché al Nord molte graduatorie sono esaurite. "La via prospettata", ha dichiarato Nigi, "è condivisibile come soluzione tampone". Secondo Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, "la via maestra da seguire per dare risposte alle attese dei precari è quella di assumere a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili: non è pensabile che siano i ricorsi e le sentenze a decidere chi e quando ha diritto di entrare in ruolo".
"Come avevamo da subito rilevato - prosegue Scrima - il quadro normativo che consegue alla sentenza della Corte costituzionale si rivela complesso e controverso: per quanto ci riguarda, riteniamo che la natura delle graduatorie, specie dopo la loro trasformazione in "graduatorie ad esaurimento", imponga di salvaguardare quanto più possibile le aspettative di chi vi è incluso, senza continui e periodici stravolgimenti delle posizioni occupate". "La Uil scuola, nel corso dell'incontro che si è svolto stamattina al Miur, ha riproposto l'apertura di una trattativa per dare soluzioni strutturali al problema precariato", dichiara Massimo Di Menna.
Molto critico, invece, Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil. "L'incontro di oggi è stato del tutto inutile, perché non ha affrontato i tantissimi nodi che riguardano il destino dei precari della scuola". "Il Governo ha l'obbligo - aggiunge Pantaleo - di assumere una posizione chiara rispetto all'applicazione della sentenza 41/2011, relativa alla incostituzionalità dell'inserimento in coda nelle graduatorie provinciali, e ai ripetuti pronunciamenti della magistratura ordinaria che ha riconosciuto diritti fondamentali per i lavoratori precari". Mentre il Codacons sguinzaglia 40 mila precari di scuola e università, che chiedono la stabilizzazione e 30 mila euro di risarcimento, contro i ministeri dell'Istruzione e della Pubblica amministrazione.
Ancora pochi mesi di lavoro al Nord e poi migliaia di supplenti meridionali saranno costretti a tornarsene nelle regioni di origine. E sulla scia del megarisarcimento accordato dal Giudice del lavoro di Genova a 15 precari della scuola liguri, parte la più grande class-action mai avviata contro la pubblica amministrazione. A presentarla è il Codacons e ad avvantaggiarsene saranno 40 mila i precari di scuola e università. Nel corso dell'incontro con i sindacati, i tecnici di viale Trastevere hanno comunicato che, per applicare la sentenza della Corte costituzionale - che a febbraio ha dichiarato illegittime le graduatorie "di coda" - emanerà un decreto che darà la possibilità ai supplenti di aggiornare soltanto il punteggio nella graduatoria di merito in cui si trovano inseriti attualmente.
Le liste di "serie B", quelle "di coda", istituite dalla Gelmini saranno cancellate e per i prossimi due anni non sarà possibile spostarsi da una provincia all'altra, come i precari delle regioni meridionali speravano. La notizia non mancherà di avere strascichi polemici. "Il ministero dell'Istruzione ha prospettato l'intenzione di aggiornare per il prossimo biennio, come previsto dalla legge istitutiva delle graduatorie 'a esaurimento', i punteggi dei docenti nella provincia in cui sono inclusi e per cui costoro avevano dato l'opzione. Tale ipotesi è subordinata unicamente alla risposta dell'Avvocatura generale dello stato cui è stata inoltrata la richiesta di parere a riguardo", dichiara il segretario dello Snals, Marco Paolo Nigi.
Così, quella che sembrava una sentenza a favore dei precari della scuola sta per trasformarsi in un gigantesco boomerang, perché sbarrerà la strada verso la supplenza in una regione settentrionale a migliaia di supplenti del Sud. Nel 2007, con l'intento di eliminare il precariato della scuola, l'allora ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni trasformò le graduatorie "permanenti" in graduatorie "ad esaurimento", bloccando i trasferimenti di provincia e, al contempo, varando un megapiano di 150 mila assunzioni in tre anni. Quando a Palazzo della Minerva arrivò la Gelmini e in via XX settembre Tremonti, il piano di stabilizzazione dei precari venne cancellato, mentre il blocco dei trasferimenti di provincia restò in vigore.
Per addolcire la pillola alle migliaia di precari meridionali alla disperata ricerca di una cattedra e uno stipendio, la ministra di Leno inventò le graduatorie "di coda": una specie di lista secondaria, che seguiva la cosiddetta graduatoria di merito. Due anni fa i precari della scuola ebbero la possibilità di aggiornare il punteggio - per il biennio 2009/2010 e 2010/2011 - nella provincia in cui si trovavano inseriti ai tempi di Fioroni e, in più, poterono scegliere altre tre province in cui inserirsi in "coda". La trovata consentì a migliaia di insegnanti delle regioni del Sud di lavorare al Nord. Ma il mese scorso i giudici della Consulta hanno dichiarato illegittime "le code".
Sono almeno 20 mila i precari meridionali iscritti "in coda" al Nord. Parecchi di loro, nonostante vengano chiamati dopo l'ultimo della graduatoria di merito, a prescindere dal punteggio, riescono a lavorare perché al Nord molte graduatorie sono esaurite. "La via prospettata", ha dichiarato Nigi, "è condivisibile come soluzione tampone". Secondo Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, "la via maestra da seguire per dare risposte alle attese dei precari è quella di assumere a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili: non è pensabile che siano i ricorsi e le sentenze a decidere chi e quando ha diritto di entrare in ruolo".
"Come avevamo da subito rilevato - prosegue Scrima - il quadro normativo che consegue alla sentenza della Corte costituzionale si rivela complesso e controverso: per quanto ci riguarda, riteniamo che la natura delle graduatorie, specie dopo la loro trasformazione in "graduatorie ad esaurimento", imponga di salvaguardare quanto più possibile le aspettative di chi vi è incluso, senza continui e periodici stravolgimenti delle posizioni occupate". "La Uil scuola, nel corso dell'incontro che si è svolto stamattina al Miur, ha riproposto l'apertura di una trattativa per dare soluzioni strutturali al problema precariato", dichiara Massimo Di Menna.
Molto critico, invece, Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil. "L'incontro di oggi è stato del tutto inutile, perché non ha affrontato i tantissimi nodi che riguardano il destino dei precari della scuola". "Il Governo ha l'obbligo - aggiunge Pantaleo - di assumere una posizione chiara rispetto all'applicazione della sentenza 41/2011, relativa alla incostituzionalità dell'inserimento in coda nelle graduatorie provinciali, e ai ripetuti pronunciamenti della magistratura ordinaria che ha riconosciuto diritti fondamentali per i lavoratori precari". Mentre il Codacons sguinzaglia 40 mila precari di scuola e università, che chiedono la stabilizzazione e 30 mila euro di risarcimento, contro i ministeri dell'Istruzione e della Pubblica amministrazione.
Fonte:La Repubblica
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