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Forse è la volta buona: il Consiglio dei ministri ieri è tornato sul piano per il Sud, presentato a più riprese dal governo Berlusconi. Per la verità, ormai si sprecano le conferenze stampa dove si è parlato di rilancio del Mezzogiorno, poi il problema è stato accantonato per l’incombenza di altre priorità e, così, la queastione Sud è stata rinviata. Ora, però, è pronto il calendario degli interventi e un entusiasta ministro per gli Affari Regionali assicura che entro il 30 aprile partiranno le procedure per l’attuazione del Piano. Raffaele Fitto, in una intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno si è soffermato anche sui punti chiave del piano e, anche in questo caso, nulla di nuovo.
Qualche cambiamento, però, lo abbiamo appreso ieri durante Porta a Porta su Rai Uno. Il ministro per lo Sviluppo Economico, Romani, parlando della dotazione del piano Sud ha affermato che sul piatto di sono 60 miliardi di euro. Ma come: Berlusconi nei mesi scorsi non aveva parlato di 100 miliardi? I conti non tornano: si sono persi per strada 40 miliardi? Poi, al di là della bontà o meno del piano, non si comprende l’entusiamo di Fitto. La data del 30 aprile sembra l’ennesimo slittamento di una progetto che ormai inizia a diventare trito e ritrito. Il Sud ha bisogno di cose concrete e non di spot o slogan vuoti. Tra una inchiesta giudiziaria, un festino e qualche impegno parlamentare, chi ci governa (compresa l’opposizione) si ricordi del Mezzogiorno. Ma per davvero.
Fonte: http://www.ilsud.eu/?p=2340
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