giovedì 23 dicembre 2010

A Napoli esiste anche una città che si ribella all’emergenza rifiuti

Una videoinchiesta del Wwf documenta come in sette quartieri di Napoli, nonostante l'emergenza rifiuti, la raccolta differenziata porta a porta riscuota risultati eccellenti

Esiste una Napoli che si ribella all’emergenza rifiuti con le buone pratiche quotidiane che dimostrano voglia di cambiamento e di riscatto. E’ la Napoli ripresa in una video inchiesta del Wwf Campania sulla raccolta ‘porta a porta’ in sette quartieri partenopei, per un totale di 130.000 abitanti, pari al 13% della popolazione del capoluogo. Girata nella prima settimana di dicembre, durante la fase acuta dell’ennesima emergenza, la video inchiesta degli ambientalisti del Panda ha documentato gli eccellenti risultati raggiunti nella raccolta differenziata in questi sette quartieri,Bagnoli, Ponticelli, Centro Direzionale, Chiaiano, Colli Aminei, San Giovanni a Teduccio, Rione Alto. Bagnoli con i suoi 19.236 abitanti e’ il quartiere più virtuoso della città con il 91,11% di raccolta differenziata (su 3.519 tonnellate di rifiuti prodotti da gennaio a settembre 2010 ben 3.206 non vanno in discarica). Seguono il Centro direzionale con l’84,25% per 2.349 abitanti, Chiaiano con 72,63% per 24.860 abitanti, i Colli Aminei con 68,43% per 21.961 abitanti, Ponticelli con 65,43% per 10.888 abitanti, Rione Alto con il 64,68% per un totale di 16.509 abitanti, San Giovanni a Teduccio con 50,15% di differenziata per 31.876 abitanti. Questi cittadini ‘Campioni’ di differenziata hanno così evitato il conferimento in discarica del 66,09% dei rifiuti prodotti consentendo di recuperare la materia e riducendo il fabbisogno di invasi. Il Wwf ha sottolineato che ”sono bastati due anni di lavoro, comunicazione e sensibilizzazione con operatori dedicati nell’attivita’ ‘pilota’ per dimostrare come i cittadini napoletani superino in efficienza i propri amministratori che finora, al contrario, li hanno condannati all’emergenza cronica”.

Nel corso della conferenza che si è svolta presso l’Istituto degli Studi Filosofici di Napoli, il Wwf ha poi presentato un documento dal titolo “Rifiuti in Campania: ricominciamo da cittadini”. Un’analisi sulla gestione dei rifiuti in Campania, la logica degli inceneritori, la disciplina comunitaria sulla gestione dei rifiuti, il caso Terzigno e un commento sul decreto legge rifiuti su cui e’ prevista la votazione alla Camera dei Deputati. Conclusioni: senza i buoni risultati di questi 7 quartieri coinvolti nel ‘porta a porta’, la differenziata a Napoli sarebbe inchiodata a un livello bassissimo e pari a quella della media di molti comuni della Provincia di Napoli. Infatti, dal 2008, anno in cui e’ stata introdotta la raccolta “porta a porta” nella città partenopea, la percentuale di raccolta differenziata e’ passata dal 14,45% al 18,90%. Nel 2000 il servizio era inesistente: solo l’1,32% su tutto il territorio cittadino. Dai dati si registra un trend costante di aumento nella raccolta differenziata tra il 2009 e il 2010.

“Il trend costante nella raccolta differenziata potrebbe ulteriormente crescere se a separare i rifiuti non fosse solo il 13,12% dei cittadini, ma tutti i napoletani – ha dichiarato in conferenzaAlessandro Gatto, Presidente del Wwf Campania – In questo modo i rifiuti diretti in discarica si ridurrebbero del 40%: su 1.500 tonnellate prodotte al giorno in città se almeno 400 venissero avviate al recupero di materiali, avremmo 12.000 tonnellate in meno in discarica al mese”. ”Per questo -ha aggiunto- e’ importante che a Napoli, come in tutto il resto della Campania, sulla storia dei rifiuti si ricominci da ‘cittadini’, da persone responsabili che con il proprio comportamento possono fare la differenza. Tutti i dati sulla raccolta indicano come potenzialmente, al pari di altre Regioni e Provincie italiane, sia possibile immaginare attraverso la raccolta differenziata e il recupero dei materiali una drastica riduzione dei rifiuti da destinarsi a discarica o incenerimento. I 130.000 napoletani dei quartieri del porta a porta ci dicono che puntare sulla raccolta differenziata spinta e’ un investimento sicuro che li mette allo stesso livello dei cittadini nord-europei”.

“Questa esperienza – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia – ci insegna che occorrono risposte politiche adeguate alle potenzialita’ e alla volonta’ degli stessi cittadini e che le scelte finora avviate non hanno tenuto conto di questi fattori. E’ bastato ‘gettare un seme’ per avere un raccolto fruttuoso. I cittadini chiedono con forza un cambiamento radicale rispetto alle scelte che hanno subito per oltre 15 anni con le drammatiche conseguenze negative che tutti conosciamo. I napoletani chiedono di avere accesso rapido al servizio ‘porta a porta’ perche’ ne vedono la ricetta ‘anti-crisi-rifiuti”’.

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Una videoinchiesta del Wwf documenta come in sette quartieri di Napoli, nonostante l'emergenza rifiuti, la raccolta differenziata porta a porta riscuota risultati eccellenti

Esiste una Napoli che si ribella all’emergenza rifiuti con le buone pratiche quotidiane che dimostrano voglia di cambiamento e di riscatto. E’ la Napoli ripresa in una video inchiesta del Wwf Campania sulla raccolta ‘porta a porta’ in sette quartieri partenopei, per un totale di 130.000 abitanti, pari al 13% della popolazione del capoluogo. Girata nella prima settimana di dicembre, durante la fase acuta dell’ennesima emergenza, la video inchiesta degli ambientalisti del Panda ha documentato gli eccellenti risultati raggiunti nella raccolta differenziata in questi sette quartieri,Bagnoli, Ponticelli, Centro Direzionale, Chiaiano, Colli Aminei, San Giovanni a Teduccio, Rione Alto. Bagnoli con i suoi 19.236 abitanti e’ il quartiere più virtuoso della città con il 91,11% di raccolta differenziata (su 3.519 tonnellate di rifiuti prodotti da gennaio a settembre 2010 ben 3.206 non vanno in discarica). Seguono il Centro direzionale con l’84,25% per 2.349 abitanti, Chiaiano con 72,63% per 24.860 abitanti, i Colli Aminei con 68,43% per 21.961 abitanti, Ponticelli con 65,43% per 10.888 abitanti, Rione Alto con il 64,68% per un totale di 16.509 abitanti, San Giovanni a Teduccio con 50,15% di differenziata per 31.876 abitanti. Questi cittadini ‘Campioni’ di differenziata hanno così evitato il conferimento in discarica del 66,09% dei rifiuti prodotti consentendo di recuperare la materia e riducendo il fabbisogno di invasi. Il Wwf ha sottolineato che ”sono bastati due anni di lavoro, comunicazione e sensibilizzazione con operatori dedicati nell’attivita’ ‘pilota’ per dimostrare come i cittadini napoletani superino in efficienza i propri amministratori che finora, al contrario, li hanno condannati all’emergenza cronica”.

Nel corso della conferenza che si è svolta presso l’Istituto degli Studi Filosofici di Napoli, il Wwf ha poi presentato un documento dal titolo “Rifiuti in Campania: ricominciamo da cittadini”. Un’analisi sulla gestione dei rifiuti in Campania, la logica degli inceneritori, la disciplina comunitaria sulla gestione dei rifiuti, il caso Terzigno e un commento sul decreto legge rifiuti su cui e’ prevista la votazione alla Camera dei Deputati. Conclusioni: senza i buoni risultati di questi 7 quartieri coinvolti nel ‘porta a porta’, la differenziata a Napoli sarebbe inchiodata a un livello bassissimo e pari a quella della media di molti comuni della Provincia di Napoli. Infatti, dal 2008, anno in cui e’ stata introdotta la raccolta “porta a porta” nella città partenopea, la percentuale di raccolta differenziata e’ passata dal 14,45% al 18,90%. Nel 2000 il servizio era inesistente: solo l’1,32% su tutto il territorio cittadino. Dai dati si registra un trend costante di aumento nella raccolta differenziata tra il 2009 e il 2010.

“Il trend costante nella raccolta differenziata potrebbe ulteriormente crescere se a separare i rifiuti non fosse solo il 13,12% dei cittadini, ma tutti i napoletani – ha dichiarato in conferenzaAlessandro Gatto, Presidente del Wwf Campania – In questo modo i rifiuti diretti in discarica si ridurrebbero del 40%: su 1.500 tonnellate prodotte al giorno in città se almeno 400 venissero avviate al recupero di materiali, avremmo 12.000 tonnellate in meno in discarica al mese”. ”Per questo -ha aggiunto- e’ importante che a Napoli, come in tutto il resto della Campania, sulla storia dei rifiuti si ricominci da ‘cittadini’, da persone responsabili che con il proprio comportamento possono fare la differenza. Tutti i dati sulla raccolta indicano come potenzialmente, al pari di altre Regioni e Provincie italiane, sia possibile immaginare attraverso la raccolta differenziata e il recupero dei materiali una drastica riduzione dei rifiuti da destinarsi a discarica o incenerimento. I 130.000 napoletani dei quartieri del porta a porta ci dicono che puntare sulla raccolta differenziata spinta e’ un investimento sicuro che li mette allo stesso livello dei cittadini nord-europei”.

“Questa esperienza – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia – ci insegna che occorrono risposte politiche adeguate alle potenzialita’ e alla volonta’ degli stessi cittadini e che le scelte finora avviate non hanno tenuto conto di questi fattori. E’ bastato ‘gettare un seme’ per avere un raccolto fruttuoso. I cittadini chiedono con forza un cambiamento radicale rispetto alle scelte che hanno subito per oltre 15 anni con le drammatiche conseguenze negative che tutti conosciamo. I napoletani chiedono di avere accesso rapido al servizio ‘porta a porta’ perche’ ne vedono la ricetta ‘anti-crisi-rifiuti”’.

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