mercoledì 8 dicembre 2010

8 dicembre. Il giorno dei "panzerotti ".


Ricevo e posto:





Di Costanza Castellano


L'8 dicembre era il giorno dei panzerotti e i miei fratelli ,tutti più grandi di me ,venivano da Torino ,Milano ,Padova ,qualcuno già sposato con ragazze del nord per mangiare tutti insieme i frittelloni che erano chiamati così a Barletta ,la città d'origine dei meii genitori. I panzerotti in realtà ormai erano un rito ,l'occasione per ritrovarsi e nessuno avrebbe allora pensato di sottrarsi a quell'incontro che consideravamo quasi come un Natale .

Mia madre alla mattina presto preparava una grande quantità di impasto perchè eravamo nove figli ,due genitori ,più diversi membri aggiunti ..e mia sorella ed io che vivevamo ancora in casa cominciavamo di buon' ora a tagliare e riempire i panzerotti :per mezzogiorno era tutto pronto e si cominciava a friggere . Mia madre era l'autorità indiscussa della preparazione e ad ogni momento era interrotta da un figlio che arrivava da vicino e da lontano .Baci ,abbracci ,ma i panzerotti appena fritti e bollentissimi venivano rubati e mangiati subito subito .Anche questo era un rito ,mia madre che con un mestolo tra le risate di tutti cercava di difenderli per portarli a tavola in grandi piatti.

Le frittelle dell'Immacolata erano una delle pochissime usanze che caratterizzavano la mia famiglia come meridionale ;mio padre non amava il Sud ,se ne era allontanato con sollievo,voleva che tutti noi parlassimo un italiano perfetto senza inflessioni dialettali ,faceva il tifo per la Juventus e quando una mia sorella sposò un bravissimo ragazzo catanese impiegò un po' di tempo a digerire la cosa .Quando lui morì smettemmo di fare i panzerotti e con loro sparirono anche le ultime tracce della mia meridionalità .Io non mi sentivo pugliese ma neanche genovese anche se abitavo a Genova da quando ero bambina; il mio essere italiana galleggiò così per diversi decenni in un limbo di indifferenza in cui però cominciava a farsi strada l'inquietante sensazione di essere un'apolide,di non appartenere a nessun posto .

Poi con un gesto banale e semplicissimo un giorno prendo in mano un libro che già dal titolo grida di un Sud massacrato da una dinastia senza onore ;lo sfoglio ,leggo cose sconvolgenti di cui non so nulla e penso "ma quest'uomo ,l'autore, è pazzo "me lo compro e me lo porto via.


Beh ,l'autore non era pazzo :lo stile del libro sì un po' da esaltato ma giustificato dagli orrori narrati .Quel libro fu l'inizio : volevo saperne di più ,trovare conferme ,così ne ho letto altri e altri ancora e tutti dicevano in modi diversi praticamente la stessa cosa ed io scoprivo che una terra ammirevole perchè nobile e saggia , era stata sfregiata ,umiliata ,svuotata della sua identità .


Sono passati più di dieci anni e mentre all'inizio mi sentivo come una miracolata perchè avevo ritrovato le mie radici adesso vivo con razionalità e consapevolezza la mia vita di meridionale al nord .E per oggi 8 dicembre ho preparato tutto perchè in casa mia si mangeranno i panzerotti .


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Ricevo e posto:





Di Costanza Castellano


L'8 dicembre era il giorno dei panzerotti e i miei fratelli ,tutti più grandi di me ,venivano da Torino ,Milano ,Padova ,qualcuno già sposato con ragazze del nord per mangiare tutti insieme i frittelloni che erano chiamati così a Barletta ,la città d'origine dei meii genitori. I panzerotti in realtà ormai erano un rito ,l'occasione per ritrovarsi e nessuno avrebbe allora pensato di sottrarsi a quell'incontro che consideravamo quasi come un Natale .

Mia madre alla mattina presto preparava una grande quantità di impasto perchè eravamo nove figli ,due genitori ,più diversi membri aggiunti ..e mia sorella ed io che vivevamo ancora in casa cominciavamo di buon' ora a tagliare e riempire i panzerotti :per mezzogiorno era tutto pronto e si cominciava a friggere . Mia madre era l'autorità indiscussa della preparazione e ad ogni momento era interrotta da un figlio che arrivava da vicino e da lontano .Baci ,abbracci ,ma i panzerotti appena fritti e bollentissimi venivano rubati e mangiati subito subito .Anche questo era un rito ,mia madre che con un mestolo tra le risate di tutti cercava di difenderli per portarli a tavola in grandi piatti.

Le frittelle dell'Immacolata erano una delle pochissime usanze che caratterizzavano la mia famiglia come meridionale ;mio padre non amava il Sud ,se ne era allontanato con sollievo,voleva che tutti noi parlassimo un italiano perfetto senza inflessioni dialettali ,faceva il tifo per la Juventus e quando una mia sorella sposò un bravissimo ragazzo catanese impiegò un po' di tempo a digerire la cosa .Quando lui morì smettemmo di fare i panzerotti e con loro sparirono anche le ultime tracce della mia meridionalità .Io non mi sentivo pugliese ma neanche genovese anche se abitavo a Genova da quando ero bambina; il mio essere italiana galleggiò così per diversi decenni in un limbo di indifferenza in cui però cominciava a farsi strada l'inquietante sensazione di essere un'apolide,di non appartenere a nessun posto .

Poi con un gesto banale e semplicissimo un giorno prendo in mano un libro che già dal titolo grida di un Sud massacrato da una dinastia senza onore ;lo sfoglio ,leggo cose sconvolgenti di cui non so nulla e penso "ma quest'uomo ,l'autore, è pazzo "me lo compro e me lo porto via.


Beh ,l'autore non era pazzo :lo stile del libro sì un po' da esaltato ma giustificato dagli orrori narrati .Quel libro fu l'inizio : volevo saperne di più ,trovare conferme ,così ne ho letto altri e altri ancora e tutti dicevano in modi diversi praticamente la stessa cosa ed io scoprivo che una terra ammirevole perchè nobile e saggia , era stata sfregiata ,umiliata ,svuotata della sua identità .


Sono passati più di dieci anni e mentre all'inizio mi sentivo come una miracolata perchè avevo ritrovato le mie radici adesso vivo con razionalità e consapevolezza la mia vita di meridionale al nord .E per oggi 8 dicembre ho preparato tutto perchè in casa mia si mangeranno i panzerotti .


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1 commento:

bb roma ha detto...

Mamma mia sono buonissimi!

 
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