venerdì 26 novembre 2010

Tra nord e sud palme e veleni


di LINO PATRUNO

È vero, Nord e Sud sono diventati ciò che prima erano destra e sinistra. La versione aggiornata. Così questa fetida questione dell’immondizia di Napoli. Si chiede che possa essere smaltita da altre regioni, e sùbito la Lega reagisce: al Nord mai.

A occhio e croce si può capirli, anzi anche alcune regioni del Sud hanno risposto così, loro l’hanno creata e loro se la tengano. Poi però ci sono una decina di inchieste giudiziarie a dimostrare come le discariche campane siano stracolme di rifiuti soprattutto del Nord. E rifiuti speciali, ipocrisia per dire veleni micidiali tipo amianto, diossina, cianuro. Fatti arrivare dalla camorra a un prezzo otto volte più basso. Almeno 40 tir a settimana, dice niente il film ? E la gente lo sa, le barricate a Terzigno non sono la solita cialtronata della solita plebe meridionale anarchica e cenciosa.

A guadagnarci non è solo la criminalità. Ci guadagna anche la politica dagli opachi rapporti con la criminalità. E del resto, la storia si ripete. Ai tempi della Cassa per il Mezzogiorno, invece di far crescere al Sud le piccole imprese, quelle legate alle produzioni del territorio, ci mandarono i grandi impianti inquinanti (siderurgia, chimica, raffinazione). Che non solo distrussero una terra e l’anima di un popolo. Ma non lasciarono una lira di reddito, perché i loro semilavorati tornavano al Nord per alimentare quell’industria (come l’acciaio per le auto). Lasciarono invece un cimitero di illusioni quando la crisi petrolifera li schiantò. E danni che chissà se i secoli cancelleranno, al di là delle travagliate bonifiche. Come sanno a Manfredonia e Brindisi.

Non avviene solo in Italia. Avviene normalmente fra i ricchi e i poveri, le terre derelitte ridotte a discarica di tutto. E poi, questo è un mondo senza più confini, di industrie senza patria, di capitali senza nomi, di luoghi senza memoria. In cui Internet trapassa beffardamente tutti. In cui non ci sono Sud e Nord isolati fra loro. E in cui nessun Nord e nessun Sud possono innalzare barriere come ci si illude di fare fra Paesi virtuosi e Paesi canaglia. Non c’è Sud che non sia stato creato anche da un Nord. E non c’è Nord che non sia implicato in un Sud.

Così la questione della mafia. Roberto Saviano afferma che la Lega con la camorra, e apriti cielo. Di sicuro eccede col verbo, chissà se per caso. Ma era stato Leonardo Sciascia a dire che la linea della palma salirà sempre, nel senso che prima o poi la palma avrebbe attecchito anche in climi imprevisti: diciamo la . Quel tempo è arrivato, per la verità da decenni, perché mica la camorra i suoi soldi li va a investire dove non rendono. E gli affari si fanno dove c’è più ricchezza. Non c’è stata molta attenzione, o prevenzione, nel vedere cosa succedeva in almeno vent’anni, quelli del governo locale della Lega. Chi otteneva gli appalti? Chi vinceva le gare? E chi erano questi fortunati che in tempi di magra avevano tanto contante e tanto ardire di investire? Con quali banche ad occuparsene?

Questo non vuol dire affatto complicità. Vuol dire che se le mafie sono state fatte crescere al Sud lasciato nelle loro mani, si ingrossano anche perché ci sono Nord con occhi semichiusi. O semiaperti. E che le mafie si combatterebbero meglio al Sud se i loro capitali insanguinati non si rifugiassero al Nord. Dove non è solo una bestemmia dire che alimentano l’economia, nel senso che contribuiscono ad arricchirla. Depredano a Sud e seminano a Nord. Quando invece è risaputo che si soffocano soltanto paralizzandone i patrimoni.

Ora non dovrebbero ripetere al Nord l’errore fatto al Sud, sottovalutarne la presenza con la spocchia dell’economia sana invulnerabile alla mela marcia. O dicendo altezzosamente che non è roba loro ma cosa nostra. E’ roba nazionale. E non perché qualche boss di serie B sia stato mandato lassù in soggiorno obbligato (sarebbe peggio, perché lo sapevano). Ma perché sono roba nazionale molte più cose che il signor Bossi non ritenga. Affidandosi al federalismo per apporre una sbarra di egoismo fra le regioni.

E’ nazionale la rete infinita che, nonostante tutto, lega questo Paese. Dai milioni di meridionali al Nord alle migliaia di aziende settentrionali al Sud (compresa quella che lavora alla interminabile autostrada Salerno-Reggio Calabria, se proprio insistono a parlare). Dai soldi delle tasse dei settentrionali che scenderebbero al Sud alla spesa dello Stato molto più alta al Nord che al Sud, restituzione con gli interessi (dati del ministero dello Sviluppo). Ultime opere finanziate: centinaia di milioni su, qualche decina di milioni giù. E poi i voti raccolti al Sud per consentire al Nord della Lega di stare al governo.

Conclusione: l’Italia è unita non solo quando fa comodo. Anche se i lavori in corso per separare i cosiddetti buoni dai cosiddetti cattivi procedono alacremente.
www.linopatruno.com


.
Leggi tutto »

di LINO PATRUNO

È vero, Nord e Sud sono diventati ciò che prima erano destra e sinistra. La versione aggiornata. Così questa fetida questione dell’immondizia di Napoli. Si chiede che possa essere smaltita da altre regioni, e sùbito la Lega reagisce: al Nord mai.

A occhio e croce si può capirli, anzi anche alcune regioni del Sud hanno risposto così, loro l’hanno creata e loro se la tengano. Poi però ci sono una decina di inchieste giudiziarie a dimostrare come le discariche campane siano stracolme di rifiuti soprattutto del Nord. E rifiuti speciali, ipocrisia per dire veleni micidiali tipo amianto, diossina, cianuro. Fatti arrivare dalla camorra a un prezzo otto volte più basso. Almeno 40 tir a settimana, dice niente il film ? E la gente lo sa, le barricate a Terzigno non sono la solita cialtronata della solita plebe meridionale anarchica e cenciosa.

A guadagnarci non è solo la criminalità. Ci guadagna anche la politica dagli opachi rapporti con la criminalità. E del resto, la storia si ripete. Ai tempi della Cassa per il Mezzogiorno, invece di far crescere al Sud le piccole imprese, quelle legate alle produzioni del territorio, ci mandarono i grandi impianti inquinanti (siderurgia, chimica, raffinazione). Che non solo distrussero una terra e l’anima di un popolo. Ma non lasciarono una lira di reddito, perché i loro semilavorati tornavano al Nord per alimentare quell’industria (come l’acciaio per le auto). Lasciarono invece un cimitero di illusioni quando la crisi petrolifera li schiantò. E danni che chissà se i secoli cancelleranno, al di là delle travagliate bonifiche. Come sanno a Manfredonia e Brindisi.

Non avviene solo in Italia. Avviene normalmente fra i ricchi e i poveri, le terre derelitte ridotte a discarica di tutto. E poi, questo è un mondo senza più confini, di industrie senza patria, di capitali senza nomi, di luoghi senza memoria. In cui Internet trapassa beffardamente tutti. In cui non ci sono Sud e Nord isolati fra loro. E in cui nessun Nord e nessun Sud possono innalzare barriere come ci si illude di fare fra Paesi virtuosi e Paesi canaglia. Non c’è Sud che non sia stato creato anche da un Nord. E non c’è Nord che non sia implicato in un Sud.

Così la questione della mafia. Roberto Saviano afferma che la Lega con la camorra, e apriti cielo. Di sicuro eccede col verbo, chissà se per caso. Ma era stato Leonardo Sciascia a dire che la linea della palma salirà sempre, nel senso che prima o poi la palma avrebbe attecchito anche in climi imprevisti: diciamo la . Quel tempo è arrivato, per la verità da decenni, perché mica la camorra i suoi soldi li va a investire dove non rendono. E gli affari si fanno dove c’è più ricchezza. Non c’è stata molta attenzione, o prevenzione, nel vedere cosa succedeva in almeno vent’anni, quelli del governo locale della Lega. Chi otteneva gli appalti? Chi vinceva le gare? E chi erano questi fortunati che in tempi di magra avevano tanto contante e tanto ardire di investire? Con quali banche ad occuparsene?

Questo non vuol dire affatto complicità. Vuol dire che se le mafie sono state fatte crescere al Sud lasciato nelle loro mani, si ingrossano anche perché ci sono Nord con occhi semichiusi. O semiaperti. E che le mafie si combatterebbero meglio al Sud se i loro capitali insanguinati non si rifugiassero al Nord. Dove non è solo una bestemmia dire che alimentano l’economia, nel senso che contribuiscono ad arricchirla. Depredano a Sud e seminano a Nord. Quando invece è risaputo che si soffocano soltanto paralizzandone i patrimoni.

Ora non dovrebbero ripetere al Nord l’errore fatto al Sud, sottovalutarne la presenza con la spocchia dell’economia sana invulnerabile alla mela marcia. O dicendo altezzosamente che non è roba loro ma cosa nostra. E’ roba nazionale. E non perché qualche boss di serie B sia stato mandato lassù in soggiorno obbligato (sarebbe peggio, perché lo sapevano). Ma perché sono roba nazionale molte più cose che il signor Bossi non ritenga. Affidandosi al federalismo per apporre una sbarra di egoismo fra le regioni.

E’ nazionale la rete infinita che, nonostante tutto, lega questo Paese. Dai milioni di meridionali al Nord alle migliaia di aziende settentrionali al Sud (compresa quella che lavora alla interminabile autostrada Salerno-Reggio Calabria, se proprio insistono a parlare). Dai soldi delle tasse dei settentrionali che scenderebbero al Sud alla spesa dello Stato molto più alta al Nord che al Sud, restituzione con gli interessi (dati del ministero dello Sviluppo). Ultime opere finanziate: centinaia di milioni su, qualche decina di milioni giù. E poi i voti raccolti al Sud per consentire al Nord della Lega di stare al governo.

Conclusione: l’Italia è unita non solo quando fa comodo. Anche se i lavori in corso per separare i cosiddetti buoni dai cosiddetti cattivi procedono alacremente.
www.linopatruno.com


.

Nessun commento:

 
[Privacy]
Design by Free WordPress Themes | Bloggerized by Lasantha - Premium Blogger Themes | Hot Sonakshi Sinha, Car Price in India