sabato 3 luglio 2010

GIOVANNI come ANGELINA

Pavia Ricostruita su documenti storici la vicenda che ispirò De Amicis
Si chiamava Giovanni la piccola vedetta lombarda
Era un dodicenne orfano. Morì dopo 6 mesi d' agonia

MONTEBELLO (Pavia) - Nelle campagne di Montebello gli eserciti austriaco e franco-piemontese erano schierati da giorni e pronti allo scontro frontale. Il 20 maggio del 1859 l' epilogo: la battaglia si accende a colpi di fucili e palle di cannone dai fronti. Non lontano dalla prima linea, arrampicato su un frassino tra Campoferro e Montebello, in Oltrepò Pavese, un bambino di 12 anni, arruolato come vedetta dai soldati francesi e italiani per segnalare i movimenti dei nemici, viene colpito in pieno petto da una palla di fucile. Diventa un eroe. A 150 anni di distanza la piccola vedetta lombarda, la cui storia è stata raccontata nel libro Cuore, ha finalmente un nome. Secondo due storici, Daniele Salarno e Fabrizio Bernini, il bambino di 12 anni, orfano e contadino, raccontato da Edmondo De Amicis, sarebbe Giovanni Minoli, nato il 23 luglio del 1847. A lui si è arrivati incrociando gli atti di nascita e morte delle parrocchie di Campoferro e Montebello, confrontati con i nomi dei ricoverati in ospedale nei giorni della battaglia. «La famiglia adottiva della piccola vedetta lombarda - raccontano gli storici, che sul caso hanno scritto un romanzo che verrà presentato al salone del libro di Torino - abitava a poche decine di metri dal frassino descritto da De Amicis a Campoferro. Il bambino è stato ferito nelle prime ore della battaglia del 20 maggio. Ricoverato in ospedale, è morto nel dicembre del 1859, circondato da soldati francesi e italiani, all' ospedale di Voghera». Quindi, stando alla ricostruzione dei due autori, il bambino venne soltanto ferito e poi ricoverato tra i soldati italiani e francesi feriti in battaglia. A confermare questa teoria ci sarebbe anche un referto medico di 150 anni fa. Continuano gli autori della scoperta: «I medici lo hanno curato per sette mesi. I bambino aveva problemi polmonari causati da un colpo di fucile. É facile intuire come in quel periodo, anche se colpiti solo di striscio da una pallottola, fosse difficile guarire e sopravvivere». Della piccola vedetta lombarda, però, non esiste una tomba. «Era orfano - continuano gli storici -. È facile che i suoi resti siano finiti in qualche ossario. Nei giorni della battaglia tutto era pronto per la semina e lui, forse abituato più dei soldati a salire sugli alberi, venne scelto per fare la vedetta. Ma dopo la sua morte nessuno, neppure la famiglia di contadini che lo aveva adottato, si è fatto avanti per garantirgli una degna sepoltura». Così la piccola vedetta lombarda ha finalmente un nome. Il frassino del libro Cuore, invece, affacciato sulla nuova tangenziale di Voghera e malaticcio, aspetta ancora di essere dichiarato monumento nazionale. Giuseppe Spatola

Spatola Giuseppe

Fonte: Archivio storico Corriere della Sera
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IL PICCOLO GIOVANNI USATO MESCHINAMENTE DAI SOLATI FRANCO-PIEMONTESI E' DIVENTATO GIUSTAMENTE UN PICCOLO EROE PER AVERE DATO LA GIOVANE VITA DISGRAZIATA ALLA PATRIA. VILMENTE USATO COM'ERA ED E' CLASSICO DI QUESTA POPOLAZIONE DELLA QUALE NON RIESCO A IDENTIFICARMI.NELLA CULTURA MERIDIONALE SPECIALMENTE QUELLA DI 150 ANNI NON ESISTEVA LA STRUMENTALIZZAZIONE DI UN BAMBINO,COSI COME LE DONNE ERANO DA PROTEGGERE E NON DA MANDARE ALLO SBARAGLIO.

LA NOSTRA PICCOLA ANGELINA (e come lei chissa' quanti altri che nn sappiamo, non ha avuto ne' plausi ne' gloria) IL SUO PICCOLO CORPICINO TUMULATO AL NUOVO CAMPOSATO DI CASTELLAMMARE E' SOLO UN NUMERO NEGLI ARCHIVI IMPOLVERATI DA CHI LI DETINE.MA ADESSO CHE LA STORIA NEGATA PIAN PIANO STA VENENDO FUORI,ANCHE LA MEMORIA DI ANGELINA ROMANO DOVRA' ESSERE RICORDATA E COSA ANCORA PIU GRAVE DI QUANTO SUCCESSO AL PICCOLO GIOVANNI, MORTO PERCHE' OBBLIGATO A FARE DA VEDETTA, LA NOSTRA ANGELINA E' MORTA PER MANO DEI SOLDATI PIEMONTESI "i FRATELLI D'ITALIA"


La Piccola Vedetta Lombarda
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Pavia Ricostruita su documenti storici la vicenda che ispirò De Amicis
Si chiamava Giovanni la piccola vedetta lombarda
Era un dodicenne orfano. Morì dopo 6 mesi d' agonia

MONTEBELLO (Pavia) - Nelle campagne di Montebello gli eserciti austriaco e franco-piemontese erano schierati da giorni e pronti allo scontro frontale. Il 20 maggio del 1859 l' epilogo: la battaglia si accende a colpi di fucili e palle di cannone dai fronti. Non lontano dalla prima linea, arrampicato su un frassino tra Campoferro e Montebello, in Oltrepò Pavese, un bambino di 12 anni, arruolato come vedetta dai soldati francesi e italiani per segnalare i movimenti dei nemici, viene colpito in pieno petto da una palla di fucile. Diventa un eroe. A 150 anni di distanza la piccola vedetta lombarda, la cui storia è stata raccontata nel libro Cuore, ha finalmente un nome. Secondo due storici, Daniele Salarno e Fabrizio Bernini, il bambino di 12 anni, orfano e contadino, raccontato da Edmondo De Amicis, sarebbe Giovanni Minoli, nato il 23 luglio del 1847. A lui si è arrivati incrociando gli atti di nascita e morte delle parrocchie di Campoferro e Montebello, confrontati con i nomi dei ricoverati in ospedale nei giorni della battaglia. «La famiglia adottiva della piccola vedetta lombarda - raccontano gli storici, che sul caso hanno scritto un romanzo che verrà presentato al salone del libro di Torino - abitava a poche decine di metri dal frassino descritto da De Amicis a Campoferro. Il bambino è stato ferito nelle prime ore della battaglia del 20 maggio. Ricoverato in ospedale, è morto nel dicembre del 1859, circondato da soldati francesi e italiani, all' ospedale di Voghera». Quindi, stando alla ricostruzione dei due autori, il bambino venne soltanto ferito e poi ricoverato tra i soldati italiani e francesi feriti in battaglia. A confermare questa teoria ci sarebbe anche un referto medico di 150 anni fa. Continuano gli autori della scoperta: «I medici lo hanno curato per sette mesi. I bambino aveva problemi polmonari causati da un colpo di fucile. É facile intuire come in quel periodo, anche se colpiti solo di striscio da una pallottola, fosse difficile guarire e sopravvivere». Della piccola vedetta lombarda, però, non esiste una tomba. «Era orfano - continuano gli storici -. È facile che i suoi resti siano finiti in qualche ossario. Nei giorni della battaglia tutto era pronto per la semina e lui, forse abituato più dei soldati a salire sugli alberi, venne scelto per fare la vedetta. Ma dopo la sua morte nessuno, neppure la famiglia di contadini che lo aveva adottato, si è fatto avanti per garantirgli una degna sepoltura». Così la piccola vedetta lombarda ha finalmente un nome. Il frassino del libro Cuore, invece, affacciato sulla nuova tangenziale di Voghera e malaticcio, aspetta ancora di essere dichiarato monumento nazionale. Giuseppe Spatola

Spatola Giuseppe

Fonte: Archivio storico Corriere della Sera
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IL PICCOLO GIOVANNI USATO MESCHINAMENTE DAI SOLATI FRANCO-PIEMONTESI E' DIVENTATO GIUSTAMENTE UN PICCOLO EROE PER AVERE DATO LA GIOVANE VITA DISGRAZIATA ALLA PATRIA. VILMENTE USATO COM'ERA ED E' CLASSICO DI QUESTA POPOLAZIONE DELLA QUALE NON RIESCO A IDENTIFICARMI.NELLA CULTURA MERIDIONALE SPECIALMENTE QUELLA DI 150 ANNI NON ESISTEVA LA STRUMENTALIZZAZIONE DI UN BAMBINO,COSI COME LE DONNE ERANO DA PROTEGGERE E NON DA MANDARE ALLO SBARAGLIO.

LA NOSTRA PICCOLA ANGELINA (e come lei chissa' quanti altri che nn sappiamo, non ha avuto ne' plausi ne' gloria) IL SUO PICCOLO CORPICINO TUMULATO AL NUOVO CAMPOSATO DI CASTELLAMMARE E' SOLO UN NUMERO NEGLI ARCHIVI IMPOLVERATI DA CHI LI DETINE.MA ADESSO CHE LA STORIA NEGATA PIAN PIANO STA VENENDO FUORI,ANCHE LA MEMORIA DI ANGELINA ROMANO DOVRA' ESSERE RICORDATA E COSA ANCORA PIU GRAVE DI QUANTO SUCCESSO AL PICCOLO GIOVANNI, MORTO PERCHE' OBBLIGATO A FARE DA VEDETTA, LA NOSTRA ANGELINA E' MORTA PER MANO DEI SOLDATI PIEMONTESI "i FRATELLI D'ITALIA"


La Piccola Vedetta Lombarda

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