giovedì 25 marzo 2010

Fiat, il 21 aprile taglio di 5mila dipendenti: Marchionne smentisce, sindacati in allarme

marchionne565.jpg

Di Eleonora Bianchini


Il 21 aprile potrebbe essere un giorno clou per i dipendenti Fiat. Infatti, secondo quanto anticipato oggi dal quotidiano Repubblica, sarebbero in arrivo tagli importanti per l'azienda di Torino. I numero sono preoccupanti: il piano infatti potrebbe prevedere 5.000 dipendenti in meno, riduzione del 25% del numero dei modelli prodotti (da 12 a 8) e aumento del 50 per cento dell'attuale produzione italiana ( da 600 a 900 mila auto, soprattutto grazie all'arrivo della Panda a Pomigliano).

Nello specifico, il piano di Marchionne prevederebbe il taglio del 15% degli organici degli addetti al montaggio finale, quei 30.000 operai di linea che nei mesi scorsi sono rimasti fermi per due settimane quando ha cominciato a farsi sentire l'effetto dello stop agli incentivi.

La novità sarebbero i 2.000-2.500 addetti in meno alle Carrozzerie di Mirafiori e le 500 tute blu che il sindacato stima possano perdere il posto a Pomigliano in seguito al passaggio dalle produzioni Alfa alla Panda.

Dopo il 21 aprile la palla passerà ai sindacati che parlano già in allarmementre Sergio Marchionne parla di notizie infondate. Per ricostruire le vicissitudini della Fiat, leggete Torino2.0.

Fonte:Blogsfere

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Fiat: 5mila posti di lavoro in meno


Di Igor Principe

Cinquemila posti di lavoro in meno. Secondo alcune indiscrezioni, il piano strategico di Fiat per il quadriennio 2010-2014 sarebbe caratterizzato da una sforbiciata di quelle proporzioni al numero di maestranze al momento impiegate. Il piano sarà reso noto da Sergio Marchionne il prossimo 21 aprile, ma le reazioni – rabbiose, manco a dirlo – dei sindacati non si sono fatte attendere.

Come sarebbero suddivisi quei tagli? Anzitutto, si tratta del 15% degli organici che si occupano del montaggio finale (30mila addetti), cioè la stessa quantità di forza lavoro già fermata per due settimane a ridosso dello stop del governo agli incentivi. Nel dettaglio, sono i 1500 lavoratori di Termini Imerese, i 500 che hanno optato per la mobilità volontaria a Cassino, più altri 2000 (o addirittura 2500) operai a Mirafiori e 500 a Pomigliano d'Arco, dove verrà trasferita la produzione della Panda, ora affidata all'impianto polacco di Tychy.

Se i tagli di Cassino e di Termini Imerese erano ampiamente previsti, quelli a Pomigliano d'Arco e, soprattutto, nella “casa madre” Mirafiori sono un'importante novità. Che, ovviamente, non piace ai sindacati. Due reazioni, tra tutte, sintetizzano bene la rabbia dei rappresentanti dei lavoratori.

Gianni Rinaldini, segretario geneale Fiom Cgil, dice: “Queste indiscrezioni sul piano Fiat sono preoccupanti e inaccettabili. Si evidenzia anche in questo modo il fatto che il governo deve riconvocare le parti perchè si apra un vero negoziato sul piano industriale della Fiat che non può essere semplicemente annunciato il 21 aprile e comunicato ai sindacati saltando qualsiasi trattativa”. Su Mirafiori, invece, insiste Giorgio Airaudo (sempre Fiom): “Non credo che Mirafiori possa essere ulteriormente ridimensionata visto che è già notevolmente dimagrita dal 2000 a oggi”.

Perentorio un altro dirigente Fiom, Giorgio Cremaschi: “Il piano Fiat è una vergogna che conferma le nostre peggiori e spesso inascoltate previsioni. La realtà è che la Fiat comincia a lasciare l'Italia con una valanga di licenziamenti”.

Tra le altre indiscrezioni, spiccano quelle riguardanti la produzione. I modelli totali passano da 14 a 8 (il che appare perfettamente in linea con la riduzione di personale). Sette nuovi modelli con marchio Fiat, Alfa e Lancia saranno invece realizzati negli Usa per quel mercato, dove la produzione dovrebbe superare complessivamente le 350 mila unità. E' la faccia buona della medaglia. O, se si preferisce, il lato visibile della luna; quello oscuro, invece, è tutto italiano.

Fonte:Autonews.it

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Di Eleonora Bianchini


Il 21 aprile potrebbe essere un giorno clou per i dipendenti Fiat. Infatti, secondo quanto anticipato oggi dal quotidiano Repubblica, sarebbero in arrivo tagli importanti per l'azienda di Torino. I numero sono preoccupanti: il piano infatti potrebbe prevedere 5.000 dipendenti in meno, riduzione del 25% del numero dei modelli prodotti (da 12 a 8) e aumento del 50 per cento dell'attuale produzione italiana ( da 600 a 900 mila auto, soprattutto grazie all'arrivo della Panda a Pomigliano).

Nello specifico, il piano di Marchionne prevederebbe il taglio del 15% degli organici degli addetti al montaggio finale, quei 30.000 operai di linea che nei mesi scorsi sono rimasti fermi per due settimane quando ha cominciato a farsi sentire l'effetto dello stop agli incentivi.

La novità sarebbero i 2.000-2.500 addetti in meno alle Carrozzerie di Mirafiori e le 500 tute blu che il sindacato stima possano perdere il posto a Pomigliano in seguito al passaggio dalle produzioni Alfa alla Panda.

Dopo il 21 aprile la palla passerà ai sindacati che parlano già in allarmementre Sergio Marchionne parla di notizie infondate. Per ricostruire le vicissitudini della Fiat, leggete Torino2.0.

Fonte:Blogsfere

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Fiat: 5mila posti di lavoro in meno


Di Igor Principe

Cinquemila posti di lavoro in meno. Secondo alcune indiscrezioni, il piano strategico di Fiat per il quadriennio 2010-2014 sarebbe caratterizzato da una sforbiciata di quelle proporzioni al numero di maestranze al momento impiegate. Il piano sarà reso noto da Sergio Marchionne il prossimo 21 aprile, ma le reazioni – rabbiose, manco a dirlo – dei sindacati non si sono fatte attendere.

Come sarebbero suddivisi quei tagli? Anzitutto, si tratta del 15% degli organici che si occupano del montaggio finale (30mila addetti), cioè la stessa quantità di forza lavoro già fermata per due settimane a ridosso dello stop del governo agli incentivi. Nel dettaglio, sono i 1500 lavoratori di Termini Imerese, i 500 che hanno optato per la mobilità volontaria a Cassino, più altri 2000 (o addirittura 2500) operai a Mirafiori e 500 a Pomigliano d'Arco, dove verrà trasferita la produzione della Panda, ora affidata all'impianto polacco di Tychy.

Se i tagli di Cassino e di Termini Imerese erano ampiamente previsti, quelli a Pomigliano d'Arco e, soprattutto, nella “casa madre” Mirafiori sono un'importante novità. Che, ovviamente, non piace ai sindacati. Due reazioni, tra tutte, sintetizzano bene la rabbia dei rappresentanti dei lavoratori.

Gianni Rinaldini, segretario geneale Fiom Cgil, dice: “Queste indiscrezioni sul piano Fiat sono preoccupanti e inaccettabili. Si evidenzia anche in questo modo il fatto che il governo deve riconvocare le parti perchè si apra un vero negoziato sul piano industriale della Fiat che non può essere semplicemente annunciato il 21 aprile e comunicato ai sindacati saltando qualsiasi trattativa”. Su Mirafiori, invece, insiste Giorgio Airaudo (sempre Fiom): “Non credo che Mirafiori possa essere ulteriormente ridimensionata visto che è già notevolmente dimagrita dal 2000 a oggi”.

Perentorio un altro dirigente Fiom, Giorgio Cremaschi: “Il piano Fiat è una vergogna che conferma le nostre peggiori e spesso inascoltate previsioni. La realtà è che la Fiat comincia a lasciare l'Italia con una valanga di licenziamenti”.

Tra le altre indiscrezioni, spiccano quelle riguardanti la produzione. I modelli totali passano da 14 a 8 (il che appare perfettamente in linea con la riduzione di personale). Sette nuovi modelli con marchio Fiat, Alfa e Lancia saranno invece realizzati negli Usa per quel mercato, dove la produzione dovrebbe superare complessivamente le 350 mila unità. E' la faccia buona della medaglia. O, se si preferisce, il lato visibile della luna; quello oscuro, invece, è tutto italiano.

Fonte:Autonews.it

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