sabato 2 gennaio 2010

A proposito di "Buon 2010 al popolo meridionale !!! "

L´articolo di Enzo Riccio Buon 2010 al popolo meridionale !!! da noi postato il 31/12/2009 sta suscitando molti commenti, ne evidenziamo un paio di nostri lettori.Sollecitiamo tutti gli interessati a dire la loro liberamente su queste considerazioni di Riccio che riteniamo condivisibili e che possono dare spunto ad approfondimenti sugli argomenti trattati:

Gianfranco Lillo ha detto...
Non penso ad una discussione Nord-Sud;non penso ad un confronto Nord-Sud per trattamento diversificato.Penso solo che le lo Stato Duosiciliano soffra un'occupazione militare, economica e culturale da 150 anni e, in qualità di Stato occupato, paghi per essere stato sconfitto militarmene .E' un errore continuare a porsi come un'unica realtà di una stessa Nazione.La verità è che siamo due nazioni obbligate, dalle armi tricolorate, a vivere nella stessa casa nella quale, ad una parte è concesso l'utilizzo di tutti i servizi, godendo di tutte le comodità, e all'altra è demandato il compito di fare le "pulizie" e fornire la manovalanza per la "manutenzione" della casa e dei suoi servizi, garantendo all'altra parte, quella forte, servizi e servitori senza sopportare alcun costo .Sarebbe più onesto e giusto prendere coscienza di questo e farsi promotori di un taglio netto fra le due parti che, per interessi contrapposti, sono confliggenti.Questi sono problemi che non nascono oggi, ma si trascinano da 150 anni...quanto tempo deve ancora passare perché si capisca che siamo come gli irlandesi, i baschi, i croati, i corsi, i montenegrini, i serbi, gli sloveni, i ceceni, i georgiani?Siamo una realtà a sé stante e avulsa da un concetto nazionale, quello italiano, che non ci appartiene perchè, tutto al più, possiamo definirci Italici, con tutte le differenze culturali (così come i balcanici sono slavi, gli austriaci e i germanici sono tedeschi) ma mai italiani, un insieme, storicamente e politicamente, astratto.Dunque, preso atto di questo, bisogna parlare solo di ripristino di "case" separate perchè ognuno possa tornare ad essere se stesso e curare i propri interessi come "propri" e non altrui.A tutto questo non c'è alcuna via d'uscita che non sia l'INDIPENDENZA, parola che leggo poco e che fa paura a quasi tutti i "meridionalisti da salotto".Compresa la natura del male che affligge il corpo, bisogna anche prescriverne la cura, anche se dolorosa, bisogna avere il coraggio di prescriverla prima che tutto vada in cancrena...cosa che per noi è già avvenuta e che, per salvare il salvabile, abbiamo bisogno di un buon "chirurgo" che asporti il marcio ( italia).Anche se la pratica è dolorosa, per poterci garantire la sopravvivenza, necessita tagliare...anche senza anestetico "democratico".
01 gennaio 2010 12.51


Emmeauerre ha detto...
Bello ! Sottoscrivo dalla a alla zeta!Quel che approvo, in particolare, è l'auspicio di una concordia di intenti fra tutti i movimenti sorti in questi anni, senza inutili distinguo e rivendicazioni di improbabili primogeniture. Vedi, io sono di sinistra, ma di una sinistra meditata e non ideologica nel senso che ci sono arrivato avendo vissuto la mia vita lavorativa come funzionario di una grande banca italiana (oggi non più esistente) e, da nord a sud, ho potuto toccare con mano come, dietro le chiacchiere e le tabacchiere di legno (tanto per restare in tema "bancario")il meridione sia penalizzato sotto tutti i profili. Ti basti questa considerazione: se, a malincuore, si può capire il fatto che la maggior rischiosità determini tassi più pesanti nei fidi ai danni degli imprenditori del sud, era del tutto ingiusto che le banche pagassero interessi più bassi sui depositi al sud...Perciò, e qui chiudo, tutti oggi devono rendersi conto di una cosa, la società meridionale, bianca o rossa, nera o verde che sia, monarchica o repubblicana, centralista o federalista, ha, dovrebbe avere, un solo traguardo: recupero della propria identità, delle radici, unico mezzo per tornare ad essere un popolo. Poi, come in qualsiasi altra società, si potrà pensare in un modo o in un altro, è cosa del tutto normale. Come dicono gli inglesi "right or wrong my country" che in italiano è concetto lungo da rendere ma in napoletano..."ritto o stuorto...è o' paese nuosto".

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L´articolo di Enzo Riccio Buon 2010 al popolo meridionale !!! da noi postato il 31/12/2009 sta suscitando molti commenti, ne evidenziamo un paio di nostri lettori.Sollecitiamo tutti gli interessati a dire la loro liberamente su queste considerazioni di Riccio che riteniamo condivisibili e che possono dare spunto ad approfondimenti sugli argomenti trattati:

Gianfranco Lillo ha detto...
Non penso ad una discussione Nord-Sud;non penso ad un confronto Nord-Sud per trattamento diversificato.Penso solo che le lo Stato Duosiciliano soffra un'occupazione militare, economica e culturale da 150 anni e, in qualità di Stato occupato, paghi per essere stato sconfitto militarmene .E' un errore continuare a porsi come un'unica realtà di una stessa Nazione.La verità è che siamo due nazioni obbligate, dalle armi tricolorate, a vivere nella stessa casa nella quale, ad una parte è concesso l'utilizzo di tutti i servizi, godendo di tutte le comodità, e all'altra è demandato il compito di fare le "pulizie" e fornire la manovalanza per la "manutenzione" della casa e dei suoi servizi, garantendo all'altra parte, quella forte, servizi e servitori senza sopportare alcun costo .Sarebbe più onesto e giusto prendere coscienza di questo e farsi promotori di un taglio netto fra le due parti che, per interessi contrapposti, sono confliggenti.Questi sono problemi che non nascono oggi, ma si trascinano da 150 anni...quanto tempo deve ancora passare perché si capisca che siamo come gli irlandesi, i baschi, i croati, i corsi, i montenegrini, i serbi, gli sloveni, i ceceni, i georgiani?Siamo una realtà a sé stante e avulsa da un concetto nazionale, quello italiano, che non ci appartiene perchè, tutto al più, possiamo definirci Italici, con tutte le differenze culturali (così come i balcanici sono slavi, gli austriaci e i germanici sono tedeschi) ma mai italiani, un insieme, storicamente e politicamente, astratto.Dunque, preso atto di questo, bisogna parlare solo di ripristino di "case" separate perchè ognuno possa tornare ad essere se stesso e curare i propri interessi come "propri" e non altrui.A tutto questo non c'è alcuna via d'uscita che non sia l'INDIPENDENZA, parola che leggo poco e che fa paura a quasi tutti i "meridionalisti da salotto".Compresa la natura del male che affligge il corpo, bisogna anche prescriverne la cura, anche se dolorosa, bisogna avere il coraggio di prescriverla prima che tutto vada in cancrena...cosa che per noi è già avvenuta e che, per salvare il salvabile, abbiamo bisogno di un buon "chirurgo" che asporti il marcio ( italia).Anche se la pratica è dolorosa, per poterci garantire la sopravvivenza, necessita tagliare...anche senza anestetico "democratico".
01 gennaio 2010 12.51


Emmeauerre ha detto...
Bello ! Sottoscrivo dalla a alla zeta!Quel che approvo, in particolare, è l'auspicio di una concordia di intenti fra tutti i movimenti sorti in questi anni, senza inutili distinguo e rivendicazioni di improbabili primogeniture. Vedi, io sono di sinistra, ma di una sinistra meditata e non ideologica nel senso che ci sono arrivato avendo vissuto la mia vita lavorativa come funzionario di una grande banca italiana (oggi non più esistente) e, da nord a sud, ho potuto toccare con mano come, dietro le chiacchiere e le tabacchiere di legno (tanto per restare in tema "bancario")il meridione sia penalizzato sotto tutti i profili. Ti basti questa considerazione: se, a malincuore, si può capire il fatto che la maggior rischiosità determini tassi più pesanti nei fidi ai danni degli imprenditori del sud, era del tutto ingiusto che le banche pagassero interessi più bassi sui depositi al sud...Perciò, e qui chiudo, tutti oggi devono rendersi conto di una cosa, la società meridionale, bianca o rossa, nera o verde che sia, monarchica o repubblicana, centralista o federalista, ha, dovrebbe avere, un solo traguardo: recupero della propria identità, delle radici, unico mezzo per tornare ad essere un popolo. Poi, come in qualsiasi altra società, si potrà pensare in un modo o in un altro, è cosa del tutto normale. Come dicono gli inglesi "right or wrong my country" che in italiano è concetto lungo da rendere ma in napoletano..."ritto o stuorto...è o' paese nuosto".

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