“IL SISTEMA TIENE”. Fino a oggi “il mercato del lavoro in Italia ha tendenzialmente retto, o almeno non ha reagito alla crisi peggio di quello di altri paesi”, afferma poi il Censis ricordando i dati Istat secondo cui lo a giugno scorso risultavano persi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, 378mila posti di lavoro, con una diminuzione dell’occupazione dell’1,6 per cento. “Un dato esattamente in linea con quello medio europeo - si evidenzia - e migliore di paesi come la Spagna, che ha bruciato 1 milione 480 mila posti di lavoro, con una perdita del 7,2 per cento”. Tuttavia, la tenuta non c’è stata in tutto il paese né in tutti i settori. Al Sud i posti di lavoro bruciati sono stati 271mila, segnando un 4,1 per cento in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Al Centro l’occupazione è addirittura cresciuta, anche se di poco (+0,2 per cento). Anche a livello settoriale non mancano le differenze: a fronte di comparti che hanno visto ridurre sensibilmente i propri livelli occupazionali, come l’industria, il turismo e il commercio (rispettivamente del 4 per cento i primi due, del 3,5 per cento il terzo), altri hanno registrato invece una crescita: i servizi pubblici, sociali e alle persone (+6,6 per cento), istruzione, la sanità e altri servizi (+0,4 per cento).
SOFFRE IL ‘PARALAVORO’. Il lavoro autonomo ha registrato una perdita di 277mila unità (-5,8 per cento), interessando in misura più significativa il mondo del professionismo e del lavoro in proprio (-11,3 per cento), piuttosto che i piccoli imprenditori alla guida di aziende (-4,2 per cento). Grande sofferenza per il "bacino del paralavoro", ovvero quelle formule occupazionali cresciute a metà strada tra lavoro dipendente e autonomo, che costituiscono una quota ormai importante del mercato (a giugno erano 3 milioni 565mila lavoratori) e hanno registrato una perdita del 4,3 per cento (162mila posti). In particolare, sono colpite le forme di lavoro a termine (-229mila in un anno, con una contrazione del 9,4 per cento), seguite dalle collaborazioni a progetto (-12,1 per cento) e da quelle occasionali (-19,9 per cento).
SALE IL POPOLO DELLE PARTITE IVA, dei collaboratori senza addetti e monocommittenti, che raggiunge quasi quota un milione (+132 mila, con una crescita del 16,3 per cento); un dato, quest’ultimo, secondo il Censis imputabile alla sostituzione di contratti flessibili con formule ancora più esternalizzate e a basso costo. Continua a crescere il lavoro tradizionale, dipendente e a tempo indeterminato, registrando tra il mese di giugno 2008 e il mese di giugno 2009 un +0,4 per cento (con un incremento di oltre 60 mila posti di lavoro), in linea con le tendenze già riscontrate a marzo, quando la crescita era stata ancora piu’ significativa (+1,5 per cento).
CensisFonte:Reportonline
.
Nessun commento:
Posta un commento