giovedì 17 dicembre 2009

Informare non è fare confusione - Gli intoccabili



Pretendere trasparenza e coerenza a volte sembra dar fastidio


Di Guglielmo Di Grezia




Leggendo sul web, e soprattutto sulle riviste del settore, mi rendo sempre piú conto che bisogna essere attenti a tutto quello che accade per evitare che ci sia confusione (come ne parla un recentissimo ottimo articolo) sugli obiettivi ed i fini che ognuno di noi si prefigge. Con rammarico vedo che i soliti noti enfatizzano il lavoro altrui per poi intrufolarsi, o meglio, per appropriarsi delle loro fatiche al fine di fare proseliti tra le persone che non si avvedono delle loro subdole mire e, soprattutto, che non capiscono di che pasta sono fatti questi personaggi che gli si sono parati davanti.
Cosí è capitato con i Militari della Reale Marina e del 13° Lucania (vedasi foto pubblicata) ed è davvero stomachevole solo denunciare questi misfatti. Oltretutto, se parlate con i “militi” in questione (uso l’aggettivo militi perché essi si sentono tali e come tali sono perfettamente inquadrati e motivati), costoro dichiarano essi stessi che nulla vogliono avere a che fare con tali soggetti. Se questo non porta confusione in tutto l’ambiente meridionalista, io non so cosa altro portare ad esempio.

Ma non è questo che volevo far notare. Qualcuno a me caro, si lamenta del fatto di come stiano andando le cose. In parte è vero, ma c’è da chiedersi se è mai possibile che la responsabilità deve essere attribuita proprio a quelli che invece si sono adoperati correttamente per evidenziare fatti, personaggi e cose che, se passassero senza essere notati, allora sí che porterebbero in confusione migliaia (perché questi sono i numeri) di persone ignare di come operano questi figuri?

Già altre volte si è scritto del modo squallido e truffaldino che alcuni individui sono soliti usare per raggiungere i propri scopi ed i propri fini. Costoro, poi, nascondendosi dietro al carisma di determinati personaggi che hanno fatto la storia del Meridionalismo, hanno tentato anche di screditare tutte le persone che denunciavano questo loro inqualificabile comportamento. Non parliamo poi di quando tentano di imporre un dogma su questa e quella cosa o addirittura su questa o quell’altra persona. Una specie di immunità di cui, per il “bene della causa” (quale mi verrebbe di dire), detti personaggi si sentirebbero investiti. Io non ho mai creduto di essere speciale, né tanto meno di essere un portatore di verità assolute. Una cosa però posso dire di essere: sono uno che, come tanti, ha dovuto lasciare tutto quello che aveva di piú caro per non abbassare la testa davanti a certe nullità. Questo per far sí che quel senso di timore verso i potenti non fosse condiviso (almeno dal sottoscritto) e perché non vi fosse nessun segno di complicità con quel malaffare che inginocchia il popolo e lo tiene nelle condizioni in cui si trova. Di fare qualcosa per evitare (a quel popolo) un destino che non merita. Di non dover essere calpestati solo perché nati “Cafoni”.

Noi Cafoni che sulla nostra pelle sentiamo negata la dignità di essere uomini liberi, messi sotto il giogo di un malaffare che nulla permette se non un destino di miseria e fame. Io Cafone, tra tanti Cafoni come me, posso guardare in faccia a questi potenti e dire “io non ho paura”. Questo è stata la mia scelta e la rifarei mille volte, e mille ancora. Sia pure solo per essere stata di insegnamento a qualcuno, di aiuto a qualcuno. So di essere nel giusto e, come me, tanti altri che hanno scelto la stessa strada. Orgogliosi di far parte di quella parte “SANA” della società civile, che va al di là delle posizioni politiche e di interesse. Molti, in tempi anche non remoti, si sono illusi di fare le “rivoluzioni”, le loro rivoluzioni fondate sull’interesse di una parte o dell’altra, della contrapposizione tra un partito od un altro, tra uno schieramento e l’altro. Dietro di esse, sempre i soliti personaggi, i soliti “promotori”. Libertà, per come la intendo io, non è cambiare padrone, non è una parola astratta o vana. Libertà poter dire “senza paura” è mio, a cominciare dalla mia vita, dalla mia anima. È questo modo di essere che mi appartiene. Poter vivere di quello che si ama, che per me è la mia “terra”, di cui faccio parte come gli animali, le piante e le rocce che vi sono in essa. In una sola parola: “PATRIA”.

Per quanto certi individui, con l’aiuto di altri loschi figuri, si intrufoleranno per portare in confusione tanta brava gente, ci sarà sempre un “Cafone” come me che gli sbatterà in faccia il loro squallore, la loro viltà. Dopo di me ne verranno tanti altri, sicuramente piú in gamba di me, a dir loro quanto sono vili e meschini. Se questo è ritenuto confusione allora che ben venga, e che non sia mai che si abbassi la testa davanti ai soprusi ed agli imbrogli. Che siano denunciati e portati alla luce ogni qualvolta se ne vede uno. Questo vento forte ed impetuoso, soffierà sempre in ogni generazione che c’è stata e che verrà. Cosí è stato e cosí sempre sarà grazie a Dio. A chi mi conosce ripeto sempre un solo pensiero: “abbiate il coraggio di essere LIBERI”, che per me è tutt’uno con “GIUSTIZIA”.


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Pretendere trasparenza e coerenza a volte sembra dar fastidio


Di Guglielmo Di Grezia




Leggendo sul web, e soprattutto sulle riviste del settore, mi rendo sempre piú conto che bisogna essere attenti a tutto quello che accade per evitare che ci sia confusione (come ne parla un recentissimo ottimo articolo) sugli obiettivi ed i fini che ognuno di noi si prefigge. Con rammarico vedo che i soliti noti enfatizzano il lavoro altrui per poi intrufolarsi, o meglio, per appropriarsi delle loro fatiche al fine di fare proseliti tra le persone che non si avvedono delle loro subdole mire e, soprattutto, che non capiscono di che pasta sono fatti questi personaggi che gli si sono parati davanti.
Cosí è capitato con i Militari della Reale Marina e del 13° Lucania (vedasi foto pubblicata) ed è davvero stomachevole solo denunciare questi misfatti. Oltretutto, se parlate con i “militi” in questione (uso l’aggettivo militi perché essi si sentono tali e come tali sono perfettamente inquadrati e motivati), costoro dichiarano essi stessi che nulla vogliono avere a che fare con tali soggetti. Se questo non porta confusione in tutto l’ambiente meridionalista, io non so cosa altro portare ad esempio.

Ma non è questo che volevo far notare. Qualcuno a me caro, si lamenta del fatto di come stiano andando le cose. In parte è vero, ma c’è da chiedersi se è mai possibile che la responsabilità deve essere attribuita proprio a quelli che invece si sono adoperati correttamente per evidenziare fatti, personaggi e cose che, se passassero senza essere notati, allora sí che porterebbero in confusione migliaia (perché questi sono i numeri) di persone ignare di come operano questi figuri?

Già altre volte si è scritto del modo squallido e truffaldino che alcuni individui sono soliti usare per raggiungere i propri scopi ed i propri fini. Costoro, poi, nascondendosi dietro al carisma di determinati personaggi che hanno fatto la storia del Meridionalismo, hanno tentato anche di screditare tutte le persone che denunciavano questo loro inqualificabile comportamento. Non parliamo poi di quando tentano di imporre un dogma su questa e quella cosa o addirittura su questa o quell’altra persona. Una specie di immunità di cui, per il “bene della causa” (quale mi verrebbe di dire), detti personaggi si sentirebbero investiti. Io non ho mai creduto di essere speciale, né tanto meno di essere un portatore di verità assolute. Una cosa però posso dire di essere: sono uno che, come tanti, ha dovuto lasciare tutto quello che aveva di piú caro per non abbassare la testa davanti a certe nullità. Questo per far sí che quel senso di timore verso i potenti non fosse condiviso (almeno dal sottoscritto) e perché non vi fosse nessun segno di complicità con quel malaffare che inginocchia il popolo e lo tiene nelle condizioni in cui si trova. Di fare qualcosa per evitare (a quel popolo) un destino che non merita. Di non dover essere calpestati solo perché nati “Cafoni”.

Noi Cafoni che sulla nostra pelle sentiamo negata la dignità di essere uomini liberi, messi sotto il giogo di un malaffare che nulla permette se non un destino di miseria e fame. Io Cafone, tra tanti Cafoni come me, posso guardare in faccia a questi potenti e dire “io non ho paura”. Questo è stata la mia scelta e la rifarei mille volte, e mille ancora. Sia pure solo per essere stata di insegnamento a qualcuno, di aiuto a qualcuno. So di essere nel giusto e, come me, tanti altri che hanno scelto la stessa strada. Orgogliosi di far parte di quella parte “SANA” della società civile, che va al di là delle posizioni politiche e di interesse. Molti, in tempi anche non remoti, si sono illusi di fare le “rivoluzioni”, le loro rivoluzioni fondate sull’interesse di una parte o dell’altra, della contrapposizione tra un partito od un altro, tra uno schieramento e l’altro. Dietro di esse, sempre i soliti personaggi, i soliti “promotori”. Libertà, per come la intendo io, non è cambiare padrone, non è una parola astratta o vana. Libertà poter dire “senza paura” è mio, a cominciare dalla mia vita, dalla mia anima. È questo modo di essere che mi appartiene. Poter vivere di quello che si ama, che per me è la mia “terra”, di cui faccio parte come gli animali, le piante e le rocce che vi sono in essa. In una sola parola: “PATRIA”.

Per quanto certi individui, con l’aiuto di altri loschi figuri, si intrufoleranno per portare in confusione tanta brava gente, ci sarà sempre un “Cafone” come me che gli sbatterà in faccia il loro squallore, la loro viltà. Dopo di me ne verranno tanti altri, sicuramente piú in gamba di me, a dir loro quanto sono vili e meschini. Se questo è ritenuto confusione allora che ben venga, e che non sia mai che si abbassi la testa davanti ai soprusi ed agli imbrogli. Che siano denunciati e portati alla luce ogni qualvolta se ne vede uno. Questo vento forte ed impetuoso, soffierà sempre in ogni generazione che c’è stata e che verrà. Cosí è stato e cosí sempre sarà grazie a Dio. A chi mi conosce ripeto sempre un solo pensiero: “abbiate il coraggio di essere LIBERI”, che per me è tutt’uno con “GIUSTIZIA”.


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