domenica 27 dicembre 2009

Il 27 dicembre del 1894 si spegneva nel suo triste esilio di Arco il Re Francesco II di Borbone, ultimo sovrano della Patria Napolitana


Il 27 dicembre del 1894 si spegneva nel suo triste esilio di Arco, allora appartenente all'Austria, il Re Francesco II di Borbone, ultimo sovrano della Patria Napolitana.

Con lui se ne andava l'ultimo legittimo rappresentante di uno stato florido, pacifico e glorioso. Il Re di una Nazione collocata al terzo posto mondiale senza aver mai mosso guerra ad alcuno e sempre rispettosa della dignità dei popoli e delle loro culture.

Di tutto si è detto ed ancora si dice di Francesco II.

Ma chi ancora oggi continua ad alimentare storielle infamanti ed aneddoti calunniosi non offende soltanto la memoria di un uomo dignitoso e giusto, ma tutti coloro che si sono riconosciuti per secoli in una dinastia amata ed illuminata, promotrice di grandi opere e del migliore sistema sociale ed economico che la storia italica abbia mai conosciuto. Chi offende i Borbone denigra i nostri padri ed offende tutti noi.

Francesco II con la stessa serenità e rassegnazione con cui visse così morì.

Morì in esilio, in povertà, lontano da quella sua Napoli che tanto amava, lontano da quella Patria che, con le lacrime ed il sangue dei suoi figli, pagava le pene di una devastante conquista.

S.M. Francesco II rese la sua anima a Dio santamente, lasciando in eredità a tutti noi la speranza in un futuro migliore, una speranza che abbiamo il dovere di coltivare con amore e fede.

Cap. Alessandro Romano


“Da Gaeta ad Arco”

di Aniello Gentile



Arco

Cronaca della sepoltura del Re



Breve storia dell’esilio del nostro amato Re

(Liberamente tratto da una nota di Antonio Pagano)



Francesco II, rimasto a Roma fino al 1870, peregrinò prima tra Parigi e Vienna, stabilendosi, quindi, con Maria Sofia a Possenhofen in Germania, sul lago di Starnberg.

Il Re, ammalatosi di diabete, aveva cominciato a frequentare sin dal 1876 Arco, stazione termale nei pressi di Trento, allora parte dell’Impero austriaco, sotto il nome di Duca di Castro o “sig. Fabiani”, era ospitato nella villa dell’Arciduca Alberto d’Austria.

Nell’autunno del 1894, Francesco II e Maria Sofia si recarono per le consuete cure ad Arco. Approssimandosi le festività natalizie le condizioni di salute del Re si aggravarono improvvisamente. Nonostante le premurose cure mediche, il giorno 27 dicembre 1894 Francesco II morì a soli 58 anni d'età.

I funerali si svolsero il 5 gennaio 1895 alla presenza dei principi reali e di quasi tutti i rappresentanti dell’aristocrazia internazionale, dall’Arcivescovo di Trento.

La salma fu seppellita nel Duomo di Arco. Le resero gli onori due battaglioni di Cacciatori austriaci, mentre dal Monte Brione spararono i cannoni di una batteria. Nello stesso giorno, anche a Napoli fu celebrata una solenne funzione religiosa alla presenza di tutti i nobili duosiciliani, dei Cavalieri dell’Ordine di San Gennaro e dell’Ordine di Malta.

L’arciprete Chini, testimone del tempo, così lo descrisse: «dal contegno tanto riservato, che in Arco non si faceva neppure rimarcare, tranne che la sua frequenza e divozione alla Chiesa: quasi suo unico compagno era l’Arciduca Alberto, e qualche volta suo cognato l’Arciduca Carlo Salvatore».

Le sue ultime giornate le aveva trascorse compiendo qualche passeggiata nei dintorni della cittadina, scambiando qualche battuta con la gente del luogo, che ricordava la sua svelta camminatura lungo il viale delle Magnolie, per giungere puntuale alle sacre funzioni mescolandosi ai semplici contadini.


Fonte:Rete di informazione del Regno delle Due Sicilie

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Il 27 dicembre del 1894 si spegneva nel suo triste esilio di Arco, allora appartenente all'Austria, il Re Francesco II di Borbone, ultimo sovrano della Patria Napolitana.

Con lui se ne andava l'ultimo legittimo rappresentante di uno stato florido, pacifico e glorioso. Il Re di una Nazione collocata al terzo posto mondiale senza aver mai mosso guerra ad alcuno e sempre rispettosa della dignità dei popoli e delle loro culture.

Di tutto si è detto ed ancora si dice di Francesco II.

Ma chi ancora oggi continua ad alimentare storielle infamanti ed aneddoti calunniosi non offende soltanto la memoria di un uomo dignitoso e giusto, ma tutti coloro che si sono riconosciuti per secoli in una dinastia amata ed illuminata, promotrice di grandi opere e del migliore sistema sociale ed economico che la storia italica abbia mai conosciuto. Chi offende i Borbone denigra i nostri padri ed offende tutti noi.

Francesco II con la stessa serenità e rassegnazione con cui visse così morì.

Morì in esilio, in povertà, lontano da quella sua Napoli che tanto amava, lontano da quella Patria che, con le lacrime ed il sangue dei suoi figli, pagava le pene di una devastante conquista.

S.M. Francesco II rese la sua anima a Dio santamente, lasciando in eredità a tutti noi la speranza in un futuro migliore, una speranza che abbiamo il dovere di coltivare con amore e fede.

Cap. Alessandro Romano


“Da Gaeta ad Arco”

di Aniello Gentile



Arco

Cronaca della sepoltura del Re



Breve storia dell’esilio del nostro amato Re

(Liberamente tratto da una nota di Antonio Pagano)



Francesco II, rimasto a Roma fino al 1870, peregrinò prima tra Parigi e Vienna, stabilendosi, quindi, con Maria Sofia a Possenhofen in Germania, sul lago di Starnberg.

Il Re, ammalatosi di diabete, aveva cominciato a frequentare sin dal 1876 Arco, stazione termale nei pressi di Trento, allora parte dell’Impero austriaco, sotto il nome di Duca di Castro o “sig. Fabiani”, era ospitato nella villa dell’Arciduca Alberto d’Austria.

Nell’autunno del 1894, Francesco II e Maria Sofia si recarono per le consuete cure ad Arco. Approssimandosi le festività natalizie le condizioni di salute del Re si aggravarono improvvisamente. Nonostante le premurose cure mediche, il giorno 27 dicembre 1894 Francesco II morì a soli 58 anni d'età.

I funerali si svolsero il 5 gennaio 1895 alla presenza dei principi reali e di quasi tutti i rappresentanti dell’aristocrazia internazionale, dall’Arcivescovo di Trento.

La salma fu seppellita nel Duomo di Arco. Le resero gli onori due battaglioni di Cacciatori austriaci, mentre dal Monte Brione spararono i cannoni di una batteria. Nello stesso giorno, anche a Napoli fu celebrata una solenne funzione religiosa alla presenza di tutti i nobili duosiciliani, dei Cavalieri dell’Ordine di San Gennaro e dell’Ordine di Malta.

L’arciprete Chini, testimone del tempo, così lo descrisse: «dal contegno tanto riservato, che in Arco non si faceva neppure rimarcare, tranne che la sua frequenza e divozione alla Chiesa: quasi suo unico compagno era l’Arciduca Alberto, e qualche volta suo cognato l’Arciduca Carlo Salvatore».

Le sue ultime giornate le aveva trascorse compiendo qualche passeggiata nei dintorni della cittadina, scambiando qualche battuta con la gente del luogo, che ricordava la sua svelta camminatura lungo il viale delle Magnolie, per giungere puntuale alle sacre funzioni mescolandosi ai semplici contadini.


Fonte:Rete di informazione del Regno delle Due Sicilie

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