sabato 31 ottobre 2009

Le mie dimissioni da L’ALTRO SUD




Ricevo e posto:


Di Andrea Balìa



Napoli, 28 ottobre 2009


Le dimissioni che qualcuno presenta rispetto ad un incarico, un posto di lavoro, in un’azienda,ente pubblico o privato, associazione, movimento e/o partito sono solitamente una vicenda privata, senza risonanza mediatica, che riguarda le parti: chi si dimissiona e chi le riceve. A meno che non si tratti di personaggi pubblici conosciuti dalla comunità.

Sicuramente quest’ultimo non è il mio caso, tanto da meritare che la cosa venga data in pasto agli organi d’informazione. Altresì è vero che, partecipando alle vicende meridionaliste da molto tempo, si sono costruiti rapporti, amicizie, confronti con più persone su questo terreno d’interesse e di attività. Ritengo quindi, non per eccesso d’autostima o voglia di presenzialismo, doveroso informare, attraverso il circuito di rapporti di questo nostro mondo cultural/politico, della cosa amici e conoscenti; anche per evitare commenti gratuiti e fantasiose interpretazioni.

Veniamo al dunque: mi interesso di meridionalismo da circa 20 anni come “battitore libero”. Un anno fa circa ho accettato di dare una mano agli amici di L’Altro Sud, accettando la carica di “responsabile all’Identità” nel gruppo dirigente di questo movimento. Tre sostanzialmente le ragioni: una vecchia amicizia con alcuni di loro, il riconoscere un ottimo livello culturale e di preparazione (forse il migliore tra i movimenti in auge) del gruppo dirigente, e il desiderio di dare finalmente un – pur se modesto – contributo personale più concreto alla causa del Sud.

E’ stata un’esperienza sicuramente interessante e di accrescimento personale su più fronti.

L’Altro Sud è portatore però (in specie nella sua presidenza) d’un radicato convincimento che credevo modificabile almeno parzialmente (anche per la carica ricoperta), e che s’è andato addirittura irrigidendo: la tenace convinzione che con le forze meridionaliste attualmente in campo (e causa anche la storia e il passato di molti suoi attori) sia impossibile costruire qualcosa di positivo. Ovviamente, pur essendo comprensibile – ma solo in parte – ciò, questo assunto mi appare eccessivo e pessimistico oltremodo, con la possibilità di prospettare pericolosamente solo due ipotesi: o il ritenere di poter fare da soli (altamente improbabile), o prestare il fianco a collaborazioni, apparentamenti – fossero anche solo temporali – con forze e partiti istituzionali.

Ritenendo quest’ultimi, secondo il sottoscritto, la prova provata del disastro del Sud ed essendo un “testone” che crede nel “I have a dream” di Martin Luter King/memoria prendo la decisione di dare le dimissioni da L’Altro Sud (assieme al dott. Emiddio De Franciscis e all’arch. Bruno Pappalardo), ringraziandoli di tutto e riservandomi un futuro, probabilmente più irto tornando a fare il “battitore libero” o dando una mano a chi e con chi dovesse trovare interessante e utile una collaborazione che trovi obiettivi di reciproco interesse.
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Ricevo e posto:


Di Andrea Balìa



Napoli, 28 ottobre 2009


Le dimissioni che qualcuno presenta rispetto ad un incarico, un posto di lavoro, in un’azienda,ente pubblico o privato, associazione, movimento e/o partito sono solitamente una vicenda privata, senza risonanza mediatica, che riguarda le parti: chi si dimissiona e chi le riceve. A meno che non si tratti di personaggi pubblici conosciuti dalla comunità.

Sicuramente quest’ultimo non è il mio caso, tanto da meritare che la cosa venga data in pasto agli organi d’informazione. Altresì è vero che, partecipando alle vicende meridionaliste da molto tempo, si sono costruiti rapporti, amicizie, confronti con più persone su questo terreno d’interesse e di attività. Ritengo quindi, non per eccesso d’autostima o voglia di presenzialismo, doveroso informare, attraverso il circuito di rapporti di questo nostro mondo cultural/politico, della cosa amici e conoscenti; anche per evitare commenti gratuiti e fantasiose interpretazioni.

Veniamo al dunque: mi interesso di meridionalismo da circa 20 anni come “battitore libero”. Un anno fa circa ho accettato di dare una mano agli amici di L’Altro Sud, accettando la carica di “responsabile all’Identità” nel gruppo dirigente di questo movimento. Tre sostanzialmente le ragioni: una vecchia amicizia con alcuni di loro, il riconoscere un ottimo livello culturale e di preparazione (forse il migliore tra i movimenti in auge) del gruppo dirigente, e il desiderio di dare finalmente un – pur se modesto – contributo personale più concreto alla causa del Sud.

E’ stata un’esperienza sicuramente interessante e di accrescimento personale su più fronti.

L’Altro Sud è portatore però (in specie nella sua presidenza) d’un radicato convincimento che credevo modificabile almeno parzialmente (anche per la carica ricoperta), e che s’è andato addirittura irrigidendo: la tenace convinzione che con le forze meridionaliste attualmente in campo (e causa anche la storia e il passato di molti suoi attori) sia impossibile costruire qualcosa di positivo. Ovviamente, pur essendo comprensibile – ma solo in parte – ciò, questo assunto mi appare eccessivo e pessimistico oltremodo, con la possibilità di prospettare pericolosamente solo due ipotesi: o il ritenere di poter fare da soli (altamente improbabile), o prestare il fianco a collaborazioni, apparentamenti – fossero anche solo temporali – con forze e partiti istituzionali.

Ritenendo quest’ultimi, secondo il sottoscritto, la prova provata del disastro del Sud ed essendo un “testone” che crede nel “I have a dream” di Martin Luter King/memoria prendo la decisione di dare le dimissioni da L’Altro Sud (assieme al dott. Emiddio De Franciscis e all’arch. Bruno Pappalardo), ringraziandoli di tutto e riservandomi un futuro, probabilmente più irto tornando a fare il “battitore libero” o dando una mano a chi e con chi dovesse trovare interessante e utile una collaborazione che trovi obiettivi di reciproco interesse.
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