lunedì 24 agosto 2009

Scuola. Veneto senza presidi, i "rinforzi" arriveranno dal Sud: la Lega protesta


66 incarichi vacanti. I dirigenti saranno chiamati da Campania,
Puglia e Sicilia. Il Carroccio: «Nuove regole per i concorsi»



di Giovanni Santin e Chiara Pavan

VENEZIA (22 agosto) - L’anno scolastico che si sta per aprire decolla all’insegna delle "assenze", quelle dei presidi. In Veneto ne mancano 66. Arriveranno da fuori regione, con buona pace della Lega pronta a dare battaglia sul «problema dei presidi foresti».

Nelle sette province del Veneto, sia pur in misura diversa, il posto di dirigente scolastico sarà infatti coperto da personale in arrivo da Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Da settembre, così, ci sarà una distribuzione a pioggia di presidi meridionali che cascherà un po’ su tutte le scuole d’Italia, ma soprattutto al Nord, dove i posti vacanti sono numerosi.

Ed è questo che a Vicenza, a fine luglio, ha fatto scattare una mozione bipartisan con la quale si è intimato l’alt all’arrivo di dirigenti del sud. Sotto accusa c’è innanzitutto un concorso bandito nel 2004: un numero di posti assegnati a ciascuna regione, e un dieci per cento in più di persone idonee da lasciare in lista d’attesa. Ma qualcuno, al sud, ci avrebbe provato, mettendo in lista più concorrenti, che ora sarebbero tutti da sistemare. A nord, invece, hanno inserito nelle graduatorie di merito soltanto il numero di dirigenti previsto dal concorso bandito. Di qui il "gap" che ora crea problemi.

E Vicenza, dopo la protesta sollevata in consiglio provinciale dall’assessore alla scuola Morena Martini (Pdl), si ritrova ad essere anche il territorio più colpito dalla mancanza di presidi locali: qui i posti vacanti sono 25. Seguono Padova con 12; Venezia con 9, Belluno con 7. A Rovigo e Verona ne mancano 5; la meno scoperta è invece Treviso con tre soli “buchi”.
Non tutte le 66 caselle tuttavia saranno coperte, ma solo 38; questo il numero che il governo centrale ha previsto per il Veneto. Gli altri 28 posti saranno assegnati "in reggenza".
E questa è sicuramente un'altra soluzione che penalizza la scuola, perché si tratta di presidi che già hanno una loro scuola da "governare" e che saranno costretti a sdoppiarsi lavorando, e dirigendo, anche un'altra sede.

Ieri all'Ufficio Scolastico Regionale di Venezia non erano in grado di procedere alle nomine «perché non erano ancora arrivate tutte le disponibilità». Ma una cosa è certa: questi 38 posti saranno attribuiti tutti a candidati idonei provenienti da fuori regione «perché noi non abbiamo più personale abilitato per la funzione dirigente».

Le ragioni? Non solo fuga dalla scuola, non solo tagli che, al contrario, come nel caso di liceo classico e scientifico di Belluno, unendosi fanno “risparmiare” un preside. «Manca proprio il personale abilitato» ripetono da Venezia.
La Lega, intanto, si prepara a contrastare «l’invasione di presidi del Sud». Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio nella Commissione istruzione del Senato, in una nota suggerisce che «basta chiudere definitivamente con le riserve di idonei, che, come sappiamo, in certe zone tendono a lievitare oltre misura, e ridurre il peso della valutazione scolastica, visto che in alcune realtà i supervoti non si negano a nessuno».
Certo, «la buona notizia» è che con «l’ultima infornata - dice sempre Pittoni - dovrebbero svuotarsi del tutto le graduatorie anche al Sud. Si può quindi mettere mano ad un nuovo regolamento concorsuale» che, appunto, dovrà essere indetto per «un numero di idonei corrispondenti ai posti disponibili, neanche uno di più» e, in secondo luogo, dovrà limitare il peso «delle valutazioni dei titoli, viste le pesanti diversità tra un’area e l’altra del paese».

Secondo Morena Martini, che a Vicenza ha aperto il "dibattito" sulla provenienza dei presidi, non si tratta di bandire i presidi del sud, ma di affrontare la questione in modo diverso. «Stiamo parlando della tutela dei lavoratori, non solo dei veneti, ma di tutta Italia - precisa l’assessore - Il problema sta nel concorso per dirigente scolastico bandito nel 2004, e nelle due seguenti sanatorie. Da rivedere».

Certo, non sarà facile incidere sull’anno scolastico che si sta per aprire, ma si potrà indicare un nuovo percorso: «Alcuni presidi siciliani mi hanno scritto, sperano di poter venire a Vicenza, proprio perché stiamo portando avanti una battaglia per la giustizia». E la Lega, coi suoi «proclami», non fa un grande servizio. «Ma dove sono stati finora? - ribatte Martini - Nel 2004 e nel 2007 potevano stare attenti, potevano giocarsela in modo diverso coi loro esponenti al governo». Con gli slogan, chiude l’assessore, non si fanno battaglie, ma «rapine elettorali». Che non servono a nessuno, tantomeno alla scuola.
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66 incarichi vacanti. I dirigenti saranno chiamati da Campania,
Puglia e Sicilia. Il Carroccio: «Nuove regole per i concorsi»



di Giovanni Santin e Chiara Pavan

VENEZIA (22 agosto) - L’anno scolastico che si sta per aprire decolla all’insegna delle "assenze", quelle dei presidi. In Veneto ne mancano 66. Arriveranno da fuori regione, con buona pace della Lega pronta a dare battaglia sul «problema dei presidi foresti».

Nelle sette province del Veneto, sia pur in misura diversa, il posto di dirigente scolastico sarà infatti coperto da personale in arrivo da Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Da settembre, così, ci sarà una distribuzione a pioggia di presidi meridionali che cascherà un po’ su tutte le scuole d’Italia, ma soprattutto al Nord, dove i posti vacanti sono numerosi.

Ed è questo che a Vicenza, a fine luglio, ha fatto scattare una mozione bipartisan con la quale si è intimato l’alt all’arrivo di dirigenti del sud. Sotto accusa c’è innanzitutto un concorso bandito nel 2004: un numero di posti assegnati a ciascuna regione, e un dieci per cento in più di persone idonee da lasciare in lista d’attesa. Ma qualcuno, al sud, ci avrebbe provato, mettendo in lista più concorrenti, che ora sarebbero tutti da sistemare. A nord, invece, hanno inserito nelle graduatorie di merito soltanto il numero di dirigenti previsto dal concorso bandito. Di qui il "gap" che ora crea problemi.

E Vicenza, dopo la protesta sollevata in consiglio provinciale dall’assessore alla scuola Morena Martini (Pdl), si ritrova ad essere anche il territorio più colpito dalla mancanza di presidi locali: qui i posti vacanti sono 25. Seguono Padova con 12; Venezia con 9, Belluno con 7. A Rovigo e Verona ne mancano 5; la meno scoperta è invece Treviso con tre soli “buchi”.
Non tutte le 66 caselle tuttavia saranno coperte, ma solo 38; questo il numero che il governo centrale ha previsto per il Veneto. Gli altri 28 posti saranno assegnati "in reggenza".
E questa è sicuramente un'altra soluzione che penalizza la scuola, perché si tratta di presidi che già hanno una loro scuola da "governare" e che saranno costretti a sdoppiarsi lavorando, e dirigendo, anche un'altra sede.

Ieri all'Ufficio Scolastico Regionale di Venezia non erano in grado di procedere alle nomine «perché non erano ancora arrivate tutte le disponibilità». Ma una cosa è certa: questi 38 posti saranno attribuiti tutti a candidati idonei provenienti da fuori regione «perché noi non abbiamo più personale abilitato per la funzione dirigente».

Le ragioni? Non solo fuga dalla scuola, non solo tagli che, al contrario, come nel caso di liceo classico e scientifico di Belluno, unendosi fanno “risparmiare” un preside. «Manca proprio il personale abilitato» ripetono da Venezia.
La Lega, intanto, si prepara a contrastare «l’invasione di presidi del Sud». Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio nella Commissione istruzione del Senato, in una nota suggerisce che «basta chiudere definitivamente con le riserve di idonei, che, come sappiamo, in certe zone tendono a lievitare oltre misura, e ridurre il peso della valutazione scolastica, visto che in alcune realtà i supervoti non si negano a nessuno».
Certo, «la buona notizia» è che con «l’ultima infornata - dice sempre Pittoni - dovrebbero svuotarsi del tutto le graduatorie anche al Sud. Si può quindi mettere mano ad un nuovo regolamento concorsuale» che, appunto, dovrà essere indetto per «un numero di idonei corrispondenti ai posti disponibili, neanche uno di più» e, in secondo luogo, dovrà limitare il peso «delle valutazioni dei titoli, viste le pesanti diversità tra un’area e l’altra del paese».

Secondo Morena Martini, che a Vicenza ha aperto il "dibattito" sulla provenienza dei presidi, non si tratta di bandire i presidi del sud, ma di affrontare la questione in modo diverso. «Stiamo parlando della tutela dei lavoratori, non solo dei veneti, ma di tutta Italia - precisa l’assessore - Il problema sta nel concorso per dirigente scolastico bandito nel 2004, e nelle due seguenti sanatorie. Da rivedere».

Certo, non sarà facile incidere sull’anno scolastico che si sta per aprire, ma si potrà indicare un nuovo percorso: «Alcuni presidi siciliani mi hanno scritto, sperano di poter venire a Vicenza, proprio perché stiamo portando avanti una battaglia per la giustizia». E la Lega, coi suoi «proclami», non fa un grande servizio. «Ma dove sono stati finora? - ribatte Martini - Nel 2004 e nel 2007 potevano stare attenti, potevano giocarsela in modo diverso coi loro esponenti al governo». Con gli slogan, chiude l’assessore, non si fanno battaglie, ma «rapine elettorali». Che non servono a nessuno, tantomeno alla scuola.

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