giovedì 23 luglio 2009

Un'altro scippo alla nostra terra . Milano candidata a sede del Segretariato economico per l'Unione per il Mediterraneo.


Un'altro scippo alla nostra terra , nel silenzio assoluto e compiacente dei politici meridionali troppo impegnati in questa torrida estate a trattative e incontri per salvare il proprio traballate potere, davanti al baratro che decenni di gestione supina e clientelare gli hanno ormai aperto davanti.

Come sia possibile che l'Italia candidi Milano come sede del Segretariato Economico per l'Unione per il Mediterraneo (UpM) resta per noi un mistero.


La candidatura arriva dopo la decisione assunta dal Vertice dei Ministri degli Affari Esteri dell'Unione per il Mediterraneo (UpM), svoltosi lo scorso novembre a Marsiglia, di inserire tra i progetti prioritari dell'Unione per il Mediterraneo il tema della creazione di un Segretariato Economico.

"L'Italia è al centro dei rapporti economici e finanziari del Mediterraneo - spiegano in conferenza stampa- e Milano si conferma come l'anello di congiunzione ideale tra l'economia mediterranea e quella europea.
Per questo dobbiamo porci obiettivi sempre più ambiziosi, riprendere lo "Spirito di Barcellona" per dare una spinta alla creazione di un'area di libero scambio mediterranea, perché Milano e l'Italia siano al centro dello sviluppo Euromediterraneo."

In altre parole all'estero le sedi designate per precedenti incontri sono , come è logico, città di mare mentre da noi non si privilegiano certo Napoli,Palermo, Bari o le tante città che si affacciano sul mare con importanti porti in tutta la penisola, ma si sceglie Milano, città i cui abitanti non si sono mai dichiarati mediterranei ma han sempre ben specificato di essere e sentirsi mitteleuropei, città a cui , grazie ad un'intesa bipartisan durante il precedente governo, è già stato assegnato L'EXPO 2015 con i relativi finanziamenti a pioggia.

Putroppo la politica italiana di destra e sinistra è ormai solo e sfacciatamente milanocentrica, grazie soprattutto all'opera che stà svolgendo la Lega Nord in parlamento a vantaggio dei propri territori

E il Sud?

Al Sud e alla sua popolazione, una parte della quale continua comunque a votare per il partito milanese del premier o addirittura per la Lega Nord o per personaggi che hanno permesso la devastazione dei propri territori o per chi, malgrado professi una richiesta d'autonomia strumentale ai propri scopi, fà parte integrante di questo governo e ne ha avallato le scelte tutte a svantaggio del Sud a cominciare dallo scippo dei fondi Fas, al Sud ormai non restano più neanche le briciole.

Una spaccatura della nazione in due che in qualsiasi paese farebbe gridare allo scandalo, ma che qui, alle prese con una popolazione telenarcotizzata, permette di far passare anche le scelte più deliranti, come quest'ultimo pernacchio al Sud sulla scelta della sede italiana del segretariato dell' UpM.

In vana attesa di un impossibile sussulto di dignità da parte degli attuali gattopardi meridionali, sarà bene continuare a percorrere la strada tracciata e cioè continuare il lavoro di penetrazione sui territori e unire le forze autenticamente meridionaliste per riuscire, quanto prima, a scalzare questa classe politica, per poterci così riprendere ciò che ci spetta di diritto.

Partito del Sud

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Un'altro scippo alla nostra terra , nel silenzio assoluto e compiacente dei politici meridionali troppo impegnati in questa torrida estate a trattative e incontri per salvare il proprio traballate potere, davanti al baratro che decenni di gestione supina e clientelare gli hanno ormai aperto davanti.

Come sia possibile che l'Italia candidi Milano come sede del Segretariato Economico per l'Unione per il Mediterraneo (UpM) resta per noi un mistero.


La candidatura arriva dopo la decisione assunta dal Vertice dei Ministri degli Affari Esteri dell'Unione per il Mediterraneo (UpM), svoltosi lo scorso novembre a Marsiglia, di inserire tra i progetti prioritari dell'Unione per il Mediterraneo il tema della creazione di un Segretariato Economico.

"L'Italia è al centro dei rapporti economici e finanziari del Mediterraneo - spiegano in conferenza stampa- e Milano si conferma come l'anello di congiunzione ideale tra l'economia mediterranea e quella europea.
Per questo dobbiamo porci obiettivi sempre più ambiziosi, riprendere lo "Spirito di Barcellona" per dare una spinta alla creazione di un'area di libero scambio mediterranea, perché Milano e l'Italia siano al centro dello sviluppo Euromediterraneo."

In altre parole all'estero le sedi designate per precedenti incontri sono , come è logico, città di mare mentre da noi non si privilegiano certo Napoli,Palermo, Bari o le tante città che si affacciano sul mare con importanti porti in tutta la penisola, ma si sceglie Milano, città i cui abitanti non si sono mai dichiarati mediterranei ma han sempre ben specificato di essere e sentirsi mitteleuropei, città a cui , grazie ad un'intesa bipartisan durante il precedente governo, è già stato assegnato L'EXPO 2015 con i relativi finanziamenti a pioggia.

Putroppo la politica italiana di destra e sinistra è ormai solo e sfacciatamente milanocentrica, grazie soprattutto all'opera che stà svolgendo la Lega Nord in parlamento a vantaggio dei propri territori

E il Sud?

Al Sud e alla sua popolazione, una parte della quale continua comunque a votare per il partito milanese del premier o addirittura per la Lega Nord o per personaggi che hanno permesso la devastazione dei propri territori o per chi, malgrado professi una richiesta d'autonomia strumentale ai propri scopi, fà parte integrante di questo governo e ne ha avallato le scelte tutte a svantaggio del Sud a cominciare dallo scippo dei fondi Fas, al Sud ormai non restano più neanche le briciole.

Una spaccatura della nazione in due che in qualsiasi paese farebbe gridare allo scandalo, ma che qui, alle prese con una popolazione telenarcotizzata, permette di far passare anche le scelte più deliranti, come quest'ultimo pernacchio al Sud sulla scelta della sede italiana del segretariato dell' UpM.

In vana attesa di un impossibile sussulto di dignità da parte degli attuali gattopardi meridionali, sarà bene continuare a percorrere la strada tracciata e cioè continuare il lavoro di penetrazione sui territori e unire le forze autenticamente meridionaliste per riuscire, quanto prima, a scalzare questa classe politica, per poterci così riprendere ciò che ci spetta di diritto.

Partito del Sud

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1 commento:

Nello Russo ha detto...

Dunque se le cose stanno così, l’Italia è davvero un paese spaccato ed impigliato nelle maglie dei politicanti imbelli, senza scrupoli e senza altri interessi, se non quelli riconducibili solo alla sfera degli affari personali o rivolti a garantire le sacche di potere dei lanzichenecchi, cavalieri dell’equilibrio del nord, che viene fatto passare per gli scandali al sud dove impennano le discariche, i rifiuti, i termovalorizzatori, i rigassificatori e persino le centrali nucleari. O ancora al sud dove il connubio tra la politica ed il malaffare compie la sua opera globale del sacco del territorio, mediante la rovina dell’ambiente, il disastro della sanità, la violenza su ogni luogo vivibile delle splendide regioni meridionali.
Ma soprattutto dove questo connubio provoca paradossalmente una controtendenza, che, rispetto al fenomeno della cattiva gestione degli enti pubblici e dei loro organismi di sottogoverno, sta cristallizzando nell’opinione pubblica un profondo disinteresse verso lo sfascio del sistema amministrativo e che nel contempo da manforte al culto della personalità di uno o più politici, che fin’ora hanno saputo solo mettere in mostra le loro qualità divinatorie, improprie e devianti. La storia di questi giorni in Sicilia segna il tempo dell’ineluttabilità di un radicale cambiamento della politica, del suo agire e del suo essere anche categoria intellettuale e morale. Pontificare in Sicilia i vari Lombardo, Cuffaro, Micciché e Romano, tanto per fare solo un esempio di uomini, che dal servizio della politica sono giunti all’anticamera delle inchieste giudiziarie o peggio ancora hanno varcato la soglia di una prima condanna, non può non costituire un momento di aberrante sublimazione dell’opera irriverente di costoro e di altri come loro, che non temono il confronto con la giustizia e con quella parte sana della società, che reclama inutilmente la verità sulle stragi di mafia e su quelle cosiddette di stato, che reclama giustizia per ogni evento delittuoso, che non tollera più la disoccupazione e lo sfruttamento fisico e salariale nel lavoro, o l'impoverimento del territorio.
In Sicilia la questione della moralizzazione della politica e della pubblica amministrazione, la questione della gestione degli appalti pubblici, degli investimenti produttivi e degli ammortizzatori sociali e dunque la questione più complessa del riscatto sociale del lavoro, sono temi ancora legati alle logiche spartitorie, che limitano l'attenzione verso lo sviluppo ingegneristico della genetica mafiosa, che si radica in ogni luogo della vita pubblica della Sicilia, nel totale abbandono della pratica salottiera dei dibattiti televisivi, dove si consumano solo futili e ridondanti performance di politici ed esperti dei quali si può bene fare a meno.

Nel frattempo, rispetto a questa generale problematica, solo pochi soggetti, siano essi istituzionali o rappresentanti della società civile, dimostrano di volere compiere, ancora con abnegazione, un atto di resistenza, per arginare la ramificazione di tutti quegli interessi, politici ed economici, dei quali si nutre la casta, che vengono strategicamente coltivati per ridurre quegli spazi di libertà e di azione, che sono necessari per ripristinare la democrazia attiva. Del resto, sebbene più volte richiamato anche dal Parlamento Europeo, l'attuale Governo italiano resta sordo e prosegue nella prassi della decretazione d'urgenza, scavalcando in tal modo il Parlamento, dove tuttavia non sembra che vengano esercitati i poteri di controllo e di direzione, per apparire piuttosto come scenario di burlesche beghe di cortile.

28/7/2009
Nello Russo

 
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