venerdì 26 giugno 2009

Il basso imperatore del basso impero


Di Gianni Barbacetto


Il satrapo anziano, l'utilizzatore finale, l'uomo col cerone in faccia s'incammina tristemente verso il declino. Non sappiamo quanto durerà questa agonia, ma sappiamo che è già iniziata e che è irreversibile. Per quanto si sforzerà di dimostrarsi un uomo di Stato, chi lo guarda avrà sempre in mente le immagini delle feste a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa, la ragazzina minorenne che viene da Casoria, l'harem delle squillo di lusso che lo chiamano "papi", le farfalline in regalo per tutte, il ballo stretto con la escort "Alessia", il lettone dove lei lo ha aspettato e dove ha passato la notte con lui. Fatti privati? Gossip? Complotto internazionale? I suoi dipendenti e i suoi servi, politici e giornalisti, ripetono il ritornello. Ma restano i fatti. Certo: il Tg1 di Augusto Minzolini, lo Squalo diventato acciuga, non li racconta. Certo: Alfonso Signorini, sugli house organ di famiglia (scusate la parola), "Chi" e "Il Giornale", tenta di mostrare un nonno affettuoso dall'immagine irreprensibile. Ma i fatti resistono perfino alla poderosa propaganda di regime.

C'è uno strano imprenditore barese, Gianpiero Tarantini, che procura appalti per sé e affari per altri con una intensa attività di lobbing a suon di sesso e droga, prostitute e cocaina. Riesce a diventare amico del presidente del Consiglio, inviandogli frotte di ragazze disponibili a fare da cornice alla sua vecchiaia di uomo potente e solo. Fatti privati, come dicono i servi? No, per molti motivi, che elenchiamo in ordine di peso crescente.
1. Il presidente del Consiglio non è un privato cittadino, che può fare nel suo letto ciò che vuole: è un uomo pubblico, deve avere uno stile di vita sobrio, adeguato al suo ruolo.
2. Deve mostrarsi anche coerente con i principi che professa: se si proclama cattolico e vuole i voti dei cattolici, non può contraddire troppo palesemente la morale cattolica.
3. Tarantini è un imprenditore il cui fine è realizzare affari, fare soldi: se il presidente del Consiglio accetta, come "utilizzatore finale", le ragazze che lui gli manda, poi per "ringraziarlo" dovrà dare in cambio qualcosa. Contatti? Appalti? Entrature? Ma questo scambio ha un nome: corruzione.
4. I comportamenti sessuali di una persona restano privati solo finché non interferiscono con il suo ruolo pubblico e istituzionale. Nel caso di "papi", le interferenze sono molteplici: ha chiesto assunzioni in Rai (tramite Saccà) per compensare le sue amichette; ha promesso candidature elettorali e carriere politiche a ragazze che lo avevano compiaciuto (alcune candidature sono state confermate, altre bloccate solo dopo le critiche di Fini e la denuncia di Veronica; del resto, anche la escort Patrizia D'Addario, in arte "Alessia", è stata candidata alle elezioni a Bari nella lista "La Puglia prima di tutto"); gli affari di letto diventano più importanti degli affari di Stato, se è vero che la notte del 4 novembre 2008 "papi" ha preferito trattenersi con le squillo piuttosto che partecipare, come programmato, alla notte elettorale in cui Obama è diventato presidente degli Stati Uniti.
5. Un uomo che ha incarichi istituzionali non deve mai mettersi in condizione di essere ricattabile. Perché ne andrebbero di mezzo non gli affari suoi, ma gli affari di Stato. Un uomo di Stato ricattabile è un pericolo per le istituzioni. E quanta ricattabilità si incontra nelle vicende di "papi", dalle telefonate dell'inchiesta Saccà (per esempio quelle tra Evelina Manna e Elena Russo) fino alle escort baresi.

In questo clima da basso impero, tra una festa e l'altra in stile brianzolo-briatoresco, la crisi economica continua, la disoccupazione sale, il pil scende. Per evitare il ridicolo, oltre che l'ingorgo in Parlamento, la maggioranza di governo ha fatto slittare a settembre la discussione della nuova legge sulla prostituzione, che punisce anche il cliente delle prostitute (l'«utilizzatore finale»). Va avanti invece sulle intercettazioni, con la tentazione di utilizzare la nuova legge-bavaglio per bloccare anche l'indagine di Bari. Intanto le ragazze coinvolte nelle feste si moltiplicano e si cominciano a individuare organizzatori e "api regine". Sul piano politico, si apprende quali sono i meriti acquisiti presso Berlusconi da una candidata al Parlamento europeo, Licia Ronzulli, molto spinta da "papi" e dal partito, tanto da superare in preferenze, lei giovane e sconosciuta, tanti politici più esperti e scafati: è stata l'organizzatrice delle feste a Villa Certosa, la responsabile della "logistica", efficientissima a smistare ospiti e ragazze. Questo è gossip o politica? (25 giugno 2009)

Fonte:Società civile
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Di Gianni Barbacetto


Il satrapo anziano, l'utilizzatore finale, l'uomo col cerone in faccia s'incammina tristemente verso il declino. Non sappiamo quanto durerà questa agonia, ma sappiamo che è già iniziata e che è irreversibile. Per quanto si sforzerà di dimostrarsi un uomo di Stato, chi lo guarda avrà sempre in mente le immagini delle feste a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa, la ragazzina minorenne che viene da Casoria, l'harem delle squillo di lusso che lo chiamano "papi", le farfalline in regalo per tutte, il ballo stretto con la escort "Alessia", il lettone dove lei lo ha aspettato e dove ha passato la notte con lui. Fatti privati? Gossip? Complotto internazionale? I suoi dipendenti e i suoi servi, politici e giornalisti, ripetono il ritornello. Ma restano i fatti. Certo: il Tg1 di Augusto Minzolini, lo Squalo diventato acciuga, non li racconta. Certo: Alfonso Signorini, sugli house organ di famiglia (scusate la parola), "Chi" e "Il Giornale", tenta di mostrare un nonno affettuoso dall'immagine irreprensibile. Ma i fatti resistono perfino alla poderosa propaganda di regime.

C'è uno strano imprenditore barese, Gianpiero Tarantini, che procura appalti per sé e affari per altri con una intensa attività di lobbing a suon di sesso e droga, prostitute e cocaina. Riesce a diventare amico del presidente del Consiglio, inviandogli frotte di ragazze disponibili a fare da cornice alla sua vecchiaia di uomo potente e solo. Fatti privati, come dicono i servi? No, per molti motivi, che elenchiamo in ordine di peso crescente.
1. Il presidente del Consiglio non è un privato cittadino, che può fare nel suo letto ciò che vuole: è un uomo pubblico, deve avere uno stile di vita sobrio, adeguato al suo ruolo.
2. Deve mostrarsi anche coerente con i principi che professa: se si proclama cattolico e vuole i voti dei cattolici, non può contraddire troppo palesemente la morale cattolica.
3. Tarantini è un imprenditore il cui fine è realizzare affari, fare soldi: se il presidente del Consiglio accetta, come "utilizzatore finale", le ragazze che lui gli manda, poi per "ringraziarlo" dovrà dare in cambio qualcosa. Contatti? Appalti? Entrature? Ma questo scambio ha un nome: corruzione.
4. I comportamenti sessuali di una persona restano privati solo finché non interferiscono con il suo ruolo pubblico e istituzionale. Nel caso di "papi", le interferenze sono molteplici: ha chiesto assunzioni in Rai (tramite Saccà) per compensare le sue amichette; ha promesso candidature elettorali e carriere politiche a ragazze che lo avevano compiaciuto (alcune candidature sono state confermate, altre bloccate solo dopo le critiche di Fini e la denuncia di Veronica; del resto, anche la escort Patrizia D'Addario, in arte "Alessia", è stata candidata alle elezioni a Bari nella lista "La Puglia prima di tutto"); gli affari di letto diventano più importanti degli affari di Stato, se è vero che la notte del 4 novembre 2008 "papi" ha preferito trattenersi con le squillo piuttosto che partecipare, come programmato, alla notte elettorale in cui Obama è diventato presidente degli Stati Uniti.
5. Un uomo che ha incarichi istituzionali non deve mai mettersi in condizione di essere ricattabile. Perché ne andrebbero di mezzo non gli affari suoi, ma gli affari di Stato. Un uomo di Stato ricattabile è un pericolo per le istituzioni. E quanta ricattabilità si incontra nelle vicende di "papi", dalle telefonate dell'inchiesta Saccà (per esempio quelle tra Evelina Manna e Elena Russo) fino alle escort baresi.

In questo clima da basso impero, tra una festa e l'altra in stile brianzolo-briatoresco, la crisi economica continua, la disoccupazione sale, il pil scende. Per evitare il ridicolo, oltre che l'ingorgo in Parlamento, la maggioranza di governo ha fatto slittare a settembre la discussione della nuova legge sulla prostituzione, che punisce anche il cliente delle prostitute (l'«utilizzatore finale»). Va avanti invece sulle intercettazioni, con la tentazione di utilizzare la nuova legge-bavaglio per bloccare anche l'indagine di Bari. Intanto le ragazze coinvolte nelle feste si moltiplicano e si cominciano a individuare organizzatori e "api regine". Sul piano politico, si apprende quali sono i meriti acquisiti presso Berlusconi da una candidata al Parlamento europeo, Licia Ronzulli, molto spinta da "papi" e dal partito, tanto da superare in preferenze, lei giovane e sconosciuta, tanti politici più esperti e scafati: è stata l'organizzatrice delle feste a Villa Certosa, la responsabile della "logistica", efficientissima a smistare ospiti e ragazze. Questo è gossip o politica? (25 giugno 2009)

Fonte:Società civile

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