Di Francesco Piccinini
Dopo le ripetute minacce subite da Giulio Cavalli l’attore viene posto sotto "tutela totale", quella che più comunemente è chiamata scorta.
In passato aveva già ricevuto minacce di morte.
Le intimidazioni arrivarono dopo il suo spettacolo “Do ut Des” che ridicolizzava la mafia. A causa di queste e altre minacce da 7 mesi l’attore era già inserito in un programma di protezione.
Giulio Cavalli è da anni impegnato a teatro contro la mafia, e da sei mesi cura una rubrica, RadioMafiopoli, in onda su AgoraVox Italia che si rifà a Onda pazza, la trasmissione di Peppino Impastato, in cui l’attore disonora la mafia.
Giulio Cavalli è da anni impegnato a teatro contro la mafia, e da sei mesi cura una rubrica, RadioMafiopoli, in onda su AgoraVox Italia che si rifà a Onda pazza, la trasmissione di Peppino Impastato, in cui l’attore disonora la mafia.
Lunedì 27 aprile 2009 sarà una data che Giulio Cavalli ricorderà a lungo. In paese normale, per un attore di teatro, il lunedì è il giorno del riposo ma il nostro, spesso, non è un paese normale.
Capita, così, che un attore nel suo giorno di riposo veda una vettura della polizia avvicinarsi a casa sua; quella vettura non andrà più via: sarà la sua scorta o come viene chiamata in gergo tecnico “tutela totale”. Giulio Cavalli si trova ad esser, suo malgrado, il primo attore italiano a vivere sotto la protezione dello Stato perché minacciato di morte dalla mafia.
La decisione di assegnare la scorta è stata presa - in un tavolo per la sicurezza tra Prefetto, Questura e Carabinieri - venerdì 24 aprile lo stesso giorno in cui un’inchiesta della procura di Caltanissetta sventava il piano mafioso al nord per uccidere il sindaco di Gela Rosario Crocetta.
La stidda ha deciso che Cavalli dà fastidio, dà fastidio per quello che dice e dà fastidio perché troppo vicino a quel sindaco che per ben tre volte è sfuggito alla scure della mafia.
Un sodalizio lungo tra Crocetta e Giulio Cavalli che nasce all’ombra dello spettacolo
Spettacolo – Do ut Des - che era già costato all’attore la “tutela dinamica”.
I carabinieri e la polizia di Lodi iniziano così a occuparsi, con puntualità e professionalità, della sicurezza del loro concittadino.
Così, nel 2009, in Italia un attore vede la sua vita sconvolta solo per aver sbeffeggiato un sistema, come quello mafioso, che, troppo spesso, tiene in scacco la nazione. Dopo giornalisti e scrittori, ora anche un attore fa paura.
Fa paura perché parla dei mafiosi come uomini di “disonore”. Cavalli fa paura perché prima di tutto è un giullare che ci fa guardare il nostri spettri e li deride.
Fonte:Agoravox
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