sabato 9 maggio 2009

Tempi biblici al Sud e errori al Nord, per italiani sanità meno 'umana' e più cara


Fotografia scattata dall'annuale Rapporto Pit salute: la negligenza professionale è il principale oggetto delle segnalazioni raccolte nel 2008. In testa gli interventi chirurgici (53%), seguiti dalle diagnosi sbagliate (26%). Aumentano i tempi per gli interventi e per gli esami diagnostici: ben 540 giorni per un intervento al menisco e 1.080 per una protesi. Mentre ai primi posti tra i diversi ambiti in cui si segnala una "carenza di umanizzazione" i cittadini mettono i pediatri (31,87%), i medici di medicina generale (25,4%) e la riabilitazione ambulatoriale (21%)


Roma, 6 mag. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Una sanità diversa di regione in regione, dove gli errori medici e diagnostici si confermano il primo problema avvertito dagli italiani alle prese con il Servizio sanitario nazionale sempre meno umano e più caro. E' la fotografia scattata dall'annuale Rapporto Pit salute 'I cittadini al primo posto. Per una sanità più umana ed accessibile', basata quest'anno su oltre 25.000 segnalazioni e presentato questa mattina nella sede del ministero della Salute a Roma.


Presunti casi di malpractice sono l'oggetto del 18% delle segnalazioni, in cima alla lista delle 'lamentele'. Gli errori segnalati dai cittadini riguardano soprattutto interventi chirurgici (53%), seguiti da diagnosi sbagliate (26%). La gran parte si registra in strutture pubbliche (88%). Sette le aree specialistiche maggiormente interessate da presunti casi di malpractice: ortopedia (17,5%), oncologia (13,9%), ginecologia e ostetricia (7,7%), chirurgia generale e oculistica (5,4%), odontoiatria (5,2%), emergenza e pronto soccorso (2,8%).

Solo il 28% dei cittadini che si rivolge al Pit salute richiede poi specifica consulenza medico-legale, in vista di una eventuale azione legale. Mentre la gran parte (72%) desidera principalmente segnalare l'accaduto e ricevere informazioni, orientamento e tutela, anche con modalità che esulano da sedi giudiziarie. Nei casi in cui di fatto non si rileva un vero e proprio errore, i cittadini puntano il dito sul rapporto medico-paziente (33,5%), che evidentemente non è come vorrebbero, e su una sempre più carente umanizzazione delle cure (20,2%).

Dalla fotografia scattata su 19 regioni emerge poi il problema delle liste di attesa: ben 540 giorni per un intervento al menisco e 390 per una visita cardiologia. Attese lunghissime, che sembrano però sbiadire di fronte ai 1.080 giorni necessari per una protesi al ginocchio, all'anca o al seno, e ai 720 giorni di coda per un ecocolordoppler.

“Circa il 74% delle Regioni individuano, tra le principali criticità, la difficoltà di accesso alle prestazioni a causa delle lunghe liste d'attesa", dicono dal Tdm. In particolare, i cittadini più colpiti sono gli abitanti delle regioni meridionali: il record di segnalazioni spetta a Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. Seguono le Marche, l'Umbria e l'Abruzzo per il Centro e, per il Nord, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia.).

Al Nord, invece, gli italiani si lamentano soprattutto per presunti errori medici: il record di segnalazioni per malpractice spetta infatti a Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Piemonte, Trentino e Veneto. Ma anche nelle Regioni del Centro, come Lazio e Toscana, questo problema è molto sentito dai cittadini. Che, sempre al Nord (Trentino) e al Centro (Toscana ed Emilia), segnalano l'esigenza di maggior garbo, interesse e disponibilità nei confronti dei pazienti da parte degli operatori sanitari e amministrativi.

Dal rapporto emerge infine una sempre minore attenzione alla umanizzazione delle cure e un aumento dei costi a carico dei cittadini. . Ai primi posti tra i diversi ambiti in cui si segnala una "carenza di umanizzazione" i cittadini mettono i pediatri (31,87%), i medici di medicina generale (25,4%) e la riabilitazione ambulatoriale (21%). Seguono la assistenza residenziale (20%), le strutture riabilitative (18%) e i ricoveri (10%).

"Quello che emerge con forza è che i cittadini si sentono troppo spesso presi poco in considerazione, ascoltati con disattenzione o trattati con mancanza di rispetto, con l'effetto di vedersi abbandonati e lasciati a loro stessi - si legge nel rapporto. - Se questo da una parte sta di fatto dando impulso all'attivismo civico, con l'aumento della consapevolezza dei propri diritti e la nascita di numerose realtà associative, dall'altra espone al rischio dell'aumento dei conflitti e alla crescente diminuzione di fiducia nelle figure professionali". L'esigenza di maggior garbo ed interesse nei confronti dei pazienti eè sentita da 10 regioni sulle 19 che hanno partecipato alla stesura del Rapporto.

"La sanità è, a detta dei cittadini, poco accessibile e molto cara - dice oggi a Roma Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, illustrando l'indagine - e oltretutto ti trattano anche male. Dunque se devi aspettare 700 giorni per un esame, finisce che decidi di pagarteli. I cittadini italiani - conclude - vorrebbero di più".
Segnalazione Redazione Due Sicilie
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Fotografia scattata dall'annuale Rapporto Pit salute: la negligenza professionale è il principale oggetto delle segnalazioni raccolte nel 2008. In testa gli interventi chirurgici (53%), seguiti dalle diagnosi sbagliate (26%). Aumentano i tempi per gli interventi e per gli esami diagnostici: ben 540 giorni per un intervento al menisco e 1.080 per una protesi. Mentre ai primi posti tra i diversi ambiti in cui si segnala una "carenza di umanizzazione" i cittadini mettono i pediatri (31,87%), i medici di medicina generale (25,4%) e la riabilitazione ambulatoriale (21%)


Roma, 6 mag. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Una sanità diversa di regione in regione, dove gli errori medici e diagnostici si confermano il primo problema avvertito dagli italiani alle prese con il Servizio sanitario nazionale sempre meno umano e più caro. E' la fotografia scattata dall'annuale Rapporto Pit salute 'I cittadini al primo posto. Per una sanità più umana ed accessibile', basata quest'anno su oltre 25.000 segnalazioni e presentato questa mattina nella sede del ministero della Salute a Roma.


Presunti casi di malpractice sono l'oggetto del 18% delle segnalazioni, in cima alla lista delle 'lamentele'. Gli errori segnalati dai cittadini riguardano soprattutto interventi chirurgici (53%), seguiti da diagnosi sbagliate (26%). La gran parte si registra in strutture pubbliche (88%). Sette le aree specialistiche maggiormente interessate da presunti casi di malpractice: ortopedia (17,5%), oncologia (13,9%), ginecologia e ostetricia (7,7%), chirurgia generale e oculistica (5,4%), odontoiatria (5,2%), emergenza e pronto soccorso (2,8%).

Solo il 28% dei cittadini che si rivolge al Pit salute richiede poi specifica consulenza medico-legale, in vista di una eventuale azione legale. Mentre la gran parte (72%) desidera principalmente segnalare l'accaduto e ricevere informazioni, orientamento e tutela, anche con modalità che esulano da sedi giudiziarie. Nei casi in cui di fatto non si rileva un vero e proprio errore, i cittadini puntano il dito sul rapporto medico-paziente (33,5%), che evidentemente non è come vorrebbero, e su una sempre più carente umanizzazione delle cure (20,2%).

Dalla fotografia scattata su 19 regioni emerge poi il problema delle liste di attesa: ben 540 giorni per un intervento al menisco e 390 per una visita cardiologia. Attese lunghissime, che sembrano però sbiadire di fronte ai 1.080 giorni necessari per una protesi al ginocchio, all'anca o al seno, e ai 720 giorni di coda per un ecocolordoppler.

“Circa il 74% delle Regioni individuano, tra le principali criticità, la difficoltà di accesso alle prestazioni a causa delle lunghe liste d'attesa", dicono dal Tdm. In particolare, i cittadini più colpiti sono gli abitanti delle regioni meridionali: il record di segnalazioni spetta a Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. Seguono le Marche, l'Umbria e l'Abruzzo per il Centro e, per il Nord, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia.).

Al Nord, invece, gli italiani si lamentano soprattutto per presunti errori medici: il record di segnalazioni per malpractice spetta infatti a Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Piemonte, Trentino e Veneto. Ma anche nelle Regioni del Centro, come Lazio e Toscana, questo problema è molto sentito dai cittadini. Che, sempre al Nord (Trentino) e al Centro (Toscana ed Emilia), segnalano l'esigenza di maggior garbo, interesse e disponibilità nei confronti dei pazienti da parte degli operatori sanitari e amministrativi.

Dal rapporto emerge infine una sempre minore attenzione alla umanizzazione delle cure e un aumento dei costi a carico dei cittadini. . Ai primi posti tra i diversi ambiti in cui si segnala una "carenza di umanizzazione" i cittadini mettono i pediatri (31,87%), i medici di medicina generale (25,4%) e la riabilitazione ambulatoriale (21%). Seguono la assistenza residenziale (20%), le strutture riabilitative (18%) e i ricoveri (10%).

"Quello che emerge con forza è che i cittadini si sentono troppo spesso presi poco in considerazione, ascoltati con disattenzione o trattati con mancanza di rispetto, con l'effetto di vedersi abbandonati e lasciati a loro stessi - si legge nel rapporto. - Se questo da una parte sta di fatto dando impulso all'attivismo civico, con l'aumento della consapevolezza dei propri diritti e la nascita di numerose realtà associative, dall'altra espone al rischio dell'aumento dei conflitti e alla crescente diminuzione di fiducia nelle figure professionali". L'esigenza di maggior garbo ed interesse nei confronti dei pazienti eè sentita da 10 regioni sulle 19 che hanno partecipato alla stesura del Rapporto.

"La sanità è, a detta dei cittadini, poco accessibile e molto cara - dice oggi a Roma Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, illustrando l'indagine - e oltretutto ti trattano anche male. Dunque se devi aspettare 700 giorni per un esame, finisce che decidi di pagarteli. I cittadini italiani - conclude - vorrebbero di più".
Segnalazione Redazione Due Sicilie

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