venerdì 22 maggio 2009

Perché non bisogna votare MpA e la scelta de L’ALTRO SUD (dedicato al mio maestro Zitara)


Ricevo e posto:




Di Andrea Balìa


Se c’è qualcuno che mi ha fatto definitivamente innamorare del sogno del riscatto meridionalista dandomi analisi lucidissime, informazioni pertinenti, dati, che ho scaricato e studiato divorandoli come letture predilette nelle vacanze di alcune estati, questo è Nicola Zitara.


Il mio rammarico, ancora non esaurito, è stato non potermi confrontare spesso direttamente per la lontananza di residenza aggravata dai miei impegni lavorativi.

Ho condiviso e apprezzato le sue posizioni e forse questa è la prima volta che dissento e, con enorme difficoltà dettate da un rispetto che reputo doveroso, che vorrei esprimere la diversità della mia posizione.

Ho nel frattempo in questi anni avuto modo di seguire ed apprezzare le doti Antonio Ciano, animale politico di indubbie capacità, ma di cui ho potuto verificare una posizione forse troppo “gaetocentrica” e forse troppo sgusciante nel suo procedere personale. Poco incline al confrontarsi a quesiti e problematiche rimaste inevase da, secondo me, un atteggiamento forse caratteriale, ma comunque non giustificabile nei silenzi nelle risposte e ad una sottovalutazione del ruolo di Napoli capitale.

Orbene si è arrivati a queste elezioni delle province ed europee.

Credo, e lo sottolineo subito, ci sia comunque una positività che emerge : per la prima volta c’è un meridionalismo che vuole esserci, ci sono delle liste che dicono ai meridionali che, se vogliono, ci sono dei loro compaesani che hanno voglia di rappresentarli, di denunciare i malanni centenari del Sud e vogliono dar voce (dopo un secolo e mezzo) alle loro problematiche caricandosi, forse con presunzione, il ruolo di rappresentarli. C’è chi va da solo, donchisciottescamente, in modo encomiabile ed apprezzabile, contro tutti e reclamando le storiche malefatte sia di destra che di sinistra.

C’è, e mi sembra la peggiore delle proposte, chi s’infila in qualche lista dell’arco costituzionale (vedi MpA) pensando che le singole persone possano incidere nel procedere italico della politica.

E c’è chi, come L’ALTRO SUD, crede che esista comunque una priorità : evitare il peggio alle proprie terre. Poiché, ci piaccia o meno, per la Provincia di Napoli, vincerà uno tra Nicolais e Cesaro, preferirebbe (ancor prima di parlare di tutto il resto) che venisse eletto un signore che è al momento il 1° scienziato italiano (napoletano) per stima, meriti e conoscenza, a livello internazionale (nella ricerca), pulito legalmente, inviso nello stesso Pd perché vuole defenestrare il passato bassoliniano.

Il tutto per evitare alla Provincia di Napoli un signore (sic!) con 5 procedimenti legali a suo carico e che fa difficoltà a coniugare una frase compiuta in italiano e parla di “amici, amici degli amici”…capirai!

Il Sud avrebbe bisogno d’una grande ed unitaria forza del Sud, che al momento esiste solo nelle intenzioni. Fin quando si fantasticheranno improvvise liste (frutto di mancati confronti, incontri e verifiche), encomiabili ma improbabili nei risultati, il tutto rischia di rimanere un bel gesto, pieno di slogan, ma velleitario e poco costruttivo.

E arriviamo al MpA : caro maestro non basta parlare d’autonomia, schierarsi con questo governo e con la LEGA, fare una lista rancorosa ma con la destra estrema, con Storace, i fascisti….per reclamare un Sud che si riscatti.
Aggiunsero alle politiche la parola Sud sul loro simbolo, che si sono affrettati a cancellare ora. Crede che vecchi tromboni della vecchia DC come Scotti, Lombardo e le loro amicizie con Cuffaro & c. possano seriamente lavorare per il Sud?

Onestamente mi appare improbabile e mistificatorio.

Queste elezioni possono essere un buon test per i meridionalisti con l’intento, subito dopo e fatto il primo passo, per sedersi finalmente (possibilmente senza leaderismi reclamando d’essere depositari del verbo) per lavorare davvero alla costruzione d’una forza politica che inizi finalmente l’impervio percorso che porti almeno al riconoscimento dei problemi del Sud autorappresentati dai meridionali sapienti e di buona volontà.
Che la buona stella e l’esempio di gente come Nicola Zitara ci illumini…

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Ricevo e posto:




Di Andrea Balìa


Se c’è qualcuno che mi ha fatto definitivamente innamorare del sogno del riscatto meridionalista dandomi analisi lucidissime, informazioni pertinenti, dati, che ho scaricato e studiato divorandoli come letture predilette nelle vacanze di alcune estati, questo è Nicola Zitara.


Il mio rammarico, ancora non esaurito, è stato non potermi confrontare spesso direttamente per la lontananza di residenza aggravata dai miei impegni lavorativi.

Ho condiviso e apprezzato le sue posizioni e forse questa è la prima volta che dissento e, con enorme difficoltà dettate da un rispetto che reputo doveroso, che vorrei esprimere la diversità della mia posizione.

Ho nel frattempo in questi anni avuto modo di seguire ed apprezzare le doti Antonio Ciano, animale politico di indubbie capacità, ma di cui ho potuto verificare una posizione forse troppo “gaetocentrica” e forse troppo sgusciante nel suo procedere personale. Poco incline al confrontarsi a quesiti e problematiche rimaste inevase da, secondo me, un atteggiamento forse caratteriale, ma comunque non giustificabile nei silenzi nelle risposte e ad una sottovalutazione del ruolo di Napoli capitale.

Orbene si è arrivati a queste elezioni delle province ed europee.

Credo, e lo sottolineo subito, ci sia comunque una positività che emerge : per la prima volta c’è un meridionalismo che vuole esserci, ci sono delle liste che dicono ai meridionali che, se vogliono, ci sono dei loro compaesani che hanno voglia di rappresentarli, di denunciare i malanni centenari del Sud e vogliono dar voce (dopo un secolo e mezzo) alle loro problematiche caricandosi, forse con presunzione, il ruolo di rappresentarli. C’è chi va da solo, donchisciottescamente, in modo encomiabile ed apprezzabile, contro tutti e reclamando le storiche malefatte sia di destra che di sinistra.

C’è, e mi sembra la peggiore delle proposte, chi s’infila in qualche lista dell’arco costituzionale (vedi MpA) pensando che le singole persone possano incidere nel procedere italico della politica.

E c’è chi, come L’ALTRO SUD, crede che esista comunque una priorità : evitare il peggio alle proprie terre. Poiché, ci piaccia o meno, per la Provincia di Napoli, vincerà uno tra Nicolais e Cesaro, preferirebbe (ancor prima di parlare di tutto il resto) che venisse eletto un signore che è al momento il 1° scienziato italiano (napoletano) per stima, meriti e conoscenza, a livello internazionale (nella ricerca), pulito legalmente, inviso nello stesso Pd perché vuole defenestrare il passato bassoliniano.

Il tutto per evitare alla Provincia di Napoli un signore (sic!) con 5 procedimenti legali a suo carico e che fa difficoltà a coniugare una frase compiuta in italiano e parla di “amici, amici degli amici”…capirai!

Il Sud avrebbe bisogno d’una grande ed unitaria forza del Sud, che al momento esiste solo nelle intenzioni. Fin quando si fantasticheranno improvvise liste (frutto di mancati confronti, incontri e verifiche), encomiabili ma improbabili nei risultati, il tutto rischia di rimanere un bel gesto, pieno di slogan, ma velleitario e poco costruttivo.

E arriviamo al MpA : caro maestro non basta parlare d’autonomia, schierarsi con questo governo e con la LEGA, fare una lista rancorosa ma con la destra estrema, con Storace, i fascisti….per reclamare un Sud che si riscatti.
Aggiunsero alle politiche la parola Sud sul loro simbolo, che si sono affrettati a cancellare ora. Crede che vecchi tromboni della vecchia DC come Scotti, Lombardo e le loro amicizie con Cuffaro & c. possano seriamente lavorare per il Sud?

Onestamente mi appare improbabile e mistificatorio.

Queste elezioni possono essere un buon test per i meridionalisti con l’intento, subito dopo e fatto il primo passo, per sedersi finalmente (possibilmente senza leaderismi reclamando d’essere depositari del verbo) per lavorare davvero alla costruzione d’una forza politica che inizi finalmente l’impervio percorso che porti almeno al riconoscimento dei problemi del Sud autorappresentati dai meridionali sapienti e di buona volontà.
Che la buona stella e l’esempio di gente come Nicola Zitara ci illumini…

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