giovedì 7 maggio 2009

LUIGI ALONZI detto CHIAVONE


Ricevo e posto:

Venerdì prossimo 8 maggio alle ore 18 sarà presentato ufficialmente il libro di Vincenzo Gulì "Luigi Alonzi detto Chiavone" nella Villa Bruno di S. Giorgio a Cremano (NA) da Gennaro De Crescenzo e Gigi Di Fiore.

Ecco una recensione del presidente dei neoborbonici:
“Tutti sanno che i popoli senza le proprie radici storiche e culturali non hanno futuro e sono, o saranno, preda di quelli ben radicati”… E’ questa l’efficace premessa del nuovo libro pubblicato da Enzo Gulì, “Luigi Alonzi detto Chiavone” (Herald Editore, Roma).
Appassionato e rigoroso ricercatore, fondatore e colonna indispensabile del Movimento Neoborbonico, instancabile convegnista e articolista, Gulì è già autore di un fortunato saggio (“Il saccheggio del Sud”) pubblicato qualche anno fa.

Tra i celebrati “eroi” del “risorgimento” che trovarono mezzi e appoggi facili e i dimenticati eroi della nostra storia che misero a rischio vite e famiglie e furono cancellati dai nostri libri, come si può non scegliere i secondi se si è in buona fede e si ama davvero la nostra gente?
E’ l’interrogativo di fondo che ha messo Gulì di fronte all’esigenza di scrivere la storia di Luigi Alonzi, “uno dei migliori patrioti napoletani”, durante una sua visita a Scifelli, in occasione dell’apposizione di una lapide che lo ricordava. Il testo, di rapida e appassionante lettura, si apre con una necessaria introduzione sulla storia del brigantaggio pre-unitario e passa, poi, a raccontare le gesta di “Chiavone”, il cui nonno Valentino era stato già luogotenente del famoso Gaetano Mammone, eroe della resistenza antifrancese.

Un filo rosso che lega l’invasione francese del 1799 e del 1806 e quella piemontese del 1860, da un lato, e dall’altro il popolo che si oppone per difendere i valori fondamentali del Regno: Dio, Patria, Re e Famiglia.
Gli stessi valori che vengono fuori da due documenti importanti e significativi riportati nel testo: il “proclama” e un’intervista di Chiavone rilasciata ad un giornale francese.
Inquietante e significativa una notizia: profanazioni, saccheggi e massacri nell’abbazia di Casamari nel 1799 ad opera dei francesi, stesse “operazioni” ad opera dei piemontesi 60 anni dopo (“il piemontese che arde città, scanna i fedeli a Dio ed al loro sovrano, fa macello di sacerdoti… e che si gloria di non sentir pietà…”). Il tutto completa un ritratto davvero inedito del nostro eroe (altro che “garibaldi”!...), protagonista di una storia-simbolo del ricordo del nostro passato e fondamentale -rubando le parole all’autore- “per costruire il nostro futuro”…

Tutti coloro che amano la verità storica, neoborbonici, borbonici.
Sudisti o duosiciliani che siano, non possono non leggere un libro come questo…
LINK per acquistarlo: http://www.heraldeditore.it/guli.htm GLI UTENTI IN ZONA SONO INVITATI AL CONVEGNO
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Ricevo e posto:

Venerdì prossimo 8 maggio alle ore 18 sarà presentato ufficialmente il libro di Vincenzo Gulì "Luigi Alonzi detto Chiavone" nella Villa Bruno di S. Giorgio a Cremano (NA) da Gennaro De Crescenzo e Gigi Di Fiore.

Ecco una recensione del presidente dei neoborbonici:
“Tutti sanno che i popoli senza le proprie radici storiche e culturali non hanno futuro e sono, o saranno, preda di quelli ben radicati”… E’ questa l’efficace premessa del nuovo libro pubblicato da Enzo Gulì, “Luigi Alonzi detto Chiavone” (Herald Editore, Roma).
Appassionato e rigoroso ricercatore, fondatore e colonna indispensabile del Movimento Neoborbonico, instancabile convegnista e articolista, Gulì è già autore di un fortunato saggio (“Il saccheggio del Sud”) pubblicato qualche anno fa.

Tra i celebrati “eroi” del “risorgimento” che trovarono mezzi e appoggi facili e i dimenticati eroi della nostra storia che misero a rischio vite e famiglie e furono cancellati dai nostri libri, come si può non scegliere i secondi se si è in buona fede e si ama davvero la nostra gente?
E’ l’interrogativo di fondo che ha messo Gulì di fronte all’esigenza di scrivere la storia di Luigi Alonzi, “uno dei migliori patrioti napoletani”, durante una sua visita a Scifelli, in occasione dell’apposizione di una lapide che lo ricordava. Il testo, di rapida e appassionante lettura, si apre con una necessaria introduzione sulla storia del brigantaggio pre-unitario e passa, poi, a raccontare le gesta di “Chiavone”, il cui nonno Valentino era stato già luogotenente del famoso Gaetano Mammone, eroe della resistenza antifrancese.

Un filo rosso che lega l’invasione francese del 1799 e del 1806 e quella piemontese del 1860, da un lato, e dall’altro il popolo che si oppone per difendere i valori fondamentali del Regno: Dio, Patria, Re e Famiglia.
Gli stessi valori che vengono fuori da due documenti importanti e significativi riportati nel testo: il “proclama” e un’intervista di Chiavone rilasciata ad un giornale francese.
Inquietante e significativa una notizia: profanazioni, saccheggi e massacri nell’abbazia di Casamari nel 1799 ad opera dei francesi, stesse “operazioni” ad opera dei piemontesi 60 anni dopo (“il piemontese che arde città, scanna i fedeli a Dio ed al loro sovrano, fa macello di sacerdoti… e che si gloria di non sentir pietà…”). Il tutto completa un ritratto davvero inedito del nostro eroe (altro che “garibaldi”!...), protagonista di una storia-simbolo del ricordo del nostro passato e fondamentale -rubando le parole all’autore- “per costruire il nostro futuro”…

Tutti coloro che amano la verità storica, neoborbonici, borbonici.
Sudisti o duosiciliani che siano, non possono non leggere un libro come questo…
LINK per acquistarlo: http://www.heraldeditore.it/guli.htm GLI UTENTI IN ZONA SONO INVITATI AL CONVEGNO

1 commento:

Unknown ha detto...

Origine volsca
Tradizione Borbonica
Mentalita'SORANA... altro che ciociuaria
SORA non e' ciociara...mussolini carogna!
CHIAVONE guerriero SORANO...
NAPOLI capitale
ROMA LADRONA!!!
SORA TDL
BRIGATA CHIAVONE
LA STORIA SIAMO NOI

 
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