giovedì 26 marzo 2009

Ecco chi era Cialdini


Il Generale Cialdini, che di lì a poco passerà alla storia come il più efferato criminale di guerra che abbia mai calcato il suolo italiano, per non essere da meno del Fanti, forse in preda alla sbornia di qualche fiasco di buon vino emiliano, emanò il seguente bando:<< Soldati del quarto Corpo d’Armata. Vi conduco contro una masnada di briachi stranieri che sete d’oro e vaghezza di saccheggio trasse nei nostri paesi. Combattete, disperdete inesorabilmente quei compri sicari, e per mano vostra sentano l’ira di un popolo che vuole la sua nazionalità e la sua indipendenza. Soldati! L’inulta Perugia domanda vendetta, e benchè tarda, l’avrà. Il Generale Comandante il 4° Corpo d’Armata. ENRICO CIALDINI>>.

( La Civiltà Cattolica, Ibidem, pag.107)

. L’Italia sta ancora pagando per quella invasione, il Sud è stato massacrato e violentato come mai i barbari avevano osato! I liberali piemontesi, i massoni nazionali ed internazionali che avevano giurato fedeltà alle logge occulte, quelli che dovevano eseguire alla lettera gli ordini dei Grandi Maestri Venerabili, decisero di massacrare i fratelli meridionali in nome della Rivoluzione Liberale e dell’Italia una ed indivisibile, di infangare la storia, di distruggere paesi e città, di cancellare le tradizioni cristiane per sempre. Quella feccia al soldo di una ideologia straniera, per soldi, come Giuda, stava svendendo agli inglesi e ai francesi i ricchi mercati italiani in cambio del bottino di guerra da incamerare a favore delle casse pubbliche piemontesi. Questi erano gli unitari filo-piemontesi, questa la “filosofia” liberal-massonica. Prima del 1860 erano in mani straniere il Lombardo-Veneto, ceduto agli austriaci col trattato di Campoformio dal massone Napoleone Bonaparte, che era stato istruito dai liguri che avevano venduto la sua Corsica alla Francia; il Canton Ticino svenduto dal lombardo Ludovico il Moro alla Svizzera; Malta strappata al Regno delle Due Sicilie dagli inglesi. Gli altri territori della penisola erano amministrati da principi italiani con leggi italianissime. Nel 1860 caddero in mani straniere anche Nizza e la Savoia svendute dai traditori della patria Vittorio Emanuele II e Camillo Cavour.

Dopo alcune minacce diplomatiche pro forma da parte dei compari di rapina francesi, Vittorio Ermanuele II, sordo alle proteste del mondo civile, calpestando il diritto delle nazioni e delle genti, ricevute alcune delegazioni di liberal-massoni e ascoltato il loro grido di dolore, cioè quello di non poter rubare abbastanza sotto il governo del Santo Padre, esternò al mondo il seguente bando:<<Soldati! Voi entrate nelle Marche e nell’Umbria per restaurare l’ordine civile nelle desolate Città, e per dare ai Popoli la libertà di esprimere i propri voti. Non dovete combattere contro eserciti potenti ma per liberare infelici Provincie Italiane dalle straniere Compagnie di Ventura. Non andate a vendicare le ingiurie fatte a me ed all’Italia ma ad impedire che gli odii popolari rompano a vendetta della mala signoria. Voi insegnerete con l’esempio il ‘delle offese e la tolleranza cristiana a chi stoltamente paragonò all’islamismo lo amore alla Patria Italiana. In pace con tutte le Grandi Potenze, ed alieno da ogni provocazione, io intendo a togliere dal centro dell’Italia una cagione perenne di turbamento e di discordia. Io voglio rispettare la Sede del Capo della Chiesa, al quale sono sempre pronto a dare, in accordo colle potenze alleate ed amiche, tutte quelle guarentigie di indipendenza e sicurezza, che i suoi ciechi consiglieri si sono indarno ripromessi dal fanatismo della setta malvagia cospirante contro la mia autorità e la libertà della Nazione.

Soldati! Mi accusano di ambizione. Si, ho un’ambizione: ed è quella di restaurare i principii dell’ordine morale in Italia, e di preservare l’Europa dai continui pericoli della rivoluzione e della guerra. Settembre 1860. Vittorio Emanuele. C. Cavour. Farini. >>

( La Civiltà Cattolica, Ibidem, pag 108).

Fonte:ReteSud

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Il Generale Cialdini, che di lì a poco passerà alla storia come il più efferato criminale di guerra che abbia mai calcato il suolo italiano, per non essere da meno del Fanti, forse in preda alla sbornia di qualche fiasco di buon vino emiliano, emanò il seguente bando:<< Soldati del quarto Corpo d’Armata. Vi conduco contro una masnada di briachi stranieri che sete d’oro e vaghezza di saccheggio trasse nei nostri paesi. Combattete, disperdete inesorabilmente quei compri sicari, e per mano vostra sentano l’ira di un popolo che vuole la sua nazionalità e la sua indipendenza. Soldati! L’inulta Perugia domanda vendetta, e benchè tarda, l’avrà. Il Generale Comandante il 4° Corpo d’Armata. ENRICO CIALDINI>>.

( La Civiltà Cattolica, Ibidem, pag.107)

. L’Italia sta ancora pagando per quella invasione, il Sud è stato massacrato e violentato come mai i barbari avevano osato! I liberali piemontesi, i massoni nazionali ed internazionali che avevano giurato fedeltà alle logge occulte, quelli che dovevano eseguire alla lettera gli ordini dei Grandi Maestri Venerabili, decisero di massacrare i fratelli meridionali in nome della Rivoluzione Liberale e dell’Italia una ed indivisibile, di infangare la storia, di distruggere paesi e città, di cancellare le tradizioni cristiane per sempre. Quella feccia al soldo di una ideologia straniera, per soldi, come Giuda, stava svendendo agli inglesi e ai francesi i ricchi mercati italiani in cambio del bottino di guerra da incamerare a favore delle casse pubbliche piemontesi. Questi erano gli unitari filo-piemontesi, questa la “filosofia” liberal-massonica. Prima del 1860 erano in mani straniere il Lombardo-Veneto, ceduto agli austriaci col trattato di Campoformio dal massone Napoleone Bonaparte, che era stato istruito dai liguri che avevano venduto la sua Corsica alla Francia; il Canton Ticino svenduto dal lombardo Ludovico il Moro alla Svizzera; Malta strappata al Regno delle Due Sicilie dagli inglesi. Gli altri territori della penisola erano amministrati da principi italiani con leggi italianissime. Nel 1860 caddero in mani straniere anche Nizza e la Savoia svendute dai traditori della patria Vittorio Emanuele II e Camillo Cavour.

Dopo alcune minacce diplomatiche pro forma da parte dei compari di rapina francesi, Vittorio Ermanuele II, sordo alle proteste del mondo civile, calpestando il diritto delle nazioni e delle genti, ricevute alcune delegazioni di liberal-massoni e ascoltato il loro grido di dolore, cioè quello di non poter rubare abbastanza sotto il governo del Santo Padre, esternò al mondo il seguente bando:<<Soldati! Voi entrate nelle Marche e nell’Umbria per restaurare l’ordine civile nelle desolate Città, e per dare ai Popoli la libertà di esprimere i propri voti. Non dovete combattere contro eserciti potenti ma per liberare infelici Provincie Italiane dalle straniere Compagnie di Ventura. Non andate a vendicare le ingiurie fatte a me ed all’Italia ma ad impedire che gli odii popolari rompano a vendetta della mala signoria. Voi insegnerete con l’esempio il ‘delle offese e la tolleranza cristiana a chi stoltamente paragonò all’islamismo lo amore alla Patria Italiana. In pace con tutte le Grandi Potenze, ed alieno da ogni provocazione, io intendo a togliere dal centro dell’Italia una cagione perenne di turbamento e di discordia. Io voglio rispettare la Sede del Capo della Chiesa, al quale sono sempre pronto a dare, in accordo colle potenze alleate ed amiche, tutte quelle guarentigie di indipendenza e sicurezza, che i suoi ciechi consiglieri si sono indarno ripromessi dal fanatismo della setta malvagia cospirante contro la mia autorità e la libertà della Nazione.

Soldati! Mi accusano di ambizione. Si, ho un’ambizione: ed è quella di restaurare i principii dell’ordine morale in Italia, e di preservare l’Europa dai continui pericoli della rivoluzione e della guerra. Settembre 1860. Vittorio Emanuele. C. Cavour. Farini. >>

( La Civiltà Cattolica, Ibidem, pag 108).

Fonte:ReteSud

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