domenica 11 gennaio 2009

A ROSETTA GENETICAMENTE MODIFICATA

La prima cittadina di Napoli,
già in caduta libera
per il consenso politico,
lascia sempre più a desiderare
anche sotto il profilo del bon ton

Di
Gino Giammarino

Le buone norme dell'educazione e della cavalleria, per chi ancora le ricorda, impongono il rispetto verso una signora, tantopiù se avanti con gli anni. Purtroppo, però, queste poche righe non si soffermano sull'accanimento terapeutico messo in campo dalla sindaca (a proposito, ma si dice "sindaca" o "s'indaga"?) di Napoli Rosa Iervolino Russo per tenere in vita quella giunta partenopea che più di tutte le altre italiche rimanda immediatamente ad Emanuela Englaro. Nossignori, queste dolenti note riguardano proprio quell'etichetta che dovrebbe essere patrimonio culturale e genetico di una vera signora e che la Iervolino ben conosceva quando ha iniziato il suo primo mandato, ma che oggi, diventata "Rosetta", sembra aver via, via, smarrito.



Ho partecipato a numerose conferenze stampa del Comune partenopeo durante le quali, ultimamente, mi sorprendeva sempre più proprio il diverso atteggiamento ed approccio di Rosetta agli ospiti dei tavoli: parole in libertà, ammiccamenti e pacche sulle spalle degne di un avvinazzato finale di serata in un'osteria di provincia. Davvero imbarazzante, se non si fosse trattato di una modificazione genetica figlia dell'autoreferenzialità e di una concezione del potere come lasciapassare per qualsiasi atteggiamento, evidentemente acquisito nei troppi e troppo confidenziali tavoli di confronto senza regole se non quelle dell'interesse di partito o personale.
Leggo con sorpresa il giudizio di alcuni quotidiani che valutano il fatto che si sia portata, con finalità ricattatorie, un registratore nascosto ad una riunione politica come una "caduta di stile": ma quale?!



"Signori si nasce, ed io lo nacqui" - diceva Totò, e mi sento di garantire che lo nacque anche Rosetta, ma anche Fabrizio De Andrè nella Canzone di Marinella sosteneva che "...come tutte le più belle cose, durasti solo un giorno, come le rose".
Va detto, però, che non a caso si parla di prima cittadina. La "Rosetta" di oggi è, infatti, paradigmatica di tutti gli altri suoi concittadini, dal secondo all'ultimo, che hanno smarrito giorno per giorno, senza rendersene conto, i cardini fondamentali della convivenza civile. E sono anche convinti di poter dare lezioni di vita agli altri. Lasciamoli fare, diciamogli sempre di sì: "Tanto, in fondo, non muore nessuno!"
(questa c'è l'ho sulla punta della lingua, ma non mi ricordo chi la cantava: vogliate perdonarmi, non si è giovani in eterno).


Fonte:Il Brigante
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La prima cittadina di Napoli,
già in caduta libera
per il consenso politico,
lascia sempre più a desiderare
anche sotto il profilo del bon ton

Di
Gino Giammarino

Le buone norme dell'educazione e della cavalleria, per chi ancora le ricorda, impongono il rispetto verso una signora, tantopiù se avanti con gli anni. Purtroppo, però, queste poche righe non si soffermano sull'accanimento terapeutico messo in campo dalla sindaca (a proposito, ma si dice "sindaca" o "s'indaga"?) di Napoli Rosa Iervolino Russo per tenere in vita quella giunta partenopea che più di tutte le altre italiche rimanda immediatamente ad Emanuela Englaro. Nossignori, queste dolenti note riguardano proprio quell'etichetta che dovrebbe essere patrimonio culturale e genetico di una vera signora e che la Iervolino ben conosceva quando ha iniziato il suo primo mandato, ma che oggi, diventata "Rosetta", sembra aver via, via, smarrito.



Ho partecipato a numerose conferenze stampa del Comune partenopeo durante le quali, ultimamente, mi sorprendeva sempre più proprio il diverso atteggiamento ed approccio di Rosetta agli ospiti dei tavoli: parole in libertà, ammiccamenti e pacche sulle spalle degne di un avvinazzato finale di serata in un'osteria di provincia. Davvero imbarazzante, se non si fosse trattato di una modificazione genetica figlia dell'autoreferenzialità e di una concezione del potere come lasciapassare per qualsiasi atteggiamento, evidentemente acquisito nei troppi e troppo confidenziali tavoli di confronto senza regole se non quelle dell'interesse di partito o personale.
Leggo con sorpresa il giudizio di alcuni quotidiani che valutano il fatto che si sia portata, con finalità ricattatorie, un registratore nascosto ad una riunione politica come una "caduta di stile": ma quale?!



"Signori si nasce, ed io lo nacqui" - diceva Totò, e mi sento di garantire che lo nacque anche Rosetta, ma anche Fabrizio De Andrè nella Canzone di Marinella sosteneva che "...come tutte le più belle cose, durasti solo un giorno, come le rose".
Va detto, però, che non a caso si parla di prima cittadina. La "Rosetta" di oggi è, infatti, paradigmatica di tutti gli altri suoi concittadini, dal secondo all'ultimo, che hanno smarrito giorno per giorno, senza rendersene conto, i cardini fondamentali della convivenza civile. E sono anche convinti di poter dare lezioni di vita agli altri. Lasciamoli fare, diciamogli sempre di sì: "Tanto, in fondo, non muore nessuno!"
(questa c'è l'ho sulla punta della lingua, ma non mi ricordo chi la cantava: vogliate perdonarmi, non si è giovani in eterno).


Fonte:Il Brigante

1 commento:

costanza ha detto...

La Rosetta i cardini della convivenza civile forse già li aveva molto vaghi dal momento in cui ha vinto la sua elezione a sindaco. Quella sera l’ho sentita affermare che con lei aveva vinto la Napoli degli onesti. Ora io non ho particolari simpatie politiche , vivo nel profondo Nord e in più sarei pronta a baciare le corna di Belzebù se portasse veramente l’ordine a Napoli ma non trovo affatto “carino nè educato né di bon ton” dare del ladro a quella parte della città che non l’aveva votata .
Speriamo che nel nuovo rimpasto non ci siano altri “onesti” come i primi.
Connie Castellano

 
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