sabato 10 gennaio 2009

Da Gaeta prove tecniche di Lega Sud.


Re e banditi.
La delibera del comune in provincia di Latina che chiede il risarcimento ai Savoia per l'assedio del 1861 ha dato nuovo vigore al mai sopito movimento autonomista meridionale.
Con tanto di partito e catena di supermercati.




Di Angelo Di Mambro
Roma


"Cavour mica era scemo, presentò un falso atto di adesione, ma Gaeta non ha mai riconosciuto il Regno d'Italia."

Antonio Ciano Assessore al Demanio del comune del litorale laziale non ha dubbi.
"La nostra città era la più libera d'Italia ed è stata massacrata e rapinata dai piemontesi."

Ciano , classe 1947, ex segretario della locale sezione del PCI, è un personaggio pittoresco.
Oggi è il leader nazionale del Partito del Sud.
Lui e la giunta di Gaeta sono considerati "partigiani", il 6 dicembre 2008, giorno di approvazione della delibera,"l'inizio di una nuova storia".

"Io c'ero!"è il grido enfatico della galassia dell'autonomismo meridionale che esiste da sempre con mille varianti locali.

Ci sono la testata multimediale "Il Brigante", il sito insorgenza civile che si richiama alla reazione contro le repubbliche giacobine in Italia, la rivista on line Elea Ml, siti come nazione meridionale, duesicilie.org. neoborbonici.it, il brigante lucano, movimento per il sud e tanti altri.

"La prossima mossa - riprende l'assessore - sarà cambiare il nome delle strade intitolate ai nostri massacratori, Cavour e Garibaldi."

Come va con la richiesta di risarcimento?

"Andremo avanti. Ma per noi è una cose simbolica. Se i Savoia ci chiedessero scusa tutto andrebbe a posto."

Ma i Borboni erano meglio?

Loro pagavano Gaeta per tutti i soldati che avevano in città, non c'era la proprietà statale....però io sono repubblicano per carità", rivendica Ciano.

Ma la lista dei link dei siti del suo partito porta dritto all'Inno Delle Due Sicilie di Paisiello, che esordisce con " Iddio preservi il Re"
Tendenza Borbone , ovviamente.

Il Partito del Sud ha sezioni in tutta Italia, anche in Piemonte, Lombardia, Liguria.

Il programma?

"Federalismo. Il governo della destra fa gli interessi del nord, la sinistra quelli di Roma, a noi del sud invece ci hanno rapinato e ci hanno lasciato la mafia e la monnezza!" tuona il leader che riprende " al nord prenderemo i voti dei 12 milioni di nostri conterranei costretti ad emigrare."

Da fine mese poi parte il CompaSUD.

"Il primo aprirà a Catania, si tratta di supermercati con i soli prodotti tipici del Sud. Faremo una catena".

Ommo se nasce brigante se more.

La storia italiana recente ci insegna che fatto una partito ci vuole un'ideologia. Meglio una mitologia che scaldi il cuore.
Nel pantheon dei meridionalisti troviamo re e banditi, sanfedisti e repubblicani, marxisti e papisti. Il brigante è il mito guerrigliero per eccellenza.

"Sono stati i nostri partigiani!- dice Ciano con la consueta enfasi - "contadini che andavano sulle montagne a combattere. Per più di dieci anni hanno dato filo da torcere ai piemontesi".

Un mito, quello del brigante, già usato a sinistra quando i movimenti degli anni '70 reinventavano la musica della tradizione orale.

Fonte:Ad News, giornale gratuito del 09/01/09
E' in uscita in tre grandi città del nord e a Roma, con 500 mila copie .
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Re e banditi.
La delibera del comune in provincia di Latina che chiede il risarcimento ai Savoia per l'assedio del 1861 ha dato nuovo vigore al mai sopito movimento autonomista meridionale.
Con tanto di partito e catena di supermercati.




Di Angelo Di Mambro
Roma


"Cavour mica era scemo, presentò un falso atto di adesione, ma Gaeta non ha mai riconosciuto il Regno d'Italia."

Antonio Ciano Assessore al Demanio del comune del litorale laziale non ha dubbi.
"La nostra città era la più libera d'Italia ed è stata massacrata e rapinata dai piemontesi."

Ciano , classe 1947, ex segretario della locale sezione del PCI, è un personaggio pittoresco.
Oggi è il leader nazionale del Partito del Sud.
Lui e la giunta di Gaeta sono considerati "partigiani", il 6 dicembre 2008, giorno di approvazione della delibera,"l'inizio di una nuova storia".

"Io c'ero!"è il grido enfatico della galassia dell'autonomismo meridionale che esiste da sempre con mille varianti locali.

Ci sono la testata multimediale "Il Brigante", il sito insorgenza civile che si richiama alla reazione contro le repubbliche giacobine in Italia, la rivista on line Elea Ml, siti come nazione meridionale, duesicilie.org. neoborbonici.it, il brigante lucano, movimento per il sud e tanti altri.

"La prossima mossa - riprende l'assessore - sarà cambiare il nome delle strade intitolate ai nostri massacratori, Cavour e Garibaldi."

Come va con la richiesta di risarcimento?

"Andremo avanti. Ma per noi è una cose simbolica. Se i Savoia ci chiedessero scusa tutto andrebbe a posto."

Ma i Borboni erano meglio?

Loro pagavano Gaeta per tutti i soldati che avevano in città, non c'era la proprietà statale....però io sono repubblicano per carità", rivendica Ciano.

Ma la lista dei link dei siti del suo partito porta dritto all'Inno Delle Due Sicilie di Paisiello, che esordisce con " Iddio preservi il Re"
Tendenza Borbone , ovviamente.

Il Partito del Sud ha sezioni in tutta Italia, anche in Piemonte, Lombardia, Liguria.

Il programma?

"Federalismo. Il governo della destra fa gli interessi del nord, la sinistra quelli di Roma, a noi del sud invece ci hanno rapinato e ci hanno lasciato la mafia e la monnezza!" tuona il leader che riprende " al nord prenderemo i voti dei 12 milioni di nostri conterranei costretti ad emigrare."

Da fine mese poi parte il CompaSUD.

"Il primo aprirà a Catania, si tratta di supermercati con i soli prodotti tipici del Sud. Faremo una catena".

Ommo se nasce brigante se more.

La storia italiana recente ci insegna che fatto una partito ci vuole un'ideologia. Meglio una mitologia che scaldi il cuore.
Nel pantheon dei meridionalisti troviamo re e banditi, sanfedisti e repubblicani, marxisti e papisti. Il brigante è il mito guerrigliero per eccellenza.

"Sono stati i nostri partigiani!- dice Ciano con la consueta enfasi - "contadini che andavano sulle montagne a combattere. Per più di dieci anni hanno dato filo da torcere ai piemontesi".

Un mito, quello del brigante, già usato a sinistra quando i movimenti degli anni '70 reinventavano la musica della tradizione orale.

Fonte:Ad News, giornale gratuito del 09/01/09
E' in uscita in tre grandi città del nord e a Roma, con 500 mila copie .

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