lunedì 27 ottobre 2008

«Falsità, parla su commissione» Il pm capo Materia replica e annuncia azioni legali


Incredulo, amareggiato, ma determinato a replicare, punto su punto, alle «ombre» calate su di lui ieri da Sonia Alfano, al culmine del convegno all’hotel Posta.
La vicenda è grave, perché le «ombre» riconducibili a presunte collusioni mafiose riguardano il procuratore capo Italo Materia che, proprio con il suo agire nell’Antimafia, ha costruito un’i nvidiabile carriera.
Non era presente al convegno, ma vuole ribattere subito perché sa cos’è accaduto e ha già ricevuto autorevoli messaggi di solidarietà.L’affondo dell’Alfano è partito facendo balenare mancati controlli sull’impresa Ciampà di Crotone...
«Mai vista quell’impresa. So solo che ha operato a Reggio agli inizi del Duemila, prima che io giungessi in procura».E le allusioni alla sua amicizia con il magistrato Giovanni Lembo, condannato in primo grado per favoreggiamento d’a ssociazione mafiosa?«E’ assurdo: ho lavorato con lui all’Antimafia di Roma, ma eravamo un gruppo di oltre venti magistrati!
Non riesco a capire cosa c’entri questo passaggio».
Il riferimento è a una relazione che lei e soprattutto Lembo stilaste a favore del boss messinese Sparacio, poi rivelatosi un falso pentito...«Un’altra assurdità.
Fu un solo parere, peraltro non vincolante, in cui confluirono gli esiti d’indagine della procura competente. Venne vagliato e firmato dal procuratore nazionale Antimafia. Comunque non vi sono mai state indagini su di me, né ispezioni o provvedimenti disciplinari. E aggiungo che di pareri favorevoli su Sparacio ne vennero dati 8-9 da altri colleghi, prima e dopo quello presentato da me e Lembo. Come mai la signora non lo dice e parla solo di un parere?».L’Alfano ha rimarcato che lei e il boss messinese siete dello stesso paese: Terme Vigliatore. E’ così?«Cosa? Ma io sono nato a Barcellona Pozzo di Gotto e non vivo più di lì dal 1952... Comunque a fine anni Ottanta indagai, a Messina, su Chiofalo: lo feci arrestare e condannare per una serie impressionante di omicidi, che poi il boss confessò quando diventò un pentito».
Ma lei come si spiega questo pesante attacco?
«Una certezza ce l’ho: la signora ha operato su commissione di qualcuno che mi vuole colpire in un momento delicato della mia carriera (Materia è in corsa per la poltrona di capo della procura di Bologna, ndr).
E’ venuta dalla Sicilia per fare questo tipo d’incontro, proprio a Reggio, strano... Hanno scavato nella mia lunga carriera di magistrato per cercare di screditarmi sul piano professionale e hanno tirato fuori storie vecchie di 12 anni e completamente fuori bersaglio. Cosa intendo fare? Mi riserbo di avere, se esiste, la registrazione dell’intervento dell’Alfano, poi valuterò se agire in sede civile». (t.s.)
(26 ottobre 2008)

Fonte : Gazzetta di Reggio
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Incredulo, amareggiato, ma determinato a replicare, punto su punto, alle «ombre» calate su di lui ieri da Sonia Alfano, al culmine del convegno all’hotel Posta.
La vicenda è grave, perché le «ombre» riconducibili a presunte collusioni mafiose riguardano il procuratore capo Italo Materia che, proprio con il suo agire nell’Antimafia, ha costruito un’i nvidiabile carriera.
Non era presente al convegno, ma vuole ribattere subito perché sa cos’è accaduto e ha già ricevuto autorevoli messaggi di solidarietà.L’affondo dell’Alfano è partito facendo balenare mancati controlli sull’impresa Ciampà di Crotone...
«Mai vista quell’impresa. So solo che ha operato a Reggio agli inizi del Duemila, prima che io giungessi in procura».E le allusioni alla sua amicizia con il magistrato Giovanni Lembo, condannato in primo grado per favoreggiamento d’a ssociazione mafiosa?«E’ assurdo: ho lavorato con lui all’Antimafia di Roma, ma eravamo un gruppo di oltre venti magistrati!
Non riesco a capire cosa c’entri questo passaggio».
Il riferimento è a una relazione che lei e soprattutto Lembo stilaste a favore del boss messinese Sparacio, poi rivelatosi un falso pentito...«Un’altra assurdità.
Fu un solo parere, peraltro non vincolante, in cui confluirono gli esiti d’indagine della procura competente. Venne vagliato e firmato dal procuratore nazionale Antimafia. Comunque non vi sono mai state indagini su di me, né ispezioni o provvedimenti disciplinari. E aggiungo che di pareri favorevoli su Sparacio ne vennero dati 8-9 da altri colleghi, prima e dopo quello presentato da me e Lembo. Come mai la signora non lo dice e parla solo di un parere?».L’Alfano ha rimarcato che lei e il boss messinese siete dello stesso paese: Terme Vigliatore. E’ così?«Cosa? Ma io sono nato a Barcellona Pozzo di Gotto e non vivo più di lì dal 1952... Comunque a fine anni Ottanta indagai, a Messina, su Chiofalo: lo feci arrestare e condannare per una serie impressionante di omicidi, che poi il boss confessò quando diventò un pentito».
Ma lei come si spiega questo pesante attacco?
«Una certezza ce l’ho: la signora ha operato su commissione di qualcuno che mi vuole colpire in un momento delicato della mia carriera (Materia è in corsa per la poltrona di capo della procura di Bologna, ndr).
E’ venuta dalla Sicilia per fare questo tipo d’incontro, proprio a Reggio, strano... Hanno scavato nella mia lunga carriera di magistrato per cercare di screditarmi sul piano professionale e hanno tirato fuori storie vecchie di 12 anni e completamente fuori bersaglio. Cosa intendo fare? Mi riserbo di avere, se esiste, la registrazione dell’intervento dell’Alfano, poi valuterò se agire in sede civile». (t.s.)
(26 ottobre 2008)

Fonte : Gazzetta di Reggio

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