sabato 16 agosto 2008

Lettera Andrea Balìa al quotidiano Repubblica



Ho letto su "la Repubblica" qualche giorno fa nella rubrica "le lettere" di Augias due scritti di due signori di cui uno lamentava lo stato di degrado dei monumenti risorgimentali e l'altro che fosse rimasto solo il povero Ciampi a tener viva la memoria sul Risorgimento. Due in un solo giorno mi sono apparsi troppo, e quindi ho deciso di scrivere anch'io al giornale.

Non so se pubblicheranno e non se Voi riteniate opportuno riportare il testo che Vi allego. Salutoni

A: " rubrica.lettere@repubblica.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot, abilitare Javascript per vederlo "

La presente in merito alle lettere del sig. Di Leonardo sullo stato dei monumenti risorgimentali ed a quella del sig. Moschini su di una memoria dimenticata dello stesso Risorgimento. Chiarisco che chi scrive è di Sinistra senza che ciò gli vieti di essere un profondo e convinto meridionalista. Al sig. Di Leonardo vorrei ricordare che il problema sul degrado dei monumenti cui accenna sarà senz'altro vero, ma basta altresì riflettere che in Italia non v'è uno straccio di lapide o monumento che ricordi i caduti a difesa dell'ex autonomo ed indipendente Regno delle Due Sicilie, a differenza di quanto avviene invece in USA per i Sudisti anch'essi sconfitti di una guerra civile.

Erano quei meridionali soldati depositari di una loro dignità a difesa di una patria invasa ed annessa senza nemmeno una regolare dichiarazione di guerra. E' vero che la storia la scrivono i vincitori, però...è solo una questione di civiltà! Al sig. Moschini ricorderei che il nostro beneamato Presidente sul Risorgimento supplisce ed abbonda alle mancanze di memoria altrui. Nelle sue visite al Sud continua a ricordarci che i nostri figli devono rendersi disponibili ad emigrare (chiedo scusa oggi si dice "rendersi disponibili alla mobilità"!) proponendoci nei fatti una tragica terza emigrazione biblica della nostra storia. Il suo problema è quello di riproporci l'ossessiva esecuzione dell'inno di Mameli, come se questo fosse il problema prioritario rispetto a quelli gravissimi regalatici da questa specie di governo.

Sentirsi italiani non lo si ottiene imparando un inno bruttino musicalmente e nel testo, ma sentendosi nei fatti facenti parte di una nazione e non figli di un dio minore. Sul Risorgimento c'è da dire che per molti meridionali che conoscono la Storia parlare d'assenza di memoria vien da sorridere visto l'occultamento e la menzogna riportata a tal proposito sui libri da oltre 140 anni. E' una ferita non rimarginata, perchè se non è in discussione l'opportunità storica sull'eventualità di procedere ad un'Unità, è la sua attuazione feroce, vessatoria ecc.., in barba a tutte le leggi internazionali, che è in discussione. Ricordo solo tre cose:

1) il generale Cialdini (a capo dell'esercito piemontese) fu considerato e dichiarato dall'opinione internazionale un "criminale di guerra" per i massacri perpetrati al Sud

2) Indro Montanelli ebbe a dire: "il Risorgimento è ben altra cosa di quella che ci hanno dato da studiare sui banchi di scuola..."

3) Gramsci scrisse: "l'Unità d'Italia è stata una feroce dittatura con cui lo Stato ha seppellito, squartato vivi i contadini e la gente del Sud, che gli scrittori salariati hanno infamato col marchio di briganti!".

Chiedo venia ma è ora che si dicano certe cose.

Andrea Balìa

/www.iocolibri.it/
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Ho letto su "la Repubblica" qualche giorno fa nella rubrica "le lettere" di Augias due scritti di due signori di cui uno lamentava lo stato di degrado dei monumenti risorgimentali e l'altro che fosse rimasto solo il povero Ciampi a tener viva la memoria sul Risorgimento. Due in un solo giorno mi sono apparsi troppo, e quindi ho deciso di scrivere anch'io al giornale.

Non so se pubblicheranno e non se Voi riteniate opportuno riportare il testo che Vi allego. Salutoni

A: " rubrica.lettere@repubblica.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot, abilitare Javascript per vederlo "

La presente in merito alle lettere del sig. Di Leonardo sullo stato dei monumenti risorgimentali ed a quella del sig. Moschini su di una memoria dimenticata dello stesso Risorgimento. Chiarisco che chi scrive è di Sinistra senza che ciò gli vieti di essere un profondo e convinto meridionalista. Al sig. Di Leonardo vorrei ricordare che il problema sul degrado dei monumenti cui accenna sarà senz'altro vero, ma basta altresì riflettere che in Italia non v'è uno straccio di lapide o monumento che ricordi i caduti a difesa dell'ex autonomo ed indipendente Regno delle Due Sicilie, a differenza di quanto avviene invece in USA per i Sudisti anch'essi sconfitti di una guerra civile.

Erano quei meridionali soldati depositari di una loro dignità a difesa di una patria invasa ed annessa senza nemmeno una regolare dichiarazione di guerra. E' vero che la storia la scrivono i vincitori, però...è solo una questione di civiltà! Al sig. Moschini ricorderei che il nostro beneamato Presidente sul Risorgimento supplisce ed abbonda alle mancanze di memoria altrui. Nelle sue visite al Sud continua a ricordarci che i nostri figli devono rendersi disponibili ad emigrare (chiedo scusa oggi si dice "rendersi disponibili alla mobilità"!) proponendoci nei fatti una tragica terza emigrazione biblica della nostra storia. Il suo problema è quello di riproporci l'ossessiva esecuzione dell'inno di Mameli, come se questo fosse il problema prioritario rispetto a quelli gravissimi regalatici da questa specie di governo.

Sentirsi italiani non lo si ottiene imparando un inno bruttino musicalmente e nel testo, ma sentendosi nei fatti facenti parte di una nazione e non figli di un dio minore. Sul Risorgimento c'è da dire che per molti meridionali che conoscono la Storia parlare d'assenza di memoria vien da sorridere visto l'occultamento e la menzogna riportata a tal proposito sui libri da oltre 140 anni. E' una ferita non rimarginata, perchè se non è in discussione l'opportunità storica sull'eventualità di procedere ad un'Unità, è la sua attuazione feroce, vessatoria ecc.., in barba a tutte le leggi internazionali, che è in discussione. Ricordo solo tre cose:

1) il generale Cialdini (a capo dell'esercito piemontese) fu considerato e dichiarato dall'opinione internazionale un "criminale di guerra" per i massacri perpetrati al Sud

2) Indro Montanelli ebbe a dire: "il Risorgimento è ben altra cosa di quella che ci hanno dato da studiare sui banchi di scuola..."

3) Gramsci scrisse: "l'Unità d'Italia è stata una feroce dittatura con cui lo Stato ha seppellito, squartato vivi i contadini e la gente del Sud, che gli scrittori salariati hanno infamato col marchio di briganti!".

Chiedo venia ma è ora che si dicano certe cose.

Andrea Balìa

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