lunedì 17 marzo 2008

Tibet, Genocidio Culturale


«Qualche organizzazione internazionale rispettata potrebbe accertare quale sia la situazione in Tibet e quali le cause» dei disordini, ha dichiarato il Dalai Lama nella conferenza stampa tenuta nella località indiana di Dharmsala, dove risiede in esilio: «Che il governo cinese lo ammetta oppure no, esiste un problema: un’antica tradizione culturale è in serio pericolo. Intenzionalmente o no, è in corso una sorta di genocidio culturale».Il Dalai Lama ha poi denunciato il «regime del terrore» imposto in Tibet dalla Cina, rifiutandosi però di lanciare un appello per il boicottaggio dei Giochi olimpici di Pechino: «Desidero che i Giochi si tengano: il popolo cinese ha bisogno di sentirsi fiero, la Cina merita di accogliere i Giochi olimpici»; ma «occorre ricordare a Pechino che ha l’obbligo di comportarsi in modo consono a chi ospita le Olimpiadi».Secondo il governo tibetano in esilio sono almeno 80 i morti accertati nelle manifestazioni anticinesi a Lhasa, mentre i feriti sarebbero almeno 72: le autorità di Pechino - che hanno imposto ieri il coprifuoco - hanno parlato invece di dieci morti; secondo la televisione di Hong Kong una colonna di 200 veicoli da trasporto truppe si sta dirigendo verso la capitale tibetana.Almeno tre tibetani sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco nel corso di una manifestazione di protesta svoltasi a Ngawa, distretto a maggioranza tibetana nella provincia cinese di Sichuan e alla quale hanno partecipato circa 200 persone: lo hanno reso noto testimonianze locali. «I manifestanti hanno attaccato un commissariato della polizia, hanno dato fuoco a delle autopattuglia e gli agenti hanno sparato... Ho visto tre persone uccise», ha riferito un testimone; ma secondo il Centro per i diritti umani e la democrazia, con sede in India, pare che le vittime siano già salite a sette, uccise dalla polizia che ha aperto il fuoco contro monaci e civili che stavano «manifestando pacificamente».
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«Qualche organizzazione internazionale rispettata potrebbe accertare quale sia la situazione in Tibet e quali le cause» dei disordini, ha dichiarato il Dalai Lama nella conferenza stampa tenuta nella località indiana di Dharmsala, dove risiede in esilio: «Che il governo cinese lo ammetta oppure no, esiste un problema: un’antica tradizione culturale è in serio pericolo. Intenzionalmente o no, è in corso una sorta di genocidio culturale».Il Dalai Lama ha poi denunciato il «regime del terrore» imposto in Tibet dalla Cina, rifiutandosi però di lanciare un appello per il boicottaggio dei Giochi olimpici di Pechino: «Desidero che i Giochi si tengano: il popolo cinese ha bisogno di sentirsi fiero, la Cina merita di accogliere i Giochi olimpici»; ma «occorre ricordare a Pechino che ha l’obbligo di comportarsi in modo consono a chi ospita le Olimpiadi».Secondo il governo tibetano in esilio sono almeno 80 i morti accertati nelle manifestazioni anticinesi a Lhasa, mentre i feriti sarebbero almeno 72: le autorità di Pechino - che hanno imposto ieri il coprifuoco - hanno parlato invece di dieci morti; secondo la televisione di Hong Kong una colonna di 200 veicoli da trasporto truppe si sta dirigendo verso la capitale tibetana.Almeno tre tibetani sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco nel corso di una manifestazione di protesta svoltasi a Ngawa, distretto a maggioranza tibetana nella provincia cinese di Sichuan e alla quale hanno partecipato circa 200 persone: lo hanno reso noto testimonianze locali. «I manifestanti hanno attaccato un commissariato della polizia, hanno dato fuoco a delle autopattuglia e gli agenti hanno sparato... Ho visto tre persone uccise», ha riferito un testimone; ma secondo il Centro per i diritti umani e la democrazia, con sede in India, pare che le vittime siano già salite a sette, uccise dalla polizia che ha aperto il fuoco contro monaci e civili che stavano «manifestando pacificamente».

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