giovedì 20 marzo 2008

Ma Napolitano lo sa che in tre mesi gli onorevoli hanno lavorato due ore al giorno?


Il Capo dello Stato è in Cile. Con rispetto parlando, in realtà è in viaggio su Marte e da lassù ha pronunciato un'arringa per la classe politica italiana che non poteva non suonare più intempestiva, più inopportuna e più fuori dal tempo. Perchè un conto sono le parole e un altro sono i fatti. Un conto sono le dichiarazioni di Napolitano ("In Parlamento non ci sono fannulloni"), l'intemerata contro il qualunquismo, eccetera eccetera. E un altro sono i dati sull'attività dei rappresentanti del popolo nell'arco dell'ultima legislatura, mai troppo prematuramente abortita. Ovviamentre, "attività" e' un eufemismo. Basta leggere le confessioni dell'onorevole Roberto Poletti, deputato uscente dei Verdi che in questi giorni su "Libero" sta illuminando gli elettori su come e quanto (non) lavori un deputato. Questo non è qualunquismo, signor Presidente della Repubblica. Questo, purtroppo, è tutto vero.

Poletti dixit: "Non è che possiamo contarla su: nei primi cento giorni di questa mia prima legislatura, la Camera ha tenuto 36 sedute, poco più di due ore al giorno di lavoro. E considerando vacanze e feste comandate e ponti, su un anno di attività a Montecitorio si è lavorato 160 giorni, cioè neanche 5 mesi. Quattro mesi e venti giorni in un anno. Poi dice che la gente s'incazza...". "Quando il deputato non è in Aula o in Commissione, il più delle volte fa attività politica, ma per il partito. Che cosa c'entra l'attività di partito con il mandato ricevuto dagli elettori? Nulla o quasi, ma tant'è. E comunque, gira per convegni e dibattiti ("...seguirà buffet...", partecipa a riunioni organizzative. O c'è caso che si metta a cercar tessere...".

"Il martedì mattina c'è la Commissione, il primo voto in aula è nel pomeriggio e non è raro che si tenga quando la Commissione è ancora in corso. ma l'aula risulta mezza piena, d'altrone in questo caso c'è la detrazione di 206 euro se non raggiungi almeno il 30 per cento delle votazioni utili, saltare la seduta sarebbe un delitto. Entrano allora in scena i famosi pianisti...".

Ma il bello deve ancora venire, perchè la "settimana lavorativa" del deputato, dopo avere vissuto quella che Poletti definisce "la giornata clou del mercoledì" (riunione di Commissione, voto in aula dalle cinque alle otto "sempre che non ci sia qualche partita: in quel caso alle sei e mezzo anche le questioni più complicate si dipanano"), arriva al "giovedì prefestivo".

Confida Poletti: " Fin dal mattino si respira l'aria del fine settimana, i deputati che non sono di Roma di mettono al teleofno per prenotare il volo. Si vota dlale 11 in poi, mal che vada c'è un'altra seduta dopo il pranzo. Poi comincia il fuggi fuggi. Vai in guardaroba ed è pieno di borse, valigie, trolley, pacchi e quant'altro e dal primo pomeriggio si forma la fila...".

Ecco, signor Presidente della Repubblica, come funziona a pieno regime la Camera dei Deputati secondo un deputato uscente, le cui dichiarazioni non risultano essere state smentite da nessun esponente di quel Parlamento, dove, ammonisce Luca di Montezemolo, "nella prossima legislatura andranno a sedere molti portaborse in Camere che non saranno elettive, ma nominative". Nel senso che sono i leader di partito ad avere scelto i candidati. E' questa la democrazia?


di Xavier Jacobelli


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Il Capo dello Stato è in Cile. Con rispetto parlando, in realtà è in viaggio su Marte e da lassù ha pronunciato un'arringa per la classe politica italiana che non poteva non suonare più intempestiva, più inopportuna e più fuori dal tempo. Perchè un conto sono le parole e un altro sono i fatti. Un conto sono le dichiarazioni di Napolitano ("In Parlamento non ci sono fannulloni"), l'intemerata contro il qualunquismo, eccetera eccetera. E un altro sono i dati sull'attività dei rappresentanti del popolo nell'arco dell'ultima legislatura, mai troppo prematuramente abortita. Ovviamentre, "attività" e' un eufemismo. Basta leggere le confessioni dell'onorevole Roberto Poletti, deputato uscente dei Verdi che in questi giorni su "Libero" sta illuminando gli elettori su come e quanto (non) lavori un deputato. Questo non è qualunquismo, signor Presidente della Repubblica. Questo, purtroppo, è tutto vero.

Poletti dixit: "Non è che possiamo contarla su: nei primi cento giorni di questa mia prima legislatura, la Camera ha tenuto 36 sedute, poco più di due ore al giorno di lavoro. E considerando vacanze e feste comandate e ponti, su un anno di attività a Montecitorio si è lavorato 160 giorni, cioè neanche 5 mesi. Quattro mesi e venti giorni in un anno. Poi dice che la gente s'incazza...". "Quando il deputato non è in Aula o in Commissione, il più delle volte fa attività politica, ma per il partito. Che cosa c'entra l'attività di partito con il mandato ricevuto dagli elettori? Nulla o quasi, ma tant'è. E comunque, gira per convegni e dibattiti ("...seguirà buffet...", partecipa a riunioni organizzative. O c'è caso che si metta a cercar tessere...".

"Il martedì mattina c'è la Commissione, il primo voto in aula è nel pomeriggio e non è raro che si tenga quando la Commissione è ancora in corso. ma l'aula risulta mezza piena, d'altrone in questo caso c'è la detrazione di 206 euro se non raggiungi almeno il 30 per cento delle votazioni utili, saltare la seduta sarebbe un delitto. Entrano allora in scena i famosi pianisti...".

Ma il bello deve ancora venire, perchè la "settimana lavorativa" del deputato, dopo avere vissuto quella che Poletti definisce "la giornata clou del mercoledì" (riunione di Commissione, voto in aula dalle cinque alle otto "sempre che non ci sia qualche partita: in quel caso alle sei e mezzo anche le questioni più complicate si dipanano"), arriva al "giovedì prefestivo".

Confida Poletti: " Fin dal mattino si respira l'aria del fine settimana, i deputati che non sono di Roma di mettono al teleofno per prenotare il volo. Si vota dlale 11 in poi, mal che vada c'è un'altra seduta dopo il pranzo. Poi comincia il fuggi fuggi. Vai in guardaroba ed è pieno di borse, valigie, trolley, pacchi e quant'altro e dal primo pomeriggio si forma la fila...".

Ecco, signor Presidente della Repubblica, come funziona a pieno regime la Camera dei Deputati secondo un deputato uscente, le cui dichiarazioni non risultano essere state smentite da nessun esponente di quel Parlamento, dove, ammonisce Luca di Montezemolo, "nella prossima legislatura andranno a sedere molti portaborse in Camere che non saranno elettive, ma nominative". Nel senso che sono i leader di partito ad avere scelto i candidati. E' questa la democrazia?


di Xavier Jacobelli


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