mercoledì 25 maggio 2016

Elezioni Comunali del 5 Giugno 2016: Il Programma per N A P O L I del Partito del Sud






Il contributo meridionalista progressista del Partito del Sud si concretizza portando all’interno del programma politico della coalizione che sostiene Luigi de Magistris, alcune tematiche quali:

      1) Autonomia per  Napoli

Questo documento nasce dal mandato sull’Autonomia per Napoli ricevuto, con decreto sindacale il 18/11/2015, da Andrea Balia ( Vicepresidente Nazionale del Partito del Sud) e dà conto di un lavoro di analisi e riflessione sul testo della Costituzione italiana incentrato in particolare sugli articoli e sui commi riguardanti le condizioni e le modalità per la realizzazione di un’autonomia gestionale in materia fiscale. Un’autonomia che consenta di restituire, attraverso la gestione diretta dell’autorità amministrativa locale, il controllo delle risorse agli uomini e alle donne che vivono, lavorano e votano in un dato territorio. Si badi bene, non stiamo parlando di autonomia alla ricerca di un mero argomento elettorale, di un espediente per divagare ed eludere i problemi sul tappeto. Stiamo invece pensando a dare soluzioni strutturali atte ad affrontare i grandi problemi nostri e dell’intero paese. Ed è per questo che la nostra idea di autonomia si fonda e ricupera quel pensiero socialista e gramsciano che ha molto riflettuto sulle modalità necessarie per dirimere positivamente l’asimmetrica ripartizione di compiti fra, da una parte, le amministrazioni locali onerate dell’ingrato compito di esattore dei tributi e, dall’altra, l’Amministrazione centrale dello Stato, troppo spesso responsabile di una non equanime ridistribuzione delle risorse ricevute dalla periferia.
L’autonomia alla quale miriamo può apparire una chimera, qualcosa di irraggiungibile, ma non è così. Occorre semplicemente fare riferimento alla Costituzione Repubblicana, ribadendo, ancora una volta, la necessità della sua applicazione integrale a garanzia e difesa di tutti i cittadini. Un’attenta rilettura dei suoi articoli rivela difatti le possibilità attuative che sono già in essa contenute, rendendo possibile, ai territori e alle città che intendessero farne richiesta, l’ottenimento dell’autorizzazione a una gestione in autonomia.

LEGGENDO LA COSTITUZIONE
sono di sostanziale importanza alcuni commi degli articoli 114, 116, 118 e 119.
Art. 114, Comma 2: Principio esplicativo
I Comuni, le Provincie, le Città Metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Ovvero, è sancita la possibilità che una città, per giunta dell’importanza storico/geografica come Napoli, da tutti riconosciuta come capitale del Sud per i suoi trascorsi millenari, possa dotarsi di un proprio statuto gestionale autonomo,all’interno e nel rispetto della cornice costituzionale della Repubblica.
Art.116, Comma 3: Analogia con le Regioni a Statuto Speciale
Pur riguardando le Regioni e non specificamente i comuni, si evince in maniera chiara la possibilità costituzionale di prevedere “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.
Art. 118, Comma 2: Specificità evidenziata
I Comuni, le Provincie e le Città Metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze.
Viene espressa in modo palese la differenziazione specifica di funzioni diversificate di cui ogni singolo comune riterrà opportuno dotarsi nell’organizzazione amministrativa,sempre secondo il conferimento derivante da legge statale e/o regionale.
Art. 119: i sette commi che seguono
-      Comma 1
I Comuni, le Provincie e le Città Metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa.
Viene sancita in maniera esplicita che l’autonomia finanziaria è da ritenersi la regola. 
-      Comma 2
I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate proprie, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio.
Vengono evidenziate le due specificità delle risorse dei Comuni: quelle di natura autonoma e quelle di compartecipazione al gettito di tributi erariali riferiti al territorio.
-      Comma 3
La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Si specifica che, rapportandosi al gettito dell’IMU, già esiste nei fatti un fondo di solidarietà comunale che sostituisce l’eventuale mancata applicazione del fondo perequativo, che qualora esistesse attenuerebbe comunque l’autonomia del comune.
-      Comma 4
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città Metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche attribuite.
Si tratta di un comma d’estrema importanza che sancisce il principio essenziale in virtù del quale i Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni, in quanto enti autonomi, sono titolari della funzione di organizzare amministrativamente l’esazione delle risorse – tra compartecipazione e perequazione (o sostitutivo) – al fine di attuare la totale copertura della spesa dei servizi. Servizi, i cui livelli, vengono determinati dallo Stato nella loro essenzialità di diritti sociali e civili da garantirsi su tutto il territorio nazionale senza differenza alcuna (Art. 117). Però, per quanto sanciti, i livelli in questione non sono mai stati indicati con esattezza al fine di poterne determinare con precisione la somma a copertura integrale dei servizi in oggetto. Mancanza che finisce per accentuare l’autonomia gestionale e valutativa dell’ente locale.
-      Comma 5
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni.
Sancisce l’eventuale intervento aggiuntivo dello Stato con l’apporto di ulteriori risorse destinate a economia, solidarietà e uguaglianza sociale. 
-      Comma 6 e 7
I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. E’ esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.
Nei fatti esplicita ancor più il principio d’autonomia dell’ente locale che, a fronte di eventuali finanziamenti per spese d’investimento, può provvedere senza chiedere o usufruire di garanzie statali.
ANDAMENTO TRASFERIMENTI PUBBLICI AL COMUNE DI NAPOLI
Dall’introduzione del Federalismo Fiscale la riduzione dei trasferimenti evidenzia l’attuale saldo negativo.
Dal dato di 646.437.167 € di trasferimenti del 2010, antecedenti il Federalismo Fiscale, in un progressivo decadimento, si è arrivati a 259.000.000 € nel 2015 come dato del Fondo di Solidarietà Comunale (-65.032.315 €) tra saldo dare e avere, da cui se ne ricava un taglio totale di 387.000.000 €! Parlare addirittura di città assistita quando ciò che versano i contribuenti di Napoli è superiore a quanto resta per servizi pubblici o sotto la voce d’erogazioni dirette, è inappropriato oltre che falso come si evince dalla inoppugnabilità dei numeri. La media nazionale procapite riguardo a investimenti, sanità, trasporti e pensioni è inferiore. La città non ha alcuna motivazione logica per essere considerata assistita su servizi che può autogestire da sola.
Inoltre, a conferma della predisposizione virtuosa del Comune e del fatto che l’autogestione possa funzionare, sta il fatto che Napoli occupa il 4°posto in Italia per risparmio sulle spese rispetto al 2010 (numeri ereditati) con un ottimo -162,9 milioni di € per i consumi intermedi.

RIGUARDO AL FEDERALISMO FISCALE 
Che il Federalismo Fiscale sia carente nel funzionamento e nell’applicazione è cosa ormai certa e supportata dai fatti. Sono stati licenziati calcoli penalizzanti, come nel caso clamoroso degli Asili Nido, dove partendo da dati storici d’erogazione del 2010, l’attribuzione dei fabbisogni standard ha visto Napoli ricevere un terzo rispetto a città come Torino che ha numeri nettamente inferiori in termini di abitanti. Così dicasi per i fondi di perequazione, calcolando i livelli di prestazioni a quote basse in teoria pagabili da tutti i comuni; e per sovrappeso, in caso di livello più alto, il fondo non è tagliabile per non violare il comma 4 dell’articolo 119. Conseguenza è la mancata garanzia dei diritti basici a tutta la cittadinanza in termini egualitari. Va poi ricordato che nel 2013 la modifica da “fondo di perequazione” a “fondo di solidarietà comunale” non alimentabile dallo Stato ma integrato dai comuni con una percentuale del 38% dell’IMU. Nel 2015 “per esigenze di cassa” lo Stato è andato addirittura prelevare 1,2 miliardi di € dal fondo di solidarietà comunale, paradossalmente “perequando all’inverso”.
  
FEDERALISMO DEMANIALE 
In un’ottica di ampliamento del concetto d’autonomia va perseguita inoltre l’opera, già avviata dal Consiglio Comunale col Demanio, per mettere a reddito sociale ed economico e d’utilità collettiva, sotto la competenza del Comune, tutto ciò che viene trasferito o potrà esserlo anche in futuro, come beni demaniali e altro. Il Partito del Sud vanta in merito la concreta e fruttuosa esperienza di successo maturata al governo della città di Gaeta dal 2010 al 2013 con il meritorio lavoro del suo Presidente Onorario Antonio Ciano, in qualità di Assessore al Demanio, riportando 6 siti (tra i tanti espropriati dal governo centrale) sotto l’egida e la competenza e gestione del Comune.
COSA FARE
Ovvio e consequenziale ipotizzare l’obiettivo che il Comune di Napoli auspichi e richieda di essere considerato legalmente autonomo in materia fiscale. Perché ciò sia attuabile e sostenibile risulta prioritaria, onde affrancarsi dal fondo di solidarietà, l’individuazione di risorse locali per reperire almeno 259.000.000 . Possono essere ipotizzabili, e meritabili di approfondimento d’ulteriori e accurati studi, diverse ipotesi d’imposte che abbiano, in ogni caso, attinenza al territorio. Saltano subito all’occhio due voci come:
1)  Compartecipazione al gettito Irpef in punti percentuali;

La quota percentuale dovrebbe corrispondere all’incirca a punti 1,2/1,3, onde attuare la copertura di 109.000.000 , fermo restando confermata la base di partenza di 150.000.000 stimata per Napoli. Quindi cessione d’una quota percentuale del gettito Irpef proveniente dal contribuente napoletano ivi residente. Nel 2011 fu previsto il beneficio ai comuni sull’imposta Irpef, ma poi successivo Patto di Stabilità l’abolì.

2)  Imposte su trasferimenti immobili

A livello nazionale il valore è poco meno di € 9.000.000 tra IVA Catastale e Ipotecaria, Registro e bollo, donazioni e successioni.

Le due voci porterebbero a un saldo vicino allo zero, con un risultato di sicura miglioria economica per il Comune senza alcun sacrificio suppletivo per i contribuenti. Superfluo indicare gli obiettivi perseguibili su cui indirizzare le risorse che saranno individuate da attenta analisi delle priorità da affrontare: turismo, trasporto urbano, risistemazioni stradali, riqualificazione periferie, ecc. Auspicabile un’eventuale e possibile riduzione fiscale delle imposte (vedi addizionale Tasi e Irpef). Inutile rilevare quanto sia necessaria un’estrema cura per riuscire nell’impresa.

3)  Beni demaniali

Mettere a reddito sociale ed economico e d’utilità collettiva, sotto la competenza del Comune, tutto ciò che viene trasferito e che potrà esserlo anche in futuro, come beni demaniali. Quindi fonti di reddito autogestito da riversare in servizi ed esigenze per la cittadinanza ottenibili da una sana e autonoma gestione dei beni in oggetto. Da tenere in conto le spiagge, il cui uso e concessione può essere considerata fonte di reddito per l’amministrazione comunale. Idem dicasi per le tasse portuali.

ULTERIORI FUNZIONI
A completamento di un funzionamento autonomo sono di competenza comunale anche altre funzioni come ad esempio Edilizia Pubblica e Privata, Protezione Civile, Beni architettonici e artistici da preservare e valorizzare, Pianificazione e Sviluppo Urbano. Alcuni con accordi preventivi con Regione Campania, Ministeri competenti e Presidenza del Consiglio. Andrebbe inoltre valutata l’ulteriore possibilità d’implementare proprie imposte (tasse sul reddito delle imprese e delle persone fisiche, oltre una soglia di reddito consistente), ovvero aliquote specifiche che, nel rispetto della realtà locale maggiormente bisognosa, possano favorire e attrarre investimenti dall’estero.
DARE E AVERE
Prelievo dal Fondo di Solidarietà Comunale da parte dello Stato e assegnazione al Comune di Napoli delle risorse scaturenti dalle suddette proposte e altre ulteriori ed eventuali, al fine di un pareggio a saldo.

AUTONOMIA NON AUTARCHIA
Siamo convinti che il federalismo e l’autonomia non si costruiscano solo con la fiscalità, ma con un progetto che metta insieme le diverse realtà autonome in uno spirito di rete virtuosa tra territori. Quando parliamo di autonomia chiedendo un maggior ruolo per le Città Metropolitane e in particolare per Napoli, non lo facciamo per perseguire un progetto autarchico e di “isolazionismo autosufficiente”, ma per favorire la formazione di entità territoriali autonome, in grado pertanto di badare e governare sé stesse, che puntino alla creazione di una rete virtuosa delle autonomie (del Sud in particolare). Animate anche dal perseguimento dell’obiettivo di promuovere ed eventualmente migliorare iniziative del Governo centrale volte allo sviluppo dei territori nel loro insieme. Queste entità e in particolare le Città Metropolitane possono, nel loro ambito e con altre entità simili, giocare un ruolo di guida e di coordinamento per la migliore amministrazione di parti cospicue del territorio nazionale.
Ecco perché, già dal febbraio 2014 nell’incontro di Bari tra i sindaci di Bari e Napoli auspicammo la formazione, nel rispetto della Costituzione (che peraltro lo prevede) e nel rispetto delle prerogative del Governo, di un fattivo Coordinamento tra Regioni e Città Metropolitane del Sud al fine di sostenere la ripartenza di quest’area e con essa dell’intero Paese. Crediamo che questa svolta, avviata dalla regione Puglia negli ultimi mesi in maniera sperimentale, debba essere portata avanti puntando su una forte collaborazione multiregionale di prossimità, alla ricerca di sinergie tra le Regioni più vicine e tra Città le Metropolitane del Sud, alle quali deve essere concessa una maggiore autonomia progettuale e finanziaria.
In considerazione del dualismo che affligge l’economia italiana da oltre centocinquant’anni, la strategia per uscire definitivamente dalla situazione attuale va condotta facendo richiesta allo Stato centrale, di una AUTONOMIA che consenta alle sette Regioni meridionali unite (Lazio abruzzese e campano incluso), così come previsto e consentito dall’Art.132 della Costituzione, di formare una MACROREGIONE, in grado di sviluppare il loro futuro secondo i propri specifici interessi e la propria vocazione economica, ovviamente, vale la pena ribadirlo, nel rispetto dei dettami Costituzionali.
Grazie a questo modus operandi si potrebbero governare meglio i territori, con un progetto di sviluppo rispettoso delle loro caratteristiche geografiche, storiche, culturali e sociali, un progetto proveniente dagli stessi territori, un progetto che meglio potrebbe ridisegnare, rappresentare e rendere credibile, grazie all’azione congiunta dei Governatori e dei Sindaci del Mezzogiorno. Sarebbe in tal modo possibile attuare finalmente una politica meridionalista avente l’obiettivo di risolvere non soltanto i cronici problemi del Sud causati dagli errori commessi durante il processo unitario, ma anche e soprattutto di contribuire in maniera forte ed essenziale a un rinnovato e più equilibrato sviluppo dell’intero paese. Mettere in moto un cammino di sviluppo per il Mezzogiorno, un cammino voluto, progettato e guidato dalle genti del Sud rappresenta un’opportunità unica e non più rinviabile per l’intero paese.
Siamo convinti che, per non correre il rischio di cadere nell’isolazionismo, la realizzazione della nostra idea della Autonomia possa aumentare le possibilità di successo se Napoli si pone a capo, come modello ed esempio, delle altre Città Metropolitane. Di quelle del Sud prima e di tutte le altre poi, per progettare insieme il futuro del paese.
Napoli è pronta ad assumere questo ruolo ed è pronta a realizzare un progetto di autonomia dei territori non autarchico ma fortemente collaborativo, nella convinta coscienza che la trasformazione dell’autonomia in autarchia rappresenterebbe un’involuzione esiziale che avrebbe gravissime conseguenze.
COME ATTUARE L’ESAZIONE

Il Comune dovrà farsi carico della riscossione delle tasse dei cittadini. E’ già previsto un nuovo organismo dal nome “Napoli Riscossione” che andrà a sostituire “Equitalia”. Si tratta d’un soggetto unico per la gestione delle entrate comunali e nodo di interscambio tra le realtà istituzionali che partecipano a vario titolo al processo impositivo (Equitalia, Catasto, Garante del contribuente, autorità giudiziarie, ordini professionali, camere di commercio e società partecipate).Tra gli obiettivi ci sono quelli della semplificazione e della trasparenza I cittadini potranno anche rivolgesi agli sportelli delle 10 municipalità e, probabilmente, anche attraverso i CAF. “Napoli Riscossione” dovrà avere a regime un punto di pareggio a un aggio tra il 3,5 e il 4 per cento,e dovrebbe determinarsi, secondo le valutazione effettuate dei tecnici , un surplus di ricavo di circa 4 milioni di euro. Quindi un chiaro percorso, anche di natura organizzativa verso un’autonomia definitiva.

CONCLUSIONI

La carta costituzionale indica con chiarezza la potestà dei soggetti pubblici di determinare le proprie entrate, occupandosi direttamente dell’amministrazione completa della riscossione dei propri tributi. Gli ultimi governi, pur di diverso segno politico, a fronte di una crisi internazionale con ripercussioni su di una crisi nazionale già in atto, hanno sacrificato gli enti locali riducendoli al compito di estensori ed esattori di tributi. Inoltre hanno loro sottratto risorse, condannandoli a incassare unicamente il malcontento della cittadinanza per la carenza e l’inefficienza dei servizi divenuti insufficienti a causa del mancato trasferimento di fondi da parte dello Stato, che ha determinato l’inadeguatezza delle finanze locali impossibilitate a dare risposte ai diritti reclamati dai cittadini.

In particolare il Sud non solo non vede risposte a una situazione specifica e antica di maggior disagio, ma registra crescenti disattenzioni specifiche verso la terza città d’Italia, la prima del meridione, per popolazione, storia e cultura.

Si ritiene altresì che, nel solco del rispetto e della corretta applicazione attuativa della Costituzione repubblicana, sia individuabile un percorso d’autonomia amministrativa che permetta di dare risposte e soluzioni ai diritti della cittadinanza locale. Un percorso che rappresenta un’occasione per dimostrare valori, professionalità e adeguatezza della nuova classe politica e dirigente meridionale. Il tutto inquadrato in un processo collaborativo con altri territori del Sud per avviare un’autonomia macroregionale, all’interno della quale Napoli possa svolgere un ruolo fattivo, concreto e propositivo di capitale del Sud e faro del Mediterraneo.
 2)    Gestione Ciclo dei Rifiuti e Ambiente
Continuare a sostenere una opposizione intransigente alla costruzione di nuovi inceneritori nel territorio del Comune di Napoli, sviluppando sempre di più:
a)la raccolta differenziata “porta a porta”, incentivando la vendita di prodotti domestici alla spina, continuando a sviluppare le isole ecologiche per municipalità. Migliorare,compatibilmente alla disponibilità di addetti,la qualità e l’intensità dello spazzamento.
b) Realizzare  nuovi impianti di compostaggio nel territorio del Comune e altri “digestori” per i rifiuti organici e impianti per quelli secchi.
c) Promuovere, anche con incentivi, l’utilizzo delle energie rinnovabili come il fotovoltaico, iniziando a dotare i tetti degli edifici pubblici –che possano ospitarli- di pannelli fotovoltaici.
Hi-Tech e Sviluppo
a) Realizzare reti wireless, a tecnologia WiFi/mesh, WiMax etc etc… per consentire un accesso ad Internet veloce, gratuito o per lo meno economicamente accessibile, diffuse quanto più possibile in tutta la città, a partire dai punti di interesse storico e turistico, dai parchi cittadini, dalle biblioteche, dalle stazioni della Metro etc., per realizzare una grande rete Wireless cittadina, trovando sponsor di prestigio.
b) Promuovere e diffondere l’utilizzo di software Open Source per avere un risparmio per gli uffici comunali.

   3)  Mobilità
a) Completare, accelerando il programma già avviato, il percorso delle linee della metropolitana ed integrare la rete delle varie linee metropolitane e funicolari, completando il progetto già avviato negli anni precedenti.
b) Potenziare il trasporto pubblico, favorendo la mobilità sostenibile (car sharing, bike sharing), programmare corse notturne per metro e funicolari almeno nel weekend.
c) Istituzione di nuove ZTL estese, prevedendo il controllo elettronico dei varchi e delle corsie preferenziali. Potenziamento piste ciclabili.
d) Potenziare il collegamento con luoghi turistici difficilmente raggiungibili, utilizzando bus navetta, a metano oppure ad alimentazione elettrica, per render accessibili luoghi fondamentali del turismo e della cultura.
e) Introdurre tariffe ed abbonamenti a basso costo per le fasce più disagiate della cittadinanza, per le famiglie numerose e per quegli enti che implementano correttamente il piano spostamento casa lavoro.
f) Migliorare il sistema informativo della rete dei trasporti cittadini, attivando specifici punti informazione

   4)  Politiche di sviluppo sociale
a) Orientare la spesa del Comune di Napoli, specialmente quella delle mense scolastiche, ai prodotti di qualità dell'agricoltura campana e del Mezzogiorno sostenendo le produzioni dell’agroalimentare, quelle sane, di qualità e biologica campana nell’ottica di rilancio e sviluppo dell’economia del territorio.
b) Sostegno alle aziende del territorio in relazione alla perdurante crisi economica, prevedendo strumenti al loro sostegno/conversione
c) Percorso di sostegno e reintroduzione al lavoro per le persone che perdano il posto di lavoro; prevedendo anche l’assistenza per la sospensione del pagamento dei mutui contratti con le banche fino all’avvenuta riassunzione del lavoratore, con rimodulazione del tasso di interesse dell’eventuale mutuo in essere.
d) Sostegno alle famiglie con a carico anziani, disabili, bambini, prevedendo convenzioni comunali con le strutture sul territorio (case di riposo, strutture di sostegno, asili, ecc.). Assegno si sostegno alle giovani coppie per la prima casa ed i nascituri, per un aiuto concreto alle famiglie.
e) Sostegno alle lotte dei precari della scuola

 5) Urbanistica, sicurezza e politiche storico-culturali
a) Continuare nell’opera di restauro e preservazione dal degrado di monumenti del centro storico .
b) Riqualificazione del patrimonio immobiliare della città e la rimodulazione delle concessioni e licenze anche in funzione della vocazionalità e capacità di delle diverse zone della Città.
c) sicurezza: potenziamento della dotazione di telecamere, includendo tavoli di ascolto con la cittadinanza per verificare la percezione relativa alla sicurezza urbana.
d) Promozione di attività di formazione per la rinascita dell'enorme patrimonio delle arti applicate, a salvaguardia e riproposizione di un artigianato che ha visto sempre il Meridione in prima fila perché custode e promotore, ieri come oggi, delle più straordinarie eccellenze e creatività.
e) Creazione di presidi di legalità in ogni quartiere della città realizzando sportelli di denuncia (anche anonima) di azioni d'oppressione, prevaricazioni o gravi reati di tipo camorristico o genericamente mafiose. Sostegno ai testimoni di giustizia, e a quelle associazioni createsi nel nostro territorio a difesa e diffusione di concetti della legalità e anche d’operatività in siti confiscati alla camorra.
f) Continuare nella rivisitazione della toponomastica locale, modificando l’intitolazione di strade e piazze attualmente dedicate a personaggi le cui responsabilità in merito a massacri nel paese, specie al Sud, sono ormai universalmente accertate.


Partito del Sud –Meridionalisti Progressisti con Luigi de Magistris


.
Leggi tutto »





Il contributo meridionalista progressista del Partito del Sud si concretizza portando all’interno del programma politico della coalizione che sostiene Luigi de Magistris, alcune tematiche quali:

      1) Autonomia per  Napoli

Questo documento nasce dal mandato sull’Autonomia per Napoli ricevuto, con decreto sindacale il 18/11/2015, da Andrea Balia ( Vicepresidente Nazionale del Partito del Sud) e dà conto di un lavoro di analisi e riflessione sul testo della Costituzione italiana incentrato in particolare sugli articoli e sui commi riguardanti le condizioni e le modalità per la realizzazione di un’autonomia gestionale in materia fiscale. Un’autonomia che consenta di restituire, attraverso la gestione diretta dell’autorità amministrativa locale, il controllo delle risorse agli uomini e alle donne che vivono, lavorano e votano in un dato territorio. Si badi bene, non stiamo parlando di autonomia alla ricerca di un mero argomento elettorale, di un espediente per divagare ed eludere i problemi sul tappeto. Stiamo invece pensando a dare soluzioni strutturali atte ad affrontare i grandi problemi nostri e dell’intero paese. Ed è per questo che la nostra idea di autonomia si fonda e ricupera quel pensiero socialista e gramsciano che ha molto riflettuto sulle modalità necessarie per dirimere positivamente l’asimmetrica ripartizione di compiti fra, da una parte, le amministrazioni locali onerate dell’ingrato compito di esattore dei tributi e, dall’altra, l’Amministrazione centrale dello Stato, troppo spesso responsabile di una non equanime ridistribuzione delle risorse ricevute dalla periferia.
L’autonomia alla quale miriamo può apparire una chimera, qualcosa di irraggiungibile, ma non è così. Occorre semplicemente fare riferimento alla Costituzione Repubblicana, ribadendo, ancora una volta, la necessità della sua applicazione integrale a garanzia e difesa di tutti i cittadini. Un’attenta rilettura dei suoi articoli rivela difatti le possibilità attuative che sono già in essa contenute, rendendo possibile, ai territori e alle città che intendessero farne richiesta, l’ottenimento dell’autorizzazione a una gestione in autonomia.

LEGGENDO LA COSTITUZIONE
sono di sostanziale importanza alcuni commi degli articoli 114, 116, 118 e 119.
Art. 114, Comma 2: Principio esplicativo
I Comuni, le Provincie, le Città Metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Ovvero, è sancita la possibilità che una città, per giunta dell’importanza storico/geografica come Napoli, da tutti riconosciuta come capitale del Sud per i suoi trascorsi millenari, possa dotarsi di un proprio statuto gestionale autonomo,all’interno e nel rispetto della cornice costituzionale della Repubblica.
Art.116, Comma 3: Analogia con le Regioni a Statuto Speciale
Pur riguardando le Regioni e non specificamente i comuni, si evince in maniera chiara la possibilità costituzionale di prevedere “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.
Art. 118, Comma 2: Specificità evidenziata
I Comuni, le Provincie e le Città Metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze.
Viene espressa in modo palese la differenziazione specifica di funzioni diversificate di cui ogni singolo comune riterrà opportuno dotarsi nell’organizzazione amministrativa,sempre secondo il conferimento derivante da legge statale e/o regionale.
Art. 119: i sette commi che seguono
-      Comma 1
I Comuni, le Provincie e le Città Metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa.
Viene sancita in maniera esplicita che l’autonomia finanziaria è da ritenersi la regola. 
-      Comma 2
I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate proprie, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio.
Vengono evidenziate le due specificità delle risorse dei Comuni: quelle di natura autonoma e quelle di compartecipazione al gettito di tributi erariali riferiti al territorio.
-      Comma 3
La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Si specifica che, rapportandosi al gettito dell’IMU, già esiste nei fatti un fondo di solidarietà comunale che sostituisce l’eventuale mancata applicazione del fondo perequativo, che qualora esistesse attenuerebbe comunque l’autonomia del comune.
-      Comma 4
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città Metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche attribuite.
Si tratta di un comma d’estrema importanza che sancisce il principio essenziale in virtù del quale i Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni, in quanto enti autonomi, sono titolari della funzione di organizzare amministrativamente l’esazione delle risorse – tra compartecipazione e perequazione (o sostitutivo) – al fine di attuare la totale copertura della spesa dei servizi. Servizi, i cui livelli, vengono determinati dallo Stato nella loro essenzialità di diritti sociali e civili da garantirsi su tutto il territorio nazionale senza differenza alcuna (Art. 117). Però, per quanto sanciti, i livelli in questione non sono mai stati indicati con esattezza al fine di poterne determinare con precisione la somma a copertura integrale dei servizi in oggetto. Mancanza che finisce per accentuare l’autonomia gestionale e valutativa dell’ente locale.
-      Comma 5
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni.
Sancisce l’eventuale intervento aggiuntivo dello Stato con l’apporto di ulteriori risorse destinate a economia, solidarietà e uguaglianza sociale. 
-      Comma 6 e 7
I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. E’ esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.
Nei fatti esplicita ancor più il principio d’autonomia dell’ente locale che, a fronte di eventuali finanziamenti per spese d’investimento, può provvedere senza chiedere o usufruire di garanzie statali.
ANDAMENTO TRASFERIMENTI PUBBLICI AL COMUNE DI NAPOLI
Dall’introduzione del Federalismo Fiscale la riduzione dei trasferimenti evidenzia l’attuale saldo negativo.
Dal dato di 646.437.167 € di trasferimenti del 2010, antecedenti il Federalismo Fiscale, in un progressivo decadimento, si è arrivati a 259.000.000 € nel 2015 come dato del Fondo di Solidarietà Comunale (-65.032.315 €) tra saldo dare e avere, da cui se ne ricava un taglio totale di 387.000.000 €! Parlare addirittura di città assistita quando ciò che versano i contribuenti di Napoli è superiore a quanto resta per servizi pubblici o sotto la voce d’erogazioni dirette, è inappropriato oltre che falso come si evince dalla inoppugnabilità dei numeri. La media nazionale procapite riguardo a investimenti, sanità, trasporti e pensioni è inferiore. La città non ha alcuna motivazione logica per essere considerata assistita su servizi che può autogestire da sola.
Inoltre, a conferma della predisposizione virtuosa del Comune e del fatto che l’autogestione possa funzionare, sta il fatto che Napoli occupa il 4°posto in Italia per risparmio sulle spese rispetto al 2010 (numeri ereditati) con un ottimo -162,9 milioni di € per i consumi intermedi.

RIGUARDO AL FEDERALISMO FISCALE 
Che il Federalismo Fiscale sia carente nel funzionamento e nell’applicazione è cosa ormai certa e supportata dai fatti. Sono stati licenziati calcoli penalizzanti, come nel caso clamoroso degli Asili Nido, dove partendo da dati storici d’erogazione del 2010, l’attribuzione dei fabbisogni standard ha visto Napoli ricevere un terzo rispetto a città come Torino che ha numeri nettamente inferiori in termini di abitanti. Così dicasi per i fondi di perequazione, calcolando i livelli di prestazioni a quote basse in teoria pagabili da tutti i comuni; e per sovrappeso, in caso di livello più alto, il fondo non è tagliabile per non violare il comma 4 dell’articolo 119. Conseguenza è la mancata garanzia dei diritti basici a tutta la cittadinanza in termini egualitari. Va poi ricordato che nel 2013 la modifica da “fondo di perequazione” a “fondo di solidarietà comunale” non alimentabile dallo Stato ma integrato dai comuni con una percentuale del 38% dell’IMU. Nel 2015 “per esigenze di cassa” lo Stato è andato addirittura prelevare 1,2 miliardi di € dal fondo di solidarietà comunale, paradossalmente “perequando all’inverso”.
  
FEDERALISMO DEMANIALE 
In un’ottica di ampliamento del concetto d’autonomia va perseguita inoltre l’opera, già avviata dal Consiglio Comunale col Demanio, per mettere a reddito sociale ed economico e d’utilità collettiva, sotto la competenza del Comune, tutto ciò che viene trasferito o potrà esserlo anche in futuro, come beni demaniali e altro. Il Partito del Sud vanta in merito la concreta e fruttuosa esperienza di successo maturata al governo della città di Gaeta dal 2010 al 2013 con il meritorio lavoro del suo Presidente Onorario Antonio Ciano, in qualità di Assessore al Demanio, riportando 6 siti (tra i tanti espropriati dal governo centrale) sotto l’egida e la competenza e gestione del Comune.
COSA FARE
Ovvio e consequenziale ipotizzare l’obiettivo che il Comune di Napoli auspichi e richieda di essere considerato legalmente autonomo in materia fiscale. Perché ciò sia attuabile e sostenibile risulta prioritaria, onde affrancarsi dal fondo di solidarietà, l’individuazione di risorse locali per reperire almeno 259.000.000 . Possono essere ipotizzabili, e meritabili di approfondimento d’ulteriori e accurati studi, diverse ipotesi d’imposte che abbiano, in ogni caso, attinenza al territorio. Saltano subito all’occhio due voci come:
1)  Compartecipazione al gettito Irpef in punti percentuali;

La quota percentuale dovrebbe corrispondere all’incirca a punti 1,2/1,3, onde attuare la copertura di 109.000.000 , fermo restando confermata la base di partenza di 150.000.000 stimata per Napoli. Quindi cessione d’una quota percentuale del gettito Irpef proveniente dal contribuente napoletano ivi residente. Nel 2011 fu previsto il beneficio ai comuni sull’imposta Irpef, ma poi successivo Patto di Stabilità l’abolì.

2)  Imposte su trasferimenti immobili

A livello nazionale il valore è poco meno di € 9.000.000 tra IVA Catastale e Ipotecaria, Registro e bollo, donazioni e successioni.

Le due voci porterebbero a un saldo vicino allo zero, con un risultato di sicura miglioria economica per il Comune senza alcun sacrificio suppletivo per i contribuenti. Superfluo indicare gli obiettivi perseguibili su cui indirizzare le risorse che saranno individuate da attenta analisi delle priorità da affrontare: turismo, trasporto urbano, risistemazioni stradali, riqualificazione periferie, ecc. Auspicabile un’eventuale e possibile riduzione fiscale delle imposte (vedi addizionale Tasi e Irpef). Inutile rilevare quanto sia necessaria un’estrema cura per riuscire nell’impresa.

3)  Beni demaniali

Mettere a reddito sociale ed economico e d’utilità collettiva, sotto la competenza del Comune, tutto ciò che viene trasferito e che potrà esserlo anche in futuro, come beni demaniali. Quindi fonti di reddito autogestito da riversare in servizi ed esigenze per la cittadinanza ottenibili da una sana e autonoma gestione dei beni in oggetto. Da tenere in conto le spiagge, il cui uso e concessione può essere considerata fonte di reddito per l’amministrazione comunale. Idem dicasi per le tasse portuali.

ULTERIORI FUNZIONI
A completamento di un funzionamento autonomo sono di competenza comunale anche altre funzioni come ad esempio Edilizia Pubblica e Privata, Protezione Civile, Beni architettonici e artistici da preservare e valorizzare, Pianificazione e Sviluppo Urbano. Alcuni con accordi preventivi con Regione Campania, Ministeri competenti e Presidenza del Consiglio. Andrebbe inoltre valutata l’ulteriore possibilità d’implementare proprie imposte (tasse sul reddito delle imprese e delle persone fisiche, oltre una soglia di reddito consistente), ovvero aliquote specifiche che, nel rispetto della realtà locale maggiormente bisognosa, possano favorire e attrarre investimenti dall’estero.
DARE E AVERE
Prelievo dal Fondo di Solidarietà Comunale da parte dello Stato e assegnazione al Comune di Napoli delle risorse scaturenti dalle suddette proposte e altre ulteriori ed eventuali, al fine di un pareggio a saldo.

AUTONOMIA NON AUTARCHIA
Siamo convinti che il federalismo e l’autonomia non si costruiscano solo con la fiscalità, ma con un progetto che metta insieme le diverse realtà autonome in uno spirito di rete virtuosa tra territori. Quando parliamo di autonomia chiedendo un maggior ruolo per le Città Metropolitane e in particolare per Napoli, non lo facciamo per perseguire un progetto autarchico e di “isolazionismo autosufficiente”, ma per favorire la formazione di entità territoriali autonome, in grado pertanto di badare e governare sé stesse, che puntino alla creazione di una rete virtuosa delle autonomie (del Sud in particolare). Animate anche dal perseguimento dell’obiettivo di promuovere ed eventualmente migliorare iniziative del Governo centrale volte allo sviluppo dei territori nel loro insieme. Queste entità e in particolare le Città Metropolitane possono, nel loro ambito e con altre entità simili, giocare un ruolo di guida e di coordinamento per la migliore amministrazione di parti cospicue del territorio nazionale.
Ecco perché, già dal febbraio 2014 nell’incontro di Bari tra i sindaci di Bari e Napoli auspicammo la formazione, nel rispetto della Costituzione (che peraltro lo prevede) e nel rispetto delle prerogative del Governo, di un fattivo Coordinamento tra Regioni e Città Metropolitane del Sud al fine di sostenere la ripartenza di quest’area e con essa dell’intero Paese. Crediamo che questa svolta, avviata dalla regione Puglia negli ultimi mesi in maniera sperimentale, debba essere portata avanti puntando su una forte collaborazione multiregionale di prossimità, alla ricerca di sinergie tra le Regioni più vicine e tra Città le Metropolitane del Sud, alle quali deve essere concessa una maggiore autonomia progettuale e finanziaria.
In considerazione del dualismo che affligge l’economia italiana da oltre centocinquant’anni, la strategia per uscire definitivamente dalla situazione attuale va condotta facendo richiesta allo Stato centrale, di una AUTONOMIA che consenta alle sette Regioni meridionali unite (Lazio abruzzese e campano incluso), così come previsto e consentito dall’Art.132 della Costituzione, di formare una MACROREGIONE, in grado di sviluppare il loro futuro secondo i propri specifici interessi e la propria vocazione economica, ovviamente, vale la pena ribadirlo, nel rispetto dei dettami Costituzionali.
Grazie a questo modus operandi si potrebbero governare meglio i territori, con un progetto di sviluppo rispettoso delle loro caratteristiche geografiche, storiche, culturali e sociali, un progetto proveniente dagli stessi territori, un progetto che meglio potrebbe ridisegnare, rappresentare e rendere credibile, grazie all’azione congiunta dei Governatori e dei Sindaci del Mezzogiorno. Sarebbe in tal modo possibile attuare finalmente una politica meridionalista avente l’obiettivo di risolvere non soltanto i cronici problemi del Sud causati dagli errori commessi durante il processo unitario, ma anche e soprattutto di contribuire in maniera forte ed essenziale a un rinnovato e più equilibrato sviluppo dell’intero paese. Mettere in moto un cammino di sviluppo per il Mezzogiorno, un cammino voluto, progettato e guidato dalle genti del Sud rappresenta un’opportunità unica e non più rinviabile per l’intero paese.
Siamo convinti che, per non correre il rischio di cadere nell’isolazionismo, la realizzazione della nostra idea della Autonomia possa aumentare le possibilità di successo se Napoli si pone a capo, come modello ed esempio, delle altre Città Metropolitane. Di quelle del Sud prima e di tutte le altre poi, per progettare insieme il futuro del paese.
Napoli è pronta ad assumere questo ruolo ed è pronta a realizzare un progetto di autonomia dei territori non autarchico ma fortemente collaborativo, nella convinta coscienza che la trasformazione dell’autonomia in autarchia rappresenterebbe un’involuzione esiziale che avrebbe gravissime conseguenze.
COME ATTUARE L’ESAZIONE

Il Comune dovrà farsi carico della riscossione delle tasse dei cittadini. E’ già previsto un nuovo organismo dal nome “Napoli Riscossione” che andrà a sostituire “Equitalia”. Si tratta d’un soggetto unico per la gestione delle entrate comunali e nodo di interscambio tra le realtà istituzionali che partecipano a vario titolo al processo impositivo (Equitalia, Catasto, Garante del contribuente, autorità giudiziarie, ordini professionali, camere di commercio e società partecipate).Tra gli obiettivi ci sono quelli della semplificazione e della trasparenza I cittadini potranno anche rivolgesi agli sportelli delle 10 municipalità e, probabilmente, anche attraverso i CAF. “Napoli Riscossione” dovrà avere a regime un punto di pareggio a un aggio tra il 3,5 e il 4 per cento,e dovrebbe determinarsi, secondo le valutazione effettuate dei tecnici , un surplus di ricavo di circa 4 milioni di euro. Quindi un chiaro percorso, anche di natura organizzativa verso un’autonomia definitiva.

CONCLUSIONI

La carta costituzionale indica con chiarezza la potestà dei soggetti pubblici di determinare le proprie entrate, occupandosi direttamente dell’amministrazione completa della riscossione dei propri tributi. Gli ultimi governi, pur di diverso segno politico, a fronte di una crisi internazionale con ripercussioni su di una crisi nazionale già in atto, hanno sacrificato gli enti locali riducendoli al compito di estensori ed esattori di tributi. Inoltre hanno loro sottratto risorse, condannandoli a incassare unicamente il malcontento della cittadinanza per la carenza e l’inefficienza dei servizi divenuti insufficienti a causa del mancato trasferimento di fondi da parte dello Stato, che ha determinato l’inadeguatezza delle finanze locali impossibilitate a dare risposte ai diritti reclamati dai cittadini.

In particolare il Sud non solo non vede risposte a una situazione specifica e antica di maggior disagio, ma registra crescenti disattenzioni specifiche verso la terza città d’Italia, la prima del meridione, per popolazione, storia e cultura.

Si ritiene altresì che, nel solco del rispetto e della corretta applicazione attuativa della Costituzione repubblicana, sia individuabile un percorso d’autonomia amministrativa che permetta di dare risposte e soluzioni ai diritti della cittadinanza locale. Un percorso che rappresenta un’occasione per dimostrare valori, professionalità e adeguatezza della nuova classe politica e dirigente meridionale. Il tutto inquadrato in un processo collaborativo con altri territori del Sud per avviare un’autonomia macroregionale, all’interno della quale Napoli possa svolgere un ruolo fattivo, concreto e propositivo di capitale del Sud e faro del Mediterraneo.
 2)    Gestione Ciclo dei Rifiuti e Ambiente
Continuare a sostenere una opposizione intransigente alla costruzione di nuovi inceneritori nel territorio del Comune di Napoli, sviluppando sempre di più:
a)la raccolta differenziata “porta a porta”, incentivando la vendita di prodotti domestici alla spina, continuando a sviluppare le isole ecologiche per municipalità. Migliorare,compatibilmente alla disponibilità di addetti,la qualità e l’intensità dello spazzamento.
b) Realizzare  nuovi impianti di compostaggio nel territorio del Comune e altri “digestori” per i rifiuti organici e impianti per quelli secchi.
c) Promuovere, anche con incentivi, l’utilizzo delle energie rinnovabili come il fotovoltaico, iniziando a dotare i tetti degli edifici pubblici –che possano ospitarli- di pannelli fotovoltaici.
Hi-Tech e Sviluppo
a) Realizzare reti wireless, a tecnologia WiFi/mesh, WiMax etc etc… per consentire un accesso ad Internet veloce, gratuito o per lo meno economicamente accessibile, diffuse quanto più possibile in tutta la città, a partire dai punti di interesse storico e turistico, dai parchi cittadini, dalle biblioteche, dalle stazioni della Metro etc., per realizzare una grande rete Wireless cittadina, trovando sponsor di prestigio.
b) Promuovere e diffondere l’utilizzo di software Open Source per avere un risparmio per gli uffici comunali.

   3)  Mobilità
a) Completare, accelerando il programma già avviato, il percorso delle linee della metropolitana ed integrare la rete delle varie linee metropolitane e funicolari, completando il progetto già avviato negli anni precedenti.
b) Potenziare il trasporto pubblico, favorendo la mobilità sostenibile (car sharing, bike sharing), programmare corse notturne per metro e funicolari almeno nel weekend.
c) Istituzione di nuove ZTL estese, prevedendo il controllo elettronico dei varchi e delle corsie preferenziali. Potenziamento piste ciclabili.
d) Potenziare il collegamento con luoghi turistici difficilmente raggiungibili, utilizzando bus navetta, a metano oppure ad alimentazione elettrica, per render accessibili luoghi fondamentali del turismo e della cultura.
e) Introdurre tariffe ed abbonamenti a basso costo per le fasce più disagiate della cittadinanza, per le famiglie numerose e per quegli enti che implementano correttamente il piano spostamento casa lavoro.
f) Migliorare il sistema informativo della rete dei trasporti cittadini, attivando specifici punti informazione

   4)  Politiche di sviluppo sociale
a) Orientare la spesa del Comune di Napoli, specialmente quella delle mense scolastiche, ai prodotti di qualità dell'agricoltura campana e del Mezzogiorno sostenendo le produzioni dell’agroalimentare, quelle sane, di qualità e biologica campana nell’ottica di rilancio e sviluppo dell’economia del territorio.
b) Sostegno alle aziende del territorio in relazione alla perdurante crisi economica, prevedendo strumenti al loro sostegno/conversione
c) Percorso di sostegno e reintroduzione al lavoro per le persone che perdano il posto di lavoro; prevedendo anche l’assistenza per la sospensione del pagamento dei mutui contratti con le banche fino all’avvenuta riassunzione del lavoratore, con rimodulazione del tasso di interesse dell’eventuale mutuo in essere.
d) Sostegno alle famiglie con a carico anziani, disabili, bambini, prevedendo convenzioni comunali con le strutture sul territorio (case di riposo, strutture di sostegno, asili, ecc.). Assegno si sostegno alle giovani coppie per la prima casa ed i nascituri, per un aiuto concreto alle famiglie.
e) Sostegno alle lotte dei precari della scuola

 5) Urbanistica, sicurezza e politiche storico-culturali
a) Continuare nell’opera di restauro e preservazione dal degrado di monumenti del centro storico .
b) Riqualificazione del patrimonio immobiliare della città e la rimodulazione delle concessioni e licenze anche in funzione della vocazionalità e capacità di delle diverse zone della Città.
c) sicurezza: potenziamento della dotazione di telecamere, includendo tavoli di ascolto con la cittadinanza per verificare la percezione relativa alla sicurezza urbana.
d) Promozione di attività di formazione per la rinascita dell'enorme patrimonio delle arti applicate, a salvaguardia e riproposizione di un artigianato che ha visto sempre il Meridione in prima fila perché custode e promotore, ieri come oggi, delle più straordinarie eccellenze e creatività.
e) Creazione di presidi di legalità in ogni quartiere della città realizzando sportelli di denuncia (anche anonima) di azioni d'oppressione, prevaricazioni o gravi reati di tipo camorristico o genericamente mafiose. Sostegno ai testimoni di giustizia, e a quelle associazioni createsi nel nostro territorio a difesa e diffusione di concetti della legalità e anche d’operatività in siti confiscati alla camorra.
f) Continuare nella rivisitazione della toponomastica locale, modificando l’intitolazione di strade e piazze attualmente dedicate a personaggi le cui responsabilità in merito a massacri nel paese, specie al Sud, sono ormai universalmente accertate.


Partito del Sud –Meridionalisti Progressisti con Luigi de Magistris


.

Nessun commento:

 
[Privacy]
Design by Free WordPress Themes | Bloggerized by Lasantha - Premium Blogger Themes | Hot Sonakshi Sinha, Car Price in India