sabato 1 novembre 2014

TORNATE.

Di Bruno Pappalardo

Cari amici, giovani ricercatori, imprenditori ancor più giovani, studenti,  disoccupati, precari, vi prego TORNATE.
Sapeste come la città, Napoli, sta ri-tornando bella, bellissima.  Sapeste qui, nei luoghi che avete lasciato e a quelli dei vostri paesi, nelle vostre piazze quante cose nuove arriveranno. E se non fosse così ritroverete  tutto quanto avete amato.
Tornate, abbiamo un nuovo Sindaco, …è quello di ieri!
Tornate, i nostri terreni incolti e intossicati e furenti di acido fuoco, li lasceremo alle scavatrici e metteremo mano ai quelli sani: olivi, vigne, campi gialli di frijarielli e ...
Ho odiato anch’io questa terra. Mi feriva quel male che non era dei delinquenti ma di quella malevole indifferenza, gonfia, crapulone,  borghese che negli anni settanta cercavamo, giovani, di combattere.
Ricordo una amica, Francesca, colpita da una  giberna di un questurino, un cinturone bianco e largo con un cofanetto sempre bianco per le munizioni, colpita alla testa  e ruzzolata sui gradini dell’Istituto Statale d’Arte Palizzi di piazzetta Salazar.
Si lamentava e accusava e ad ogni accusa corrispondeva un colpo, una capitolazione lenta della forza che metteva nel fiato che, poi, terminò in uno svenimento di dolore . Ci attaccarono al muro con le mani alla gola e due di loro smorzava il suo nome che urlavo.  Non riuscii a soccorrerla.Non dimentico, No!
Lo facemmo il mondo nuovo ma lo lasciammo nelle mani  sbagliate.
Pure il Padreterno fu tradito!
Non capivamo che dietro idea  qualcuno  aveva messo un disegno.
TORNATE, c’è da fare tanto e occorrono le vostre forze, innumerevoli unghie di tante figlie.
Il tradimento è un’ombra, ha “buie viscere” eppure,  deposto la matita e gomma che mi fece inconsapevolmente inquadrato e benestante, ho ricominciato a percorrere le strade di prima.
Quante cose meravigliose sapreste fare voi.
Ridate a Gramsci ancora una speranza, una sola volta ma provateci.
Uniamo stavolta i cervelli e  gli spintoni, non solo contadini ed operai.
Pensate che non sia facile, certo,.. ma non è neppure così arduo.
Lo so vi sentite frammenti, terraglia crepata,  schegge ma ricucitevi, rincollatevi!
TORNATE, perché sono stati tutti assolti gli indagati della morte di Stefano Cucchi; chi combatterà ancora?
Lasciatevi affascinare dai eleganti briganti neri e riportate il vostro seme mestruale qui nei solchi rossi durante la notte in attesa della luce lasciando quel suolo  ammiccante e grigio  che vi lascia vivere ma cosa…? TORNATE! 

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Di Bruno Pappalardo

Cari amici, giovani ricercatori, imprenditori ancor più giovani, studenti,  disoccupati, precari, vi prego TORNATE.
Sapeste come la città, Napoli, sta ri-tornando bella, bellissima.  Sapeste qui, nei luoghi che avete lasciato e a quelli dei vostri paesi, nelle vostre piazze quante cose nuove arriveranno. E se non fosse così ritroverete  tutto quanto avete amato.
Tornate, abbiamo un nuovo Sindaco, …è quello di ieri!
Tornate, i nostri terreni incolti e intossicati e furenti di acido fuoco, li lasceremo alle scavatrici e metteremo mano ai quelli sani: olivi, vigne, campi gialli di frijarielli e ...
Ho odiato anch’io questa terra. Mi feriva quel male che non era dei delinquenti ma di quella malevole indifferenza, gonfia, crapulone,  borghese che negli anni settanta cercavamo, giovani, di combattere.
Ricordo una amica, Francesca, colpita da una  giberna di un questurino, un cinturone bianco e largo con un cofanetto sempre bianco per le munizioni, colpita alla testa  e ruzzolata sui gradini dell’Istituto Statale d’Arte Palizzi di piazzetta Salazar.
Si lamentava e accusava e ad ogni accusa corrispondeva un colpo, una capitolazione lenta della forza che metteva nel fiato che, poi, terminò in uno svenimento di dolore . Ci attaccarono al muro con le mani alla gola e due di loro smorzava il suo nome che urlavo.  Non riuscii a soccorrerla.Non dimentico, No!
Lo facemmo il mondo nuovo ma lo lasciammo nelle mani  sbagliate.
Pure il Padreterno fu tradito!
Non capivamo che dietro idea  qualcuno  aveva messo un disegno.
TORNATE, c’è da fare tanto e occorrono le vostre forze, innumerevoli unghie di tante figlie.
Il tradimento è un’ombra, ha “buie viscere” eppure,  deposto la matita e gomma che mi fece inconsapevolmente inquadrato e benestante, ho ricominciato a percorrere le strade di prima.
Quante cose meravigliose sapreste fare voi.
Ridate a Gramsci ancora una speranza, una sola volta ma provateci.
Uniamo stavolta i cervelli e  gli spintoni, non solo contadini ed operai.
Pensate che non sia facile, certo,.. ma non è neppure così arduo.
Lo so vi sentite frammenti, terraglia crepata,  schegge ma ricucitevi, rincollatevi!
TORNATE, perché sono stati tutti assolti gli indagati della morte di Stefano Cucchi; chi combatterà ancora?
Lasciatevi affascinare dai eleganti briganti neri e riportate il vostro seme mestruale qui nei solchi rossi durante la notte in attesa della luce lasciando quel suolo  ammiccante e grigio  che vi lascia vivere ma cosa…? TORNATE! 

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