martedì 9 settembre 2014

“MERITOCRAZIA” ,…aiuto!...prima le donne e i bambiniiiiiiiiii !

Di Bruno Pappalardo

Ma che bella parola! Pensate che me la sono sognata per una vita e adesso che non devo propormi per il Nobel per aver, da un platano alto 15 metri, ricavato uno stuzzicadenti, beh, mi dicono sia troppo tardi,…peccato!
E’ quella abilità e responsabilità di ciascuno di noi – specialmente per le cariche pubbliche – acquisita per uno stato di competenza per opere o imprese, affidata, appunto, ai più meritevoli, ai più bravi, quelli più buoni degli altri, operai, studenti dirigenti et cetera, quelli che mostrano di possedere una maggior intelligenza e capacità.
Pensate, il termine, proviene dagli Stati Uniti, è venne utilizzato qui in Italia negli anni Settanta. Faceva riferimento essenzialmente alla valutazione scolastica basata, appunto, sul merito (ma ritenuto anche una discriminante per chi non proveniva da un ambiente familiare adeguato) Era di orientamento taylorista/fordista, e individuava nella competenza, l’azione formativa ma come un dispositivo che adattava le capacità operative dell’uomo a quelle dell’organizzazione della società.
Pensate che ne stiamo ancora parlando.
Pare che RENZI, come i suoi predecessori della destra (o della sinistra, no, quelli…,oh, insomma mi confondo sempre) stia per fare una strabocchevole “rivoluzione culturale”.
Il M. dovrebbe anche premiare, in qualsiasi settore del“fare”chi si distingue per impegno e capacità nei confronti di altri. La sinistra storica, credo, usasse il termine in senso talvolta spregiativo, alludendo al concetto degenerativo dell’egualitarismo.
Insomma diciamoci la verità, la parola e i suoi effetti, ci sono sempre stati. Ma cerchiamo anche di non essere ipocriti e infidi,…negli uffici, nelle scuole e università, nella Sanità, nelle banche, enti locali et cetera, è proprio dietro questa “bella” parola che si sono nascosti i sistemi clientelari, appalti acquisiti da taluni e sottratti da altri, concorsi truccati, pubblicazioni fasulle, docenti universitari assegnatari di cattedre (talune discipline inventate apposta perchè quel tale potesse risultare il solo docente da saper tenere lezioni) parenti di altri docenti o legati alle baronie interne ma passati, mediante competenze, master, pubblicazioni, premi insulsi di altri paesi generanti curriculum esemplari, quindi merito-meritato-meritante il posto fisso.
Pensiamo alla scuola, un comparto dello stato e della società di estrema importanza e delicatissimo per i compiti educativi e sociali affidati.
In essa non potrà esistere veramente una legge che possa stabilire, in una realtà cosi complessa, criteri di merito. Toccherà, come al solito, alla discrezionalità di un singolo, dell’unico capo, il DS, il manager di definire la qualità e capacità e stabilire a chi toccheranno le euro 60.00 nella busta paga per alti meriti.
Non provenendo più dalla classi come regolari docenti, i manager saranno forse dei nuovi Marchionne?
Come responsabile della sicurezza (RSPP) di 1500 persone in una scuola superiore, ho denunciato alle autorità competenti le omissioni, le inottemperanze alle norme e all’indolenza strumentale degli interventi sanatori. In primis i tecnici della Provincia. Ho avuto ragione ma mai un premio, una lode, una pernacchia che indicasse il meritato “merito” del mio lavoro per la comunità. Altri (mai pochi) avrebbero fatto diversamente. Avrebbero seguito le indicazioni del DS. e tenute le solite sessanta euro sul comodino sotto lampada accanto al letto. Ho avuto solamente il riso maligno, sarcastico del collega amico del Preside.
Non ho mai avuto il giorno libero richiesto. Gli amici del preside, invece, tutti liberi il Sabato come fosse quello del Leopardi ma invece era quello che, partendo nel primo pomeriggio del Venerdì lasciava godere di un week-end forse anche tutte le settimane. Allora chi giudicherà il giudicante?
Premierà l’allestimento di uno spettacolo teatrale (anche scadente) di una bella insegnante a fronte di un altro che si è pagato la formazione su gli ultimi traguardi della Matematica e della Fisica ma che per dignità non prolunga il suo orario (facoltativo) nel pomeriggio perché intento a costruire aggeggini con lo spago e qualche molla purché dimostrativi di quella tal teoria il giorno dopo nel laboratorio per i propri ragazzi? Dio mi e’testimone di averne incontrati centinaia di questa gente bislacca e geniale mal vista perché trasandata. Le ore pomeridiane, allora, saranno un elemento di valutazione?
Salvate il VERO MERITO, salvate i vostri figli.


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Di Bruno Pappalardo

Ma che bella parola! Pensate che me la sono sognata per una vita e adesso che non devo propormi per il Nobel per aver, da un platano alto 15 metri, ricavato uno stuzzicadenti, beh, mi dicono sia troppo tardi,…peccato!
E’ quella abilità e responsabilità di ciascuno di noi – specialmente per le cariche pubbliche – acquisita per uno stato di competenza per opere o imprese, affidata, appunto, ai più meritevoli, ai più bravi, quelli più buoni degli altri, operai, studenti dirigenti et cetera, quelli che mostrano di possedere una maggior intelligenza e capacità.
Pensate, il termine, proviene dagli Stati Uniti, è venne utilizzato qui in Italia negli anni Settanta. Faceva riferimento essenzialmente alla valutazione scolastica basata, appunto, sul merito (ma ritenuto anche una discriminante per chi non proveniva da un ambiente familiare adeguato) Era di orientamento taylorista/fordista, e individuava nella competenza, l’azione formativa ma come un dispositivo che adattava le capacità operative dell’uomo a quelle dell’organizzazione della società.
Pensate che ne stiamo ancora parlando.
Pare che RENZI, come i suoi predecessori della destra (o della sinistra, no, quelli…,oh, insomma mi confondo sempre) stia per fare una strabocchevole “rivoluzione culturale”.
Il M. dovrebbe anche premiare, in qualsiasi settore del“fare”chi si distingue per impegno e capacità nei confronti di altri. La sinistra storica, credo, usasse il termine in senso talvolta spregiativo, alludendo al concetto degenerativo dell’egualitarismo.
Insomma diciamoci la verità, la parola e i suoi effetti, ci sono sempre stati. Ma cerchiamo anche di non essere ipocriti e infidi,…negli uffici, nelle scuole e università, nella Sanità, nelle banche, enti locali et cetera, è proprio dietro questa “bella” parola che si sono nascosti i sistemi clientelari, appalti acquisiti da taluni e sottratti da altri, concorsi truccati, pubblicazioni fasulle, docenti universitari assegnatari di cattedre (talune discipline inventate apposta perchè quel tale potesse risultare il solo docente da saper tenere lezioni) parenti di altri docenti o legati alle baronie interne ma passati, mediante competenze, master, pubblicazioni, premi insulsi di altri paesi generanti curriculum esemplari, quindi merito-meritato-meritante il posto fisso.
Pensiamo alla scuola, un comparto dello stato e della società di estrema importanza e delicatissimo per i compiti educativi e sociali affidati.
In essa non potrà esistere veramente una legge che possa stabilire, in una realtà cosi complessa, criteri di merito. Toccherà, come al solito, alla discrezionalità di un singolo, dell’unico capo, il DS, il manager di definire la qualità e capacità e stabilire a chi toccheranno le euro 60.00 nella busta paga per alti meriti.
Non provenendo più dalla classi come regolari docenti, i manager saranno forse dei nuovi Marchionne?
Come responsabile della sicurezza (RSPP) di 1500 persone in una scuola superiore, ho denunciato alle autorità competenti le omissioni, le inottemperanze alle norme e all’indolenza strumentale degli interventi sanatori. In primis i tecnici della Provincia. Ho avuto ragione ma mai un premio, una lode, una pernacchia che indicasse il meritato “merito” del mio lavoro per la comunità. Altri (mai pochi) avrebbero fatto diversamente. Avrebbero seguito le indicazioni del DS. e tenute le solite sessanta euro sul comodino sotto lampada accanto al letto. Ho avuto solamente il riso maligno, sarcastico del collega amico del Preside.
Non ho mai avuto il giorno libero richiesto. Gli amici del preside, invece, tutti liberi il Sabato come fosse quello del Leopardi ma invece era quello che, partendo nel primo pomeriggio del Venerdì lasciava godere di un week-end forse anche tutte le settimane. Allora chi giudicherà il giudicante?
Premierà l’allestimento di uno spettacolo teatrale (anche scadente) di una bella insegnante a fronte di un altro che si è pagato la formazione su gli ultimi traguardi della Matematica e della Fisica ma che per dignità non prolunga il suo orario (facoltativo) nel pomeriggio perché intento a costruire aggeggini con lo spago e qualche molla purché dimostrativi di quella tal teoria il giorno dopo nel laboratorio per i propri ragazzi? Dio mi e’testimone di averne incontrati centinaia di questa gente bislacca e geniale mal vista perché trasandata. Le ore pomeridiane, allora, saranno un elemento di valutazione?
Salvate il VERO MERITO, salvate i vostri figli.


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