venerdì 4 aprile 2014

Psichiatria e indipendentismo

Di Giuseppe Lipari

Tra gli arrestati  spicca l'alta percentuale di ex leghisti  tra cui franco rocchetta (minuscola voluta) è l’ideatore e l’artefice della Łiga Veneta, “madre di tutte le leghe”, secondo la definizione di Giorgio Lago.

Ricordo  gli anni dal'84 al'86 passati nel nord est e ricordo i manifesti  della liga   carichi di odio verso tutti ma ancora non c'erano i negher quindi tutte le attenzioni erano per il Sud e per Roma ,  e vedendo oggi meridionali o napolitani e siciliani come amano farsi chiamare  difendere  quelli che hanno offeso il sud e tutto quello che era diverso dal colore della pelle alla religione al luogo di nascita   mi fa pensare non all'ascarismo e neanche ai KAPO' visto che queste categorie a loro difesa avevano la sopravvivenza  chi nella loro terra occupata e chi più tristemente per sopravvivere nei lager nazisti,  questi non possiamo definirli compatrioti che sbagliano  ma semplicemente sono materia da psicanalisi e oltre al disprezzo  altro non meritano, anche perchè difendere  chi ha  odiato e ingiuriato la nostra gente e come se si sputasse in faccia ai nostri nonni o ai nostri genitori  o dire ai nostri figli che sono inferiori ecco uno stralcio di un'articolo del 2012 di  Alessandro Marzo Magno pubblicato su  http://www.linkiesta.it/liga-veneta   giusto per ricordare .... 

" Sono anni difficili, quelli: gli anni di piombo. L’università di Padova è il brodo di coltura dell’Autonomia operaia, in cui – si saprà poi – le Br arruolano le nuove leve. Il 7 aprile 1979 il giudice padovano Pietro Calogero (per anni sui muri sarà scritto «Kalogero») autorizza il blitz che porta all’arresto di Toni Negri, Oreste Scalzone e Franco Piperno. Tutto questo passa come acqua sul burro addosso a Rocchetta e ai suoi. Mentre gli autonomi scrivono con lo spray, loro continuano imperterriti a usare pennello e pittura blu per i loro manifesti col «leòn», che magari “magna el teròn”, altro slogan di quegli anni. Su qualche cavalcavia autostradale compare la scritta «Forza Etna», inconsapevole, ruspante e razzista antesignana di altri «Forza» di là da venire, mentre un nuovo manifesto recita: «Fora dal Veneto i bastardi figli di venete e meridionali» (chi scrive lo ricorda bene: ha la mamma veneziana e il papà tarantino).".....



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Di Giuseppe Lipari

Tra gli arrestati  spicca l'alta percentuale di ex leghisti  tra cui franco rocchetta (minuscola voluta) è l’ideatore e l’artefice della Łiga Veneta, “madre di tutte le leghe”, secondo la definizione di Giorgio Lago.

Ricordo  gli anni dal'84 al'86 passati nel nord est e ricordo i manifesti  della liga   carichi di odio verso tutti ma ancora non c'erano i negher quindi tutte le attenzioni erano per il Sud e per Roma ,  e vedendo oggi meridionali o napolitani e siciliani come amano farsi chiamare  difendere  quelli che hanno offeso il sud e tutto quello che era diverso dal colore della pelle alla religione al luogo di nascita   mi fa pensare non all'ascarismo e neanche ai KAPO' visto che queste categorie a loro difesa avevano la sopravvivenza  chi nella loro terra occupata e chi più tristemente per sopravvivere nei lager nazisti,  questi non possiamo definirli compatrioti che sbagliano  ma semplicemente sono materia da psicanalisi e oltre al disprezzo  altro non meritano, anche perchè difendere  chi ha  odiato e ingiuriato la nostra gente e come se si sputasse in faccia ai nostri nonni o ai nostri genitori  o dire ai nostri figli che sono inferiori ecco uno stralcio di un'articolo del 2012 di  Alessandro Marzo Magno pubblicato su  http://www.linkiesta.it/liga-veneta   giusto per ricordare .... 

" Sono anni difficili, quelli: gli anni di piombo. L’università di Padova è il brodo di coltura dell’Autonomia operaia, in cui – si saprà poi – le Br arruolano le nuove leve. Il 7 aprile 1979 il giudice padovano Pietro Calogero (per anni sui muri sarà scritto «Kalogero») autorizza il blitz che porta all’arresto di Toni Negri, Oreste Scalzone e Franco Piperno. Tutto questo passa come acqua sul burro addosso a Rocchetta e ai suoi. Mentre gli autonomi scrivono con lo spray, loro continuano imperterriti a usare pennello e pittura blu per i loro manifesti col «leòn», che magari “magna el teròn”, altro slogan di quegli anni. Su qualche cavalcavia autostradale compare la scritta «Forza Etna», inconsapevole, ruspante e razzista antesignana di altri «Forza» di là da venire, mentre un nuovo manifesto recita: «Fora dal Veneto i bastardi figli di venete e meridionali» (chi scrive lo ricorda bene: ha la mamma veneziana e il papà tarantino).".....



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