sabato 28 settembre 2013

LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI,…ma...

Di Bruno Pappalardo

Nella Pietà di Michelangelo, la Madonna è coetanea se non più giovane del proprio figlio. Perché? Perchè  era il suo concetto di vita e divino.  La madonna  già sa, conosce da prima la tragedia che colpirà l’umanità e la vita terrena della propria carne. Lei è giovane quasi della età del suo concepimento.
Il figlio è là morto e la previsione s’è avverata, - la mano della madonna indica che è effettivamente s’è compiuto – Dunque viene legato il passato al futuro: la morte del figlio segnerà il destino degli uomini in avvenire. Si esclude il presente! IL triangolo (i tre angoli, le tre persone)che chiude la raffigurazione lascia fuori il vero dolore umano e la sua vera pietà. Non si legge lo strazio, l’afflizione in nessun punto della rappresentazione  se non la rassegnazione della Rivelazione.
E’, dunque lontana dalla iconografia tradizionale, la Vergine anziana afflitta col bambino tra le braccia.
Giunse, però, il Caravaggio a smontare l’ossatura compositiva dell’eterno binomio Donna-bambino,  - Madre-figlio.  Scompose, distrusse! Il bambino non è in braccio e la Madonna è una popolana. Vengono esaltati altri principi di estremo legame e divinismo. Dicono, gli stupidi, fosse dissacrante! Manifesta solo un’altro legame, o meglio la stessa cosa: il sacro è nel terreo uomo con sozzi vesti come il nero dei piedi, in primo piano, nella Madonna dei Pellegrini  
Ella è nelle forme e vesti consuete per quel tempo;…(questo concetto ha influenzato  moltissimo Napoli, dopo che Caravaggio vi lavorò  sull’iconografia rappresentativa del sacro nei presepi) La Vergine non è  in trono.  Non ha corone o vesti preziose ma esce sull’uscio di casa come chiunque. Non sovrasta nessuno. La centralità del quadro che, nella tradizione cristiana spettava al sacro, adotta invece
 lo stipite d’una porta. I due pellegrini inginocchiati in preghiera mostrano dei piedi nudi e gonfi messi in primissimo piano.
Scandalo! Ma quei piedi dovevano essere gonfi e sporchi per forza perché il cammino era stato lunghissimo e non andavano nascosti ma mostrati.  Diventavano il simbolo stesso dell'ubbidienza e della devozione.   
La rappresentazione Madre-figlio (al di là della simbologia teologica) rappresenta da sempre il concepimento non solo del figlio ma dell’eterno amore, dunque della vita e della sua prosecuzione. Essa è ciò che è avvenuto, quello che è e che sarà  tra i cicli sanguiferi, sia ormonali che parametrici di una umanità di martiri dilaniati che soffre e uccide, fino allo sfinimento d’esso, ebbene, si perpetua nella vita di un fanciullo e di una donna dove è racchiuso l’Universo. Da esso sempre il movimentismo,  il gesto, i sentimenti, il BENE, il MALE, le infinite sfumature del nostro animo, la percezione aptica e carnale e la passione sensista et cetera. Dal dolore e dal Male della crocefissione d’un figlio si volle credere al BENE della salvazione umana.   
Così fu il 28 Settembre del ‘43, a Napoli, durante le quattro giornate di resistenza della città per scacciare le forze naziste,  ancora una volta avemmo una Donna ed unFanciullo che vollero riaprire un varco stretto tra il tufo perché del  sangue vigoroso e vivido  penetrasse nella città perché si rianimasse.

Una Donna, Maddalena Cerasuolo detta Lenina ed un FANCIULLO, un lazzaro, uno scugnizzo Gennarino Capuozzo,  ancora una volta  furono certi che il loro sacrificio ( forse per nulla cristiano ma solo soggetti assoluti di vitafosse un vitale lacciolo che potesse ancora legare il passato col futuro. 

Avemmo in  Via Santa Teresa degli Scalzi, sotto il roccione smisurato e verde di Capodimonte nuovamente una Madonna col Bambino, segno di un diverso laico divinismo,.. questa volta avvolti nel laticlavio rosso dell’olocausto

Sono nato su quella strada dove una nuova icone  germogliò, …il bambino davanti all’enorme  carro armato grigio che affronta sconveniente il confronto sapendo già del proprio futuro: il BENE    



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Di Bruno Pappalardo

Nella Pietà di Michelangelo, la Madonna è coetanea se non più giovane del proprio figlio. Perché? Perchè  era il suo concetto di vita e divino.  La madonna  già sa, conosce da prima la tragedia che colpirà l’umanità e la vita terrena della propria carne. Lei è giovane quasi della età del suo concepimento.
Il figlio è là morto e la previsione s’è avverata, - la mano della madonna indica che è effettivamente s’è compiuto – Dunque viene legato il passato al futuro: la morte del figlio segnerà il destino degli uomini in avvenire. Si esclude il presente! IL triangolo (i tre angoli, le tre persone)che chiude la raffigurazione lascia fuori il vero dolore umano e la sua vera pietà. Non si legge lo strazio, l’afflizione in nessun punto della rappresentazione  se non la rassegnazione della Rivelazione.
E’, dunque lontana dalla iconografia tradizionale, la Vergine anziana afflitta col bambino tra le braccia.
Giunse, però, il Caravaggio a smontare l’ossatura compositiva dell’eterno binomio Donna-bambino,  - Madre-figlio.  Scompose, distrusse! Il bambino non è in braccio e la Madonna è una popolana. Vengono esaltati altri principi di estremo legame e divinismo. Dicono, gli stupidi, fosse dissacrante! Manifesta solo un’altro legame, o meglio la stessa cosa: il sacro è nel terreo uomo con sozzi vesti come il nero dei piedi, in primo piano, nella Madonna dei Pellegrini  
Ella è nelle forme e vesti consuete per quel tempo;…(questo concetto ha influenzato  moltissimo Napoli, dopo che Caravaggio vi lavorò  sull’iconografia rappresentativa del sacro nei presepi) La Vergine non è  in trono.  Non ha corone o vesti preziose ma esce sull’uscio di casa come chiunque. Non sovrasta nessuno. La centralità del quadro che, nella tradizione cristiana spettava al sacro, adotta invece
 lo stipite d’una porta. I due pellegrini inginocchiati in preghiera mostrano dei piedi nudi e gonfi messi in primissimo piano.
Scandalo! Ma quei piedi dovevano essere gonfi e sporchi per forza perché il cammino era stato lunghissimo e non andavano nascosti ma mostrati.  Diventavano il simbolo stesso dell'ubbidienza e della devozione.   
La rappresentazione Madre-figlio (al di là della simbologia teologica) rappresenta da sempre il concepimento non solo del figlio ma dell’eterno amore, dunque della vita e della sua prosecuzione. Essa è ciò che è avvenuto, quello che è e che sarà  tra i cicli sanguiferi, sia ormonali che parametrici di una umanità di martiri dilaniati che soffre e uccide, fino allo sfinimento d’esso, ebbene, si perpetua nella vita di un fanciullo e di una donna dove è racchiuso l’Universo. Da esso sempre il movimentismo,  il gesto, i sentimenti, il BENE, il MALE, le infinite sfumature del nostro animo, la percezione aptica e carnale e la passione sensista et cetera. Dal dolore e dal Male della crocefissione d’un figlio si volle credere al BENE della salvazione umana.   
Così fu il 28 Settembre del ‘43, a Napoli, durante le quattro giornate di resistenza della città per scacciare le forze naziste,  ancora una volta avemmo una Donna ed unFanciullo che vollero riaprire un varco stretto tra il tufo perché del  sangue vigoroso e vivido  penetrasse nella città perché si rianimasse.

Una Donna, Maddalena Cerasuolo detta Lenina ed un FANCIULLO, un lazzaro, uno scugnizzo Gennarino Capuozzo,  ancora una volta  furono certi che il loro sacrificio ( forse per nulla cristiano ma solo soggetti assoluti di vitafosse un vitale lacciolo che potesse ancora legare il passato col futuro. 

Avemmo in  Via Santa Teresa degli Scalzi, sotto il roccione smisurato e verde di Capodimonte nuovamente una Madonna col Bambino, segno di un diverso laico divinismo,.. questa volta avvolti nel laticlavio rosso dell’olocausto

Sono nato su quella strada dove una nuova icone  germogliò, …il bambino davanti all’enorme  carro armato grigio che affronta sconveniente il confronto sapendo già del proprio futuro: il BENE    



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