venerdì 24 maggio 2013

Articolo sul meridionalismo e il PdelSUD su "il Giornale del Sud" di Venerdì 24 Maggio 2013


Riportiamo l'editoriale de "il Giornale del Sud" e ringraziamo per l'attenzione ...



Il Giornale del Sud

L’EDITORIALE/ Rimpasto a Napoli, la guerra del meridionalismo (per ora) è vinta dal Partito del Sud

balia esposito de magistris riccio
Da sinistra Andrea Balia, Marco Esposito, Luigi De Magistris e Enzo Riccio

Il Partito del Sud, con l’uscita dalla giunta di Marco Esposito, resta l’unica formazione identitaria che rappresenta il Sud in una sede istituzionale. Il risultato positivo è frutto della lunga trattativa tra i vertici del partito e il Sindaco di Napoli ma anche delle scelte strategiche del PdSud all’interno del fronte meridionalista. Ma la battaglia è ancora lunga.
NAPOLI - Chapeau agli amici del Partito del Sud. Senza girarci troppo intorno mi sento di dire che i veri vincitori della partita politica che si è giocata tra il fronte meridionalista e il primo cittadino di Napoli, sono proprio i vertici del partito del Sud, in primo luogo Andrea Balia e Enzo Riccio che hanno guidato il partito fino al congresso dello scorso mese. Vincono per aver condotto in modo brillante una sottile trattativa e per essersi mossi nel modo giusto tra l’ex assessore alle Attività Produttive Marco Esposito e Luigi De Magistris. Una sottile trattativa che, ad un certo punto, si è di molto ingarbugliata. Ripercorriamo brevemente la vicenda. Eravamo agli inizi dell’avventura di Unione Mediterranea, la creatura politica meridionalista lanciata dallo stesso Esposito e voluta fortemente da decine di associazioni e movimenti meridionalisti per metterla nelle mani del giornalista Pino Aprile. I presupposti furono ottimi. A Bari, era l’8 settembre 2012, il processo identitario meridionalista godé della benedizione del Sindaco Michele Emiliano. A Napoli, il 23 novembre dello stesso anno, ci fu la nascita ufficiale del movimento e la benedizione di De Magistris. Il Partito del Sud partecipò e fu tra i principali protagonisti di quella stagione ottenendo una vasta rappresentanza nel coordinamento provvisorio che ha gestito il movimento in questi mesi e che porterà il 22 e 23 giugno al I Congresso di Um, quello fondativo che si celebrerà nella simbolica località di Casalduni. Poi, ad un certo punto, le tensioni sotterranee minarono lo stretto legame che si era creato e il PdSud uscì, di fatto, dal fronte meridionalista di Esposito-Aprile-Patruno. Non si comprese bene il perchè anche se i rapporti personali sembrarono, e sembrano tutt’ora (come dimostrano le attestazioni di stima e affetto registrate sui social network a Marco Esposito proprio in queste ore), cordiali. Non si afferravano però, le motivazioni “politiche” di quella scelta di distacco. Non le conosciamo e forse non le conosceremo mai, fatto sta che la scelta di separare i destini del Partito del Sud, da quelli di Unione Mediterranea ha pagato, e qui sta la giustezza delle mosse della dirigenza del partito. Il PdSud rivendicò la propria essenza politica e si spese per le politiche di febbraio, unica formazione politica ad essere presente alla competizione (nella sola regione Lazio per il Senato). Poco si disse. Abbastanza per un mondo, quello meridionalista, abituato al niente. Da quel momento il PdSud riprese a trattare, anche con Luigi De Magistris, da sempre sostenuto per la lotta alla conquista di Palazzo San Giacomo. Da quella “trattativa” è uscita fuori la nomina di Andrea Balia, membro del Consiglio Nazionale del partito, a delegato diretto del Sindaco nella commissione toponomastica di Napoli. Un incarico importante e, soprattutto, significativamente utile per la battaglia identitaria che il PdSud e il fronte meridionalista da anni stanno portando avanti. La nomina risale al 13 aprile. Nel frattempo, come già detto, il percorso di Unione Mediterranea è andato avanti e punta al congresso. Marco Esposito ha rimarcato il suo impegno meridionalista con il libro “Separiamoci” che sta portando in giro smarcando, di fatto, la sua posizione (al vertice di Um) da quella del movimento arancione del primo cittadino che, senza troppi complimenti, profittando della richiesta di “maggiore responsabilità” venuta dai partiti (così De Magistris ha definito la fame di poltrone dei suoi sostenitori in consiglio comunale), l’ha accompagnato fuori dalla giunta sacrificandolo agli “alti interessi” della politica partenopea. Con l’uscita di scena di Esposito il meridionalismo perde il suo rappresentante più istituzionale a vantaggio del Partito del Sud che resta l’unica formazione politica ad avere due piedi ben saldi all’interno della principale amministrazione comunale del sud continentale. Da lì, se la dirigenza uscita dal congresso di aprile saprà ben giocare le sue carte, il PdSud può restare sulla breccia e rafforzare la sua posizione anche nei confronti del resto del meridionalismo politico. Insomma, la sottile guerra (politica) del Sud, per il momento, è vinta dal PdSud ma tutto lascia supporre che siamo solo agli inizi.
ROBERTO DELLA ROCCA

Fonte: Il Giornale del Sud


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Il Giornale del Sud

L’EDITORIALE/ Rimpasto a Napoli, la guerra del meridionalismo (per ora) è vinta dal Partito del Sud

balia esposito de magistris riccio
Da sinistra Andrea Balia, Marco Esposito, Luigi De Magistris e Enzo Riccio

Il Partito del Sud, con l’uscita dalla giunta di Marco Esposito, resta l’unica formazione identitaria che rappresenta il Sud in una sede istituzionale. Il risultato positivo è frutto della lunga trattativa tra i vertici del partito e il Sindaco di Napoli ma anche delle scelte strategiche del PdSud all’interno del fronte meridionalista. Ma la battaglia è ancora lunga.
NAPOLI - Chapeau agli amici del Partito del Sud. Senza girarci troppo intorno mi sento di dire che i veri vincitori della partita politica che si è giocata tra il fronte meridionalista e il primo cittadino di Napoli, sono proprio i vertici del partito del Sud, in primo luogo Andrea Balia e Enzo Riccio che hanno guidato il partito fino al congresso dello scorso mese. Vincono per aver condotto in modo brillante una sottile trattativa e per essersi mossi nel modo giusto tra l’ex assessore alle Attività Produttive Marco Esposito e Luigi De Magistris. Una sottile trattativa che, ad un certo punto, si è di molto ingarbugliata. Ripercorriamo brevemente la vicenda. Eravamo agli inizi dell’avventura di Unione Mediterranea, la creatura politica meridionalista lanciata dallo stesso Esposito e voluta fortemente da decine di associazioni e movimenti meridionalisti per metterla nelle mani del giornalista Pino Aprile. I presupposti furono ottimi. A Bari, era l’8 settembre 2012, il processo identitario meridionalista godé della benedizione del Sindaco Michele Emiliano. A Napoli, il 23 novembre dello stesso anno, ci fu la nascita ufficiale del movimento e la benedizione di De Magistris. Il Partito del Sud partecipò e fu tra i principali protagonisti di quella stagione ottenendo una vasta rappresentanza nel coordinamento provvisorio che ha gestito il movimento in questi mesi e che porterà il 22 e 23 giugno al I Congresso di Um, quello fondativo che si celebrerà nella simbolica località di Casalduni. Poi, ad un certo punto, le tensioni sotterranee minarono lo stretto legame che si era creato e il PdSud uscì, di fatto, dal fronte meridionalista di Esposito-Aprile-Patruno. Non si comprese bene il perchè anche se i rapporti personali sembrarono, e sembrano tutt’ora (come dimostrano le attestazioni di stima e affetto registrate sui social network a Marco Esposito proprio in queste ore), cordiali. Non si afferravano però, le motivazioni “politiche” di quella scelta di distacco. Non le conosciamo e forse non le conosceremo mai, fatto sta che la scelta di separare i destini del Partito del Sud, da quelli di Unione Mediterranea ha pagato, e qui sta la giustezza delle mosse della dirigenza del partito. Il PdSud rivendicò la propria essenza politica e si spese per le politiche di febbraio, unica formazione politica ad essere presente alla competizione (nella sola regione Lazio per il Senato). Poco si disse. Abbastanza per un mondo, quello meridionalista, abituato al niente. Da quel momento il PdSud riprese a trattare, anche con Luigi De Magistris, da sempre sostenuto per la lotta alla conquista di Palazzo San Giacomo. Da quella “trattativa” è uscita fuori la nomina di Andrea Balia, membro del Consiglio Nazionale del partito, a delegato diretto del Sindaco nella commissione toponomastica di Napoli. Un incarico importante e, soprattutto, significativamente utile per la battaglia identitaria che il PdSud e il fronte meridionalista da anni stanno portando avanti. La nomina risale al 13 aprile. Nel frattempo, come già detto, il percorso di Unione Mediterranea è andato avanti e punta al congresso. Marco Esposito ha rimarcato il suo impegno meridionalista con il libro “Separiamoci” che sta portando in giro smarcando, di fatto, la sua posizione (al vertice di Um) da quella del movimento arancione del primo cittadino che, senza troppi complimenti, profittando della richiesta di “maggiore responsabilità” venuta dai partiti (così De Magistris ha definito la fame di poltrone dei suoi sostenitori in consiglio comunale), l’ha accompagnato fuori dalla giunta sacrificandolo agli “alti interessi” della politica partenopea. Con l’uscita di scena di Esposito il meridionalismo perde il suo rappresentante più istituzionale a vantaggio del Partito del Sud che resta l’unica formazione politica ad avere due piedi ben saldi all’interno della principale amministrazione comunale del sud continentale. Da lì, se la dirigenza uscita dal congresso di aprile saprà ben giocare le sue carte, il PdSud può restare sulla breccia e rafforzare la sua posizione anche nei confronti del resto del meridionalismo politico. Insomma, la sottile guerra (politica) del Sud, per il momento, è vinta dal PdSud ma tutto lascia supporre che siamo solo agli inizi.
ROBERTO DELLA ROCCA

Fonte: Il Giornale del Sud


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