domenica 7 aprile 2013

STRAGE DI STATO, ... e


di Bruno Pappalardo, 06.04.2013

Stavolta mi sono attardato.
Volevo scrivere di loro ma temevo di scadere nella retorica. Spesso capita di scivolarvi dentro senza percepirlo e regredendo proprio sui sentimenti di altri ma anche i tuoi.  
Sarebbe stato una cattiva cosa; giocare con la tastiera alla ricerca di parole. Insomma nessuno me lo chiedeva eppure volevo farlo ma ne avevo paura.  
La storia di Rocco e Anna Maria, i coniugi Dionisi di Civitanova Marche è inaccettabile!
Perché, mi direte, le altre volte?
Certo, … quante altre volte abbiamo assistito allo stesso tragico evento. Quanti imprenditori suicidi abbiamo contato quest’anno. Quanti operai indifesi nelle fabbriche per la riduzione dei costi della sicurezza ci hanno lasciati. Quanti leucemici hanno subito e oggi muoiono. Quante vittime, debitori delle Agenzia delle Entrate o di Equitalia  abbiamo lasciato che si dessero fuoco addolorandoci, ovvio, ma poi venivamo presi dal successivo! Abbiamo rincorso i morti.
Ma questa volta mi è sembrato fosse l’ultima. Questa volta credo sia l’ultima, voglio crederlo.
Non perché il governo, il vero carnefice con l’alibi di fare il suo mestiere e quello della crisi, da domani, di colpo, risolverà tutti i problematici effetti regressivi della situazione economia del Paese e, allora, saranno rose  e fiori per tutti. NO, affatto!
E’ proprio perché non credo in questo, ho paura che sia l’ultima volta!
Che sarà la prossima volta dovesse succedere? Veramente nessuno si smuoverà dalle proprie seggiole?
Non lo so! Non credo! Questa volta sono state troppo tangibili le motivazioni.
Un suicida può dirsi pazzo, può dirsi smarrito, fuori dalla ragionevolezza, caduto nella fragilità elaborativa del progettare un futuro nonostante sia tuttavia e resta tenebroso e complesso, dall’abbandono della propria lucida ragione, senso critico, senno, poca resistenza e maturità davanti ai problemi che vengono trasformati come insormontabili muri luridi e, dunque, alcuna via d’uscita.
C’era nella storia di Rocco e Anna Maria già tutto questo ma, questa volta, è stato il peso insostenibile di una dignità che non si voleva svendere.
L’aveva detto Anna Maria” mai ai servizi sociali”, “noi ci vergogniamo, non ci andremo a chiedere aiuto”.
Ecco la DIGNITA’, …noi conosciamo bene questa sottrazione
Quando la colpa diventa vile, se ne va camuffato in società e si fa chiamare giustizia!
Ecco che la DIGNITA’ parla:
“prendetevi tutto! auto, tivù, toglieteci l’energia elettrica, saremo al buio ma lasciateci abiti decorosi, lasciateci stare, lasciateci soli,… staremo bene ma senza l’assillo del debito, il debito può essere infame, il debito può apparire come furto alla comunità, una torto incancellabile per i probi!
Credo che mai sia stato tanto ponderatamente ragionato, lucido, congetturato questa morte. Mai come questo, “paradossalmente, è stato così riflessivo, praticamente voluto e generato. 
I concittadini  hanno chiesto che nessun rappresentante delle istituzioni si presentassero oggi ai funerali.
Mai come questo terribile morte è stato più eloquente, mai così accusatorio, mai così giusto e facile è stato  
individuare i colpevoli,  i suoi assassini.
  

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di Bruno Pappalardo, 06.04.2013

Stavolta mi sono attardato.
Volevo scrivere di loro ma temevo di scadere nella retorica. Spesso capita di scivolarvi dentro senza percepirlo e regredendo proprio sui sentimenti di altri ma anche i tuoi.  
Sarebbe stato una cattiva cosa; giocare con la tastiera alla ricerca di parole. Insomma nessuno me lo chiedeva eppure volevo farlo ma ne avevo paura.  
La storia di Rocco e Anna Maria, i coniugi Dionisi di Civitanova Marche è inaccettabile!
Perché, mi direte, le altre volte?
Certo, … quante altre volte abbiamo assistito allo stesso tragico evento. Quanti imprenditori suicidi abbiamo contato quest’anno. Quanti operai indifesi nelle fabbriche per la riduzione dei costi della sicurezza ci hanno lasciati. Quanti leucemici hanno subito e oggi muoiono. Quante vittime, debitori delle Agenzia delle Entrate o di Equitalia  abbiamo lasciato che si dessero fuoco addolorandoci, ovvio, ma poi venivamo presi dal successivo! Abbiamo rincorso i morti.
Ma questa volta mi è sembrato fosse l’ultima. Questa volta credo sia l’ultima, voglio crederlo.
Non perché il governo, il vero carnefice con l’alibi di fare il suo mestiere e quello della crisi, da domani, di colpo, risolverà tutti i problematici effetti regressivi della situazione economia del Paese e, allora, saranno rose  e fiori per tutti. NO, affatto!
E’ proprio perché non credo in questo, ho paura che sia l’ultima volta!
Che sarà la prossima volta dovesse succedere? Veramente nessuno si smuoverà dalle proprie seggiole?
Non lo so! Non credo! Questa volta sono state troppo tangibili le motivazioni.
Un suicida può dirsi pazzo, può dirsi smarrito, fuori dalla ragionevolezza, caduto nella fragilità elaborativa del progettare un futuro nonostante sia tuttavia e resta tenebroso e complesso, dall’abbandono della propria lucida ragione, senso critico, senno, poca resistenza e maturità davanti ai problemi che vengono trasformati come insormontabili muri luridi e, dunque, alcuna via d’uscita.
C’era nella storia di Rocco e Anna Maria già tutto questo ma, questa volta, è stato il peso insostenibile di una dignità che non si voleva svendere.
L’aveva detto Anna Maria” mai ai servizi sociali”, “noi ci vergogniamo, non ci andremo a chiedere aiuto”.
Ecco la DIGNITA’, …noi conosciamo bene questa sottrazione
Quando la colpa diventa vile, se ne va camuffato in società e si fa chiamare giustizia!
Ecco che la DIGNITA’ parla:
“prendetevi tutto! auto, tivù, toglieteci l’energia elettrica, saremo al buio ma lasciateci abiti decorosi, lasciateci stare, lasciateci soli,… staremo bene ma senza l’assillo del debito, il debito può essere infame, il debito può apparire come furto alla comunità, una torto incancellabile per i probi!
Credo che mai sia stato tanto ponderatamente ragionato, lucido, congetturato questa morte. Mai come questo, “paradossalmente, è stato così riflessivo, praticamente voluto e generato. 
I concittadini  hanno chiesto che nessun rappresentante delle istituzioni si presentassero oggi ai funerali.
Mai come questo terribile morte è stato più eloquente, mai così accusatorio, mai così giusto e facile è stato  
individuare i colpevoli,  i suoi assassini.
  

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