domenica 17 marzo 2013

…TЀNENE 'O MARIUOLO 'NCUORPO!!


di Bruno Pappalardo, 

Certo, se c’è da attenersi alla locuzione letteraria è bizzarro assai.
D’accordo è un modo di dire ma ancora più strambo di quelle squisitamente metaforiche come il famoso ostinato cammello che da secoli cerca di penetrare la cruna dell’ago o quello sperso in un pagliaio. Insomma come si può contenere dentro di se un “mariuolo”.  
Un mariuolo  incarna unicamente  un individuo, una persona disonesta e furfante!
Non è  anima, essenza e neppure  borborigmo?
Faccio un esempio.
Oggi, al Senato, si è presentato Berlusconi con degli occhiali azzurri. Sono un paio di giorni che va esibendoli. Quelli erano/sono occhiali non da sole ma da “ visita fiscale ” per dipendenti pubblici, perseguitati da  Brunetta in quelle smargiassate rigoriste che mai a nulla portarono perché si scoprì che non c’era bisogno e l’assenteismo malandrino era nella media europea (anzi più bassa) ma servì a racimolare soldi per trattenute su assenze per malattia nella totalità quasi tutte vere
Ecco, un napoletano, a vederlo oggi,  avrebbe detto la fatale frase:
 “… e sé,sé… chisto tene ‘o mariuolo ‘ncuorpo”.

Va bene ma che vuol dire in sostanza? “AVERE UN SEGRETO INSINCERO, INFAME E SENTIRSI IN COLPA
Ebbene, questo tipo di meteorismo da fastidiosi spasmi!
ECCO UN ALTRO INCANCELLABILE  ESEMPIO:
Oggi è il 17 marzo e qualcuno festeggia l’ “Unità d’Italia”.
Tanto sangue si versò perché migliaia di partigiani, in difesa del proprio popolo e per i propri figli e per il proprio  Stato, furono uccisi; donne e bambini impalati da affilate baionette di garibaldini e bersaglieri.
Certo, per me, irriducibile  meridionalista, è un giorno amaro.
Allora mariuolo equivale alla  coscienza sporca, all’anima impura, bisunta di grasso nero e purulenta per il   pus della perfidia.
Ma mediterò sulla mia storia perché -  se è pur vero sia  diventata espressione un comune modo di dire – da essa dobbiamo imparare.  Allora, è da quella giornata sciagurata  che vorrò partire.  Si  lotterà ancora per costruire e nella quale mai, veramente mai vorrò/ si vorrà versare  una goccia di sangue.
Andrò, invece,  a Santa Chiara e mi segnerò il petto.
A quelle manifestazioni di festa, no, …non riuscirei ad andare! Mi sento pulito.  
Non mi ci trovo bene tra  tanti di loro che  “ténene ‘o mariuolo ‘ncuorpo”.
VIVA il SUD!

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di Bruno Pappalardo, 

Certo, se c’è da attenersi alla locuzione letteraria è bizzarro assai.
D’accordo è un modo di dire ma ancora più strambo di quelle squisitamente metaforiche come il famoso ostinato cammello che da secoli cerca di penetrare la cruna dell’ago o quello sperso in un pagliaio. Insomma come si può contenere dentro di se un “mariuolo”.  
Un mariuolo  incarna unicamente  un individuo, una persona disonesta e furfante!
Non è  anima, essenza e neppure  borborigmo?
Faccio un esempio.
Oggi, al Senato, si è presentato Berlusconi con degli occhiali azzurri. Sono un paio di giorni che va esibendoli. Quelli erano/sono occhiali non da sole ma da “ visita fiscale ” per dipendenti pubblici, perseguitati da  Brunetta in quelle smargiassate rigoriste che mai a nulla portarono perché si scoprì che non c’era bisogno e l’assenteismo malandrino era nella media europea (anzi più bassa) ma servì a racimolare soldi per trattenute su assenze per malattia nella totalità quasi tutte vere
Ecco, un napoletano, a vederlo oggi,  avrebbe detto la fatale frase:
 “… e sé,sé… chisto tene ‘o mariuolo ‘ncuorpo”.

Va bene ma che vuol dire in sostanza? “AVERE UN SEGRETO INSINCERO, INFAME E SENTIRSI IN COLPA
Ebbene, questo tipo di meteorismo da fastidiosi spasmi!
ECCO UN ALTRO INCANCELLABILE  ESEMPIO:
Oggi è il 17 marzo e qualcuno festeggia l’ “Unità d’Italia”.
Tanto sangue si versò perché migliaia di partigiani, in difesa del proprio popolo e per i propri figli e per il proprio  Stato, furono uccisi; donne e bambini impalati da affilate baionette di garibaldini e bersaglieri.
Certo, per me, irriducibile  meridionalista, è un giorno amaro.
Allora mariuolo equivale alla  coscienza sporca, all’anima impura, bisunta di grasso nero e purulenta per il   pus della perfidia.
Ma mediterò sulla mia storia perché -  se è pur vero sia  diventata espressione un comune modo di dire – da essa dobbiamo imparare.  Allora, è da quella giornata sciagurata  che vorrò partire.  Si  lotterà ancora per costruire e nella quale mai, veramente mai vorrò/ si vorrà versare  una goccia di sangue.
Andrò, invece,  a Santa Chiara e mi segnerò il petto.
A quelle manifestazioni di festa, no, …non riuscirei ad andare! Mi sento pulito.  
Non mi ci trovo bene tra  tanti di loro che  “ténene ‘o mariuolo ‘ncuorpo”.
VIVA il SUD!

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