lunedì 12 novembre 2012

La Lega cancella il Sud dal fondo innovazione

Il Sud non fa più parte delle priorità del nuovo Fondo per l'innovazione tecnologica, istituito dal Decreto Sviluppo. Un emendamento della Lega che andava in questa direzione è stato infatti approvato dalle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera. Le modifiche riguardano l'articolo 23 del decreto, quello che trasforma il Fondo Speciale rotativo per l'innovazione tecnologica (FIT) nel Fondo per la crescita sostenibile. 
Alcuni deputati del Carroccio hanno chiesto di cancellare la dicitura «in particolare del Mezzogiorno» dal comma, in cui si legge che uno degli obiettivi del Fondo è quello del «rafforzamento della struttura produttiva», oltre che la «promozione di progetti di ricerca strategica» e «la promozione della presenza internazionale delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero». Emendamenti a cui il relatore Raffaele Vignali (Pdl), così come il governo, hanno dato parere positivo.

Non è tutto. Lo stesso relatore del Pdl, insieme al sottosegretario Guido Improta, ha posto il veto ad un emendamento di segno opposto, presentato da Sergio D'Antoni del Pd, che prevedeva la ripartizione dei Fondi a metà tra credito di imposta per la ricerca scientifica e credito di imposta per le assunzioni a tempo indeterminato nelle regioni meridionali. Un voto contrario che non può che far piacere ai leghisti che, attraverso le parole di Maurizio Fugatti, parlano di «cambiamento culturale». Più oggettivo Improta, secondo il quale il parere negativo del governo è stato motivato «da una valutazione sull'efficacia dello strumento». Ad ogni modo il deputato del Pd, ha preferito ritirare la propria proposta  in modo da non farla bocciare e poterla ripresentare in Aula.
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Il Sud non fa più parte delle priorità del nuovo Fondo per l'innovazione tecnologica, istituito dal Decreto Sviluppo. Un emendamento della Lega che andava in questa direzione è stato infatti approvato dalle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera. Le modifiche riguardano l'articolo 23 del decreto, quello che trasforma il Fondo Speciale rotativo per l'innovazione tecnologica (FIT) nel Fondo per la crescita sostenibile. 
Alcuni deputati del Carroccio hanno chiesto di cancellare la dicitura «in particolare del Mezzogiorno» dal comma, in cui si legge che uno degli obiettivi del Fondo è quello del «rafforzamento della struttura produttiva», oltre che la «promozione di progetti di ricerca strategica» e «la promozione della presenza internazionale delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero». Emendamenti a cui il relatore Raffaele Vignali (Pdl), così come il governo, hanno dato parere positivo.

Non è tutto. Lo stesso relatore del Pdl, insieme al sottosegretario Guido Improta, ha posto il veto ad un emendamento di segno opposto, presentato da Sergio D'Antoni del Pd, che prevedeva la ripartizione dei Fondi a metà tra credito di imposta per la ricerca scientifica e credito di imposta per le assunzioni a tempo indeterminato nelle regioni meridionali. Un voto contrario che non può che far piacere ai leghisti che, attraverso le parole di Maurizio Fugatti, parlano di «cambiamento culturale». Più oggettivo Improta, secondo il quale il parere negativo del governo è stato motivato «da una valutazione sull'efficacia dello strumento». Ad ogni modo il deputato del Pd, ha preferito ritirare la propria proposta  in modo da non farla bocciare e poterla ripresentare in Aula.

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