martedì 4 settembre 2012

Il Nord dipende dal Meridione


Il caso Ilva di Taranto costituisce la dimostrazione delle tesi sostenute da Lino Patruno nel suo libro “Ricomincio da Sud” (Rubbettino)
L’Ilva di Taranto è sempre più sulle prime pagine dei giornali. Al di là delle legittime proteste dei lavoratori e della preoccupazione per la salute di chi opera e vive intorno allo stabilimento industriale, vi è un aspetto che la vicenda ha messo particolarmente in evidenza, ovvero quello dell’interdipendenza tra le due parti del Paese, che qualcuno invece ha avuto interesse a rappresentare come separate da un’insanabile frattura.
In realtà, un recentissimo libro di Lino Patruno, ex direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, sottolinea decisamente la sottovalutazione del Meridione d’Italia. La pubblicazione è Ricomincio da Sud. È qui il futuro dell’Italia (Rubbettino, pp. 250, € 14,00) e, secondo le tesi dello scritto, se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe aerei e auto, acciaio e olio d’oliva, computer e cellulari, benzina e medicine. Ancora: il Meridione produce incredibili tesori, è ventinove volte più saccheggiato del Nord, conviene a tutta l’Italia ed è il nuovo ombelico del mondo, infatti «Mezzogiorno è l’ora dalla quale ripartirà tutto».
Tornando al caso Ilva, Patruno, autore, sempre presso Rubbettino, di Fuoco del SudLa ribollente galassia dei Movimenti meridionali, ha affermato: «Pochi lo sapevano prima che esplodesse il dramma dell’Ilva di Taranto. Pochi immaginavano quanto siano integrate le due Italie, nonostante lo scontro fra Nord e Sud. Pochi conoscevano il peso economico del cosiddetto “improduttivo” Sud, e quanto il Sud convenga a tutti. L’Ilva è una conferma a quanto dico nel mio libro Ricomincio da Sud. Non solo a Taranto è prodotto il 45% di tutto l’acciaio italiano. Ma, se chiudesse Taranto, si perderebbe gran parte della restante produzione perché dovrebbero chiudere anche le acciaierie di Novi Ligure e Genova che, non avendo impianti a caldo, dipendono direttamente da Taranto. Così, con una rinuncia all’Ilva, l’Italia perderebbe la più grande acciaieria d’Europa, ma perderebbe anche tutto l’acciaio per le sue auto e i suoi elettrodomestici, oltre che per i suoi guardrail e i suoi tubi. Ma l’Ilva è solo una delle ricchezze non riconosciute del Sud. Nel libro sono elencati altri casi di produzioni meridionali fondamentali per l’intero Paese, che senza il Sud l’Italia non avrebbe: dal petrolio all’energia eolica, dalla plastica ai farmaci, dagli aerei all’olio d’oliva. Tanti casi di eccellenza al Sud, ben 71 dei quali sono recensiti nel libro».

(e.s.)


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Il caso Ilva di Taranto costituisce la dimostrazione delle tesi sostenute da Lino Patruno nel suo libro “Ricomincio da Sud” (Rubbettino)
L’Ilva di Taranto è sempre più sulle prime pagine dei giornali. Al di là delle legittime proteste dei lavoratori e della preoccupazione per la salute di chi opera e vive intorno allo stabilimento industriale, vi è un aspetto che la vicenda ha messo particolarmente in evidenza, ovvero quello dell’interdipendenza tra le due parti del Paese, che qualcuno invece ha avuto interesse a rappresentare come separate da un’insanabile frattura.
In realtà, un recentissimo libro di Lino Patruno, ex direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, sottolinea decisamente la sottovalutazione del Meridione d’Italia. La pubblicazione è Ricomincio da Sud. È qui il futuro dell’Italia (Rubbettino, pp. 250, € 14,00) e, secondo le tesi dello scritto, se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe aerei e auto, acciaio e olio d’oliva, computer e cellulari, benzina e medicine. Ancora: il Meridione produce incredibili tesori, è ventinove volte più saccheggiato del Nord, conviene a tutta l’Italia ed è il nuovo ombelico del mondo, infatti «Mezzogiorno è l’ora dalla quale ripartirà tutto».
Tornando al caso Ilva, Patruno, autore, sempre presso Rubbettino, di Fuoco del SudLa ribollente galassia dei Movimenti meridionali, ha affermato: «Pochi lo sapevano prima che esplodesse il dramma dell’Ilva di Taranto. Pochi immaginavano quanto siano integrate le due Italie, nonostante lo scontro fra Nord e Sud. Pochi conoscevano il peso economico del cosiddetto “improduttivo” Sud, e quanto il Sud convenga a tutti. L’Ilva è una conferma a quanto dico nel mio libro Ricomincio da Sud. Non solo a Taranto è prodotto il 45% di tutto l’acciaio italiano. Ma, se chiudesse Taranto, si perderebbe gran parte della restante produzione perché dovrebbero chiudere anche le acciaierie di Novi Ligure e Genova che, non avendo impianti a caldo, dipendono direttamente da Taranto. Così, con una rinuncia all’Ilva, l’Italia perderebbe la più grande acciaieria d’Europa, ma perderebbe anche tutto l’acciaio per le sue auto e i suoi elettrodomestici, oltre che per i suoi guardrail e i suoi tubi. Ma l’Ilva è solo una delle ricchezze non riconosciute del Sud. Nel libro sono elencati altri casi di produzioni meridionali fondamentali per l’intero Paese, che senza il Sud l’Italia non avrebbe: dal petrolio all’energia eolica, dalla plastica ai farmaci, dagli aerei all’olio d’oliva. Tanti casi di eccellenza al Sud, ben 71 dei quali sono recensiti nel libro».

(e.s.)


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