mercoledì 25 gennaio 2012

Appello alle forze politiche in merito alla situazione di Poste Italiane

Ricevo e posto:

COMUNICATO DEL SEGRETARIO GENERALE CISL POSTE PETITTO

Con gli ambiziosi propositi di modernizzare l’Italia con le liberalizzazioni, si torna ancora alla carica per distruggere l’ultima grande Azienda integrata di questo paese: Poste Italiane. Le proposte avanzate dall’Antitrust al Governo sull’azienda postale non contengono nulla di nuovo, ma ripropongono un’idea vecchia di scorporare il Bancoposta dalle altre attività di Poste Italiane, come se questo Paese avesse bisogno di un’altra banca.

Ci sono voluti 18 anni di riforme e di pesanti ristrutturazioni per risanare le vecchie Poste della prima repubblica e mettere al servizio della collettività un’azienda moderna, pur con i limiti e le contraddizioni interni a tutti evidenti. In questo momento tutti gli Operatori Postali del mondo sono in crisi perché è andato in crisi il tradizionale modello di comunicazione cartacea.

Tra tutti gli Operatori internazionali Poste Italiane è l’Azienda che meglio di altre ha retto l’impatto della scomposizione e della liberalizzazione dei mercati postali, riuscendo a compensare il calo di volumi e i ricavi del settore corrispondenza attraverso l’integrazione di servizi finanziari, assicurativi, di telefonia e di alto valore aggiunto.

Tutto questo ha consentito la sopravvivenza di una rete capillare in ogni angolo d’Italia, spesse volte anche con funzioni di socialità e di aggregazione dei territori anche i più isolati. Lo sforzo profuso negli anni da Manager e Sindacato e i sacrifici dei lavoratori hanno consentito di mantenere importanti livelli occupazionali per 145 mila famiglie anche se sulla via della pesante riorganizzazione si sono già perduti 70 mila posti di lavoro.

Molti Operatori Postali stranieri guardano oggi al modello integrato di Poste Italiane come unica strada per risanare le loro Aziende in crisi e allontanare il rischio di fallimento. Appare quindi assai singolare che proprio in Italia, strano Paese, si tenti di distruggere un modello vincente che altri vorrebbero copiare. Siamo convinti che dietro l’ansia delle liberalizzazioni si nasconda l’ennesimo favore al sistema bancario, concausa della crisi finanziaria mondiale, neutralizzando un possibile concorrente come Poste Italiane.

Per questo motivo facciamo appello a tutte le forza politiche presenti in Parlamento, sia di maggioranza che di opposizione, per sventare questa follia che si nasconde dietro le proposte dell’Antitrust. Noi non difendiamo né una lobby, né una corporazione ma solamente il posto di lavoro di 145 mila persone el’interesse dei cittadini italiani a non essere privati di un servizio essenziale sacrificato sull’altare della presunta modernità del Paese.


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Ricevo e posto:

COMUNICATO DEL SEGRETARIO GENERALE CISL POSTE PETITTO

Con gli ambiziosi propositi di modernizzare l’Italia con le liberalizzazioni, si torna ancora alla carica per distruggere l’ultima grande Azienda integrata di questo paese: Poste Italiane. Le proposte avanzate dall’Antitrust al Governo sull’azienda postale non contengono nulla di nuovo, ma ripropongono un’idea vecchia di scorporare il Bancoposta dalle altre attività di Poste Italiane, come se questo Paese avesse bisogno di un’altra banca.

Ci sono voluti 18 anni di riforme e di pesanti ristrutturazioni per risanare le vecchie Poste della prima repubblica e mettere al servizio della collettività un’azienda moderna, pur con i limiti e le contraddizioni interni a tutti evidenti. In questo momento tutti gli Operatori Postali del mondo sono in crisi perché è andato in crisi il tradizionale modello di comunicazione cartacea.

Tra tutti gli Operatori internazionali Poste Italiane è l’Azienda che meglio di altre ha retto l’impatto della scomposizione e della liberalizzazione dei mercati postali, riuscendo a compensare il calo di volumi e i ricavi del settore corrispondenza attraverso l’integrazione di servizi finanziari, assicurativi, di telefonia e di alto valore aggiunto.

Tutto questo ha consentito la sopravvivenza di una rete capillare in ogni angolo d’Italia, spesse volte anche con funzioni di socialità e di aggregazione dei territori anche i più isolati. Lo sforzo profuso negli anni da Manager e Sindacato e i sacrifici dei lavoratori hanno consentito di mantenere importanti livelli occupazionali per 145 mila famiglie anche se sulla via della pesante riorganizzazione si sono già perduti 70 mila posti di lavoro.

Molti Operatori Postali stranieri guardano oggi al modello integrato di Poste Italiane come unica strada per risanare le loro Aziende in crisi e allontanare il rischio di fallimento. Appare quindi assai singolare che proprio in Italia, strano Paese, si tenti di distruggere un modello vincente che altri vorrebbero copiare. Siamo convinti che dietro l’ansia delle liberalizzazioni si nasconda l’ennesimo favore al sistema bancario, concausa della crisi finanziaria mondiale, neutralizzando un possibile concorrente come Poste Italiane.

Per questo motivo facciamo appello a tutte le forza politiche presenti in Parlamento, sia di maggioranza che di opposizione, per sventare questa follia che si nasconde dietro le proposte dell’Antitrust. Noi non difendiamo né una lobby, né una corporazione ma solamente il posto di lavoro di 145 mila persone el’interesse dei cittadini italiani a non essere privati di un servizio essenziale sacrificato sull’altare della presunta modernità del Paese.


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